L’antefatto:
Pupina e il suo fidanzato Israel decidono di comprare casa. La trovano, nel centro storico della città spagnola in cui vivono, firmano il contratto e danno inizio ai lavori di ristrutturazione. Questo, una settimana fa. Sabato scorso passano – lei, il fidanzato e un’amica comune – sotto ‘sta futura casa e, nella strada accanto, c’è un ragazzino che sta picchiando un gatto.
Il fatto:
Il ragazzino avrà 14 anni, è piccoletto e visibilmente gitano. Hai presente i gitani spagnoli? Stanziali in Spagna da secoli, creatori di ogni folklore e portatori di uno storico brutto carattere e di regole etiche molto specifiche, diciamo così. Gente fatta a modo suo. Gitani, insomma.
Mia figlia, del tutto indifferente alla specificità gitana di cui sopra, parte decisa in difesa del gatto e insulta pesantemente lo zingarello: “Subnormal de mierda“. Lo zingarello si offende e le risponde per le rime. E poi ancora. E poi ancora. E poi ancora. Il gruppetto di mia figlia vorrebbe allontanarsi ma lo zingarello è proprio furioso e non smette di seguirli e di insultare la mia soave creatura. Arriva a chiamarla “Chupapollas!”, insulto greve che non andrebbe mai rivolto a una giovin signorinella e, a questo punto, il fidanzato Israel reagisce, essendo isso spagnolo y muy spagnolo, e stampa lo zingarello contro un muro, attento a non fargli male ma deciso a farlo stare zitto. Allo zingarello viene una crisi di nervi: “Questa è la mia strada! E’ il mio territorio! Tu mi hai toccato e sei morto, adesso chiamo tutti i miei parenti e ti faccio uccidere!!” e comincia a suonare a tutti i citofoni gridando aiuto e convocando l’intera comunità gitana del centro storico.
Scende la nonna dello zingarello. Discutono, lei fa per portarselo via, il fidanzato di Pupina si distrae un attimo e, in quel momento, sbang: lo zingarello prende un bastone e lo fa calare con tutte le sue forze sulla crapa di Israel, il quale cade a terra di spalle sanguinando come l’urna di san Gennaro. E, una volta a terra, si ritrova con lo zingarello che – sempre armato di bastone – conclude l’opera e, nonostante la differenza di età e di forma fisica tra i due, ne fa polpette. In ospedale, dove lo portano in ambulanza, il bilancio sarà di sei punti in testa, una costola incrinata e contusioni varie. Tutto questo lo apprendo in diretta, raggiunta dalla telefonata di mia figlia in piena crisi di nervi quando me ne stavo mollemente adagiata sulla spiaggia di Finale Ligure.
Le conseguenze:
Il ragazzino viene fermato dalla polizia, portato davanti al giudice dei minori e condannato per direttissima a sei mesi di servizio sociale. Mia figlia e Israel decidono che non ci vogliono abitare, nella casa accanto a quella del gitanello che per poco non li ha fatti fuori e che di sicuro non vede l’ora di completare l’opera, magari con l’ausilio della famiglia tutta, e vanno all’agenzia immobiliare per rescindere il contratto e cercare un’altra casa in una zona diversa. Vengono accolti anche con una certa comprensione e si stabilisce che non dovranno pagare la penale e che rimborseranno solo i lavori di ristrutturazione fatti fino a quel giorno.
Siamo tutti molto dispiaciuti, ovviamente, e anche un po’ dubbiosi: mio padre ed io pensiamo che si potrebbe cercare di risolvere la faccenda con qualche metodo di diplomazia gitana in modo da tenersi la casa, ma i ragazzi non ne vogliono sapere. “Io non posso vivere in un posto dove, ogni volta che rincaso, mi devo assicurare che non ci sia il gitano con qualche cugino sotto al mio portone. E’ un miracolo che non gli abbia rotto la testa, a Isra. Quello è pazzo, non voglio averci a che fare.”
Io, tra me e me, penso che non tutto il male viene per nuocere: mia figlia è terribilmente linguacciuta, quando vuole, e mi sono chiesta spesso come mai nessuno le abbia mai dato due sberle fino ad ora. Il fatto che si sia messa a litigare con un gitano mi pare un errore strategico di portata notevole e sono persino stupita che non sia saltato fuori qualche coltello. Poteva andare molto, molto peggio. “Le servirà di lezione e imparerà“, penso, ché questo lato del carattere della mia bimba mi ha sempre dato delle preoccupazioni. E rifletto – non per la prima volta – sulla mancanza dell’istinto di segnalazione-pericolo che sembra caratterizzare mia figlia e, con lei, un po’ tutta questa generazione di ragazze cresciute in città come Milano e convinte che al mondo ci sia un modo giusto di comportarsi che si contrappone a un modo sbagliato, e che il solo fatto di avere ragione le protegga da ogni pericolo. La donna del Sud che è in me la rimprovera assai, la Pupi, e per una serie di motivi che – me ne rendo conto – sono difficili da teorizzare a una ragazza della sua generazione.
Che non si litiga con gli sconosciuti SOPRATTUTTO se sei con un uomo, per esempio. Che, se proprio devi, litighi da sola e non metti nessuno in condizione di doverti difendere. Perché, non ci sono santi, se sei una donna e ti ritrovi davanti un tizio aggressivo, è difficile che le cose trascendano oltre il paio di sberle, rigorosamente da prendere e portare a casa. Se sei con un maschio si trascende, invece. E se gli rompono la testa, al tuo fidanzato, è colpa tua che lo hai messo in condizione di doverti difendere, appunto.
