Hanno ucciso Rantisi e, per fortuna, domani non devo andare in università.
Mi risparmierò lo spettacolo della rabbia impotente dei miei studenti. Ormai lo conosco a memoria.
Sapete come è?
E’ che li devi fare parlare – ti accorgi che delle orecchie occidentali, proprio lì e in quel momento, sono esattamente ciò che serve ai ragazzi e che, in qualche modo, li tranquillizza pure: “No, il mondo non è fatto di soli nemici: guardate queste orecchie, per esempio” – e che, quando e se dici qualcosa, gli devi mentire.
Qualunque cosa detta allo scopo di farli stare meglio è una necessaria menzogna. Solo che più passa il tempo e meno ho voglia di farlo.
Domani non dovrò andare, non dovrò vedere e non dovrò fare la faccia da buona e raccontare palle.
Mentirei se dicessi che mi dispiace.
Che il popolo palestinese non sia completamente composto da alienati, per esempio, è un miracolo autentico: non che stiano bene, certo. Non ho voglia di cercarlo, ma ricordo un rapporto di Amnesty sull’incidenza dei disturbi psichiatrici tra i bambini palestinesi, ed era da farsi venire i capelli bianchi. Lo lessi quando Rabin era ancora vivo. Figuriamoci come sarà adesso, la situazione.
Del resto, che la strategia più efficace di Israele (è che sono geniali, va ammesso) consista nel fare impazzire i palestinesi per poi guadagnarsi la licenza di ucciderli, mi pare un dato di fatto.
Qualcuno vuole i particolari? Ma no, dai, non servono: chi le vuole sapere, queste cose, le sa. Chi non le vuole sapere, continuerà a non saperle anche se ti sgoli a spiegarglielo per mille anni.
Roba che fai la fine dei palestinesi e impazzisci pure tu, altrochè.
Ieri sera ero a casa con degli amici e abbiamo riso come matti per tutta la sera, a parlare di egiziani.
Il tema era: “Mala leche, cero.”
In italiano sarebbe: “Cattiveria zero”, ma in spagnolo si capisce meglio cosa volevamo dire. La ‘mala leche’ è qualcosa di più intimo, di più profondamente caratteristico di una personalità della semplice cattiveria. E’ anche più aggressiva, la ‘mala leche’.
Comunque sia, ciò che è chiaro è che gli egiziani non ce l’hanno; noi cercavamo, quindi, di immaginarci questo popolo in guerra e di vederlo vincitore, e non c’era verso. Davanti ai nostri occhi sfilavano immagini di armate di bonaccioni muniti di fucili scalcinati e, con tutto l’amore del mondo, il risultato è che eravamo piegati in due dal ridere.
“Questi, una guerra, non la vinceranno mai! Gli manca l’ABC della cattiveria, non ce la possono fare!” E giù sfilze di aneddoti: “Il ragazzo che ha sfasciato le macchine qui sotto, per esempio: ma ti ricordi gli schiaffoni che ha preso? E lui giù a ripetere che gli dispiaceva tanto, e più prendeva schiaffoni e più gli dispiaceva, ma dai! Io, se sfascio una macchina, mi dispiacerà pure, ma se mi tocchi ti spalmo contro un muro. Quello lì beccava schiaffoni e se li sarebbe dati pure da solo, per collaborare.”
Ma erano infiniti, gli aneddoti.
Non si diceva che gli egiziani fossero ‘buoni’, attenzione: non è questo. E’ solo che gli manca, in genere, quella stronzaggine aggressiva in cui noi eccelliamo e che, per vincere le guerre, aiuta.
Gli iracheni, per esempio, devono avere ‘mala leche’ fin sopra le orecchie: da quanti anni è, che sono in guerra? Uh, chi li conta più.
Ti viene, a un certo punto. Per quanto uno sia arabo, alla fine si incazza, e gli iracheni devono essere furibondi, ormai, e non dall’altro giorno.
Poi mica sono palestinesi, loro. Avevano Stato, esercito e strutture. Gli si sarà strutturata pure la cattiveria, dunque. Ché avere cattiveria strutturata è molto meglio che averla in forma di caos, e funziona di più.
Eppure, a me pare che fare incazzare la gente (farla incazzare davvero, dico) qui sia difficilissimo.
Soprattutto, è difficilissimo mantenerla in stato di incazzatura costante. Trasformarli in stronzi, quindi. E’ un’impresa titanica. Non lo sono. Non capiscono che devono diventarlo. Non gli passa per la mente.
‘Sto cavolo di popolo ragazzino (anche per età, e non ho voglia di cercare statistiche) proprio non vorrebbe essere stronzo. (Mica puoi fare l’Iraq tutti i giorni: ci vuole tempo, una serie di guerre, dieci anni di embargo. Bisogna organizzarsi.)
E allora come si fa, a sterminarli?
Bisogna farli impazzire, non c’è altra scelta.
Bisogna fare in modo che corrispondano, tutti, all’immagine di loro che viene forgiata fuori di qui.
E ce la si può fare, sì: la risposta caotica, irrazionale, l’esplosione di rabbia compressa, l’autolesionismo, il delirio col Corano in mano, il pasticcio galattico e l’assoluta incapacità di comunicare: che ci vuole, a scatenargli tutto questo?
Ho sbagliato, prima, a dire che gli israeliani sono geniali: in fondo non è affatto necessario essere un genio, per ottenere tutto ciò dagli arabi. Basta essere solo molto, molto stronzi: avere “mala leche” a tonnellate, riserve infinite.
Perchè, come forse si è già capito, noi si tende a pensare che li si voglia sterminare, gli arabi. No?
Strappargli la religione, l’identità, il petrolio, il velo dalla testa delle ragazzine, la dignità, la salute mentale.
(E, nel paese qui accanto, la terra, le case, gli ulivi del bisnonno o del padre rifugiato. In Palestina ma, prima o poi, pure oltre. Si accettano scommesse sul Sinai.)
Farne degli zombie, dai, e poi, per ognuno di loro che impazzisce, ucciderne cento o mille. Tanto, con loro si va sui grandi numeri, ché nessuno si impressiona.
Esagero?
