magdiall.jpg

Chi girava per blog nella mitica estate del 2004 non può averla dimenticata. Non ne scrivo il nome perché l’idea di rivederla in azione mi atterrisce, ma la storia della “Mitomane Personale da Passeggio ®” di mezza blogosfera italiana rimane, credo, una delle vicende più follemente nonsense che siano accadute sui blog da quando esistono.
Chi volesse ricostruirne la storia può partire da qui per poi ritrovarsi in un bizzarro crescendo qui e sfociare, infine, nel delirio psico-giuridico riassunto dal Neri qui e, per maggiore completezza, in tutto il pacchetto raccolto qua.

A me la vicenda è tornata in mente leggendo il libro-cult dell’estate del 2006, ovvero l’indicibile (fin dal titolo) “Io amo l’Italia. Ma gli italiani la amano?” di Magdi Allam, per il quale ho investito ben 15 euro e, giuro, ne è valsa la pena.

Perché – e qui Miguel mi scuserà se attingo a piene mani dal suo post, ma ammiro molto il lavoro che ha fatto e faccio prima a pescare le citazioni da lui che a ricostruirmele io – dimmi tu se la nostra vecchia “Mitomane Personale da Passeggio ®” (d’ora in avanti “MPP®”) e l’attuale Mitomane Personale da Passeggio® di mezza comunità islamica italiana non sono inquietantemente simili.
No, dico: dimmi tu.

Andiamo con ordine.

Magdi Allam gira con una scorta il cui compito sarebbe quello di proteggerlo da un curioso complotto che lui riassume così:

“Vivere con la morte. Assediato dai nemici che mi vogliono uccidere e dagli ‘amici’ che attendono che venga ucciso. Tutto è già pronto. La condanna a morte è stata decretata ai più alti vertici dell’organizzazione terroristica palestinese Hamas. E’ stata ispirata, raccolta, legittimata sul piano coranico e rilanciata dai loro agenti locali affiliati all’Ucoii” (p. 131).

Se qualcuno gli chiede di spiegarsi meglio, stupito del fatto che Hamas – che non ha mai compiuto un attentato fuori dalla Palestina o da Israele e che ha, notoriamente, preoccupazioni un po’ più grandi del buon Magdi – possa avercela proprio con lui, il Nostro così risponde:

“Da chi sono minacciato? Sono consapevole di non essere al corrente di molte minacce, di cui sono invece informati i servizi segreti” (p. 138).

Detto in altri termini: “Boh.”

E tuttavia egli sarebbe “la personalità civile più minacciata e scortata d’Italia” (p. 136)” e, a riprova di ciò, dedica pagine e pagine del suo libro a citare le seguenti, terrificanti minacce che potremmo dividere in due tronconi: quelle che gli vengono dell’oscuro mondo dei blog e quelle che invece provengono dalla luciferina UCOII e, più precisamente, da quel santo martire di Hamza Piccardo, colpevole di essere stato incautamente gentile con lui qualche anno fa e, da allora, perseguitato che manco gli squilli notturni a cui veniva sottoposto il Neri ai bei tempi riescono a competere.

Anche perché Magdi Allam usa il Corriere della Sera, per mettere in croce la gente, quindi fa parecchio più baccano di un telefono nella notte.

1. Le minacce dei blogger a Magdi Allam

Fondamentalmente, mi pare che Magdi Allam tema che Dacia Valent lo voglia uccidere. Le minacce che avrebbe ricevuto in questo senso sono le seguenti (ricopio da Miguel per brevità):

1) Dacia Valent avrebbe aperto un sito satirico intitolato “www.magdiallam.it“. (pag. 138)

2) Dacia Valent, sul proprio blog, avrebbe apostrofato Magdi Allam con i seguenti minacciosi epiteti, che lo stesso Magdi elenca minuziosamente: (p. 134): “Zio Tom in Alabama”, “lo schiavo che vuole la felicità del padrone più della propria”, “l’aladino del Corsera”, “il Paperoga del Corriere”, “Maddaleno Allamo”, “italiano di provincia”, “creto (il diminutivo mi sembra francamente riduttivo)”.

3) Infine, c’è anche Sherif che dice che in Italia c’è gente affetta da “fatwite” e che probabilmente la fatwa fa trendy (pag. 134).
Già.

2. Le minacce dell’UCOII a Magdi Allam

(Anche qui copio da Miguel che è stato sistematico e preciso)

1) Hamza Piccardo, segretario dell’Ucoii, avrebbe detto una volta che “Magdi Allam è un nemico dell’Islam”, una valutazione che ci sembra ragionevole, almeno quanto quella di chi afferma che Silvio Berlusconi è un nemico del comunismo.

2) Sempre Hamza Piccardo gli avrebbe dato del “cristiano copto”.

3) Sempre Hamza Piccardo avrebbe definito un ennesimo attacco da parte di Magdi Allam il “colpo di coda di uno scorpione”. Allam considera che questa sia una minaccia di morte, perché ha trovato un detto attribuito al profeta Muhammad, secondo cui sarebbe lecito uccidere gli scorpioni anche durante il pellegrinaggio alla Mecca, quando è normalmente vietato prendere la vita degli animali.