Io non lo so: queste cose me le diceva da bambina quel concentrato di maschilismo che era mia nonna. Avevo sette anni quando mi raccontò di una signora per cui due tizi avevano litigato e uno era morto e l’altro era finito in galera e ancora ricordo il tono di disprezzo con cui mia nonna mi spiegava che era tutta colpa di lei, della signora, e che una donna non mette degli uomini in condizione di finire così. Sono passati 40 anni e ancora me lo ricordo. Ed era una strano maschilismo, il suo: un maschilismo che riconosceva alle donne un notevole potere ed imponeva loro di gestirlo con estrema prudenza, di responsabilizzarsene al massimo. Codici di comportamento del sud Italia di 40 anni fa, ma ancora utili assai. E mi stupisce sempre che mia figlia manco ci pensi a ‘ste cose, e quindi ho pensato, tra me e me, che magari stavolta imparava e che da una vicenda spiacevole poteva venirne fuori una lezione positiva, buona da investire per il futuro.
Conclusione:
Appreso che il conto per i lavori ammontava a 4400 euro che doveva risarcire in totale perdita, mia figlia ha preso i piedi ed è andata, senza fidanzato, nella strada dei gitani alla ricerca del patriarca (sì, c’è un patriarca) per parlamentare e proporre un armistizio.
Arriva, trova due gitani, chiede del patriarca e spiega chi è. I gitani si incazzano da morire: “Tu?? Tu sei quella per cui quel povero bambino nostro ha passato tanti guai??? Ma se l’avessimo visto, il tuo fidanzato che lo spingeva contro un muro, saremmo scesi con i coltelli e lo avremmo ucciso, è ovvio!!!”
E come reagisce la soave bambina in visita diplomatica in territorio zingaro due giorni dopo avere visto il sangue? Si mette a strillare come un’aquila. Già. Che lei ha ragione, che loro hanno torto, che il suo fidanzato non ha fatto niente, che il loro bimbo è un pazzo furioso e che “Anche se siete zingari dovete ragionare non poteeeeete essere irrazionaaaaaaaaali!!!!!!”
Io non lo so.
Quando me lo ha detto mi sono dovuta stendere.
Per farla breve: alla fine di molte discussioni, urla e pianti e drammi vari, i gitani si sono placati e le hanno detto di non preoccuparsi di niente, che la proteggono loro. Si sono persino salutati con due baci.
Tutto è bene ciò che finisce bene? Col cavolo.
“Mamma, io non la voglio la loro protezione. Non concepisco che mi si debba proteggere, non voglio vivere accanto alla camorra. Che roba è?? Pago i 4400 euro pure se non ce li ho. Ce ne andiamo in un’altra zona. Quelli ragionano solo con l’istinto, io ho bisogno di vicini razionali. Non ci voglio avere a che fare, con ‘sti codici. Ma ti rendi conto che erano indignati perché io avevo sgridato un ragazzino per difendere un animale, cosa per loro inconcepibile? Sono matti, io non ci sto.”
E io: “Va bene, ma tu non puoi pensare che il mondo funzioni in base a categorie di giusto o sbagliato uguali per tutti. Io mi sentirei tranquilla dopo una promessa di protezione, tu invece ti indigni perché volevi che ti dessero ragione. Non funziona così.”
“Sì, mamma, ok. La teoria la conosco, lo so cosa vuoi dire. Ma non sono capace. Ero andata lì decisa a mordermi la lingua e ho finito con l’urlare, invece. Non riesco a metterla in pratica, la teoria. Divento matta. Io sono cresciuta a Milano, sarà questo. Me ne vado in un’altra zona e amen.”
E io, ok, capisco. Ma mi sembra così strano, così contro la genetica, così profondamente bizzarro avere una figlia per tanti versi così diversa da me… Cos’è? La diversa provenienza geografica, la diversa generazione, un temperamento semplicemente diverso, che roba è? A me avrebbe fatto piacere scoprire un margine di pace con gli zingari. Mi avrebbe intrigato, la cosa. Mi avrebbe deliziato l’offerta di protezione. Lei rabbrividisce, invece.
Non lo so cos’è. Non credo nemmeno che una di noi abbia torto e l’altra ragione. Io forse sono meglio equipaggiata per certi aspetti della vita di quanto non sia lei, e lo sono fin da bambina. In compenso, se tutti ragionassero come mia figlia la camorra si estinguerebbe per mancanza di adepti e di carisma.
Non lo so. So che la guardo, certe volte, e penso: “Boh.”
ti avrebbe deliziato l’offerta di protezione?????????????????? ma che razza di mentalità hai??? Seguo sempre con piacere il tuo blog trovando i tuoi post intelligenti e spiritosi, con una grande capacità di osservazione della realtà intorno a te (bellissimi tutti quelli che hai dedicato all’egitto, per esempio). Ma qui non ti seguo proprio: è ovvio che tua figlia abbia una sacrosanta ragione nel non volere vivere vicino a barbari violenti ed arretrati ed è stata molto coraggiosa ad intervenire a favore del povero gatto. Mi ripugna che ci sia gente così al mondo??? l’offerta di protezione ti ha deliziato??? a me avrebbe inorridito…la protezione dei cittadini spetta solo allo Stato…
Non è questione di generazione e nemmeno di geografia: ho circa la tua età, mia nonna era del sud (entroterra campano), ma avrei fatto esattamente come tua figlia.
Non riesco a trovare nulla, ma proprio nulla di intrigante in un gruppo umano che manda in ospedale un uomo a seguito di una lite per un gatto. E che non l’ha ammazzato solo perché “non l’hanno visto”.
Sono d’accordo con te solo sul fatto che un po’ di prudenza non guasterebbe alla figlia, ché anche mantenersi interi (fisicamente, intendo) è un valore da perseguire.
Io, che volete che vi dica, sono molto sensibile agli aspetti antropologici delle diverse realtà. Avrei trovato la cosa interessante, così come ho sempre trovato interessante stabilire contatti con la comunità gitana, quando mi è capitato, pur sapendo di dovere fare i conti con suscettibilità diverse dalle mie.
Di fondo, mi pare ovvio che un’offerta di ‘protezione’ di quel tipo non è cosa da prendere sul serio come principio. E’, semplicemente, un modo per dire che il tale tizio non ti farà del male e nemmeno i suoi amici. Queste logiche mi intrigano, come mi intriga tutto ciò che non mi appartiene ma che so di potere comprendere se mi permettono di guardarlo, e quindi la cosa mi avrebbe divertito. Parecchio.