Non lo so: qui lo pensa chiunque io conosca. Ad alcuni l’idea piace persino.
E, francamente, sono lietissima di non dover andare a raccontare balle, domani.
Cara Lia, ti chiedi come stanno i bambini in Palestina. Ti ricopio una pagina del mio blog (17 febbraio 04) . E? la mia traduzione di un articolo pubblicato nel sito http://www.bethelehemmedia.net – Voice of the voiceless
L?autore, Frank Wright, ? un giornalista statunitense in pensione. La sua esperienza di lavoro (45 anni) allo Star Tribune di Minneapolis (Minnesota) includeva il ruolo di responsabile di dipartimento, direttore responsabile, condirettore/corrispondente estero dal 1984-98. In questo ruolo ha scritto corrispondenze da pi? di 60 paesi, compresi molti incarichi nel Medio Oriente.
Gli studi confermano il danno dell’occupazione per i bambini palestinesi. Frank Wright
BETHLEHEM – Da lungo tempo i Palestinesi sanno che le loro famiglie, e specialmente i loro bambini, soffrono a livello emotivo e psicologico a causa dell’occupazione militare israeliana.
Finalmente ricercatori palestinesi provano che ? proprio cos?. I loro risultati, anche se non sorprendono, mettono in evidenza la gravit? del danno
Due gruppi di lavoro in particolare attraggono l’attenzione. Uno ? la serie di studi iniziati nel 1987 e conclusi nel 2000, con un libro di Vivian Khamis, “Political Violence and the Palestinian Family: Implications for Mental Health and Well-Being.” Khamis, gi? allieva di Fulbright all’Harvard University, ? ora professore associato all’Universit? di Bethlehem. Il secondo progetto ? un lavoro in collaborazione proposto da “Save the Chilkdren”, una organizzazione internazionale di solidariet?, e dal National Plan of Action for Palestinian Children, una associazione privata palestinese.
Il loro lavoro concluso nel 2002 e pubblicato lo scorso mese di luglio, si intitola “Psychosocial Assessment of Palestinian Children.” E’ stato finanziato dall’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale, l’amministrazione USA per gli aiuti all’estero
Il pi? importante risultato di Khamis ? uno sconvolgente 35% di famiglie esaminate che soffre del disturbo postraumatico da stress (PTSD), la stessa tragica condizione che si evidenzi? fra i veterani americani della guerra del Vietnam. Come ben sanno gli americani pu? essere una situazione devastante.
Il disturbo era diffuso, ma, secondo lo studio citato, i pi? colpiti erano i residenti nella striscia di Gaza, i poveri, i disoccupati, i vecchi e le donne
“Il martirio” ? stato riconosciuto dai giovani intervistati “come una sofferenza necessaria per la loro legittima battaglia politica”.
In altre parole l’ipotesi di diventare un “suicide bomber” ? stato riconosciuta accettabile in determinate circostanza.
Era inoltre significativamente presente la depressione clinica. Tali condizioni “possono persistere per molti anni e si manifestano in una variet? di modi, nel rapporto con il lavoro, nella salute fisica, nelle relazioni di coppia e familiari. Secondo lo studio citato lo stress pi? evidente comporta difficolt? nella cura dei figli e nell’assistenza al lavoro scolastico.
Le conclusioni di Khamis si basano su un campione di 900 famiglie, scelto a caso nei Territori Occupati a partire dall’inizio della prima intifada.
In uno studio innovatore dal momento della pubblicazione del suo libro, Khamis ha trovato che un -veramente allarmante- 13,9% su 1.000 bambini fra i 12 e i 16 anni soffriva di un disturbo dell’attenzione causato da iperattivit?.In altre parole essi erano incapaci di concentrarsi a lungo e si muovevano quasi costantemente. Il secondo studio delle organizzazioni “Palestinian organization and Save the Children” era finalizzato a sollecitare i pareri dei bambini sulla loro vita e sui loro interessi. Il campione era formato da 1.266 ragazzi dei 5 ai 17 anni. Ne facevano parte anche 450 genitori e 70 insegnanti.
Il principale risultato: “Il benessere dei bambini palestinesi ? sottoposto ad una significativa tensione, dovuta principalmente all’onnipresenza della violenza attorno a loro e al sentimento costante di pericolo per le loro vite.
Le statistiche pi? significative:
– Il 93% dei bambini diceva di sentirsi insicuro;
– Il 48% diceva di aver subito personalmente violenze in conseguenza del conflitto israelo
palestinese o di essere stato testimone delle violenze verso un membro della famiglia;
– Il 21% aveva dovuto lasciare la propria casa a causa della violenza;
– Il 52% sentiva che i genitori “non possono assicurare pi? a lungo e pienamente il bisogno di cura e protezione.
Il 43% dei genitori era d’accordo;
– Il 90% dei genitori riferiva di sintomi di trauma nei figli -incubi, enuresi notturna, aumento dell’aggressivit?, iperattivit?, diminuzione nella durata dell’attenzione e nella capacit? di concentrarsi.
Alcuni risultati per? erano positivi e mostravano come molti bambini potessero avere capacit? di recupero ed equilibrio anche in considerevoli avversit?..
Il 96% dei bambini diceva che l’educazione ? “il mezzo pi? significativo per migliorare la loro situazione” e anche per resistere pacificamente all’occupazione.
Il 71% ha descritto il proprio impegno in attivit? “positive, costruttive e non violente”. Il 71% affermava ancora che essi manifestavano pacificamente ed evitavano il confronto diretto con i militari israeliani. Il 21 % affermava di sottrarsi a tale attivit? e di evitarla.
Solo il 7% indicava il proprio “centro di interesse nella resistenza violenta, ritenendo di dover essere senza paura e aspirando a diventare soldati/martiri in futuro.
Entrambi gli studi chiedevano all’Autorit? Palestinese di fare di pi? per fronteggiare gli effetti dell’occupazione anche potenziando i programmi e le attivit? finalizzati all’assistenza alla salute mentale, soprattutto nei confronti dei bambini. Frank Wright
pacemedioriente
Da Haramlik:
"… Che il popolo palestinese non sia completamente composto da alienati, per esempio, è un miracolo autentico: non che …
Io ieri sera ho scritto “Fuori dal cronotopo”…
Ah, ti ho fatto trackback.
