Il Fato che governa la mia esistenza deve avere stabilito, mesi fa, che era opportuno che io facessi una lunga dieta a base di focaccia.
Non c’è altra spiegazione.
Io, dura di comprendonio, mi sono invece intestardita ad avere una cucina.
Solo che non c’è verso: è evidente che, per quanto io sia cocciuta, il Fato lo è più di me.
Ero passata in lieve vantaggio a dicembre e gennaio quando, dopo tre mesi passati ad alimentarmi in piazza Erbe, finalmente ero riuscita ad avere tutto: frigo, cucina, forno, acqua e persino dispensa.
La settimana scorsa il Fato ha rimontato e mi ha rispedito in focacceria: qui si celebrano i funerali del frigo, a cui è andato in blocco il motore e mi dicono addirittura che ripararlo costa quasi quanto comprarlo nuovo. Ho quindi detto a MediaWorld che lo rivolevo, appunto, nuovo.
E loro, zeneizi assai: “Ma le è durato cinque méééési…”
Una non si riesce ad arrabbiare fino in fondo, quando le parlano così.
“Sì, ma non è mica un provolone! E’ un frigorifero! Dovrebbe durare più di cinque mesi!”
E loro: “Ma noi garantiaaaaamo per i priiiimi otto giooooorni…”
Ed io che ancora non mi arrabbio e poi capisco perché: è che ci mettono talmente tanto tempo, certi genovesi, a trascinarsi tutte ‘ste vocali fino in fondo al discorso, che ora che hanno finito io ho fatto abbondantemente in tempo a incazzarmi e a farmi passare l’incazzatura. Riesco a percorrere tutto l’arco delle mie emozioni, nel tempo di una loro frase.
Stanno riflettendo sull’opportunità di ordinare dei pistoni, comunque.
Io ho deciso di affrontare le circostanze armandomi di grande calma interiore e di scorte di sugo in scatola Barilla.
Ieri sera, poi, mia figlia – in controtendenza rispetto ai desideri dell’Italia tutta – ha abbandonato la Spagna ed è tornata a vivere in Italia.
Sì, non è una cosa da poco.
Una madre potrebbe raccontarla anche in modo più solenne, una simile novità.
Solo che io l’ho saputo ieri pomeriggio.
Anche lei, del resto.
Perché l’altro ieri, lo giuro, era su un pullman per mezzo del quale si stava trasferendo a Valencia.
Ed io che pensavo: “Oh, ma che bella avventura trasferirsi a Valencia, che invidia, tutto un mondo nuovo da scoprire, benone, in effetti quattro anni a Madrid finisce che stufano, che bella città è Valencia”.
Questo, pensavo io.
E ieri: “Allora? Come si sta a Valencia?”
E lei: “Uhm. Stasera torno a casa”.
Casa?
In queste circostanze, la domanda sorge spontanea: “Quale casa?”
Proprio nel senso letterale: Madrid? Rioja? Nuovo appartamento a Valencia? Milano? Genova?
Milano.
Biglietto di sola andata.
No, non mi addentrerò negli aspetti concreti di questa nuova migrazione filiale: le due questioncelle relative all’università le affronteremo con lei, io e il padre, con le dovute maniere: faccia a faccia, occhi iniettati di sangue e cinghia in mano, come si conviene.
Questo è un blog, invece.
Qui si filosofeggia, quindi.
E pertanto: “Amore: non ti sembra di stare madreggiando un po’?”
E lei: “Sì, lo ha detto anche zio Jorge. ‘Esta es como su madre’, ha detto”.
Siamo a posto.
La vena leggermente accusatoria che percepivo nel tono di voce di suo padre, poco dopo, suppongo fosse dovuta a questo.
Primo strato della comunicazione: “Come diavolo fa con l’università? Non si lasciano le cose a metà! Ma non doveva andare a Valencia???”