Ma sono io ad essere strana, mica dico di no.
E sono anche preoccupata per la bimba, ché la vita è una cosa difficile e un certo relativismo, che si acquisisce con l’età, fa sempre comodo nelle situazioni più disparate.
Camorra?
Zingari cattivi?
delinquenza?
Ma non erano situazioni esclusivamente italiane?
Stà a vedere che la “meravigliosa”, educatissima zapateriana, coltissima Spagna è peggio dell’Italia!!!
Tutto mondo è paese con certi stranieri e quanti
Oddio benedetto, vediamo se riesco per par condicio a ristabilire un equilibrio. Man mano che leggevo mi immaginavo com sarebbe andata a finire, perché capisco te e capisco tua figlia. E approvo entrambe.
Con certi tipi di uomini da società arcaiche (e si, ne trovi anche di giovani e milanesi, che è una categoria dello spirito) bisogna prendersi a mazzate prima di diventare amici e praticamente fratelli, cioè che ti riconoscano come vicina e quindi parente. è questa la protezione di cui stiamo parlando, non cose che chissà che si immagina la gente.
E francamente, vivendo in una città postmoderna, a me quel senso di parentume da società arcaica tra vicini in cui si divide insieme bene e male, anche se non necessariamente ti devi andare tutti i giorni a trovare per prendere il caffé, manca.
Mi mancherà pure, non me la voglio propcurare a spese dei miei maschi e quindi fanno bene loro, tua figlia e Isra intendo, a rinunciare a questa fratellanza e andarsene altrove. Io con un maschio in ospedale farei lo stesso, mentre come te, potendo decidere in prima persona senza coinvolgere i miei cari, una fratellanza del genere l’avrei anche coltivata per curiosità idelogica e intellettuale.
Che è lo stesso motivo per cui approvo tua figlia. Comodo dire che da certa gente prudenza vuole che guardiamo dall’altra parte, sono le persone come lei (e dio benedica le ragazze milanesi e non di quella stoffa) che fanno capire: qui c’è il mio confine morale e quello non si tocca. Non la pensi uguale? Sei tu che hai un problema e potresti anche cominciare a vedere che gli altri non condividono i tuoi riti tribali.
Trovo anche molto buffa e tenera la reazione di tua figlia, né io né te saremmo andate a fare la scenata, ma la vedo nella stessa linea di: guardate che ci sono anche gli altri al mondo che la pensano come voi e il povero bimbo vostro è uno stronzetto cresciuto male che se continua ad andare in giro a spaccar la testa alla gente non è che si evolve nella vita. A 14 anni, ma mi illudo, forse un essaggio del genere ancora gli arriva. O magari no, ma è importante segnalare per noi cosa sia: fin qui e non oltre.
Poi uno può anche dirsi: ma ad andarci a vivere, oltretutto essendo ormai accettati, in quel quartiere, e vivendo la tua vita fmostrando tutti i giorni che esistono anche modelli diversi, fai più di 100 servizi sociali.
Il punto è, cosa vuoi dalla vita? Fare opera meritoria o vivere tranquilla tra gente che la pensa un minimo come te? O vivere come un isola in mezzo a gente a cui non frega nulla degli altri che gli sono intorno?
Sono domande grosse, altroché.
E magari hai voglia di leggerti quello che scrisse una ventina di anni fa Camille Paglia sullo stupro da parte dei conoscenti e le ragazze cresciute troppo protette e con il senso delle regole e di cosa è giusto e sbagliato. Perché resta un dilemma tra liberta e sicurezza.
Bellissimo commento, Mammamsterdam.
Grazie.
Gli Zingari non sono tutti uguali.
Ci sono quelli che lavorano e che si integrano, altri no.
In ogni caso tua figlia DEVE NECESSARIAMENTE ALLONTANARSI da quella gentaccia e da quel luogo.
L’aver cercato un colloquio con il “patriarca” è stato un segnale di debolezza o di resa per loro, non di civiltà.
Quindi è bene cambiare quartiere o città, fare un nuovo contratto di locazione a nome dell’altro coniuge e non inserire nell’elenco telefonico il proprio nome. Questo perchè ci saranno inevitabili vendette da parte loro. Cercheranno tua figlia e tuo genero ed è bene cautelarsi. Attenzione con gli avvocati: il miglior cliente di un avvocato è il delinquente, e facilmente l’avvocato può essere indotto a “vendere” il cittadino (tua figlia e tuo genero) per acquisire un buon cliente (lo zingaro). Chiedete aiuto alla polizia, loro sanno cosa fare.
Oddio che situazione… più che altro perché avendo l’età di tua figlia la comprendo benissimo. la giustizia, il bene, il senso del dovere e di responsabilità personale che ogni cittadino deve o dovrebbe avere. Sapere prendere posizione è un atto di coraggio che vedo in molti ragazzi della nostra età e che approvo; ma se c’è una cosa che mi ha insegnato Genova è che l’affermazione delle proprie idee e valori e più in generale l’integrazione spesso passa anche per (l’espressione è rozza ma spero esemplificativa) “farsi una strabarcata di cazzi propri”. Fossi stato al posto del ragazzo di tua figlia con tutta probabilità l’avrei trascinata via di peso prima di arrivare allo scontro fisico. E pazienza per il povero micio. Poi con il caliente gruppo etnico con il quale divido il ballatoio avrei provato a d instaurare un dialogo, ma con calma però senza fretta eccessiva. Che ci vuole una vita per diventare amici, ma un attimo per prendersi na baccata.
(E poi Lia, dai, ma se a san Bernardo vedo un ragazzino 13enne che spaccia che gli vado a fare la ramanzina? eh no cazzarola, che il suo papà avrò sicuramente piacere di incontrarlo e conoscerlo, ma non con un coltello in mano).