Ciao, hopeless, Gianna
Un abbraccio, sempre :-)
E’ sempre un piacere leggerti. Si riesce ad avere un punto di vista diverso, sempre “inattuale”. Quasi quasi mi trasferisco anch’io, in Egitto. :-)
il vocaBLOGario
Bisogna farli impazzire, non c’? altra scelta.
E allora come si fa, a sterminarli? Bisogna farli impazzire, non c’? altra scelta. Bisogna fare in modo che corrispondano, tutti, all’immagine di loro che viene forgiata fuori di qui. E ce la si pu? fare, s?: la risposta caotica,…
Una delle analisi pi? lucide e interessanti lette nelle ultime settimane. Complimenti, continuer? a leggerti. Un saluto, giusec
Stanno facendo impazzire noi, immaginati gli arabi… poracci…
Stanno facendo impazzire noi, immaginati gli arabi… poracci…
…ho messo un nick,visto che l’ ultima volta ( ieri, primo commento), poi F. mi criticava per non essere riuscito a trovarne uno.. ;-) ….e volevo solo dirti, cara Lia,che avevo ragione : non ? per un pensiero che potevo cambiare idea. I tuoi pensieri di oggi si sposano coi miei.. ..ma volevo farti una domanda, forse stupida, non so. Quando si viene a conoscenza dei diritti e dei torti subiti di una parte, non si rischia poi di vedere tutto il bene da una parte e tutto il male dall’ altra ? A volte temo che comprendere e solidarizzare con la causa palestinese significhi non ascoltare pi? le ragioni del popolo d’Israele. Come vale, appunto, il viceversa. E in questo modo, ciascuno chiuso nelle proprie ragioni,si finisce di comunicare. E allora,di tutte le visioni ed interpretazioni di un fatto, si sceglie quella pi? congeniale, quella che dia ragione dei torti commessi. Io penso che oramai, pur non condividendo la politica degli ultimi tempi d’Israele,l’ odio si sia radicato fino a non fare pi? ascoltare nulla di ci? che uno vuole dire. Un po’ come quando a una donna insicura, anche se le si dice che le si vuole bene, lei coglier? quel particolare che le confermer? il contrario. Il paragone ? azzardato,lo so, e fuori luogo, probabilmente. Ma poich? penso allo stesso tempo che la donna ? vita, ? pi? una speranza, la mia,che siano le donne, madri dei figli che si ammazzanno, a comunicare per il bene di entrambi, non importa chi ha ragione o torto,a chi serve sapere chi ha ragione o torto, cancellare tutte le ragioni o i torti perch? non ci sia pi? un capello torto.. scusa, sar? che ? domenica mattina, mi andava di sognare.. un saluto sincero e ancora – forse stucchevoli? – complimenti per il blog… ciao…
..mi ? venuta in mente una bella pagina, sulla relativit? del bene e del male, e di come il nostro modo di leggere i fatti possa cambiare a seconda di chi ? il vincitore.. ..e sono passato di qui a lasciartela.. ..a me era piaciuta, e vale, forse, quasi per ogni conflitto.. “Da quando la guerra ? finita ce ne stiamo in uffici bui, con matite in mano, inviandoci l’un l’altro messaggi gelidi su faccende che reputiamo importanti. Se avessimo perso, ora saremmo maledetti. Dovremmo rispondere di omicidi, saccheggi, dei nostri compagni morti. Siccome abbiamo vinto – siamo considerati dei redentori. Nondimeno occorreva trovarci un’occupazione, altrimenti chi mai sarebbe sceso dalle jeep veloci, assassine, sovraccariche di mitragliatrici e caricatori ?” Abraham Yehoshua. un saluto, ciao…
Complimenti per la sensibilit?, Blu. Condivido appieno le tue parole.
Francesco
p.s.: per il nick… eheh…
Volevo dire una cosa a Blu…
Secondo me si tende a guardare pi? alla sorte dei palestinesi per una semplice ragione :
Gli Israeliani, volendo, avrebbero la possibilit? di interrompere la spirale della violenza…hanno un Esercito, uno Stato organizzato e sono loro gli occupanti…ma “non lo fanno”.
Tanto che all’ultima tornata elettorale si sono pure rivotati il macellaio Sharon…
? chiaro che debbano vivere in una sorta di “sindrome da assedio” e che non sar? certo facile razionalizzare in quel contesto, ma, dato che, volendo, potrebbero interrompere o comunque ridurre in modo drastico gli orrori che li colpiscono…e non lo fanno…? abbastanza ovvio che si tenda a guardare pi? alle sofferenze di chi
non possiede questa possibilit? di uscita
(i palestinesi)!
Personalmente credo che la creazione dello Stato di Israele sia stata una caz…a mondiale…andare
a casa d’altri a fondare uno Stato solo per seguire un libro che ti dice che quella terra ? tua ? roba da neuropsichiatrica…per? considero
che ormai in Israele sono nate generazioni di persone che non hanno altra casa che quella e che
di quella impresa delirante non hanno colpa…
Credo per questo che debbano nascere due Stati e che Israele debba ridare i Territori ai Palestinesi, quanto poi alla convivenza, ma soprattutto che debba assolutamente piantarla con
questo continuo “entrare ed uscire” con i loro cazzo di carri armati ed elicotteri dal territorio
palestinesi…a comportarsi cos? da stronzi strafottenti prima o poi la si paga cara…e se ? vero nella realt? di tutti i giorni ? tanto pi? vero in una occupazione…
L’assassinio di Yassin e quello di Rantisi sono azioni che non dubito gli Israeliani finiranno con lo scontare…quando si attua una occupazione e si assassinano due alti esponenti della resistenza all’occupante, indipendentemente dal colore politico (ed ? chiaro che i toni religiosi di Hamas siano da considerarsi pi? una “tinta politica” che altro), prima o poi si paga questo atroce errore con il sangue…
Ad ogni modo se posso ancora capire l’insicurezza
degli Israeliani non capir? mai la posizione di un’ampia fetta di comunit? ebraica che supporta acriticamente il macellaio Sharon e le sue porcate…un ebreo che non vive in Israele dovrebbe avere un p? pi? di raziocinio e cercare
di “aiutare” Israele ad uscire da quella situazione, non dargli una spinta per ficcarsi sempre pi? nella merda!
