Organizzare la cucina per l’estate vuol dire tirare fuori il frullatore dal mobiletto e metterlo in bella vista sul tavolo, dove passerà i prossimi mesi.
Ed è che con tutto il sole che mi entrava dalla finestra stamattina, mentre smettevo gradualmente di ronfare e facevo il consueto appello da dormiveglia dei desideri da soddisfare durante la giornata, il mio primitivo cervellino ha fatto delle rapide quanto essenziali associazioni che si sono risolte in una parola sola: “Lassi. Un lassi. Presto.”
Ed eccomi impugnare il primo lassi dell’anno, mentre scribacchio al computer nel primo giorno dopo la fine della scuola.
Non è il lussureggiante lassi al mango che mi allietava in Egitto, né questa meravigliosa cosa raffinatissima che non potrei mai preparare appena alzata, scarmigliata e impastata di sonno al punto che persino usare la moka mi pare violento, di prima mattina, con tutto quel fuoco da accendere, e mi inquieta meno la mia napoletana con l’acqua scaldata nel bollitore:
E’ un inconsueto lassi alla nespola, quello che sto impugnando mentre scrivo, perché nespole ho trovato in frigorifero, ma posso assicurare che ha un suo perché, in questo sabato mattina da città di mare, e mi manca solo la cannuccia e le comprerò oggi stesso, ché d’estate non si può proprio stare senza cannucce e tanto meno se già ti pregusti i tuoi lassi alle albicocche, alle ciliege, alle fragole e a tutto quello che si può trovare qua intorno per dimenticare che il mango non ce l’hai, porca miseria.
E poi pensavo di andarmene al mare, appunto.
Visto che vivo in una città di mare, e visto che l’inverno è passato e la scuola è finita e vallo a spiegare, poi, com’è che i prof non crescono mai del tutto e hanno sempre quel fondo ragazzetto e mi pare il minimo che ti possa succedere, dopo tutto, quando non vedi l’ora che finisca la scuola per potere andare al mare, e pazienza se sono 40 anni, che aspetti sempre ‘sta cosa qua.
E’ finita la scuola.
Posso buttare i libri in fondo a un cassetto e andare al mare.
Ed ho anche i brufoli.
E allora?
E poi sono genovese, altra cosa che mi mette di ottimo umore.
Molto più genovese di Berlusconi, almeno.
Perché noi genovesi lo sapevamo, che ieri era giornata di lancio di uova e che non era il caso di andare a fare troppo gli spiritosi in giro, qui a Zena.
Berlusconi non lo sapeva, a quanto pare.
E quindi lui se le è beccate, le uova, e io no.
Questa città mi dà delle soddisfazioni.
Potrei andare a farmi il primo bagno dell’anno, quindi, e ho qui la lista delle spiagge preparatami dalle Peppette di IV A e me la sto studiando attentamente e dice così:
1. Pieve Ligure (L) – scogli
2. Bonassola (L) – sassetti
3. Cavi di Lavagna (L) – sabbietta
4. Camogli (L) – sassetti + tanta gente
5. Poianesi e Mulinetti (L) – calette
6. Pontetto (L) – scoglietti
7. Vesima (P) – sabbia
8. Levanto (L) – sabbia
9. Celle Ligure (P) – sabbietta.
* L= Levante, P= Ponente.
Perché poi non si dica che non sono precise, le mie alunne di quarta A.
La scuola è finita, dicevo, e benché io non sia affatto in vacanza e mi aspetti ancora un mucchio di lavoro, tra scrutini ed esami di maturità, urge cercare di ricordare dove diamine ho messo il costume da bagno.
Non ne ho la minima idea.
Ricordo benissimo, invece, che anche quest’anno ho dimenticato di mettermi a dieta, e queste sono, in effetti, le giornate in cui proprio non te lo puoi scordare, ‘sto dettaglio. Porca miseria.
Ma vabbe’: mi mancava solo di stare a dieta, durante il terrificante inverno appena trascorso. Così mi sparavo direttamente, santo cielo.
Non scherziamo.
E portiamoci serenamente la ciccetta al mare, ché pure lei si vuole abbronzare e ne ha diritto.
Eccheccavoli.
Ché poi, in realtà, io dovevo andare a Milano, ‘sto week-end.