Non so se la lingua lunga sia figlia del contesto sociale. Io sono cresciuta in una famiglia dove mamma, babbo, nonna (e no, il nonno no … sennò mica ero qui a scrivere), mi menavano tutte le volte che la mia lingua andava un po’ oltre. E credimi, il loro oltre non era tanto in là! Eppure niente e nessuno, almeno finora, sono stati in grado di frenarmi. Ché al posto di Pupina avrei reagito uguale uguale. Penso sia temperamento e il fatto che siate diverse non è strano. D’altronde tu stessa hai sempre scritto di essere molto diversa da tua madre.
Ti leggo regolarmente, hai un bel modo di raccontare e non importa se a volte non condivido. Da siciliano e padre di una figlia ancora piccola ma già in vena di giustizia ti comprendo. Da ragazzi si vede in bianco e nero, la vita è una tavolozza di grigi e ogni medaglia ha il suo rovescio … è banale ma lo dimentichiamo. L’uomo ha il senso di dignità, esso si sviluppa nel contesto del proprio nucleo sociale, perciò anche il malacarne gitano ce l’ha, la sua dignità: “questa è la mia strada” il gatto non può dirlo perciò è giusto prenderne le difese in quanto più debole, “subnormal de mierda” è un insulto alla dignità del gitano, ed è controproducente se non si è di quella risma e non si sa quindi come gestire istintivamente il confronto. Sarebbe stato più opportuno distrarre il tipaccio in modo soft per dare un’opportunità di fuga al gatto. L’uomo, questo lo sai, a differenza della maggior parte degli animali che combattono per il predominio territoriale non interrompe l’aggressione quando lo sconfitto si arrende, dunque un combattimento tra maschi senza regole e arbitro tende alla tragedia ed il fidanzato di tua figlia, vista la carta mala parata e prima di aggredire a sua volta l’energumento quattordicenne avrebbe dovuto prendere di peso tua figlia e battere in ritirata. Questo è il criterio che ho appreso nel taijiquan, il cui primo obiettivo è lo sviluppo dell’equilibrio interiore per evitare il confronto fisico anche a costo di incassare un insulto, perché nel combattimento non c’è spazio per i sentimenti, è vita o morte, si neutralizza subito il nemico per poi darsi alla fuga. Un accordo sulla parola con dei mafiosi può anche funzionare ma ha un prezzo ignoto. Il suggerimento di Giulioromano mi pare sensato, meglio rivolgersi alla polizia del quartiere per saperne di più su questi gitani e chiedere consiglio sul da farsi, eventualmente cambiare città.
Cambiate nazione! fuggite prima che sia troppo tardi! all’ambasciata, presto!…ellamadonna, dai, cerchiamo di non esagerare…
W Giulioromano W Mammamsterdam…. ^_^
Ma io vedo una certa continuità tra l’idealismo di tua figlia e il tuo
Ma guarda tu! Scusa ma concordo con Fede, questo Isra dovrebbe procurarsi una boccetta di cloroformio per sedare tua figlia quando serve! Dille di non pensare mai di trasferirsi nella Locride! :)
Io la vedo un po’ come Lia, invece. Mi riesce difficile immedesimarmi in uno a cui hanno rotto la testa (e forse anche a Lia riesce difficile), però queste culture “altre” le trovo interessanti. Non si tratta di un imbarbarimento da televisione e droga come quello delle nostre borgate, ma di un codice di vita secolare. Anche se non è il nostro, non merita disprezzo a priori.
Ma fate come volete. Io resto preoccupato.
Qui non è una questione di “cultura” diversa.
Loro conoscono benissimo la nostra, e la utilizzano solo quando gli fa comodo (sovvenzioni comunali, non pagano tasse, non pagano l’assicurazione delle auto..).
Il teppstello, allevato come tale dalla loro “cultura”, andrà al riformatorio (come merita), e la famiglia pretenderà dalla Pupina un risarcimento (per loro è colpevole, in quanto non si doveva impicciare). Questi ragionano così. E l’aver cercato un incontro con il Patriarca è un segno di resa. Adesso, oltre ad avere Israel malmesso, se la Pupina non paga, rischia grosso. Poi considera che per tradizione, molti di questi fanno anche gli usurai oltre i papponi… finisce che non se li toglie più dai piedi. Meglio chiedere la protezione della polizia e sparire..
No, i soldi sono per i lavori della casa che erano già iniziati.
I gitani non gliene hanno chiesti, di soldi. Almeno questo… :)
Pare, anzi, che lo zingarello non abbia i genitori e viva solo con la nonna la quale, a quanto hanno detto a Pupi, ha commentato che magari gli fanno bene, al ragazzino, sei mesi di servizio sociale, ché lei non riusciva più a tenerlo.
Dovrà fare cose di comunità dalle 8 del mattino fino a sera, per i prossimi sei mesi sarà impegnato.
…mmmmmmmmm…
Lia, io comprendo il tuo punto di vista, anche se istintivamente avrei agito come tua figlia. Anche io sono di Milano e anche io darei tutto per la coerenza, sarà che sono così stufa di tutto il marciume che ci circonda, di chi calcola solo i propri interessi e se ne sbatte degli altri….Ho deciso che nel mio piccolo farò sempre quello che è possibile per essere una persona onesta e coerente. Spesso mi scontro con i miei, per queste cose; loro mi dicono sempre che non si vive di pane, coerenza e di ideali. So che loro mi dicono così perchè hanno paura, ma io non posso fare a meno di pensare che non voglio diventare come gli altri. Non voglio fregarmene, non voglio far parte di mafie, non voglio perdere i miei valori.
Con questo, penso che con qualche accortezza in più, si sarebbe evitato il peggio. Per esempio gli insulti non servono a nulla. E Israel poteva starsene calmo e portarla via, invece di peggiorare la situazione. Vedo più colpe in lui, sinceramente. Altro che potere delle donne e ragioni del maschilismo! Tanto in quelle occasioni, con gente ignorante come quel bambino, non c’è molto da dimostrare, quindi era meglio agire in fretta e poi dileguarsi. E poi la violenza genera violenza.
