Il testo che segue (tranne la nota 3) è INTEGRALMENTE tratto da: Ugo Maria Tassinari, Fascisteria, ed. Castelvecchi 2000, pagg 299-302.
[…] Più inquietante è la vicenda di Nuova Acropoli, gruppo fondato in Argentina nel 1957 da Jorge Angel Livraga Rizzi. […] NA si è poi diffusa in altri paesi sudamericani e nella Spagna franchista. Da lì è approdata in altre nazioni europee, principalmente meridionali […]
Uno dei leader italiani, Miguel Martinez¹, rompe dopo quindici anni di militanza e denuncia l’esistenza di un doppio livello, con una struttura iniziatica per adepti neonazisti. La prima denuncia è del 1990 – con un’intervista a “Famiglia Cristiana” – seguita anni dopo da un memoriale, Nuova Acropoli. Dentro una setta neonazista.
Martinez svela i segreti di “un’organizzazione totalizzante che, livello dopo livello, inculca nei giovani adepti – inizialmente inconsapevoli – una dottrina [elaborata in Austria e Germania agli inizi del secolo] in cui si combinano elementi di nazionalismo, di tradizionalismo e di naturalismo “völkisch” con le teorie occulte mutuate dalla teosofia ottocentesca di madame Blavatsky, tesa a prevedere e motivare il predominio mondiale di una ‘razza superiore’: quella ariana. Scopo ultimo dell’organizzazione è infatti, oltre alla propria espansione, la creazione di un “Uomo nuovo” che dovrà preparare l’avvento di questa “razza purissima”.”² La struttura piramidale occulta di NA è ignota ai militanti di base i quali si ritengono membri di un’organizzazione culturale e umanistica […]
Al vertice dell’organizzazione c’è il comandante mondiale (che è stato il fondatore fino alla morte) che governa per decreti e ha contatti diretti solo con il corpo d’élite degli Asciati. I militanti sono divisi in tre strutture: il “Corpo di sicurezza”, le “Brigate maschili” e le “Brigate femminili”. Il Corpo di sicurezza, divise nere da SS e simbolo della folgore, ha compiti di vigilanza e di pronto intervento. In Italia, dopo la svolta ecologista dei primi anni Ottanta, ha cambiato il nome in Dipartimento di protezione civile. Niente di grave, rispetto alle modifiche apportate al settimo comandamento: “Non ucciderai, se non è strettamente necessario.” Per educare i ragazzi, i responsabili pensano di farli allenare con pestaggi di drogati e omosessuali, che Livraga desiderava internare in campi di concentramento.
Un lungo elenco di addebiti, per episodi di violenza e di terrorismo, attività di criminalità comune, contiguità con gruppi e diffusione di idee razziste e xenofobe, è riportato da Herman de Tollenaere, in un articolo critico pubblicato dopo il convegno sulle sette di Amsterdam, per la decisione del CENSUR di affidare a una dirigente di NA, Maria Dolores Fernandez-Figares, la relazione sullo stesso gruppo. Livraga Rizzi negli anni ’70 rivendica apertamente rapporti inquietanti in America Latina (con i golpisti argentini e uruguagi, i cileni di Patria y Libertad) mentre in Europa organizza un addestramento mirato dei militanti con armi da fuoco. In Francia, il movimento anti-sette denuncia l’esistenza di un doppio livello e i rapporti con l’ultradestra già nella prima fase di proselitismo. Nel 1987 NA ha organizzato un convegno a Lione assieme ai leader del Fronte Nazionale mentre suoi membri hanno messo una bomba nella moschea di Romans. In Spagna il rapporto con la Falange fa crescere il movimento, che si contraddistingue per gli scontri di piazza con gli antifascisti ma anche per il traffico illegale di quadri. Il 30 aprile 1993 la polizia fa irruzione nel quartier generale di Madrid e vi sequestra molte opere d’arte rubate. In Belgio negli anni ’80 sono forti i legami con i terroristi neonazisti di Westland New Post (stesso indirizzo, praticamente stessi nomi) mentre l’adepto Marcel Barbier è arrestato per duplice omicidio a Anderlecht. Gli arsenali della setta sarebbero ben forniti: mitra a Buenos Aires, fucili nel castello spagnolo di Santiuste, armi corte a Madrid e in casa del responsabile ateniese, condannato a un anno di carcere. Un incidente succede anche in Italia. Durante un campo a Montefiascone, nel settembre 1989, nella perquisizione di una cascina acquistata anni prima sono trovati gagliardetti, labari, coltelli, radio ricetrasmittenti senza licenza e numerosi bossoli. I carabinieri arrestano un miliziano del corpo di sicurezza.
