La mia collega Milly ha trascorso la sua intera vita legata a un uomo che non voleva legami.
So che me l’ha spiegato più volte, come ciò sia potuto accadere, ma io tendo a dimenticare le cose che sento estranee e quindi non sono mai in grado di riferire, chessò, quanto costino gli oggetti, come funzioni l’hosting del mio blog o perché Milly sia rimasta per 20 anni con un uomo con cui, di fatto, non stava.
So solo che per venti anni, comunque, lui è capitato a casa sua a scadenze più o meno regolari, badando bene a non trascorrerci l’intera notte. Pare che non amasse fare colazione in compagnia.
E ci sono state cene fuori, certo, e uscite al cinema con amici comuni; a volte, un regalo per Natale.
Cose così.
Credo che Milly mi abbia raccontato di una sua forte passione iniziale, per quest’uomo, poi trasformatasi in puntiglio, disperazione, dispetto e, certo, quello che Cri chiama “il cliché della curiosità femminile”, ovvero l’eterno chiedersi quale mistero celi l’impenetrabile (e spesso non spaziosissima) fronte del signore al centro dell’interesse di una.
Cri calcola che, nel corso della propria vita, una donna normale getti circa il 40% delle proprie energie vitali nel tentativo di risolvere l’enigma del: “Ma cosa ha in testa costui?”
L’uso del verbo “gettare” non è casuale: Cri afferma che l’unico tempo della sua vita che rimpiange è, appunto, quello perso a porsi siffatte domande.
Oltretutto, Cri assume un tono impaziente quando ne parla: tollera malvolentieri che le sue amiche cadano nella volgarità di aderire a un cliché tanto stantio, ora che abbiamo tutte 40 anni, e ti concede circa tre minuti di “Ma perché lo avrà fatto, cosa avrà voluto dire, che significherà il suo comportamento?” trascorsi i quali ti manda, con amichevole ma inflessibile determinazione, a fare in culo.
“Non c’è niente da capire” è il suo motto.
Non a caso, è una delle pochissime amiche felicemente sposate che possiedo.
Tornando a Milly: sta di fatto che, passati la passione, il puntiglio, il lascia e prendi, la curiosità e tutti gli annessi del caso, a un certo punto è subentrata, semplicemente, l’abitudine.
C’era ‘sto tizio che ogni tanto si coricava con lei e, nel frattempo, c’erano il lavoro, la casa da arredarsi e da curare, le piante, gli anziani genitori, i nipotini che andavano nascendo, queste cose qua.
E tutte vissute con grande passione, ché di amore da dare non gliene manca di certo, a Milly.
La casa: un’immacolata bomboniera, un tripudio di fiocchi, un’apoteosi di cuscini, merletti, tendine, copriletti, foto in cornice, tappeti, comodini, tavolinetti, tazzine.
Il bagno tutto rosa.
Una cucina striminzita, ché per lavare un pomodoro e arrostire una sogliola non serve altro.
E poi il lavoro, e Milly è seriamente brava. Una collega di quelle che stimi e che osservi per imparare.
Una vita, insomma. Serena, direi.
E questo qua che le scaldava il letto e poi se ne andava senza disturbare e, insomma, non era organizzata male.
Direi di no.
Poi il tizio con cui non stava ha cominciato a diradare le sue visite, si sospetta per problemi di prostata, e comunque la capacità delle coppie di trasformarsi in vecchie coppie resiste a qualsiasi geometria, a qualsiasi sperimentazione, a qualsiasi stratagemma: questi due non stavano insieme da ben venti anni, ormai, e il desiderio è quello che è, lo sappiamo.
Essendo Milly una donna sana e piacente di circa 45 anni, quindi, le viene in mente di cominciare, giustamente, a guardarsi intorno.
Forse per lasciare l’uomo che non voleva legami o, forse, per integrarlo.
Non me lo ricordo.
E comincia a uscire con altri uomini e comincia la trafila dell’incontro con Tizio che è sposato, Caio che ci ha l’eiaculatio precox, Sempronio che vive con la mamma novantenne, Oreste che fa ancora l’alternativo negli scantinati a 50 anni e, insomma, tutto il repertorio degli incontri medi della normale borghese single ultraquarantenne di sinistra a Milano.
Fino a quando non incontra Gustavo.
E Gustavo è travolgente, santi numi.
Piccolino e bruttarello, compensa lo svantaggio fisico con una determinazione da panzer e un corteggiamento vecchio stile fatto di fiori, cioccolatini, telefonate notte e dì e nessun desiderio di forzare i tempi e di saltarle addosso, astuto Gustavo.
La invita in barca, piuttosto: da Genova fino alla Costa Azzurra, loro due da soli.