Ric: sei il tipo di persona che ha ancora il potere di atterrirmi, nonostante tutto. Pensi che il tuo razzismo serva a qualcosa? No, non è per nulla costruttivo. Alimenta solo lo scontro e l’odio verso chi è diverso da te, senza distinzioni, logica che trovo aberrante.
Secondo me qui la cultura gitana c’entra relativamente, se non in quella logica di “protezione del gruppo”, che comunque è culturale e urbana ma trova spazio anche in altri tipi di comunità, non per forza etniche, nazionali o comunque tenute insieme da un legame culturale e/o identitario. Secondo me la logica di gruppo è una reazione al senso di precarietà e di instabilità che la classe politica non è più in grado di gestire, in Italia come in altri paesi. Quindi, certo che queste realtà ci sono anche in Spagna. Cos’è, ti fa piacere aver scoperto che non è il paese dei balocchi? Ma guarda te!
Detto questo, il ragazzino rimane un soggetto disagiato e problematico, poteva provenire da qualsiasi famiglia, è inevitabile pensare che lì c’è un disagio sociale e familiare a monte. Io ho conosciuto ragazzi gitani che hanno subito violenze terribili all’interno della loro stessa comunità, e sfido chiunque a dire che sia facile uscire da questi problemi. Se ogni giorno da quando sei nato qualcuno ti picchia a sangue senza motivo, o ti stupra, penso che qualche problemino ti venga fuori prima o poi, o no?
Con questo non voglio assolutamente giustificare il ragazzino. Intanto la sentenza è arrivata subito, mica come la lentezza del poco credibile sistema di giustizia italiano.
Saluti
Questi commenti sono parecchio belli, devo dirlo, e serviranno sia a me che a mia figlia per razionalizzare un po’ il tutto.
La faccenda non è stata leggera: ‘sti due ragazzi avevano già, letteralmente, comprato casa, e adesso si ritrovano con qualche migliaia di euro da risarcire per i lavori, con un ‘grazie’ da dire a un’immobiliaria che non ha voluto fare valere i suoi diritti <(sennò ne avrebbero pagati 20.000, di euro, per la rescissione del contratto) e senza casa.
Ed essendo entrambi giovincelli, ed è evidente che sono dispiaciutissima come è evidente, d'altra parte, che credo che la vita sia fatta di esperienze e che alla fine rimane questo, ciò che hai saputo del mondo, e niente altro. Ed è la cosa che mi fa vedere questa vicenda come qualcosa di fertile, al di là del dispiacere.
Volevo solo specificare
Io vorrei ringraziare per questi commenti, che sono davvero belli e ci serviranno, a me e alla Pupi, per razionalizzare una vicenda che comunque è stata pesantissima per i due ragazzi.
Poi sto cercando di capire se io avrei consigliato a mia figlia il “quieto vivere”. Voglio pensare di no, non credo di essere così. Forse vorrei che impiegasse più tempo a osservare e a “sentire” gli altri, prima di opporre la sua scala di valori a quella altrui.
E’ anche vero, però, che quando sei giovane devi affermare la tua, di identità.
Mah. Curiosa, pesantissima vicenda. Ha senso solo se è fertile: se ne escono conoscendosi meglio.
A parte l’insulto un po esagerato di tua figlia, non mi sembra che ci sia molto da dire… si è comportata anche troppo dignitosamente, probabilmente un qualsiasi italiano si sarebbe semplicemente fatti gli affari suoi standone ben alla larga. Non per niente siamo nella situazione in cui siamo.
si, errori ne sono stati fatti: l’insulto, lo sbattere il ragazzino al muro… ma è chiaro che il problema è essenzialmente in quel ragazzino e probabilmente in parte di quella comunità.
Chissà, forse da questo episodio potrebbe nascere una buona storia, addirittura una sorta di amicizia tra il ragazzino e tua figlia… dopotutto una volta passata l’ira dovrebbe arrivare a capire l’enormità della reazione e potrebbe pure nutrire un certo rispetto per chi ha avuto il coraggio di affrontarlo.
D’altra parte potrebbe pure accadere il contrario, e vivere nel timore che qualcuno possa aggredirti alle spalle non è facilmente accettabile… specie se in quel luogo pensi che un giorno potresti mettere al mondo un figlio. Dopotutto il degrado del territorio e sociale mica è colpa di tua figlia…
Per esempio anche io me ne andrei volentieri dall’italia: ho sempre lottato contro l’imbarbarimento della vita politica e sociale, ciononostante mi trovo circondato da una deriva culturale che disprezzo e un po mi spaventa. Non mi sento colpevole (anche se probabilmente una mia parte di colpa ci sarà) e per me diventa difficile accettarne le conseguenze.
Figurarsi tua figlia, che magari in quel posto sognava un rifugio ed ha trovato una trincea, perché dovrebbe rassegnarsi? E perché dovrebbe accettare di cambiare il proprio carattere?
Ce ne saranno di motivi nella vita che ti faranno perdere di vista i sogni, scendere a compromessi… ma non adesso, non a questa età… non mentre sta iniziando a cercare di costruirseli i suoi sogni.
Non puoi certo fargliene una colpa.
A mio parere l’unico errore della Pupina è stato credere ingenuamente che si possa convivere, in nome forse della multietnicità, con tali delinquenti. Perchè non sono nient’altro che questo: gente che ruba (siete mai stati borseggiati dagli zingari in centro a Barcellona? Mi dicono essere una cosa mooolto comune), sfruttatori della prostituzione e dell’accattonaggio di minori; che non è in grado di rapportarsi civilmente con noi (pronti soccorsi sfasciati e personale minacciata col coltello).
Non c’entra l’etnia diversa qui, ma il fatto che la loro cultura non è compatibile con la nostra.
