Lo ha fatto davvero, quella peste di Jose, ed è partito.
Quasi due anni ci ha messo per preparare la macchina, e qua si cominciava a pensare che si fosse impigrito, col ritorno in Spagna dall’Egitto, e che non sarebbe partito più.
Evidente errore di sottovalutazione, già.
Il 67esimo compleanno di Jose Antonio lo festeggiammo insieme, nel 2004, con una clandestinissima bottiglia di vino che infiltrammo nella astemia e spigolosa Al Arish, durante un viaggio a Rafah che ricordo con nostalgia.
Quindi cosa ha, adesso? Settant’anni? Sì. E sta realizzando un sogno di quelli belli che, casualmente, è anche mio.
Mi fa quasi male, seguirlo a distanza.
Vorrei tanto seguirlo da vicino, porca miseria.
Il sito web messo su per seguirlo nell’impresa grida vendetta, e chi lo ha costruito lo riconosce e chiede pure di non essere troppo maltrattato per ciò che ha fatto:
Son infinitas las carencias. Soy el primero en saberlo, pero no quiero ensañamientos. Todos somos amigos de Jose y eso es lo importante. Como está a
punto de llegar la segunda crónica he optado por lanzar la página tal y como está. Es muy sencilla, pero la iremos perfeccionando con los dias. Admito sugerencias de todo tipo.
Eh.
Io, la “sugerencia” l’ho data anni fa, quando Jose cominciò a parlare del progetto: un blog, no?
Mi pareva così ovvio che proprio non lo capisco, perché diamine si sia ostinato a volere un sito da paleolitico con le cronache da caricare in ftp e da scaricare in Word, e non bestemmio in aramaico solo perché in homepage ti diffidano dal farlo, appunto, ma è che testoni come gli spagnoli ci sono loro: gli spagnoli. Il cielo li fulmini. Niente blog, non gli piaceva.
E quindi tocca seguirlo da lì, da ‘sto sito web –1.0., e farsene una ragione.
Obbediamo, anche se mi verrebbe voglia di farglielo io, il blog, che gli piaccia o no, e aggiornarglielo rubando dal suo sito.
Che nervi, gessù.
Le ultime notizie via web, del 13 novembre, lo danno in Libia, dove è arrivato via Marsiglia-Tunisia:
Creo que aquí se esta bien. Tal vez me quede dos o tres días más. Después de aquí, lo próximo será la travesía por pista del desierto. 800 Kms. que figuran en los itinerarios de todos aquellos grupos-aventura que vienen a Libia.
Immagino che sia arrivato in Egitto, ormai.
Vorrei notizie, accidenti, ché sennò come faccio a rosolarmi di invidia?
Da quello che ho confusamente capito dalle linee che appaiono passando il mouse sulla sua cartina, dovrebbe poi proseguire lungo Giordania, Siria e Turchia. Ed io sogno ad occhi aperti di fare un salto a raggiungerlo, lungo qualche sua tappa, un salutino e via.
Mi viene – ma fisicamente, proprio – l’acquolina in bocca, a immedesimarmi in questa impresa.
Pure io, cavoli.
Pure io.
Pure io.
Prima o poi lo farò, porca miseria.
Varrebbe la pena di smettere di fumare anche solo per durare abbastanza da riuscirci, maledizione.
O per mettere via i soldi che servono a mettere su e pagarsi una simile impresa.
Un ottimo motivo. Che è poi quello che serve.
Un bacione
D
PS: viene l’acquolina anche a me solo a pensare ad un’impresa simile…