E Milly, ormai satolla di cioccolatini e illanguidita quanto basta dalla strategica pazienza di lui, accetta e corre a rifornirsi di costosa lingerie con cui riempire la sacca da barca acquistata per l’occasione.
Arriva la sera, lei si ritira nella sua cabina, indossa il provocante babydoll e aspetta.
Invano.
“Mhh, non vorrà forzare le cose.”
Arriva la seconda sera e idem: buonanotte, bacini, speranzoso babydoll e ancora niente.
“E’ timido, porca miseria. Non prende l’iniziativa.”
E arriva la terza sera e Milly, solitamente astemia, stappa una bottiglia di vino bianco, si fa coraggio e la prende lei, l’iniziativa, e lo bacia.
E lui, sbalordito: “Ehi, ma cosa hai capito? Guarda che c’è un malinteso, per me sei un’amica e basta! Sì, ti ho invitato in barca, ma come amica! Cosa ti salta in mente?”
Indignato.
Lascio immaginare cosa deve essere stato il seguito della serata su una barca in mezzo al mare.
Il fatto che Milly sia sopravvissuta e che lo racconti è, a mio parere, segno di notevole tempra e forza d’animo.
Io mi sarei gettata tra i flutti con l’ancora al collo, sospetto.
O avrei gettato lui.
Non prima di avergli fatto ingoiare tutti i suoi cioccolatini, uno a uno.
Poi si è comprata un cagnolino, Milly.
Uno di quei cosi piccoli che si infiocchettano e che abbaiano sempre.
Non so se passa ancora a scaldarle il letto, il suo ventennale compagno che non vuole legami. Glielo devo chiedere.
Mo’ le telefono, anzi.
ho smesso anche io di chiedermi cosa ho in testa. col tempo mi sono abituato e ormai non mi sorprendo neanche tanto.
la mia metà, rinunciando anche lei a capirmi, mi tiene tentando continuamente con stimoli elementari. sembra che reagisca bene alle sollecitazioni pavloviane, questo è gia un inizio.
Suvvia, Dud: questo è fare lobby. ;)
Cos’e’??? Sperimenti lo stile Littizzetto??? Cmq, saggia la Cri. Condivido. Ciao, graz
Una donna resta insieme ad un uomo così per vent’anni?
Non voglio essere offensivo, ma a me non sembra che sia proprio così intelligente questa tua amica… Mi sorprende sempre questa storia di donne inteligentissime che fanno scelte così poco razionali… Anche perchè più tardi va avanti più il mercato si restringe…
zero
forse volevi dire i primi 5 degli ultimi 7 ? Oppure ho capito male?
Beh, attendiamo aggiornamenti.
Chissà, forse è proprio nell’incontro delle varie circostanze della sua vita, così come erano, compreso quindi il rapporto “fantasma”, che ha trovato serenità e penso soddisfazione.
Si perché una casa così , tutta piena di quei particolari che ci aggiungi giorno per giorno, una persona insoddisfatta non ce l’ha dai!!!!!
Però il video della barca lo vorrei proprio…si anche per questo seimila cammelli!!!!!
Condivido con CRI al 100%. Ma qualche domanda in più – forse come fai tu del resto – sul come si possa stare così me la faccio.
Però pensaci: che cosa rischia la tua amica con uno così? Nulla. Cioè una non relazione, che saltabecca qua e la non ti pungola, non ti stimola, non ti da niente, ma nel non darti gioia non ti da nemmeno dolore ecco.
Quanto a Gustavo e a tutti gli altri: qualcuno sarà sembrato diverso, ma sembra che la tua amica abbia un radar per una certa tipologia di uomini. E io l’ancora al collo l’avrei messa a lui, non prima di avergli detto: “amico un gran par de’ ciufoli. non prendermi per i fondelli. tu m’hai corteggiata in tutti i modi possibili – chè i miei amici non mi chiamano di notte e non mi mandano fiori e cioccolatini – e poi ti tiri indietro? Tu sei un sadico. Addio.” SPLASH! :-)
Ahimé, Pedrita: è una sindrome che conosco, temo.
Ne sono stata affetta lungo gli ultimi sette anni. Mi correggo: lungo gli ultimi 5 anni degli ultimi sette.
E’ vero: nel momento in cui colmi certi spazi (lavori, magari hai già figli etc.) scopri che i rapporti in cui ci si dà pochissimo sono tranquilizzanti, tutto sommato. E sono utili.
In apparenza.
Poi, in realtà, hanno un costo più salato di quanto sembrasse. Ma una è concentrata in altro, suppongo, e non ci fa caso o rimanda il problema.