4) Sempre e ancora Hamza Piccardo avrebbe detto di lui, “si è inventato un lavoro strapagato: il madrelingua arabo” (p. 142)

5) Nour Dachan, presidente dell’Ucoii, durante un battibecco in TV, avrebbe detto – in arabo – a Magdi Allam “Noi abbiamo deciso di non avere più nulla a che fare con te”.

E queste sono, elencate da lui stesso, le principali minacce in seguito a cui Magdi Allam gira con la scorta. E tant’è.

Ecco: quella dello scorpione è la mia preferita.
Io, quando l’ho letta (pag. 149), non ci potevo credere.

Succede, in pratica, che La Stampa pubblica questo articolo su Pisanu e la Consulta islamica di cui fa parte anche l’UCOII, nonostante le vibranti proteste di Magdi Allam.
E Piccardo, intervistato su queste proteste, dice: «E’ il colpo di coda di uno scorpione. Ormai tutto il suo progetto di criminalizzarci è fallito. Il ministro Pisanu ha capito. Nonostante lui, siamo nella Consulta»

E qui Magdi Allam sfiora realmente la genialità, quindi non posso non citarlo alla lettera:

Se nel Corano non vi è alcun riferimento allo scorpione, basta una rapida analisi delle ricorrenze del termine nelle raccolte di hadith […] per comprendere che è un animale negativo, e non solo. Nella raccolta di hadith Sahih di Bukhari, ad esempio, si legge: “Vi sono cinque insetti che sono malvagi, cinque malvagi che colui che è in pellegrinaggio può uccidere…” e tra questi vi è lo scorpione. Nella raccolta di hadith di Ibn Maja addirittura si legge che “Dio maledisse lo scorpione”.
Dovrebbe quindi essere chiaro che, quando questi predicatori d’odio mi dicono […] “scorpione”, fanno esplicito riferimento a un’accusa coranica e islamica per cui è prevista la condanna a morte.

Io lo trovo geniale.
In confronto, la “MPP®” dei blogger che accusava il Neri di avere cercato di incendiarle la casa telefonandole mentre lei aveva la cena sul fuoco, non è nessuno.
La teoria della nostra “MPP®”, secondo cui dire: “Pronto, sono il Neri e vorrei parlare con la signora M” equivaleva a pedofilia – ma vi ricordate? – perché chi aveva risposto al telefono era minorenne, sbiadisce completamente di fronte al ragionamento del Nostro.

Cioè: se tu dici a uno “Ehi, topino!” oppure “Corvo del malaugurio!”, tu lo stai condannando a morte?
No, perché leggo che “[…] vi sono peraltro alcuni animali che anche nei mesi sacri è permesso l’uccidere: il corvo, lo scorpione, il topo, il cane arrabbiato. (Bukhârî, v. I, pag. 458)

E se gli dici a uno che sembra un geco? Pure i gechi stanno antipatici ai musulmani, lo ricordo benissimo.

Ma pensa che stress deve essere per un musulmano apostrofare qualcuno con una similitudine, nell’Italia di Magdi Allam.
Se ti dico che mi pari un “dongiovanni” o una “mangiauomini” ti sto condannando a morte perché insinuo che magari sei un adultero? E se ti dico “maiale!” che succede?
E poi: gli altri quattro insetti che si possono uccidere, oltre allo scorpione, quali sono? Se io affermo che Magdi Allam è petulante e appiccicoso quanto una mosca, lo starò condannando a morte oppure no?
Sono domande che hanno un peso, non scherziamo: qua si finisce sbattuti in prima pagina sul Corriere per molto meno, bisogna leggersi bene gli hadith e stare attentissimi, santo cielo.

A me, detto tra noi, sembra che il Nostro sia un tantinello strano.
Mettiamola così.
Stavo per dire che secondo me è matto come un cavallo, ma non sono ferratissima in hadith, non so cosa si affermi in essi sui cavalli e non vorrei condannarlo a morte per sbaglio.
Per carità.
Però, ecco: un tantinello strano, sì che me lo pare.
Come minimo.

P.S. Può darsi che Hamza Piccardo abbia detto che il Nostro era un cristiano.
Non mi stupirebbe, e del resto la voce è girata per anni e credo che lui sappia benissimo perché.

Abbiamo avuto un’amica comune, Magdi Allam ed io, ai tempi in cui lui era ancora a Repubblica e pareva più normale di adesso.
Si chiamava B., la mia amica, ed era ebrea e molto sionista.
Io certamente non so cosa si siano detti sull’argomento, quali siano state le parole, quali le spiegazioni.
So solo una cosa: che, quando mi venne in mente di chiedere a B. cosa ci trovasse, sionista come era lei, in un arabo d’Egitto, lei mi rispose che non era mica musulmano, lui. Che veniva dall’Egitto cristiano. Che altrimenti non lo avrebbe mai frequentato. Così mi disse, e per questo sono stata a mia volta convinta, per anni, che lui fosse cristiano.
Si vede che mi sbagliavo, ma ci siamo sbagliati in parecchi.

Mi piacerebbe chiederlo a lui, come mai si siano sbagliati in tanti, e per tanti anni.
Cosa abbia mai potuto alimentare un simile equivoco, mettiamola così.
Direi che non è stato Piccardo, no.
Forse è stata B., vallo a sape’.