Sarà il caso che chiami e che dica che non vado.
“Non posso”, dirò.
“Tu non hai idea del sole che c’è a Genova oggi”, spiegherò.
La vedi che luccica, Zena.
Sento un enorme orgoglio sestrese…
Io voto Celle Ligure!
Beh, la ciccia sa essere sexi, quando vuole…
Stamane ho provato a dirti buongiorno perché sei simpatica e perché avrei voluto capire cosa sia un lassi… ovviamente mi viene in mente prima il cane e poi immediatamente un frullato lassativo. Buonanotte
Un lassi è una bevanda a base di yogurt, ottima.
Dove hai provato a dirmi buongiorno?
Qui i commenti fanno strani scherzi, ogni tanto, e vengono inghiottiti dall’antispam.
Buongiorno cara Lia…com’è andata la giornata al mare?? hai preso sole??eh bè la ciccetta è sexy secondo me…(forse perchè ce l’ho anche io)….hihihi…
da assidua frequentatrice della spiagga di Vesima mi permetto di dissentire dalla definizione di sabbia, diciamo che a Vesima c’è la cosa più simile alla sabbia che ci sia a disposizione a Genova, ma in realtà c’è una grossa prevalenza di ciottoloni :-)
da genovese infelicemente emigrato a milano, nonché frequentatore del tuo blog da qualche annetto, colgo l’occasione per un de-lurking veloce veloce. La tabella delle tue peppette è meritoria ma alcune scelte richiederebbero spiegazioni. Vi è una netta preponderanza di L (e, in parte, sarei pure d’accordo): ma se ami la sabbia (o qualcosa che la ricordi) qualche P in più non ci sarebbe stata male.
Bonassola è un fantastico paesello (secondo me ti piacerebbe molto) dall’atmosfera anni cinquanta-sessanta. Vi si mangia e si beve benissimo, i tempi sono dilatati anche in pieno agosto ed è perfino un po’ chic, ma in modo da non dar fastidio. Il mare, benché di rado, capita però che sia sporco a causa delle correnti.
Cavi di Lavagna: è la prima vera spiaggia di “sabbia” procedendo da Genova verso Levante, ma se possibile la eviterei. Meglio fare qualche chilometro in più e immergersi nell’atmosfera popolare, quasi “partenopea”, di Riva Trigoso: l’arenile è all’ombra dei cantieri navali ma l’acqua risulta sempre pulita (strano ma vero); famigliole numerose cui manca solo la teglia con la pasta al forno e una spiaggia libera enorme (autentica rarità in Liguria). La sera una visitina a Sestri Levante è d’obbligo.
Imperdonabile l’assenza di Framura. Non è proprio comoda: per arrivarci in macchina devi passare attraverso lunghissime gallerie a strapiombo sul mare, in cui vige il senso unico alternato: semaforo verde ogni venti minuti. Ma merita assolutamente. In più è esposta molto bene, il sole tramonta sul mare e si può tirar tardi tranquillamente in spiaggia. A proposito, la sabbia è finissima.
Una buona alternativa a Pieve è Sori, scendendo giù dalla creuza che dalla stazione porta al mare. Scogli affilati come lame ma l’acqua è sempre pulita e puoi bere un buon cocktail nel baretto un po’ fighetto (a pranzo si mangia discretamente).
Camogli: per andare al mare da evitare assolutamente.
Poianesi non l’ho mai sentita. Mulinetti per chi viene da Genova è assai comoda. Anche qui però talvolta le correnti possono fare brutti scherzi. In ogni caso sabato ho fatto il mio primo bagno di stagione e l’acqua era una bellezza.
Vesima: spiaggia del popolo del ponente genovese. Per essere veramente cool devi andarci con l’autobus dell’amt o con la motoretta.
Levanto: si, vabbé, ma allora Bonassola e Framura. Inutilmente fighetta. E poi, se sei lì, non fare come gli zeneisi che le Cinque Terre non le considerano perché “è roba da turisti”.
Celle: ottima scelta.
Infine qualche nome a caso, per rimpolpare un poco le P: Varigotti, Noli, Cervo.
Giugno, se il tempo lo consente, bisogna goderselo fino all’ultima goccia di sole.
Be’: un de-lurking così richiede un saluto e un ringraziamento. :)