34 milioni di spagnoli alle urne per i Comuni e le Comunità Autonome, e il clima mi pare essere il seguente:

Secondo Aznar, sono elezioni – referendum sul suo operato. Visto che c’era, ha chiesto agli spagnoli di non consegnare il paese ai socio-comunisti.

Per gli indipendentisti baschi, una splendida occasione per far vedere al mondo quanto sono oppressi; voteranno scheda nulla con i simboli dell’indipendentismo, poi porteranno gli osservatori stranieri a fare il giro dei vinitos e dei pinchitos. L’osservatore straniero, sbronzo e frastornato dai canti e dal bacalao al pil-pil, constaterà che, effettivamente, sono molto oppressi.

Per i baschi non nazionalisti, oggi, è la giornata in cui si proclama “lo stato di indignazione generale in memoria delle vittime che nei Paesi Baschi muoiono per la libertà”.
I candidati non nazionalisti che rischiano la vita (a dimostrazione che persino uno del PP può essere un eroe…. miracoli baschi.), e i loro elettori clandestini.

Diffuso giramento di scatole per la messa al bando dei simboli pacifisti attorno ai seggi elettorali.

Dalla Galizia, un manifesto collettivo con i Mille Motivi per non votare il PP, detto PPrestige. Appello per andare a votare portando magliette, spille e bandiere di Nunca Máis.

Il leader dell’opposizione cita il cantautore J.M. Serrat e dichiara che Oggi può essere un gran giorno.

(Questi pallini rosa non c’entrano niente, ma li metto per scaramanzia)