Credo che questo atteggiamento estremamente stronzo di un’ampia fetta della comunit? ebraica (cosa supposta in base al fatto che quasi tutti i capi delle comunit? ebraiche che appaiono sui media hanno questa identica posizione…e loro sono i “rappresentanti”…immagino che qualcuno li “voti” anche!) non faccia bene n? agli ebrei
n? ad Israele…
Ciao,
Guido
Secondo me quello che hai detto non esclude quello che ha detto Blu, anzi. Se possibile lo riafferma. Per questo sono completamente solidale con le tue parole.
F.
Lawrence of Cyberia
Minding The Doorknob
This morning I was reading a thread on another blog about the assassination of Abdelaziz Rantisi. And of course, being a blog frequented largely by American readers, it wasn’t long before one or two visitors had seeded the thread with
Te l’hanno detto mai che sei un balsamo?
Beh,te lo dico io.
Leggo con interesse questo blog da un po’ di tempo perche e’ scritto bene e perche descrive una realta’ che conosco abbastanza bene ma da un’altro punto di visti, percio’ prima di tutto complimenti. Vorrei essere una voce fuori dal coro e parlare della “stronzzaggine” degli arabi. Come dice il poeta: “Le cose che si vede da questa parte non si vede dall’altra”. Pensate ai poveri israeliani: gli hanno fatto 5 guerre quei bonaccioni di arabi, la pace che sono riusciti a costruire faticosamente con due stati confinanti non e’ esattamente quello che si sognava e certamente non “l’unione meditteranea” che israele sperava, Gaza non la volevano per niente, ma non la volevano neanche gli egiziani e percio’ hanno dovuto sciroppare quella realta’ umana e umanitaria impossibile da gestire, si son affidati ad un ex-terrorista che sembrava fosse diventato uno statista solo per scoprire dopo 7 anni di aver sbagliato e che un terrorista alla fine non conosce altri mezzi che non il terrorismo, hanno pensato che l’unico modo per creare le condizioni per una pace duratura sarebbe “affogare” di soldi i palestinesi per assicurarli un benessere solo per vedere poi i loro soldi spariti in conti all’estero e per comprare armamenti per la seconda intifada, sono stati presi per il culo pensando di avere in corso un processo di pace quando di fatto era solo una “Hudna” (nel vero senso della parola), hanno armato la polizia palestinese solo per vedere poi gli stessi fucili usati contro di loro, hanno dovuto rientrare, causa terrorismo scatenato, in citta’ che pensavano di non dover vedere mai piu’. E sopratutto, l’imperdonabile: per quella famosa “stronzaggine” degli arabi e il loro rifiuto di accettare quella piccola striscia di paese si sono trovati con Sharon come premier. Pensateci…
Ossantocielo. No.
L’ho scritto una volta ma temo di dover fare delle FAQ apposite: chi vuole venire su questo blog a fare lo storico di Israele deve fare il piacere di elencare le proprie fonti.
Io, le rarissime volte che dico qualcosa sul tema, lo faccio: le mie fonti le avr? ripetute un migliaio di volte.
Fatelo anche voi.
Io ho scritto un post che ? una microtestimonianza sull’aria che tira.
Non merito di dover ospitare qui sotto (e, in generale, sul mio blog) un tale tendenzioso (non dico altro) riassunto di nientedimeno che la storia di Israele vista, suppongo, dalla sua benevola mamma.
Se proprio devo, desidero che, almeno, non lo si proponga come verit? rivelata.
Certificato di nascita dell’agiografia, please.
non sapevo fosse un saggio per l’universita’, anche se non sarebbe difficile controllare i pocchi dati che ho messo su. Poi non era altro che una “microtestimonianza” di quello che puo’ sentire l’altra parte, sai, per aiutarti a non essere troppo tendenziosa nel tuo commento. Ma si vede che qui non e’ un luogo di scambio ma di tifo. Meno male che gli arabi sono spesso molto meglio informati e piu’ autocritici degli occidentali con il loro neocolonialismo del pensiero.
Non ? indispensabile essere tanto acidi e stizziti.
Dire da dove si traggono le proprie visioni di Israele ? finanche un atto di salute mentale, oltre che di chiarezza: aiuta a tenere presente ci? che si scrive.
Dire, per?, che ci? che hai scritto sia una microtestimonianza analoga alla mia, denota una malafede che rende superfluo che tu chiarisca oltre.
Vale appena la pena di ricordare, per completezza d’informazione, che in Israele sono stati mandati soltanto gli ebrei sopravvissuti alla cacciata dall’Europa.
Ricordare che quegli ebrei sono stati ungheresi, italiani, tedeschi, polacchi, nordafricani e medioorientali sopravvissuti, che l’Europa ha collocato in Israele dopo avere cercato di collocarli nei forni crematori, fallendo di poco.
Si pu? stare certi che quei cittadini avrebbero preferito restare pacifici a casa propria, dove hanno sempre dato vita a pacifiche e brillanti classi medie, le professioni e il commercio.
Come dimostra il fatto che esportano agricoltura e medicina dalla terra una volta deserta che gli hanno assegnato.
Ricordate queste premesse, le cui fonti si trovano in qualsiasi visita si voglia fare nei paesi europei che ho ricordato, secondo me si pu? criticare e si deve farlo la politica di Sharon.
Anche criticandolo per?, confesso che resta difficile capire perch? sia necessario dare ragione a un egiziano che si sente chiamato alle armi quando viene ucciso in guerra qualcuno che ha la responsabilit? di centinaia di omicidi.
A meno che dobbiamo accettare che sia necessario e normale che un’italiana intelligente soffi sull’odio egiziano soltanto perch? ce lo racconta con ottima scrittura, tra una spiaggia dorata e qualche comoda tradizione un po’ datata, e un pugno di vivaci ragazzini.