Secondo strato della comunicazione: “E’ sicuramente colpa tua. Le hai trasmesso il gene della testa di cazzo. Io sono l’unico ragionevole della famiglia e, anzi, approfitto dell’occasione per ribadirlo caso mai te lo fossi scordata dall’ultima volta che te l’ho detto.”
Perché, diciamocelo, questo è un mondo maschilista dove le colpe delle cose ricadono, normalmente, sulla metà femminile dell’universo.
Tocca armarsi di pazienza e di comprensione, in questi casi.
Non credo di sbagliare se osservo che siamo tutti in una fase di transizione.
In tutti i possibili sensi del termine.
Penso, però, che nel movimento debba esserci dell’armonia, un minimo di ritmo. Non possono muoversi tutti contemporaneamente.
Mi tocca stare ferma un po’, pensavo.
Il tempo di capire dove stanno gli altri.
Aspettare che faccia base la Pupina, sostanzialmente. E, per una volta, è pure rilassante preoccuparsi di un movimento che non sia il proprio.
Intanto, diciamocelo, una sta morendo dalla voglia di avercela di nuovo un po’ intorno, ‘sta figlia.
La giovane profuga.
Vedremo, ma intanto so’ contenta.
Contrariamente alle credenze popolari o forse in accordo con esse molte verdure reggono benino pure fuori dal frigo. E pure qualche altra cosa, magari spalancando per bene le finestre della cucina. Poi va bhe ormai siamo al trionfo del liofilizzato e deidratato, sospetto che tra qualche anno cominceranno a toglierceli di soppiatto i frigoriferi. Quindi se ti affidi ai trucchi della nonna (comprare poco, cose secche, etc.), o alla tecnologia più avanzata te la dovresti cavare.
Mi sa che il commesso fa qualche confusione tra diritto di recesso e periodo di garanzia. Ma è un commesso di mediaworld, siamo nella norma. Cercare di farsi passare qualcuno che abbia > 22 anni e il contratto che non scade tra quindici giorni è una buona tattica :)
Viva la focaccia e che sempre ci assista.
Lo sai, vero, che qualunque oggetto, ma in particolare gli elettrodomestici, per normativa CEE è garantito un anno(o forse anchedue), ANCHE SE NON HA ESPLICITA GARANZIA?
Non ti mancano gli strumenti per documentarti, yà.
Fzzzzzzzzzz
Invece di preoccuparmi della garanzia del tuo frigo mi sto domandando…:”E Isra?”
E’ domanda lecita?
Tocca nervi scoperti?
Gran finale!
La garanzia per legge si estende comunque a due anni per qualsiasi bene, e chi ne risponde direttamente al consumatore è il venditore, che poi eventualmente si rivale sul produttore, ma sono affari suoi.
Spesso i venditori tendono a fare melina allo scopo di venderti un altro elettrodomestico o farti pagare riparazioni non dovute, o per lo meno cercano di spedirti all’assistenza quando dovrebbero essere loro a occuparsene, gratis, ma basta lo scontrino o anche l’estratto conto del bancomat o della carta di credito per farla valere.
Generalmente in questi casi basta farsi vedere decisi e se necessario combattivi, un accenno a qualche associazione consumatori generalmente aiuta ;)
C’è un po’ di crisetta, Old.
(E a lui, se legge, un bacio).
E’troppo bello il tuo post, e il tuo blog. Ti faccio i complimenti, e tanta solidarietà per la storia del Corriere.
Alessandro
Old mi anticipa..
Ma l’italia non era un paese di m….?
Son contenta per te.
Io, invece, non so cosa darei per una colazione a focaccia, a Murcia si fa colazione con tostadas con aceite, che sono un succedaneo acido della focaccia che si liquefá in bocca, las tostadas pungono in gola e l’olio finisce per risultare abrasivo. Insomma mi mancano focaccia e vino binaco di antica tradizione portualoperaiabesagnina adesso qui in Cina non posso nemmeno immaginarmi di panifacarmela da solo,la focaccia, vivo nell’incubo di uova di mille anni spiedini di perro e volatili laccati, la focaccia é il latte della mia memoria
saluti genovesi
genseki a beijing
Beh, a prescindere dalla meta “esotica” in bocca al lupo alla Pupina per il trasferimento!
