Incappo spesso in War News.
Ha tante virtù: è aggiornato, impegnato, con una grafica molto leggibile.
Il sito che normalmente seguirei volentieri, insomma.

Poi, tutte le volte, vedo il nome “Paese Basco” tra le schede dei conflitti nel mondo.
E’ lì, tra la Cecenia e il Medio Oriente. L’Iraq è due links sopra, l’Afganistan un po’ più giù.
In mezzo, il Paese Basco.
E mi girano le balle, francamente.

Il riassuntino storico a cui ti conduce il link è ridicolo ma, soprattutto, maliziosamente fuorviante: la Navarra conquistata “con le armi” nel 1512 (e Granada nel 1492, allora? Sta’ a vedere che è dovuta a questo, la bomba di Casablanca…); la piccola dimenticanza relativa al fatto che all’epoca, tuttavia, le province basche erano già annesse a Castiglia da 300 anni; le guerre carliste citate en passant e, con un saltone vertiginoso che scavalca persino il creatore del nazionalismo basco nonchè campione di xenofobia e razzismo, Sabino Arana, eccoti la chicca finale:

“La ragione di questa scelta è che Madrid si rifiuta di riconoscere i diritti più elementari del popolo basco: il Diritto all’Autodeterminazione e all’Unità Territoriale.”

Vabbe’, che vadano al diavolo: i diritti, elementari e non, del popolo basco, godono di una tutela che il nostro Bossi non si sogna nemmeno di notte.
E’ semplicemente indecente, mettere questa questione in mezzo a problemi come il Medio Oriente o il Congo.
O, se proprio la si vuole mettere, provino a metterla dal punto di vista dei baschi che non ne possono più di ETA, come quelli di Basta Ya, Manos Blancas, Iniciativa Ciudadana, Covite, e via enumerando.

ETA, in nome della trasformazione di una regione ricca, borghese e ultracattolica in un improbabile Stato indipendente e socialista tra la Francia e la Spagna, ha fatto 900 morti, e ne continuerà a fare.
Una criminale stronzata, più che un “conflitto”.

(Bene, volevo dirlo da un po’. Come diceva una persona che conosco, le cazzate di quelli che generalmente la pensano come te fanno molto più male di quelle dette da coloro che, si sa, le dicono di mestiere.)