Ovvero col solito sistema occidentale: offri un viaggio premio e piazza la tua ideologia.
palmasco
Grande risposta, non c’? dubbio, un po’ facile ma coerente col personaggio.
Complimenti.
ciao, ero passata per lasciare un mio commento..ma poi ho letto cio’ che Guido ha scritto ed ora non ho piu’niente da aggiungere…
sono giorni che mi sento piena di rabbia…da quando hanno fatto prigionieri i 4 italiani e ne hanno poi ucciso 1!!!
ho seguito la vicenda nei vari telegiornali e mancava poco che vomitavo!!
da quello che si sente sembra che la guerra debba partire e concludersi solo da una parte…da quella degli Americani/Europei (ovviamente) ma quando questi subiscono perdite allora gli Iracheni diventano i Vigliacchi come un telegiornale ha avuto il coraggio di scrivere in bella vista per tutta la durata dei servizi.
ora a me dispiace per i 4 ragazzi, ma in guerra tutto e’lecito!! insomma che gli Iracheni muoiano a centinaia non fa’piu’notizia, ma appena muore un?taliano…scandalo!! eppure e’proprio l?taliano che era entrato a forza nella loro vita….a voi sembra che gli iracheni l?bbiano forse invitato??e quindi perch? scandalizzarzi troppo?? se qualcuno entra in casa mia con arroganza rifiutandosi di andarsene, allora si prenda anche la responsabilita’dei propri atti, e non pianga quando io a casa mia poi detto le leggi!!cio’che cmq mi stupisce e’l?talia in generale….come il governo finga di aiutare quei (ormai 3) ragazzi con inutili trattative, sapendo che l?nica cosa che potrebbe salvarli sarebbe la ritirata che ovviamente per orgogli? italiano e per una serie di leccaggine generale l?talia non fara’mai.
sono arrabbiata e cmq ho una mia lunga tesi su tutta questa guerra ed anche sui paesi arabi in generale (compreso l?gitto) che tanto parlano ma poco fanno…
va be’e’ora di chiudere
p.s. un bacio a Lia
ero contrario all ‘intervento in iraq, per motivi del tutto politici : ovvero, se il fine era quello di eliminare il terrorismo, un’invasione dell’ iraq lo avrebbe amplificato. Cos?, a mio avviso, ? stato. Ma vorrei comunque ricordare che prima vigeva una dittatura non proprio allegra, per quanto – ribadisco – io sia del tutto contrario all’ intervento in iraq. Un saluto a Francesco anche se non merito i complimenti che mi ha fatto ! ;-).
Ah, e un grazie a guido, mi pare, ( scusate, sono di fretta..) che alla mia affermazione per cui in fondo quattrocchi era un ex-panettiere proletario ha replicato “bel modo di guadagnarsi il pane, va ad ammazzare gente”. Per me guardia di sicurezza non significa questo, ma comunque grazie perch? in effetti mi ha fatto notare che in effetti la probabilit? e il rischio di difendere qualcuno in quel posto prevede anche l’ammazzare qualcuno.E quindi ha ridimensionato un po’ la mia difesa, grazie. Ma avesse fatto la guardia di sicurezza in Russia ? Non sto parlando di eroi, sia chiaro. E poi, la coscienza di compiere quello che si compie in un modo pi? complesso, in realt?, non si ottiene solo con una cultura che forse non aveva ? Lia ha citato una frase bellissima, in un commento. scappo, ma non mi ? piaciuto come ? stato allontanato un pur moderato – e anche fosse tendenzioso – sostenitore di Israele – wagamama -. Se non c’? dialogo qui, figuriamoci, quale dovrebbe essere fra chi dovrebbe far pace ? saluti di fretta…. scappo, ciao!
Tu stai scrivendo una cazzata (“in Israele sono stati mandati soltanto gli ebrei sopravvissuti alla cacciata dall’Europa.”) che denota, come minimo, una notevole ignoranza sulla nascita di Israele.
Prova a leggere un po’ di roba seria, anche e soprattutto di israeliani, e poi ne riparli, magari con pelo di buona educazione in piu’.
Che poi, se anche fosse, il salto logico (cacciati dall’Europa, quindi l’Europa si indigna se gli arabi non gli cedono le loro case) e’ da vertigine. Come e’ ovvio che sia.
Sul “perche’ un egiziano etc”, mi dispiace: qui non siamo a scuola e, se tu non sai niente di Hamas, non e’ colpa di questo blog.
Spargi i tuoi limiti altrove, fammi il piacere.
Che io, poi, “soffi sull’odio egiziano” mi pare l’ultimo stadio di un delirio.
Viaggi premio, non ne ricevo e non ne offro.
Faccio un’eccezione per te: hai appena vinto un viaggio premio, sola andata, fuori dal mio blog.
D’ora in poi, la tua firma sparisce da qui, quindi non prenderti la briga di insistere oltre.
Frequento internet da troppo tempo per commettere l’ingenuita’ di dare spago a ogni cialtrone che passa, su uno spazio che mi costa pure del denaro.
Il mio commento qui sopra era rivolto a Palmasco, ovviamente.
Quanto ai filoisraeliani, mi dispiace: come ho detto piu’ volte, ci devono essere delle basi minime condivise, per potere avere un dialogo.
In questo caso non ce ne sono, ed io nessuna voglia di continuare a stancarmi, anno dopo anno, dietro il kit delle vaneggianti stronzate che sono la parola d’ordine con cui si indora la pillola di un genocidio di fronte all’opinione pubblica.
Ho gia’ dato.
Questa gente, vada altrove: il web e’ grande.
Qui, non sono graditi.
scusate l’ignoranza ma … Rantisi era il capo di Hamas?
Hamas ? una notoria organizzazione terroristica?
Se ? cos? per quale ragione ? lecita la caccia a bin ladin e non ad altri terroristi?
Non confondete il popolo arabo o quello palestinese con il terrorismo.
Il terrorismo cerca una sua dignit? facendosi portavoce dei problemi dei popoli oppressi, ma, alla resa dei conti, non gli frega proprio niente di loro, dei loro problemi e delle loro sofferenze.
