E così, esattamente due anni dopo questo post, mi sono tolta la sospirata soddisfazione di entrare in un’aula di tribunale sulla cui porta c’era un cartello che diceva, grosso modo:
h. 10,45. Imputato: ROSSI Mario
h 11,15. Imputato: BRAMBILLA Carmine
h 11,45. Imputato: ALLAM Magdi + 1
Il “+ 1” sta per Paolo Mieli, imputato assieme ad Allam per avere omesso, in qualità di direttore responsabile del quotidiano Corriere della Sera, di esercitare il controllo necessario ad impedire che Magdi Allam commettesse ai miei danni i reati che gli sono stati imputati, ovvero violazione della corrispondenza e diffamazione.
Insomma: Allam e Mieli sono stati rinviati a giudizio, il processo è iniziato ieri ed io ero lì, assieme al mio avvocato e al mio Signore Molto Perbene detto anche SMP, a contemplare questo cartello su questa porta di questo tribunale di un posto sperduto e nebbioso chiamato Cassano d’Adda, e pensavo che ne era valsa la pena, di arrivare fin lì pur sapendo che quest’udienza si sarebbe risolta in questioni procedurali e in un rinvio. La semplice visione del cartello meritava il viaggio, ché lo aspettavo da due anni e me lo sono sinceramente faticato. Imputato: Allam Magdi. Evvai.
Impressioni a caldo:
1) I processi sono una cosa interessante da vedere a patto che si conoscano gli articoli del codice penale, ché sennò non capisci di che diamine di reati si stia parlando. Io, di tutta una mattinata passata là ad aspettare che arrivasse il nostro turno, ho capito solo che prima di me c’era un signore a cui avevano rubato un carrello in Bulgaria. Carrello la cui vicenda ha appassionato noi tutti, per inciso, e la sera in pizzeria eravamo ancora lì che ci fantasticavamo sopra, io e SMP, anche perché il presunto trafugatore è stato assolto, alla fine, e il mio avvocato ha sospirato: “Addio carrello!“, al momento della lettura della sentenza, e chissà che carrello era. Ci piace pensare che fosse un carrello della spesa, ormai bulgaro a tutti gli effetti.
2) L’avvocato del Corriere della Sera mi ha gettato un’occhiata incuriosita, mentre parlava col mio avvocato, visto che sarei l’involontaria miccia detonatrice di tanto casino – per giunta in odor di poligamia, secondo l’invadente giornale che difende. Uno poi si aspetta di vedere Circe, suppongo, e invece vede una spettinata prof rotondetta che si guarda attorno divertendosi un mondo, ma vabbe’. Sta di fatto che è riuscito a fare una buona impressione persino a me, questo difensore di gente che mi sta antipaticissima, quindi temo che come avvocato sia bravo. E del resto è grosso, il Corriere, quindi immagino che gli avvocati se li sappia scegliere. Meglio dei vicedirettori, almeno.
3) L’avvocato di Piccardo pareva più introverso, invece, mentre lo studiavo spudoratamente e lui, seduto e serio, si guardava le scarpe. Ché poi di tempo per studiare la gente ce ne era assai, mentre eravamo lì in attesa, e la mia curiosità si è vista premiata quando lui, sempre serissimo, ha estratto dalla cartella un libro di scuola e si è messo a fare i compiti di tedesco. Più concentrato del migliore dei miei alunni. Esercizi sui verbi, se non ho visto male. Fossero stati compiti di spagnolo, mi sarei offerta per dargli una mano. E lui sarebbe fuggito urlando, probabilmente. Ho idea che lo studio che rappresenta Piccardo mi veda come una femmina pericolosissima e non mi sento, in coscienza, di biasimarli per questo.
4) Io, poi, pericolosa non mi sento ma incavolata sì. Ancora. E assai. Credo che non mi passerà mai più. Sono ancora capace, a distanza di due anni, di sentire un nodo di furia nella bocca dello stomaco, quando ci ripenso. Tra l’altro me la sono dovuta talmente controllare, questa incavolatura, e tanto a lungo, che ormai è diventata una specie di ghiacciolo ibernato nel fondo del sacco dove tengo le emozioni. No, ma dico, ma ti ricordi di che delirio è stata, la pensata del Corriere? Una se ne sta tranquilla a scuola a spiegare i pronomi e, di colpo, si ritrova con tutta la stampa d’Italia che le dà della poligama. E tu lì, sbalordita: “Ma veramente io lo trovavo eccessivamente monogamo, più che poligamo…” e niente. E mio padre ululante, la scuola perplessa, il preside con le mani nei capelli, i pazzi su internet, ma ti prego. E io che avevo gli scrutini e dovevo correggere i compiti. Ma dimmi tu. Un simile scherzo, e dal Corriere della Sera. Ci vuole il senso dello spirito di un elefante, per sopravvivere.