La divisione sessista dei compiti delle Brigate rende manifesta la concezione razzista: NA è severamente preclusa a omosessuali, prostitute, tossicodipendenti e disabili. Le Brigate maschili, simbolo la croce celtica, ricalcano gli schemi del Fronte del lavoro hitleriano mentre alle donne è riservata l’assistenza a bambini e anziani. Molti giovani che partecipano alle attività di volontariato ignorano l’esistenza di un livello occulto, con il suo armamentario di riti del Solstizio e saluti romani. Particolare attenzione è dedicata ai figli degli adepti: all’asilo nido, “la Catenina d’Oro”, insegnano ai bambini a vedere gli gnomi, gli elfi e le fate. A 7 anni scatta la divisione per sesso, tra “Cavalieri della Tavola Rotonda” e “Tavola d’Iside”, escludendo subnormali e bambini con problemi: l’umanità si divide in razze inferiori e superiori, la selezione naturale è esaltata in nome di una malsana etica dell’uomo forte, che è inculcata insieme al disprezzo per i più deboli.
Oggi in Italia NA si presenta come organizzazione ambientalista e apolitica ma ai primordi – fondata a Roma nel 1975, aprì 15 sedi in 4 anni – potè contare sull’appoggio di Serafino Di Luia, uno dei leader della disciolta Lotta di Popolo. In altri Stati, come la Spagna e l’Argentina, le simpatie neonaziste sono dichiarate. In Messico si giunge a organizzare convegni storici revisionisti: Hitler: colpevole o innocente.
“Il mio era un caso a parte“, racconta Martinez, “venivo da Ordine Nuovo e non hanno dovuto usare i sotterfugi che utilizzavano con le altre matricole. Si inizia con un corso, all’interno del quale l’adepto viene seguito individualmente. Lo si sonda, se ne capiscono gli interessi, lo si indirizza verso un lavoro all’interno dell’organizzazione. Per formare un capomanipolo del Corpo di sicurezza ci vogliono circa due anni. Si comincia con l’utilizzo di piccoli codici e ci si ritrova inquadrati, stretti in divise similnaziste, a fare il saluto romano. O a sparare.”
Gli addestramenti si svolgono su un terreno acquistato sulla Cassia, nei pressi della cascina di Montefiascone. L’esercizio della violenza è controllato: “L’organizzazione non va sputtanata, non bisogna tradirsi. Al massimo qualche scazzottata con i punk che non gradiscono Wagner e la musica celtica. Non è necessario essere disturbati mentalmente per farsi coinvolgere. Può bastare una forte dose di idealismo. ³ Io ho avuto tutto chiaro da subito ed è per questo che ho salito i gradini dell’associazione. L’obiettivo finale è la costruzione di uno stato piramidale, dittatoriale.”
NA rappresenta un’esperienza totalizzante: Martinez non ha mai avuto un lavoro regolare e solo a 38 anni è giunto alla soglia della laurea. Anche la moglie l’ha conosciuta nella setta “ma lei è sempre stata meno importante dell’organizzazione. Ero da solo in Egitto come capo dell’organizzazione locale. Ho avuto accesso all’archivio generale: piani per conquistare il mondo accanto a foto di vecchietti travestiti da gerarchi. Lontano da tutto, ho avuto modo di capire come tutto ciò fosse grottesco e pericoloso“.
