Il titolo non è mio. E’ di un quotidiano civile di un paese europeo civile:

La barbarie israelí sobre Gaza deja al menos 271 muertos y más de 900 heridos

Naturalmente, quando la gente è informata in modo decente reagisce in modo altrettanto decente, e stamattina a mezzogiorno c’erano centinaia di persone davanti all’ambasciata israeliana di Madrid:

‘Zapatazos’ frente a la Embajada de Israel en Madrid

Da noi, le cose vanno un po’ diversamente:

Cari amici,
stasera Tzipi Livni, intervistata dal TG, ha dichiarato che Israele rispetta i civili non perché glielo chieda il mondo, ma perché fa parte delle sue tradizioni non uccidere civili. Naturalmente si tratta di una verità dimostrata in maniera inequivocabile dall’intera storia di Israele, da Der Yassin al massacro degli osservatori ONU nell’estate del 2006. Se non vado errato, nel Libano meridionale ci sono ancora le cluster bombs disseminate da Israele, in particolare negli ultimi giorni del conflitto, quando, ormai, non esiteva nessuna precisa giustificazione militare per il loro uso (questo del tutto indipendentemente dal fatto che, secondo le convenzioni internazionali, le bombe a grappolo dovrebbero essere usate solo in guerre difensiva).
Sono cose che tutti sanno (o che tutti dovrebbero sapere), ma che all’intervistatore del TG non è venuto in mente di contestarle al primo ministro israeliano. La Livni ha anche detto che Israele fa la guerra ad Hamas, che è un’organizzazione terroristica, di cui gli stessi civili palestinesi sono vittima. A me sembrava che Hamas avesse vinto elezioni democratiche di cui gli osservatori internazionali avevano documentato l’assoluta regolarità. Ma anche questo non è sembrato argomento degno di contestazione da parte dell’intervistatore del TG. Gli americani dicono che Israele si sta solo difendendo, e un esponente della nostra maggioranza ha dichiarato che il vero squilibrio è quello fra chi si difende (gli israeliani) e chi attacca (Hamas). L’Intelligence and Information Center (un organo di propaganda israeliano) nella sua ultima lettera circolare parla di  “Escalation in the south”. In cosa consiste questa “escalation”? Nel fatto che “more than 60 rockets and mortar shells [have been] fired at the cities of Ashqelon, Netivot, Sderot and other population centers in the western Negev” (più di 60 razzi – ovviamente fatti in casa, anche se l’IIC non lo dice – e colpi di mortaio sono stati sparati contro varie cittadine israeliane) e che “Hamas dichiara la propria responsabilità nella maggior parte degli attacchi”. Sono attacchi che, come risulta dallo stesso rapporto, sono incapaci di produrre nessun danno reale, se non in casi assolutamente eccezionali, e che, nel corso dell’ “escalation”, hanno semplicmente danneggiato qualche edificio e a spaventato qualche bambino (accuratamente fotografato dall’IIC per documentare la ferocia dell’attacco palestinese). Gli israeliani, invece, secondo un articolo di Gulf News in data 28 dicembre, aggiornato alle ore 18,22, avevano in quel momento già ucciso più di 280 persone. Ma, poveretti, bisogna capirli… si stanno solo difendendo.
E, siccome nel difendersi sono assai scrupolosi, gli israeliani stanno ora ammassando le loro truppe corazzate ai confini con Gaza, in vista di un attacco terrestre. Anche qui bisogna capirli. Soprattutto bisogna capire la Livni che, dopo tutto, deve presentarsi a breve alle elezioni. Una gloriosa spedizione contro Gaza migliorerebbe senz’altro le sue prospettive elettorali. E, dopo tutto, Hamas non è Hizballah: non ha le armi di Hizballah, non ha l’organizzazione di Hizballah, non ha neppure la profondità strategica (per quanto ridotta essa sia) su cui può contare Hizballah. Questo la Livni lo sa e, quindi, questa è la ragione del massacro in corso. E’ il calcolo di un politico cinico e senza coscienza. Ma, in un certo senso, la si può anche comprendere, se non giustificare. Non si può né giustificare né comprendere coloro che le tengono bordone, ad esempio l’intervistatore del TG, l’Amministrazione americana, il rappresentante del nostro governo che parla di guerra asimmetrica. Quella in corso non solo non è asimmetrica, non è neppure una guerra: è solo un massacro di natura terroristica.
Michelguglielmo Torri

Di cosa parliamo, allora?

Della barbarie israeliana? Ma c’è ancora qualcuno che ha la forza di sorprendersene?

Della nostra ridicola informazione e della ridicola opinione pubblica che ne deriva? Ma perché, c’è ancora qualcosa da dire sul tema?

Dell’insipienza – a volte volenterosa, a volte strumentale e disonesta – di chi, da noi, si fa le pippe con un discorso filopalestinese schiacciato sulle posizioni di Hamas e privo di qualsiasi capacità di andare al di là delle prediche ai convertiti?

Non c’è niente da dire. Non più. Leggo e basta.

E invidio le energie di, chessò, un Carotenuto* che esprime del semplicissimo buon senso:

E’ ben difficile anche aver simpatia per Hamas, trogloditi razzisti e sessisti, e solo dei folli possono scambiare le sue organizzazioni clientelar-caritatevoli come progressiste.

Detto questo abbiamo ancora occhi per vedere. E vediamo la scientifica volontà di torturare un milione e mezzo di persone a Gaza fino a renderle pazze di disperazione, di odio, di fame. E prima ancora abbiamo visto la scientifica delegittimazione di Fatah e Arafat proprio per favorire la consegna dei palestinesi ai loro peggiori umori, rappresentati da Hamas.

Se riduci un popolo di un milione e mezzo di abitanti a cercare da mangiare nella spazzatura rinchiudendolo nel più rigido embargo della storia per dare una spallata di più alla classe dirigente di questo e renderlo pronto all’esodo, alla diaspora come liberazione, non sei la vittima del lancio di razzi, per quanto folli essi siano, ma sei il carnefice.

O di Georgiamada che ha recuperato la vignetta di Omayya:

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E, davvero, so pensare solo: “Beati loro, che ne hanno ancora la forza.”

*P.S. Vedo che quel disonesto imbecille di Miguel Martinez polemizza con la frase di Carotenuto su Hamas citata da me. Ora: fermo restando che qui non abbiamo alcuna voglia di capire “le ragioni dell’ebreo di Masada”, ché mi pare che ci siano cose più reali e urgenti da capire, il trucchetto retorico con cui Martinez rigira la frase in “trogloditi arabi” se lo può pure ricacciare nei denti.
Hamas E’ OGGETTIVAMENTE una poco simpatica accolita di trasformatori della religione in ideologia e il rimbambimento religioso dei palestinesi, con le donne travestite da saudite e il divieto per i non musulmani (in Palestina!!!!!) di mangiare in Ramadan e tutte ‘ste stronzate non possono fare piacere a nessuna persona sensata.
Rimane il fatto che Hamas ha tutto il diritto di governare il popolo che l’ha eletta e rimane il fatto che la priorità per la Palestina è, comunque, la sopravvivenza.
Mi pare evidente.
Ma tra difendere la Palestina, la resistenza palestinese e la legalità, e farsi piacere Hamas di per sé, direi che c’è una differenza e bene ha fatto Carotenuto a segnalarla.

Con buona pace di chi, dal calduccio italiano, finge che essere dalla parte dei palestinesi ed essere dalla parte del rimbambimento ideologico-religioso sia la stessa cosa.
Mi pare che ‘sta gente, di danni alla causa palestinese, ne faccia decisamente troppi.