5) Per imbarcarsi nei processi ci vuole pazienza, tanta. Imparare a contare fino a un milioneseicentotrentatrè e poi ricominciare. La prima pazienza è stata quella dei due anni che mi hanno condotto a ieri. Ora comincia quella del processo in sé e dei suoi rinvii, procedure varie, intoppi e cose così. Duemilioniseicentotrentatrè. E ricomincia a contare. Tanto, prima o poi finisce. Per il momento, rinvio di un mese e che il cielo ce la mandi buona.
6) Avrei dovuto prendermelo fin dal principio, un avvocato blogger e genovese. E invece, lì per lì, mi ero presa uno da cui poi sono fuggita a gambe levate e meno male che sono capitata su un post di Irene, in quei giorni, che parlava appunto di questo avvocato conosciuto allo Zenacamp, e così è andata. Le vie dei blog sono infinite, e parlare del prossimo ViadelCamp mentre si raggiunge insieme un processo Blogger vs Corriere ha un suo perché. Ci si sente, come minimo, meno strane.
Insomma: prossima udienza tra un mese, e ci si riaggiorna.
Intanto, non posso fare a meno di notare che, in mezzo a tutti gli pseudo-anti-Allam da sbarco che circolano su Internet, non solo l’Haramlik è stato l’unico blog ad averlo effettivamente fatto arrivare a un processo, il buon Magdi Allam, ma l’ho dovuto fare contro e nonostante questi qua.
I vari Miguel Martinez, Campo Antimperialista e compagnia erano troppo occupati ad alzare polveroni pruriginosi quanto utili a coprire gli informatori di Magdi Allam, nel frattempo. O a starsene assai vigliaccamente nascosti.
E una si chiede – quando li vede che ancora si atteggiano a pensosi critici di Allam, nei loro scritti – se non gli capiti mai, di vergognarsi.
Federica
Complimenti, Lia! Complimente, comun
Federica
(dicevo) complimenti, comunque vada a finire!
nikink
contento per te, era ora, goditela!
valentina
non ho capito l’antefatto, soprattutto il perché il corriere abbia scritto un pezzo sul tuo matrimonio, ma é uguale, o sei famosa e mi son persa qlcs io? Cmq allam mi sta talmente sulle balle che l’idea che l’hai moralmente schiaffeggiato mi rallegra!
brava Lia!! e son felice ci fosse SMP, mi pareva aver capito da facebook che fosse finita, era un peccato…
Broccoli
Ahan… allora non è vero che adesso si chiama Cristiano! Ora si chiama +1.
vagatonda
Come sarebbe a dire “rotondetta”? E… la Lia della magnifica dieta dove è finita?
Alessandra
Cara Lia, la seguo in silenzio da più di un anno e oggi, non posso proprio fare a meno di augurarle un mondo di bene per il suo processo.
In bocca al lupo per tutto!
lapiccolacuoca
Massima e totale solidarietà, fallo diventare bianco e fallo andare in rosso. Non credo che si presenti al processo a suo carico. Sta troppo figo per essere vero. 1 abbraccio forte e un buon anno genovese.
lia
Grazie, incrocio le dita. :)
Vagatonda: ehm, il Natale mi ha un po’ turbato, mettiamola così.
Giulioromano
Non ho mai capito perché le donne (quasi tutte) si vedono sempre “grasse” o “rotondette” per i 2 etti accumulati durante il Natale.
I 2 etti o i 2Kg NORMALMENTE NON SI NOTANO, e NON E’ DETTO CHE STIANO MALE (lo dico sempre a mia moglie), e comunque in 5/10gg si smaltiscono.
Auguri per la vicenda Magdi +1.
Quel +1 sembra quasi un modo “casareccio” per non voler nominare, in un aula di tribunale il nome altisonante del Dott. Mieli.
Quanta discrezione per questo Signore!
Del resto i “cattivi” non possono essere gli appartenenti ad una casta ma, gli appartenenti al “popolaccio” (la giustizia oggi si scrive con la G minuscola, e la legge è uguale per tutti i e per qualcuno – gli appartenenti ad una casta, per l’appunto – lo è ancora di più … uguale).
Non mi piace questa storia del +1.
Tanta considerazione..sa di timore reverenziale.
Stai attenta, facciamo gli scongiuri di rito, e pensiamo positivo.
Sandro kensan
In bocca al lupo, Lia.