Zerocold: è bello pensare che tutto ciò che si fa sia frutto di “scelte”. Invece, ahimé, certe volte le cose succedono e basta.
Davvero, sai?
“Mi sorprende sempre questa storia di donne intelligentissime che fanno scelte così poco razionali…Anche perchè più tardi va avanti più il mercato si restringe” detto da Zerocold.
La Milly raccontata da Lia in questo post credo che abbia avuto i “suoi” buoni motivi per restare insieme a quell’uomo e a quelle condizioni. Cosa può importare ad una persona che il mercato si restringe se intanto sta vivendo con consapevolezza e volontà la propria vita? Bisogna fare i conti prima con se stessi e poi con il mercato.
No, Fzzz: gli ultimi 5 degli ultimi 7.
A volte ci vuole un pallottoliere per seguirmi, me ne rendo conto. :)
(Sì, archiviato il webmaster. E senza drammi, stavolta.)
non sono un po´ troppi 20?
voglio sapere come continua…
Minchia Lia (scusa il francesismo), tu e il Webmaster vi siete lasciati? Ma non dovevate sposarvi? Non riesco a seguirti. Altro che pallottoliere!!
Zerocold: ha ragione elisa. Non si tratta di mercato “che si restringe”, non ha senso. Una mica fa le sue scelte in base a calcoli e statistiche!
Lia tu dici che le relazioni a spizzichi hanno il vantaggio di essere meno impegnative. Sono d’accordo, ma non sono gli spizzichi ad avermi colpita della storia di Milly. Come dice Elisa (e come dici tu, ripeto) una ha le sue ragioni per farlo.
E’ sulla tirchieria sentimentale di lui, su quei “non si fermava da lei/nemmeno facevano colazione” insieme e poi “un regalo a natale forse una volta” che proprio mi stranisco. Con un uomo che non c’è MAI, cioé nemmeno quelle rare volte che lo vedi – fisicamente sì, ma l’anima e il cuore no, che son poi quelli più importanti – come puoi “stare”?
Io non voglio azzardare, perché non conosco la Cri, ma siete sicure che ve la racconti giusta?
Non credo che una donna possa o meglio voglia “gettare”, ma semmai impiegare o dedicare il 40% delle proprie energie vitali nel tentativo di comprendere cosa ha in testa lui.
In effetti lo spiegamento di una tal quantità di energia non può che essere destinato al raggiungimento di uno scopo particolarmente importante e/o necessario, in questo caso la comprensione di una persona che, senza dubbio, ha un posto di rilievo nella sua vita, evidentemente perchè molto ha in cambio.
E ritengo anche che la frase ” Non c’è nulla da capire” sia rivolta unicamente agli altri, e che invece lei abbia ben capito tutto, certamente attraverso un codice di comprensione noto solo alla coppia e oscuro ai terzi.
Per questo motivo vi liquida in tre secondi, impossibile spiegare….
noto spesso, orecchiando le chiacchiere tra amiche, che il pronome che va per la maggiore nella discussione è “lui”
mentre orecchiando e partecipando a chiacchiere maschili è “io”.
in fin dei conti parliamo sempre della stessa cosa, e sempre sopravalutandola.
ps
cortesi sign.re, per favore non sprecate ancore, sono oggetti molto utili a bordo.
rotafixa: come riassumi in pochi righe tu le cose non lo fa nessuno. :-)
Uhm.
Il problema, quando si toccano questi temi, è che ci vuole poco a ritrovarsi in pieno cliché, stereotipo e via dicendo.
E’ un peccato, perché scrivere di donne e uomini è divertente, trovo.
Eppure si rischia facilmente un qualcosa di indecente, non saprei specificare meglio. Sono temi difficili da affrontare con grazia: là fuori c’è sempre qualcuno pronto con i chiodi, per crocifiggerti alla caricatura di ciò che hai detto.
Rota: io credo che si parli di “lui” quando ci sono problemi, più che altro. Altrimenti si parla d’altro. Faccio fatica, personalmente, a vedermi come una che parla soprattutto di “lui”. Credo che il mio blog confermi il fatto che i miei pensieri sono, generalmente, altrove. Poi “lui” chi è? L’amato oggetto o tutto il signore che lo circonda? Cosa sopravvalutiamo, esattamente?
Però, sì, è frequente che ci siano problemi e, in questi casi, le signore tendono ad analizzarli con una certa voluttà.
La cosa ha effetti benefici sull’ego dell’altro sesso, trovo.
Epperò.
Quello che io sento e che vedo è che il grande corto circuito, con l’altro sesso, sta nel quesito: “E mo’ che me ne faccio, di questo qua?”