La Pupina si è giustamente incazzata (ben vengano i giovani che hanno ancora la forza ed il coraggio di essere idealisti!).
Non solo non è possibile convivere con quella gente, ma va ALLONTANATA da noi.
Io starei molto attenta a non cadere nella trappola della fascinazione per il (supposto) esotico/folcloristico/culture ancestrali e via dicendo.
Sicuramente la storia e la cultura del popolo gitano è degna di interesse, (così come quella di ogni altro popolo minoritario ed emarginato). Nell’immaginario ha finito per diventare il diverso per eccellenza, e quindi, affascinante perchè misterioso, altro da sè, ancestrale, primitivo. Questa cultura è purtroppo ormai quasi solo testimoniata da libri o film o documentari, perchè “quelli zingari là” non esistono quasi più, proprio come non esistono più gli ebrei erranti, i tuareg “originali”, gli indios, gli indiani d’america, o ogni altro gruppo tribale primitivo che è rimasto impresso nell’immaginario collettivo come qualcosa di diverso da noi, puro e autentico.
Quello che racconti tu invece è semplicemente un episodio di prevaricazione, come (purtroppo) ne succededono tanti in tutte le città. In questo caso, il prevaricatore prima infieriva su un animale, poi su una ragazza che lo difendeva, poi infine sul ragazzo che difendeva la ragazza. Con una violenza sproporzionata, gratuita, istintiva e fuori controllo. Con nessun rispetto per la vita altrui, sia quella di un gatto o di un essere umano. La prevaricazione non fa parte di nessuna cultura. E’ ignoranza, punto e basta, che venga da uno zingaro, un italiano, un napoletano, un nero, un musulmano o un indù. Non c’è nessuna giustificazione culturale alla prevaricazione e al non-rispetto per la vita altrui, nessun codice culturale “altro”.
Non ci trovo niente di culturalmente affascinante nel fatto di dover andare da delle persone (ritenute “potenti” solo per il fatto di essere gli anziani della famiglia-caln) a chiedere la protezione per non essere bastonati a morte per strada quando si reagisce a qualcosa che non ci piace. Questo, in tutto il mondo, è un comportamento MAFIOSO: mettersi al di fuori (e quindi al di sopra) dei codici morali e comportamentali comuni, e far rispettare il proprio “codice” a suon di minacce e bastonate, o peggio. Far si che gli altri ti debbano chiedere il permesso e la “protezione”, che si sottomettano alla tua “autorità” se vogliono viverti accanto.
C’è un grave fraintendimento culturale in tutto ciò: ritenere più giustificabile la prevaricazione se proviene da una persona che riteniamo essere “di un’altra cultura”, perchè “ai suoi occhi, comporarsi così è normale, fa parte del suo codice culturale, non capisce che è sbagliato”. Allora, questo vale anche per i padri musulmani che sgozzano le figlie (secondo tua nonna in quel caso, è colpa delle figlie aver offeso la suscettibilità del maschio?), i camorristi che fanno fuori intere famiglie (è i loro codice d’onore), ecc ecc?
Quando una cultura diventa prevaricazione finisce di essere cultura, e tua figlia reagendo come ha reagito ha fatto del bene, a sè stessa e anche alla cultura gitana.
Sono daccordo con te Salaam, però mentre con altre etnie c’è una piccola percentuale fisiologica di persone che delinquono o danno di matto, gli zingari al 99,9% campano di furti e prevaricazioni ai danni delle persone normali.
Starei molta attenta ad impostare il problema nei termini corretti: non è l'”etnia” che rende delinquenti (altrimenti non ci sarebbe altra soluzione che, appunto la “soluzione etnica”, di cui peraltro già furono vittime gli zingari..) ma il contesto in cui l’etnia si trova a vivere.
Il contesto in cui gli zingari vivono oggi è degradante; nessuna scolarizzazione, analfabetismo, soprusi di ogni tipo (degli adulti sui bambini, degli uomini sulle donne, ecc), esclusione e autoesclusione dalla vita sociale. E’ questo contesto che bisogna cambiare, anche se è difficile. Il primo passo è quello di considerarli persone come gli altri, appartenenti alla nostra società, e quindi chiedere anche a loro di rispettare le nostre leggi. Altrimenti, se li si tratta da “speciali”, che in quanto diversi/emarginati/primitivi non sono in grado di adeguarsi al vivere civile, questo è razzismo mascherato da tolleranza. Si sta dicendo “tu sei incivile per etnia, e da lì non ti puoi evolvere”. Un concetto molto pericoloso, per tutti.
E il gatto come sta?
Veramente la situazione degradante in cui vivono se la vogliono!
Pretendono diritti e non hanno doveri.
Personalmente non ho mai incontrato uno zingaro che lavori, mentre gli altri stranieri si fanno un mazzo tanto, qui da noi come in altre parti d’Europa.
Loro non vogliono “evolversi”, non vogliono far parte della nostra società, non vogliono lavorare, non pagano le tasse, vogliono rimanere come sono, pretendendo case, sussidi, assistenza pubblica.
Nei “medioevali” e tanto vituperati Paesi del Golfo, hanno risolto la questione così con i loro zingari, cioè i beduini, con i quali hanno problemi grossi di ordine pubblico quali spaccio di droga, risse, ubriachezza, traffici illeciti, prostituzione, ecc.: se non si comportano correttamente, dimostrando di essere cittadini a tutti gli effetti, gli negano la nazionalità, per cui la possibilità di accedere ai benefits sociali e la protezione di appartenere ad uno stato.
Sputano sopra la società civile? E che allora se tornino nel deserto in mezzo alle capre!
Il gatto sta bene, l’ho rivisto due volte…
E invece io penso che gli sia andata bene: pensa se avessero finalizzato l’acquisto e l’episodio del gatto o altri ugualmente spiacevoli si fossero verificati DOPO (e probabilmente si sarebbero verificati prima o poi) – Che avrebbero fatto ? Messo in vendita la casa (e magari nessuno gliel’avrebbe comprata causa la “specificita’” del vicinato. Magari l’avrebbero dovuta rivendere a 4 soldi ai gitani stessi ! Cose simili sono successe a Roma a gente che aveva casa o un esercizio commerciale vicino a comunita’ “specifiche” (leggasi: zingari).