Non ho alcuna simpatia per chi, come hamas, utilizza anche i bambini per compiere attentati terroristici contro civili inermi.
E se li amate tanto … non vi preoccupate! Una volta che avranno finito con gli israeliani (sperando che ci? non avvenga) cominceranno con noi …
Beata incoscienza … chiss? quando lo capirete!
… a proposito
Giusto per completezza d’informazione.
Sono molto spesso in Israele per ragioni di lavoro, ma sono cattolico.
Conosco benissimo il Paese e la sua gente.
E mi sono reso conto di una cosa.
Ho sempre sentito fare una netta distinzione tra i popoli ed i loro governi.
Per cui si critica Bush pur apprezzando il popolo americano. Si critica Berlusconi fatta salva la pace del popolo italiano.
Unica eccezione ? Israele!
Quando si parla d’Israele non si fa alcuna distinzione … sono ebrei (termine usato in senso dispregiativo) ed in quanto tali meritevoli di ogni genere d’improperi!
La feccia della Terra!!!
Vero?
… bah!
Se cominciaste ad avere un po’ di senso critico!!!
Giusto un pochino.
una risposta per Guido.
Credo che tu sia leggermente “disinformato”.
I cosidetti capi della resistenza palestinese, erano i capi di un’organizzazione terrorista che ha nel suo statuto la distruzione dello Stato d’Israele.
Il problema semmai ? un altro:
non si riesce a capire per quale ragione questi “stronzi di ebrei” si rifiutano di farsi distruggere!
Vero?
mala leche = cazzimma ?
S?, cazzimma ? perfetto! :)
(L’ho sempre saputo, io, che in napoletano si riesce a dire qualsiasi cosa…:)) )
S?.
Qui viene costantemente riproposta un’immagine mitica della nascita di Israele che nessun israeliano serio sosterrebbe in buona fede.
Fanno un magro favore ad Israele, questi suoi scomposti fan, visto che i cosiddetti nuovi storici (nuovi per modo di dire, che ormai saranno al lavoro da 30 anni…) hanno dovuto affrontare censura, boicottaggio accademico, licenziamenti dalle universit? e linciaggi vari pur di sostituire il Mito con la Storia.
D’altronde, i ‘filoisraeliani’ non sono mai stati amici dei migliori tra gli israeliani.
Lasciando perdere il Cuordileone qui sopra, io ribadisco la profonda impressione che mi causa uno come Palmasco, il quale arriva sul mio blog e scrive un messaggio contenente:
1. Una stupidaggine inaudita sulla nascita di Israele (leggere, chess?, Tom Segev, prima di scrivere sciocchezze).
2. Una frase estremamente offensiva e sgradevole ne confronti della sottoscritta, che si ritrova aggredita pure sul piano personale.
Fatto questo, se ne va in giro a piagnulare sulla MIA intolleranza, su una mia presunta “ideologia del mondo arabo estremista e violenta”, su un mio “odio irragionevole”, su un mio “integralismo feroce e insultante” e via delirando.
Che cos’? questo? Ignoranza?
Se lo ?, ? ignoranza colpevole, e mi dispiace dare torto a Bubi nel post pi? sopra.
Chi si arroga il ruolo di difensore d’Israele, non pu? farlo in base a luoghi comuni triti e di comprovata falsit?.
Dovrebbe informarsi, e lo dico davvero.
Non c’? bisogno di andare sui siti propalestinesi, per farlo.
Servono link sionisti?
Prego!
http://www.wzo.org.il/es/recursos/view.asp?id=574
E’ il sito della giovent? dell’Organizzazione Sionista Mondiale.
Glieli devo dare io, questi indirizzi, ai difensori di Israele??
A quanto pare, s?.
Ma ? una pena, comunque.
In queste condizioni, come ho detto almeno cento volte, qualsiasi discussione sensata su Israele ? impossibile ed inutile.
Ed io, ripeto, mi rifiuto di applicarmi in discussioni insensate, impossibili ed inutili.
(Grazie, Rita.)
Quanta ignoranza! Sulla questione israeliana innazitutto…. Per dirne una “gli ebrei mediorientali” (e del Nordafrica, aggiungo) non sono stati in nulla toccati dall’olocausto nazifascista. Poi, dopo la nascita di Israele, ? stato il Mossad negli anni Cinquanta a spingere per esempio gli ebrei iraqeni, che non avevano nessuna voglia di andarsene dall’Iraq, a lasciare il paese piazzando bombe strategiche nelle sinagoghe (un fatto ormai ammesso da tutti gli storici israeliani) e incolpando poi gli stessi arabi iraqeni…. tanto per correggere le affermazioni false fatte pi? sopra.
Ciao Lia, sono Lilith, ti ho scritto anche ieri!Sono perfettamente d’accordo con te per quanto riguarda Israele! Io sono atea, ma mia madre ? ebrea…questo non vuol dire che ? sionista!!!Anzi!Ho avuto tanti parenti morti nei campi di concentramento…ma non per questo nessuno della mia famiglia ? andato a invadere una terra non sua!Di me non possono davvero dire che ce l’ho con gli ebrei….ma con gli Israeliani,si!Nessuno gli ha obbligati ad andare l? a comportarsi da nazisti anche loro, quasi non si ricordassero piu’
cosa voleva dire essere perseguitati!Quando si va in casa di altri, come minimo si chiede il “permesso”…non si invade, non si bombarda, non si costruiscono muri..Lo sapete che dei territori assegnati ai palestinesi nel 1948, quanti poi ne sono stati davvero consegnati? Neanche il 20%…in barba ai trattati…e i palestinesi dovevano stare zitti, buoni, buoni…dentro i loro campi profughi…se si ribellano sono chiamati terroristi…e quelli che li bombardano, li radono al suolo le case,li bruciano le terre,li mitragliano…loro come vengono chiamati?Scusa se non ho scritto in maniera molto corretta dal punto di vista grammaticale…ma quando sono incazzata,balbetto anche per scritto..
Lilith
Solo per i tuoi occhi, prof.
Quando le metti per iscritto, ma davvero, le tue FAQ su Israele?
Pur non avendo niente di personale con (o contro) Israele, mi aspetto qualcosa di eccezionale da te. Se non sei troppo stanca.
