Da Wikipedia:

Ma i misfatti di Moll al pari di quelli di tanti altri sono determinati più dalla drammatica necessità di sopravvivere che dalla libera rinuncia ad un codice etico. Caratteristica costante del picaresco è l’impossibilità dal parte dell’eroe di cambiare la società, un determinismo che può sembrare cinico ma che costituirà la componente fondamentale in autori come Émile Zola e di Giovanni Verga, figli (o vittime) della Rivoluzione industriale.

Da Repubblica:

“Quando sono rimasta tutta la notte, non ho avuto nulla. Se non la promessa che sarei stata aiutata a costruire finalmente quel residence per il quale ho le carte in regola e ho pagato già per ben quattro volte gli oneri di edificabilità”.

Certi uffici pubblici di Bari devono essere un mezzo incubo. Io ne ricordo alcuni a Napoli, affrontati molto tempo fa per fare avere a mia madre la sua liquidazione di insegnante di ruolo nello Stato. Le arrivò con una decina di anni di ritardo, ed era una pratica di quelle che dovrebbero andare in automatico. Figurati l’impazzimento se devi fare cose più complesse: la prima, primissima cosa che fai è porti la domanda: “Chi conosco?

La escort barese, che è talmente incazzata per la sua pratica da portarsela in giro anche quando la convocano i giudici, ha modo di arrivare al presidente al Consiglio. Lo avrà detto anche a lui: “Il terreno è mio, ho già pagato gli oneri quattro volte, voglio farmi ‘sto benedetto residence e non ci riesco.

E come la affronta, il presidente del Consiglio italiano, la annosa questione dell’impenetrabilità della burocrazia al Sud? Chiama Brunetta? No.

Si piazza la escort accanto sul divano e, davanti alle guardie del corpo che – appunto – guardano, le mette le mani addosso, la accarezza “esplicitamente” in mezzo a una platea di invitati alla festa, poi se la porta a letto, poi la saluta e, della sua pratica, se ne scorda. Tempo dopo, la fa allontanare dalla stessa guardia del corpo davanti a cui le aveva messo le mani addosso.
Un gentiluomo, il presidente del Consiglio.

Da Wikipedia:

“Per quanto riguarda l’aspetto picaresco, Moll è un personaggio di classe inferiore che si muove in mezzo ai ricchi e mette a nudo la loro vanità e vacuità.
Tuttavia, come racconto morale il romanzo si può leggere in due modi diversi. Da un lato, la storia di Moll potrebbe essere tragica in senso classico: si macchia di un’unica colpa di hybris in quanto desidera essere una signora – posizione alla quale non ha diritto – e si prostituisce […] nello sforzo di elevarsi a quella condizione, solo per essere condotta alla confessione, al perdono e a vivere una vita “perbene” nella classe media.
D’altro lato, potrebbe anche esser letta come la storia di una donna il cui delitto è la autosufficienza e la mancanza di obbedienza cristiana; essa perciò commette delitti per la sua volontà peccaminosa; può raggiungere la prosperità e la pace solo con la confessione, la redenzione e la sottomissione alla divinità. Così il romanzo esplora entrambe le ideologie contemporanee del XVIII secolo: conservatrice e liberale.

Questa tizia fa la escort e, col suo mestiere, ci mantiene madre e figlia. La vanità e vacuità dei ricchi la vede benissimo e, di Berlusconi, osserva con lucido distacco i tacchi sotto i pantaloni, il fondotinta in faccia, lo squallore del menù, la volgarità di quelle mani addosso pubbliche, il narcisismo patetico del filmato autocelebrativo che proietta alla sua platea di descamisadas.
Ora: per farci affari, con una persona, non è necessario stimarla. Nessun venditore è tenuto a provare stima per i suoi clienti.
Farsi però bidonare da un cliente che disprezzi è una ferita grave per la propria professionalità, qualunque essa sia. E farsi offendere quando protesti è pure peggio.

Da Wikipedia:

Nel romanzo picaresco emerge spesso un contrasto stridente tra gli strati ricchi, che predicano il bene ma in realtà restano impuniti delle loro malefatte solo in virtù dei loro privilegi mentre i poveri pagano per tutti.

In nessun rapporto umano si riesce a tollerare di essere gerarchicamente sottomessi a persone che non si stimano. Nella rappresentazione stereotipata del gioco tra uomo e donna, è ancora peggio. E’ una recita condivisa, quella dell’Uomo Ricco e Potente che svolge la funzione di Capo e della Donna Ammirata e Docile che fa l’Odalisca. Ma nessun uomo – proprio nessuno – può essere così coglione da crederci davvero. E’ troppo stupido, è un errore di quelli che lasciano senza parole, è demenziale, è una confusione del sogno con la realtà tale da sconfinare nel delirio.
E la realtà, lì, non consisteva in un Re ammirato dall’Odalisca, ma in un patetico vecchio coi tacchi assecondato da una che per mestiere, appunto, asseconda le fantasie altrui.
Se un uomo è tanto imbecille da rompere il tacito patto del “questa è una recita”, prima ancora del patto esplicito della retribuzione, non merita nemmeno i suoi soldi e il suo potere. Non merita di stare dove sta, perché non sa stare al mondo. Non sa giocare ai suoi stessi giochi e, per giunta, fa scontare la sua imperizia a una donna che lavora.
Assolutamente imperdonabile.
E Berlusconi ha rotto prima il patto esplicito, non pagandola e fregandosene della sua pratica, ma poi – e questa è la cosa più grave – ha rotto il patto implicito continuando la sceneggiata del Re anche a gioco finito. Facendola allontanare da quella guardia del corpo. Offendendola stupidamente, volgarmente, al punto da costringerla a dirglielo, come stanno le cose: “No, guarda, tu non sei un Re e io non sono un’Odalisca. Tu sei un povero coglione e io sono una tua creditrice.

Io mi auguro fortemente che il recupero crediti di Patrizia vada in porto.
E che, come la più famosa omonima cantata da quello che è il vero paroliere di questo romanzone italiano, chiarisca all’uomo “che non ha mai pagato una donna” come stanno in realtà le cose.

“Tu mi guardavi languida
dicevi: “Sei uno sciocco.
Ci vengo, sulla Vespa,
se mi compri la fetta di cocco.”