Una è qui che cincischia al computer – ché sfido chiunque ad avere un rapporto di continuità con la scrittura via internet collegandosi dagli internet cafè – quando le fanno toc toc su una spalla: “Ti offro l’aperitivo?”
E alzi gli occhi e, su un tavolinetto in un angolo, con luce soffusa e tutto, c’è già pronto l’aperitivo in piena regola che ‘sto matto ha fatto arrivare dal bar accanto: stuzzichini, paninetti, olive e cipolline e formaggi e cose buone e la cosa da bere che piace a me.
E una si scollega, ovvio.
Contenta.
Prende l’aperitivo e poi torna a collegarsi.
Ed è che una ci sta proprio bene, a Genova.
Adesso ci ho pure la ciotolina di patatine accanto al pc, per cincischiare meglio.
Cara Lia, ho sognato che ti incontravo in un corridoio remoto di Palazzo Pitti. Eri molto pallida, truccata con cipria bianca, e come la mia prozia Silvia mi baciavi senza toccare le guance. Ci sono rimasta un po’ male. Bah.
Non ero io, Fzzzz: non sono mai stata pallida un secondo, in tutta la mia vita, e la cipria bianca su di me diventerebbe beige.
E poi, come le spagnole della canzone, io, quando bacio, “es que beso de verdad”.
Ciao :)