Nel senso che:
– quando hai già dato il tuo tributo al perpetuarsi della specie.
– quando hai già il tuo mutuo o ti sei già rassegnata a non averlo mai.
– quando, insomma, non ci sono più motivi di forza maggiore per condividere la propria esistenza con qualcuno
succede che ti accorgi che non hai, appunto, nessun motivo per farlo.
Succede che se ne accorgono le signore, soprattutto, perchè – semplicemente – i periodi in cui hanno un uomo per casa sono più faticosi di quelli in cui stanno pacificamente da sole. E’ matematico, proprio.
E la questione è delicata.
Perché alcune cose di quelle che danno gli uomini, in effetti, hanno comunque una notevole rilevanza: sesso, parentesi di tenerezze, motivi per conservare un aspetto decente, queste cose qua.
Ma poi basta.
E non è sufficiente a riempirci una vita, ovviamente, ma non è nemmeno abbastanza poco da farne semplicemente a meno.
Del resto, farne a meno viene male, l’equilibrio psicofisico ne risente.
Ma, di nuovo: di un uomo tutto intero, ingombrante come solo lui sa essere, che te ne fai?
E pregherei i maschietti di non offendersi, ché non è il caso.
Credo che anche per loro, a un certo punto della vita, la domanda si ponga.
Con la differenza che le donne occupano meno spazio, in genere, e presentano dei vantaggi domestici.
Io, se penso alla mia vita, immagino di fare, spostarmi, lavorare, abitare, trasferirmi senza prendere minimamente in considerazione l’esistenza di un uomo. Nemmeno del più amato tra gli uomini.
Parto dal principio che, se mi vuole, mi segue, possibilmente facendosi leggero.
Però non è che una se lo dica, in genere: anzi, magari lo mascheri, magari te lo celi, magari monti su tutto un filmone per non dirti l’unica che dovresti dirti: che tu pensi prima a te stessa e poi, solo molto poi, al signore addetto alla tua vita sessual-sentimentale.
Però non funziona.
Voi fate tanto i cinici, ma poi non vi rassegnate all’idea di non essere amati.
Nemmeno noi, ma spesso a noi bastano le chiacchiere.
Litigavo col mio amico Jose, per questo: lui odiava che le signore volessero sentirsi dire “per sempre”, e io mi sgolavo a spiegargli che invece era carino e che non era necessario che fosse vero. Meglio se non lo era, anzi, ma giocarci era doveroso. E lui niente, per lui le parole dovevano significare qualcosa.
Non ci si capisce, spesso.
Io ho fatto una decina d’anni di analisi.
Ricordo la mia analista esclamare, una volta: “Lei non ha la più pallida idea di cosa farsene, di un uomo!! Non sa cosa chiedergli, proprio non lo sa!”
Era vero, per quanto ciò la indignasse.
E continuo, imperterrita.
Adesso, suppongo, un uomo nuovo di zecca mi servirebbe anche.
Per farmi venire voglia di dimagrire, visto che l’ultimo mi ha fatto venire voglia di ingrassare.
Per cose di letto, ché il sesso saltuario viene male, in genere.
Magari, qualche volta, per provare l’ebbrezza di dormire in una casa più grande della mia.
E poi?
Poi basta.
Non mi viene in mente altro: persino al cinema, preferisco andarci con L., ché poi è un piacere starla a sentire mentre analizza il film.
E poi penso di andarmene, ovviamente.
Io, quindi, dovrei dire a un tizio, metti, sulla cinquantina: “Carissimo, avrei pensato che potresti essere il mio fidanzato stabile e tranquillo, ché sennò non ha senso e non ho energie per correrti dietro, fino al 30 giugno. Rinnovabile di un anno se il provveditorato non mi trasferisce. Ma non oltre.”
Non è quel che si dice un discorso stuzzicante, me ne rendo conto.
E quindi?
Boh.
Forse mi servirebbe il fidanzato di Milly.
Uhmmm…
Perchè mi viene in mente uno stimato signore, di quelli tutti casa (di turno, perché nomadi per lavoro ne hanno più di una) e carriera, che resta con la consorte modelloMilly, nonostante dica “Non l’amo più. Magari avesse un amante. Sarebbe più allegra, mi farebbe meglio da mangiare, scoperebbe meglio e sarebbe pure più carina?”.
Mah, si vede che l’abitudine è comoda, per tipi tanto complementari.
Salut
Archiviato il webmaster?
Avrei un’idea allora di un corteggiatore in rete. Chissà ?
fzzzzzzz
Corteggiatori in rete???
No, pietà !
L’unica cosa che so per certo di volerci fare, con un signore, richiede la sua presenza fisica. ;)