Mi chiama la Polizia Postale e mi dice che ci sono ‘sti tizi che mi accusano di avere violato la loro corrispondenza e se gli posso dare i files di log relativi al crimine da me commesso. “Files di log? E cosa sono??“, chiedo io, e il paziente poliziotto lo spiega alla presunta hacker e, infine, capisco che vogliono le email del Campo Antimperialista così come mi sono arrivate e, obbediente, trotterello verso i loro uffici a portargliele.

Nella foto sotto, un Moreno Pasquinelli furioso con l’Haramlik:

pasquinelli

Consegno, quindi, questi bizzarri comunicati politici arrivatimi per email anonima da una casella postale anonima e poi chiedo all’ispettore: “Senta, ma lo posso scrivere sul blog, che questi mi accusano di essergli entrata nella posta?

E lui: “Se vuole…

E io: “No, perché è una vicenda troppo bizzarra, davvero. Voglio dire: questi vogliono andare a combattere l’imperialismo in Libano e poi hanno una mailing list che mi pare un colabrodo, la vanno perdendo nella Gmail della prima prof che passa, la prof gli chiede il permesso di pubblicarla, loro manco rispondono, la prof pensa ad altro e manco la pubblica e loro vanno e la denunciano alla polizia imperialista. Ma dai, ma che rivoluzionari sono???

Perché, dico io: va bene che qui nessuno ha niente da nascondere, ma in certi angoli del mondo le cose sono complicate, dico io. E quindi mi piacerebbe vedere la faccia dei loro contatti libanesi di Ein el-Hilwe e dei vari Agostino Sanfratello e personale del Consolato dell’Iran e simili, nel ritrovarsi tutti assieme tirati in una rissa con una prof di spagnolo di Genova, invece di fare la rivoluzione. Dai, ma che tipi. Ma non potevano dirmi: “Non pubblicare niente!!” e amen, invece di fare tutto ‘sto casino?

E poi io cosa dovrei fare, a questo punto? Pubblicarle, finalmente, ché tanto mi accusano comunque di averlo fatto, o continuare a non pubblicarle perché non mi piace fare ‘ste cose senza permesso? E’ – come dire – una politica che solleva dei dubbi esistenziali, quella del Campo Antimperialista…

Poi invece sono stata portata in vacanza in Provenza e non ci ho pensato più, ed è che gli scazzi internettiani saranno pure divertenti, non dico di no, ma in quei giorni di Capodanno c’erano – e continuano ad esserci – notizie un po’ più serie di questa ed io volevo tenermi lontana dalle notizie da Gaza, soprattutto, e quindi ho spento il pc e sono partita.

Nella foto, un’Haramlik latitante a Cassis si lascia servire dell’ottimo vino che accompagna pane, burro e ricci di mare:

cassis

Standomene in Provenza, senza pc e senza blog, mi sono persa la mirabolante vicenda di un’altra mailing list, stavolta riguardante Riccardo Pacifici e le Comunità Ebraiche in Italia. La vicenda è vecchia – l’ha già raccontata Mazzetta a inizio anno – ma, per chi ancora non la conoscesse, vale la pena di dare un’occhiata a ‘sto Pacifici che prima annuncia ai media di volere mandare aiuti ai bambini di Gaza e poi, in mailing list, chiarisce:

Posso garantirvi che la scelta tutta mediatica di far arrivare medicinali ai bambini palestinesi e israeliani era ed è solo utilizzata per quando comincerà la nostra battaglia sui media a sostegno di Israele.

Che gente, mamma mia. La vicenda intera, per chi lo desidera, è narrata qua.

Sempre a proposito di Provenza, infine, mi sento di consigliare un giro per le vetrine del centro di Avignone. Si trovano cose belle, giuro. Cose così:

avignone