F
No, mamma mia! Se ti aspetti qualcosa di eccezionale, le metter? per iscritto nel 2023. :)
(Sono stanca, s?. Capita, a volte. :) )
Lilith: io credo che, in questo momento, sentire voci di ebrei che sostengono i diritti dei palestinesi sia importante quanto respirare.
Non esagero.
Volevo essere sarcastico ma, per fortuna, non si ? capito.
La sezione in cui hai raccolto i post su Israele ? nuova, vero? Senn?, dato che la cerco da tempo, devo abbassare ancora il mio livello di autostima.
Ho letto il pezzo sulla fiction sionista. Bello ma, forse per poca frequentazione con filo-israeliani, lo direi letteratura senza nessun rapporto con la realt?.
Insomma, i sionisti sono arrivati, hanno vinto le guerre, la terra ? loro. Capita sempre cos?, no? Dico, io sono nato a Milano, Mediolanum dei Romani, di fatto una colonia, in mezzi ai Galli, o Celti (a seconda che si usi il termine romano o natico, mi pare), a cui ? stato fatto capire che, quelli vivi, erano DEFINITI da allora in poi come sudditi di Roma. E imparassero il latino in fretta.
E quelli, invece di impazzire, hanno obbedito.
Cosa c’? di sbagliato nei palestinesi, prof?
Francesco
Devo essermi sbagliata io: sono abituata a rispondere a un Francesco che, anche quando e’ in disaccordo con cio’ che trova qui, non usa toni acidi.
Credevo, quindi, che la conversazione fosse scherzosa.
Quanto al resto: di paesi che hanno perso guerre, di recente, e’ piena l’Europa. Il tuo discorso mi pare sciocchino.
Sono certa che, altrove, farai un’impressione migliore.
Scusa prof,
ma ho due dubbi:
1) non sei in gradi di identificare chi scrive dalla e-mail? mi seccherebbe dovermi firmare “quello acido”
2) sei la prima persona che mi trova acido. Mi fa una strana sensazione, forse usi quel’aggettivo per intendere tutti quelli che non ti adorano?
Potresti, visto che hai praticamente finito i corsi, elaborare la tua sintetica risposta? I tedeschi hanno perso la guerra e gli hanno tolto un bel pezzo di Germania, informandoli che l?, da ora in poi, era Polonia o URSS. I polacchi, che pure non avrebbero perso, si sono trvati una nazione spostata a occidente di un bel pezzo, gli ungheresi semplicemente li hanno ridotti ai minimi termini. Diciamo che tutti questi popoli, visti i rapporti di forza, hanno preso e portato a casa. Senza impazzire. Per questo non capisco ci? che dici sui Palestinesi. Seriamente, NON CAPISCO, nessuna intenzione di fare polemiche ma liquidarmi con “sciocchino” mi aiuta poco.
Francesco
PS resti in Egitto, vero?
Scusa Francesco, ma nel 1876 la popolazione di Gerusalemme era di 25mila persona in maggioranza ebree (12mila ebrei, 7mila musulmani, 5 mila cristiani), non ? che fosse proprio ‘casa d’altri’ eh!
Oltretutto la Palestina non ? mai esistita come entit? nazionale: molti degli arabi “palestinesi” sono emigrati da altre nazioni confinanti in tempi relativamente recenti: nella met? dell’ottocento la “Palestina” aveva una densit? di popolamento molto bassa, e solo dopo che alcuni inglesi (ed anche ebrei!) aprirono delle imprese nella zona creando condizioni di lavoro favorevoli molti immigrati arabi si stabilirono li.
Inoltre le fondamenta dello stato di Israele sono state poste nel 1920 con la pace di Sevres, ben prima dell’Olocausto.
Gli originari confini di Israele nel 1948 comprendevano un decimo dell’originaria provincia inglese della Palestina e i territori degli israeliani erano perlopi? acquistati dal demanio a caro prezzo (ci saranno anche stati degli abusi, ma non furono la regola).
Ovviamente anch’io sono contrario alla politica militarista di Sharon, ma non credo assolutamente a miti fasulli come quello dell’Intifada o a loschi individui come “Arraffat” che trasferisce i soldi destinati ai palestinesi sui suoi conti personali oltre ad essere un interlocutore inaffidabile.
P.S: Visto che la risposta di prassi preveder? matematicamente l’insinuazione “madovehairaccoltoquesteinformazionifilosionistedocumentatimeglio” preciso che la fonte ? “Storia dell’et? contemporanea” di MS Salvadori. Oltre alle opinioni raccolte durante una vacanza in Israele e al carteggio fitto avuto con mio cugino che in Israele ci ? rimasto pi? di 3 anni per studiare.
Sorry, volevo dire Guido.
Quando io chiedo “Dove hai raccolto queste informazioni?” non lo faccio per amore verso le bibliografie, ma per cercare di distinguere chi ha un genuino interesse verso la questione da chi ha semplicemente deciso di fare il tifo per Israele, a prescindere.
Chi viene qui a raccontare la “Storia di Israele” non pu? fingere di non sapere che, per buona parte del ‘900, Israele ha prodotto una storiografia modellata in base ad interessi politici e propagandistici.
Smentita poi da tutta quella corrente detta dei Nuovi Storici che ? composta, guarda te, proprio da israeliani. Alcuni persino ferocemente espansionisti, ma senza nemmeno il bisogno di mentire.
Visto che questo ? assodato, anche e soprattutto in Israele, io mi rifiuto di perdere il mio tempo dietro a filoisraeliani pi? realisti del re che, siccome “sono stati l? in vacanza, hanno un cugino e un manuale di storia”, mi raccontano favole e mi presentano dati disposti ad arte.
Puoi capirlo, Andr??