Ma benedetti ragazzi, prima di fare un acquisto cosi’ importante come una casa, e’ opportuno informarsi in quale comunita’ si capita. Se il vicino gitano ti mette lo stereo a tutta birra la notte che fai ? Vai a bussare alla porta: “per piacere, potrebbe abbassare il volume ‘che dobbiamo dormire ?”
I valori sono una cosa importante, non ghettizzare pure, dialogare con altre culture è sacrosanto dovere. Ma…non sempre è possibile. Che stiano lì, nel loro ghetto e non gli venga in mente di accamparsi un giorno nel prato vicino a casa mia, perchè io il vizio di lasciare sempre la porta aperta non lo vorrei mai mettere in discussione. Ma quello che più mi fa rabbrividire è sapere che questa stessa cosa la direbbe anche un leghista, ma io tra un vicino di casa leghista e un accampamento di zingari sceglierei comunque – ovviamente- il secondo. Forse metterei due mastini napoletani in giardino:-)
L’affermazione che i gitanos siano delnquenti al 99% è assolutamente fuori dalla realtá. Qui in Spagna un gitano è persino un leader di opinione molto rispettato di un movimento ultralegalista che chiede una giustizia piú severa e l’aumento delle pene pe certi tipi di crimini. Si tratta del padre di Mari Luz la bimba gitana stuprata e uccisa da un pedofilo che era un “cristiano viejo” e che benché avesse commess altri delitti sessuali sui bambini era libero perché il giudice che era un “cristiano viejo” si era semplicemente dimenticato di notificare le sentenze. Comunque anche se qui c’è un antigitanismo diffuso a livello folklorico nessuno arrriva ad affermazioni simili a quelle di Maria anche perché il partito della destra ha militanti e candidati gitanos. Comunque affermazioni come quelle di Maria qui sarebbero perseguibili penalmente.
Quanto alla Camorra, si a Valencia c’è una forte presenza camorristica ma non è nei barrios conflictivos, la camorra come molte altre mafie è presente con ingenti capitale nella rovinosa speculazione edilizia che ha letteralmente davastato la costa da Castellón a Alicante. Un uragano di cemento e corruzione che non ha eguali nella storia d’Europa.(vedi rappporto Auken del parlamento europeo). I teppistelli dei quartieri emarginati non sono la camorra e non sono tutti gitanos. I giovani che hanno letteralmente messo a ferro e fuoco il barrio di Cienpozuelos erano tutti “cristianos viejos” magari visigotici e certamente di famiglie benestanti, I giovani che massacrano il povero toro di Tordesillas con spaventose tortura per ore e ore sono quasi tutti castizos.
Sulla presenza inadeguatamente contrastata delle mafie italiane in Spagna hanno scritto cose dettagliate Saviano, e Nicaso, tra gli altri. La Spagna è considerata il paradiso del riciclaggio.Qui lo chiamano blanqueo e non hanno scrupoli morali nell’investire denaro insanguinato e anche se ci sono palazzinari e speculatori gitanos come in Maurcia la stragrande maggioranza sono “cristianos viejos y muy castizos”
Grazie per l’ospitalitá.
genseki
Sì: i gitani di Spagna sono stanziali, sono lì da secoli e hanno “fatto” la Spagna tanto quanto i payos di ogni provenienza. E sono d’accordo sul fatto che siano una realtà complessa, ricca e composita impossibile da liquidare con due stereotipi.
Questo è evidente, per quanto in Italia non sia facile da capire giacché noi abbiamo rapporti infinitamente più distanti – se mai ne abbiamo – con gli zingari di qua.
Il fatto che i gitani siano delinquenti al 99% non è vero neanche qua: penso alle grandi famiglie dei circhi (gli Orfei, etc) che hanno creato una scuola e una tradizione, penso ai più comuni giostrai e, al di là dei mestieri tradizionali della comunità, mi capita spesso, parlando di gitani nelle mie classi, di scoprire che ho alunni – italianissimi e borghesissimi – che hanno sangue zingaro nelle vene, con qualche nonno o simili.
Rimane il fatto che la percezione italiana del fenomeno non è minimamente comparabile a quella spagnola.
Io non posso insegnare spagnolo senza parlare di gitani: intere fette di letteratura, arte e musica sarebbero incomprensibili se non ne parlassi.
In Italia non è così.
Eh, i giostrai appunto. Che qui in Veneto, ad esempio, hanno perpetrato crimini di ogni genere: decine di omicidi, spaccio di droga, riciclaggio di denaro sporco, assalti alle banche, ecc. ecc.
Eh, i circhi appunto. Il ghetto degli animali torturati !
Ultimo commento, poi non scoccio piu’ (parola !) : Nessuno tra i commentatori (me compreso) ha rilevato l’incongruenza della difesa di un gattino ( premetto che mia figlia che sta sui 20 anni, avrebbe fatto la stessa cosa – conoscendola – ) in un paese dove c’e’ la corrida ! Ossia tori – che prima di entrare nell’arena, vengono bastonati per indebolirli, vasellina spalmata sugli occhi, tenuti al buio cosi’ che quando “emergono” sono – si incazzati – ma anche disorientati – e poi comincia la tortura coi picadores et cetera fino al gran fico che l’infilza e gli taglia le orecchie quando (il toro) e’ ancora vivo. Se accetti quello, be’ il gattino bastonato e’ poca cosa. Eh, ma e’ tradizione !
Vabbé, quest’ultimo commento di Lanzo peró é un po’ demagogico é da per scontato che tutti gli spagnoli siano a favore della corrida. A parte che nelle corride ci sono dei controlli e che vengono multati gli organizzatori che si scopre hanno manipolato il toro a quel modo prima che entri nell’arena, c’è una grande percentuale di spagnoli che pensa che la corrida sia un esempio come un altro di maltratto animale. Se dovessimo generalizzare la tua riflessione allora nessun cittadino del mondo potrebbe piú difendere il gattino in questione, dato che la caccia come sport é legale ovunque.