Alle accuse di Martinez dà scarso credito Introvigne, che di NA si è occupato in due dei suoi numerosi volumi. Pur citando le polemiche francesi non riferisce le analoghe accuse dell’ex dirigente, che considera “farneticante come la maggior parte delle persone in contatto con i cosiddetti movimenti anti-sette”. NA respinge sdegnosamente le rivelazioni di Martinez: l’uso di titoli come comandante, corpo o brigata non ha alcun particolare significato paramilitare e si riferirebbe alla diffusione organizzata della verità, nel rispetto della tradizione ellenica. La concezione ultraelitaria di un governo aristocratico, affidato a un Consiglio supremo composto dai migliori cervelli, riconduce alla filosofia politica di Platone (dottrina che ispira anche le tesi sul “vero Stato” di Freda) […]
Note:
Haramlik » Blog Archive » Miguel Martinez: le mirabolanti avventure di un farfallino (II)
[…] “Ok, viene da Ordine Nuovo e, nella sua setta, faceva il fabbricante di nazisti, più o meno. Evvabbe’. Certo che poteva […]
Ciao Lia,
da parecchio non scrivo qui.
Che Martinez abbia fatto parte di ON o NA per me (personalmente) non rappresenta un grosso problema, ognuno ha una storia, così come non mi sembra giusto dare un giudizio, di qualsiasi tipo, sulle scelte private di una persona o sulle sue esperienze professionali – anzi, ritengo sia ammirevole orientarsi “per scelta” (non è detto che sia per necessità) su professioni “neutrali”.
Allo stesso tempo volevo segnalarti che forse il commento di Badiale è fuori luogo, nel caso specifico, visto che Badiale e Martinez sono amici (puoi vederlo tu stessa qui: http://www.radioradicale.it/scheda/250651/assemblea-nazionale-autoconvocata-degli-astensionisti ).
Il problema, come sempre, è il presente – il comportamento pubblico nel presente.
Apprezzo Martinez per quello che scrive e per come lo fa, lui stesso ne è al corrente, e si è anche mostrato molto disponibile su consigli e/o richiesta informazioni e/o traduzioni: cose che ha fornito in maniera sempre disinteressata.
Sono invece rimasto estremamente deluso su come stia “gestendo” l’affaire Valent – Cloro, che ho avuto la ventura di seguire, e che sta avendo i suoi squallidi strascichi anche qui:
http://ricchiuti.ilcannocchiale.it/comments/1885507
Martinez, volente o nolente, è al corrente di come stiano effettivamente le cose. Il fatto che non intervenga “apertamente” sulla questione – appellandosi anzi pubblicamente ad un sentimento di unità, che in questo caso specifico è assolutamente fuori luogo, o alla ricerca delle “questioni più importanti” (come se questa non facesse parte della vita di persone reali) – è per me motivo di grande delusione.
Non per questo, ripeto, avrei da ridire su tutte le sue presunte passate (affiliazioni (ma anche presenti, sempre che queste non vadano incontro ad un’ipocrita autocontraddizione).
Saluti
Ciao, Diego.
So che Martinez e Badiale sono amici. Trovo comunque interessante la riflessione di Badiale sui disturbi della personalità ricorrenti in certi ambiti politici, e credo che meriti di essere letta alla luce dell’esperienza ultradecennale di Martinez come lucido indottrinatore di personalità fragili (disturbate o molto idealiste, come dice Martinez stesso nel pdf qua sopra) raccontata nei documenti che riporto.
Non mi interessa il passato della gente: mi interessano l’abitudine alla menzogna e la capacità di manipolazione che io stessa ho avuto abbondantemente modo di vedere in certi ambienti, e cerco di inserirle in un contesto che le spieghi.
Sugli ultimi comportamenti di Martinez, che dire: li ho seguiti distrattamente, ma lui è sempre stato il grande sponsor della Valent (e della sua IADL). Fu capace di affossare una sollevazione di mezza rete contro Magdi Allam, all’epoca della vicenda che coinvolse me, al solo scopo di appoggiarla nelle schifezze che scriveva sul mio conto. Che oggi persista in un atteggiamento equivoco, come dire, non mi stupisce.
Sarebbe interessante fare piena luce sul perché lo fa. Ma credo che ci si arriverà, prima o poi.
Think Tank del proletariato insipiente - Agora’ di cloro
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Be’: grazie al link al video di Radio Radicale segnalato da Diego qui sopra ho avuto modo di vedere che aspetto ha il Martinez, dopo tutto.
Fortemente curiale, come pensavo.
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