E please, usa un randello di legno dolce: non si può insistere troppo sulle pagliuzze negli occhi altrui, università o non università, non è dignitoso…
Goditela, la figliuola prodiga: oramai sei il punto fermo della famiglia! :)
Beh…io sto ridendo pensando a Lia come un punto FERMO.
Fermo come un vulcano quasi spento.
Old, ti pare che Lia sia un vulcano spento?
Prepariamoci al peggio!
Spesso e volentieri c’è una calma .. che prelude all’eruzione.
Poi quando i figli si ricordano che esiste una mamma, allora… GATTA CI COVA.
“Quasi” spento.
Un quasi inquietante che ti fa abbassare i livelli di guardia per coglierti all’improvviso ed impreparato.
Rommel mi ha sempre chiamato scherzosamente per cognome allungando l’ultima vocale. Oppure con un ironico “padre”.
E tutto va bene quando usa questi due termini.
E’ quando mi chiama per nome,o peggio ancora “babbo” che devo prepararmi a qualcosa di insolito. Tutti identici i figli.
tanti piccoli dervishi….
mi piace
zia Mo
Ciao e complimenti per il blog. Mi chiedevo se per caso sei a conoscenza di altri blogger arabi che scrivono in italiano? Grazie
bene, bene. Bene!
ci aspettano significativi e rocamboleschi ritratti di famiglia sparpagliata…
Già ci si leccha i baffi!
*”E’ sicuramente colpa tua. Le hai trasmesso il gene della testa di cazzo. Io sono…..”*
Ogni tanto dimentico quanto gli uomini possano essere stronzi. Grazie per avermelo ricordato, Lia.
Quanto alla garanzia: 2 anni!!! O te lo riparano (aggratis) o te lo sostituiscono.
Mannò, Charlie! :) Questa non è stronzaggine, è che tra ex è un po’ un piacere rimpallarsi ‘ste cose quando i figli ci spiazzano.
Fa parte del gioco. :)
Però grazie. :)
Ne approfitto per rincuorare una pazza furiosa che, da anni e anni, mi lascia commenti acidi che non le pubblico mai.
Anche stavolta non la pubblico, ché le tradizioni vanno rispettate, però una risposta ho voglia di dargliela lo stesso: no, Habibi, mia figlia non ha “abbandonato” l’università.
Ha festosamente terminato la sessione di febbraio ed è venuta qua a prepararsi quella di luglio.
E poi si vedrà.
Piacerebbe a molti universitari, spaziare tra due paesi europei (che si riconoscono i rispettivi ordinamenti) con annessi vantaggi linguistici e non solo.
Hai l’astio di una miserabile, volevo dirtelo.
giovedì otto e venerdì nove sono a genova. mi piacerebbe incontrarti. ti va?
Eddai pubblicagliene uno, dico UNO,Lia! Poi vediamo di improvvisare una terapia di gruppo, potrebbe funzionare sai?
Mir: uhm, uff… una ha bisogno di uno stacco, prima di arricchire ulteriormente la propria collezione di pazzi, abbiate pietà! :)
Qui siamo praticamente esauste…
Capsicum: certo che sì, e davvero con piacere!
Mandami un rigo a haramlik chiocciola gmail.com e ti mando il mio numero di cell.
mi piacerebbe conoscere la marca del frigo, se non è una domanda troppo personale :) la portinaia
Come gia’ ti hanno detto la garanzia vale per 2 anni, in teoria.
In pratica nel primo anno e’ a totale carico di chi ti ha venduto il prodotto, nel secondo sta’ a te dimostrare che il difetto era gia’ presente quando acquistato (cosa quasi impossibile).
Quindi digrigna i denti e fatti rispettare, uno mica puo’ cambiare frigorifero ogni 5 mesi, va beh che fa bene al PIL, ma insomma che si fçççça un po’ sto pil. viva la decrescita felice.