Io, adesso, posso mettermi l? con una santa pazienza e dirti che, “secondo il censimento (unica fonte affidabile disponibile sulla realt? del tempo) nel 1914 la popolazione in Palestina era di 689.272 persone di cui meno di 60.000 ebree. Nel 1922, 590.890 abitanti (il 78%) erano musulmani; 73.024 (9,6%) cristiani, per la maggior parte arabi, anche se tra questi vennero inclusi alcuni britannici; meno di 10.000 (1%) erano “altri” e 83.794 (11%) erano ebrei. Di questi ultimi, circa i due terzi erano immigrati europei o loro discendenti, alcuni dei quali arrivati alla fine del XIX secolo, altri durante il mandato britannico. Alla fine della II guerra mondiale, la popolazione non ebraica in palestina costituiva il 70% del totale mentre, del restante 30% ebraico, il 70% era concentrato nelle citt? e nei centri maggiori, quindi non “sulla terra”, l? dove si supponeva che stesse facendo fiorire il deserto.” (La questione palestinese, E. Said)
E potrei proseguire all’infinito, mettendoti numeri e pecentuali fino a riempire pagine e pagine, ma per cosa?
Va’ in libreria, procurati qualche fonte che metta in discussione la tua idea che la Palestina sia sempre stata ebraica e pensaci su.
Ma non cercare di venire a catechizzare chi si sottrae ai tuoi miti; ? inutile e sciocco.
“La Palestina non ? mai esistita come entit? nazionale.”
Perch?, Israele s??
E non diciamo sciocchezze sulle immigrazioni arabe, dai.
Che le fondamenta di Israele siano state poste ben prima dell’Olocausto, lo sappiamo tutti, tranne qualche filoisraeliano accanito.
Israele aveva comprato terre? Certo: mi domando cosa aspettino i tedeschi che hanno comprato mezza zona del Garda a dichiararlo stato indipendente.
E mi domando cosa aspetti tu a citare i 780.000 arabi espropriati dei loro beni e resi profughi nel ’48.
Ma si pu? fare storia in pillole su un blog riferendosi a eventi di questa portata?
No.
Non ? serio.
Lo fa chi ha un’idea infantile della storia, non pu? farlo un adulto.
Io ti chiedo dove hai preso i dati. Tu mi rispondi “Sul Salvadori e da mio cugino”. Io, allora, ti consiglio Benny Morris, Tom Segev, Edward Said o, magari, nientedimeno che Meron Benvenisti. Uno che ? stato per anni vicesindaco di Gerusalemme, eh! Mica mio cugino.
Ti interessa Israele?
Approfondisci le tue conoscenze, allora! Metti in discussione le tue fonti, comparale con altre.
Studia, s?.
Alla fine, sarai meno accecato e pi? consapevole: probabilmente continuerai a sentirti vicino a Israele ma, avendo conoscenze pi? mature, magari sarai pi? utile alla sua causa.
E, comunque, discutere con te sar? infinitamente pi? interessante.
Poi, se invece le guerre e le politiche coloniali vi piacciono, ragazzi, e usate la storia e l’attualit? per sfogare la vostra aggressivit?, sono fatti vostri.
Non vedo perch? vi dobbiate esibire qui.
I dati da te elencati sul censimento della Palestina di inizio secolo erano gi? di mia conoscenza, pur avendoli appresi tramite la lettura de “L’ebreo errante ? arrivato” di Albert Londres, decisamente molto pi? imparziale di Said, la cui reputazione di filo-palestinese militante ? ben documentata anche dalla foto in cui istruisce il figlio su come si scagliano pietre contro i soldati israeliani: http://images.google.it/images?q=tbn:T-uuflDaY4cJ:www.jewishworldreview.com/images/edward_said_throwing_stone.jpg
Morris ? noto per aver ricostruito le violenze dell’esercito israeliano sui civili palestinesi nella guerra del 48, nonostante le sue pi? recenti dichiarazioni siano cos? riassumibili: “ci siamo comportati male ma non potevamo fare diversamente, altrimenti ci avrebbero spaccato il culo”. E a ben vedere non ha torto, essendo sempre stati gli arabi i primi ad attaccare.
I profughi palestinesi del ’48 sono stimati attorno ai 4/500 mila secondo le fonti pi? imparziali (quelle dell’Onu), e molti di loro, come ben sai, furono invitati a lasciare le loro case dalle stesse autorit? arabe per motivi di puro calcolo politico.
Non conosco gli altri storici da te citati, ma il loro nome compare solo su siti come ilmanifesto.it o indymedia.org, e francamente ho intenzione di occupare meglio il mio tempo anzich? rimestare nel torbidume di certe pagine.
Riguardo la scarsa densit? di popolazione di questa terra a met? ottocento, cos? si espresse Mark Twain nel 1867, sostenendo che la Palestina
era “una silenziosa e funerea estensione, una desolazione (…) Non abbiamo mai visto un essere umano sulla strada (…). Perfino gli ulivi e i cactus, quegli amici sicuri di un terreno incolto, hanno per lo pi? abbandonato il paese (..). La Palestina siede su sacchi di cenere, desolata e brutta…”
Risalendo a monte della questione (e lasciando da parte il ridicolissimo paragone con i tedeschi e il lago di Garda) , tu puoi dire che la creazione di Israele fu un assurdo storico privo di legittimit? sul piano del diritto internazionale, ma devi precisare che parti da questo presupposto nel giudicare la questione mediorientale, anzich? condannare unilateralmente la politica militarista di Sharon sottacendo
le ambiguit? e le intransigenze di molta parte del mondo arabo confinante e non.
Per conto mio, non posso non notare il bias pregiudiziale con cui i media europei e italiani guardano a questo scenario, citando quasi sempre solo fonti palestinesi e propalando autentiche menzogne come ad esempio il coinvolgimento diretto dell’esercito israeliano nelle stragi di Sabra e Chatila (gli esecutori di dette stragi furono i libanesi cristiani), o attribuendo la colpa della seconda Intifada alla camminata di Sharon nella spianata delle moschee (in realt? fu solo un pretesto, la ripresa delle ostilit? fu premeditata con largo anticipo da parte dei terroristi) o utilizzando termini impropri come “territori occupati” quando sarebbe corretto definirli territori “contesi”.
La mia esperienza diretta in Israele mi ha dato l’opportunit? non trascurabile di confrontare in loco le mie opinioni con chi la pensava diversamente da me, compresi arabi israeliani e palestinesi. La cultura libresca non ? tutto.