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Una che non ha la TV e non ha nemmeno dimestichezza con le sue trasmissioni, in generale, come vuoi che segua la diretta dal Senato? Su Twitter, la segue. Che ieri era un po’ come quando si segue il Mondiale di calcio su Radio Popolare e colmava tutte le mie esigenze informative, quindi.

Poi qualcuno ha scritto che Mastella stava citando Neruda, qualcun altro ha scritto che non so chi citava i blog, e mi è venuta voglia di vedermela pure io, la diretta. Un’anima pia mi ha fatto notare, su Gmail, che bastava andare sul sito di Repubblica per vederla lì in video ed io, festosa, ho proceduto a trasformarmi in telespettatrice, che qua è sempre una novità. E tra i video di Repubblica c’era quello che diceva “Mastella cita Neruda” e ci ho fatto click sopra, sono apparse le prime immagini e io mi sono stropicciata gli occhi, perplessa assai: ma quello mica era Neruda, gessù.

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E quindi l’ho scritto su Twitter, corrucciata: “Ma la poesia che ha letto Mastella non è di Neruda, che io sappia.” E poi, stupefatta ma possibilista perché si deve: “A me risultava essere una bufala, poi magari mi sbaglio…” Qualcuno mi risponde che mi sbaglio, appunto; io mi intigno e la prof che è in me comincia a scandagliare la rete in spagnolo, ché quella in italiano ne ha migliaia, di voci che attribuiscono quei versi a Neruda. Qualcuno, tra gli italiani, scrive persino che è tratta da Odas Elementales, la cosa, ma io giuro che non l’avevo mai sentita nominare, prima di vederla a suo tempo su internet, quindi da lì non viene di sicuro. Eccheccavoli. Tiro fuori i miei libri di Neruda, cerco in giro e finalmente trovo le segnalazioni che mi danno ragione e, tra queste, un link all’autentica autrice dei versi.

La prof che è in me ha il sangue agli occhi, ormai, ché va bene fare cadere il governo, va bene devastare il già devastato paese, va bene dare i numeri, sputarsi addosso, coprirci tutti di ridicolo e fare un ulteriore passo verso la resa incondizionata alla mancanza di prospettive più plumbea: ma pure Neruda devono trascinare nelle loro pagliacciate? Ma non si fermano proprio davanti a niente, dico io? E quindi scrivo, guerresca, che ho controllato e che, cribbio, quella cosa non è di Neruda, e lo scrivo pure sul blog e, per non sbagliare, lo metto pure su Macchianera, e sono proprio indignata perché continuo a vedere su Google News che parlano di Neruda, tutti i giornali, e a me sembra di stare in mezzo ai pazzi.

Tempo pochi minuti e la cosa comincia a circolare: ho la sensazione che mi credano tutti istantaneamente e ci rimango pure un po’ male, ché avrei preferito un contraddittorio, un dibattito, qualcuno che mi desse torto da potere sbranare. In fondo, di dichiarazioni ufficiali di prima mano, su quella poesia, io non ne ho trovate. Ed io lo so, che ho ragione, ma quando le voci che la attribuiscono a Neruda sono migliaia e i giornali sono compatti nel ribadirlo, una preferirebbe dirlo da sola, quello che ha da dire, e magari difendere la propria posizione. E quindi mi faccio pure da avvocata del diavolo da sola, visto che nessuno lo fa per me, e penso: “Sì, ma Neruda ha scritto anche cose poi dimenticate e sepolte, metti che sia stata nascosta in una scatola di scarpe fino a quando non è approdata in rete, ‘sta cosa qua?” Ma poi no, lo so che non può essere. E riguardo Google News, a sera inoltrata, e sono sempre più incredula:

Il Messaggero scrive: “Dopo aver letto una lunga poesia di Pablo Neruda, Ode alla vita – Lentamente muore , Mastella, visibilmente emozionato, ha annunciato il voto contrario sulla fiducia”.

Peccato che Ode alla vita sia un po’ diversa, e cercandola in italiano, vedo che Gilgamesh l’ha pubblicata in originale ANNI fa scrivendolo, che l’altra è una bufala.

E così tutti i giornali, tutti lanciati nell’attribuzione farlocca fino ad arrivare a una clamorosa agenzia Apcom che scrive, testualmente: “[…]l’ex Guardasigilli, che legge “non si può morire lentamente” di Pablo Neruda prima di annunciare il No del Campanile alla fiducia.”

“Non si può morire lentamente“. E con quest’ibrido tra Mastella, Neruda e Gianni Bella, spengo la luce e mi addormento avvilita, pensando: “Dai, che domani qualche ispanista protesterà di sicuro, eccheccavoli.”

Questa mattina, poi, riguardo un attimo Google News dalla sala prof per vedere se la bufala è stata chiarita e mi ritrovo con l’ineffabile Agenzia Radicale che scrive: “Il suo esordio è la lettura integrale di una poesia di Pablo Neruda (che il “colto” Corriere della Sera attribuirà poi alla poetessa Martha Medeiros)”.

Cerco l’articolo del “colto” Corriere sbeffeggiato dai radicali e non lo trovo. Vado in classe e racconto la storia ai miei alunni, cogliendo l’occasione per un discorsetto sull’importanza delle fonti, i rischi delle ricerche su internet etc. I ragazzi ci ridono parecchio, su ‘sta storia, e mi danno l’impressione di pensare che il rischio di somigliare a Mastella, da grandi, sia un ottimo incentivo per mettersi a studiare un po’ sul serio.

E poi finalmente arriva la voce del buon senso con Passigli, editore di Neruda in Italia, che fa un comunicato stampa e chiude la questione: “Non è di Neruda quella poesia e lui non avrebbe gradito la citazione”.

E Repubblica chiosa:

Da anni passa come una catena di sant’Antonio dalle caselle di posta elettronica ai blog: una ricerca su Google produce quasi cinquantamila risultati per le parole Neruda e “muore lentamente”, ma solo pochissimi siti segnalano l’errore: il 10 gennaio 2007, più di un anno fa, Lorenzo Masetti lo scriveva sul suo blog; un altro blog sul sito internet del Pais lo ha scritto l’8 luglio 2007.
Poche segnalazioni rispetto ai tantissimi siti che avevano diffuso questa “ode alla vita”, come una poesia di Neruda, ma la lettura di Mastella ha svelato l’errore.

Poche segnalazioni, come no. Una nel 2007 e l’altra in Spagna, sicuro. Adesso è colpa del web, ovvio. Mentre è dal giorno prima, che c’è mezza blogosfera che li sta fischiando, ‘sti giornalisti che attribuiscono le poesie a Neruda perché glielo ha detto Mastella.

A me sembrano tutti matti, davvero.

P.S.: qui il post di Fulvio Totaro, autore dell’articolo su Repubblica, che la sera prima invocava dal suo blog (Krazny) una “fonte certa” su ciò che si stava dicendo in rete.

E qui Totaro che chiede lumi a Catepol su Twitter:

@catepol: hai una fonte certa sulla poesia di Mastella?

 

@krazny si ci sono i due link ma ti rimando al blog di @haramlik dove ho letto10:52 PM January 24, 2008 from twhirl in reply to krazny Icon_star_empty

 

(Eh, vuoi mettere con Mastella?)