Uno ha dei valori, e quando li mette in pratica non é in rappresentanza del suo paese, ma di se stesso.
Mi pare.
E poi ce un’altro aspetto a cui pensavo in questi giorni, sul fatto che qualcuno diceva che Isra non avrebbe dovuto reagire e invece portarsi via Pupina. In realtà in quel preciso contesto e con quel tipo di persone, il non reagire sarebbe stato lo stesso, perché rischi, dovendoci andare a vivere lì, a passare per uno senza palle e diventare così l’obiettivo di sfottò o guerre di territorialita.
I maschi di tutti i tipi, anche quelli blasé e intellettuali, hanno un senso della territorialità che a noi donne a volte sfugge, da quando ho due figli comincio a capire quanto presto comincia tutto questo, e finalmente capisco anche certe prese di posizione degli uomini adulti che mi circondano.
Insomma, mi dispiace da matti che sia successa una cosa del genere, ma sicuramente, senza volerla analizzare fino allo sfinimento, mi sembra come dice Lia una splendida opportunità per chiedersi, all’inizio di un percorso di coppia, di chi mi sono innamorata e chi è la persona con cui ho scelto di vivere e metter su casa. Con tutto lo spin off di: e dove ho deciso di metter su casa.
Pupina e Isra, intanto un sacco di auguri, che avete preso una bella decisione coraggiosa e che sfiga che sia iniziata così. E spero che troverete presto la vostra casa bellissima.
Lia ascolta, una volta mi sono ritrovata paro paro nella posizione di tua figlia, e sempre per un gatto (nella fattispecie cucciolo, e per giunta impaurito e infuriato). Mi sono beccata vari morsi e graffi dal cucciolo( che non ne voleva di lasciarsi proteggere), e un paio di intimidazioni che all’epoca giudicai piuttosto preoccupanti. In seguito le ferite procurate dal gatto si infettarono, e dovetti fare la vaccinazione antirabbica.
Le differenze: ero in Sicilia,in un paesino della provincia di Agrigento, l’anno stesso dell’omicidio Dalla Chiesa. Ero andata là da sola,in campeggio, per dimostrare (più che altro a me stessa, credo) che una donna da sola può farcela.Le intimidazioni venivano da un grupo di ragazzotti e ragazzotte miei coetanei, che mi ritennero colpevole di essermi impicciata di fatti non miei perchè avevo turbato il ‘quieto vivere’di un manipolo di bulletti di quartiere che si stavano divertendo un mondo a prendere a sassate il micetto.
Le similitudini: anche a me sembrò assolutamente doveroso dare una testimonianza di civiltà, dimostrare concretamente che è un altro il modo di coesistere, e soprattutto difendere attivamente i diritti del più debole. Così facendo trascinai il ‘maschio dominante’ del gruppo dei miei coetanei in una disputa che loro giudicavano assolutamente effimera (e forse avevano ragione, coi tempi che correvano)e che era importante solo per me (e forse avevo ragione, coi tempi che correvano): volarono parole grosse e minacce, il che coi tempi che correvano (eravamo in una delle tante guerre di mafia della transizione fra prima e ‘seconda repubblica’) era abbastanza d’impatto.
Il risultato di tutto questo, quando arrivai finalmente nella mia terra d’origine,Livorno, fu di avermi procurato un senso incredibile di distanza, come se mi fossi messa in salvo… Ma coi tempi che corrono possiamo ben dire che non ci si metto in salvo con la semplice distanza fisica.
La questione della vaccinazione antirabbica, quando mi ritrovai a raccontare la storia ai medici e agli ufficiali di sanità, mi ha portato per fortuna ad avere delle conferme positive, nel senso ho trovato tutte persone che presero a cuore la cosa.Essendomi prima rivolta alla sanità del paesino dove era avvenuto il fatto – dove non mi si filarono neanche di striscio – non potei non notare con un certo sollievo la differenza.
Io ho tratto delle conclusioni, da quello che mi accadde, che si sono rivelate utili. Non so se saranno le stesse della Pupi, ma credo che questa cosa la farà comunque riflettere. Non sul fatto se per un gatto valga la pena di fare tutto sto casino,ma su quali siano le zone focali su cui puntare.
Spero che Israel stia meglio, e se puoi non fare quelle paternali a tua figlia,non è colpa tua e non c’è neanche una colpa da attribuire.Basta solo ricordarsi che non basta una distanza fisica da qualcosa per prenderne le vere distanze.Così come una vicinanza fisica può non implicare una vicinanza effettiva.
Per me prendere le distanze in altra maniera dal modo di concepire la con-vivenza dei bulli e del gattino è cominciato veramente, fino in fondo, da allora. E non sono diventata più diplomatica (a quanto mi dicono) :-)
Un saluto (ti leggo spesso e volentieri)
Alteralias
Per Mirella.
Tra un vicino leghista, uno zingaro ed un buonista ad oltranza, sceglierei di… emigrare!
Perchè non tollero: i rozzi ignoranti, i delinquenti, quelli che in nome del buonismo calpestano i diritti di noi che ci facciamo giornalmente un c… così per vivere onestamente.
A Roma ci sono gli Spada, che lavorano.
Sono Zingari che si sono integrati, e che campano di duro lavoro.
Ci sono anche i XXXXXXXXX, che campano di tutto, dall’estorzione allo strozinaggio.
Ricodo che gli sequestrarono, auto, appartamenti. Al sequestro partecipò un mio amico CC dell’anti-mafia.
Un pomeriggio di diversi anni fa, spararono da una macchina ad un tossico per il controllo di una strada. Erano gli Zingari e la banda dei tossici locali che si fronteggiavano per il controllo del territorio. Vedevi un Alfa 164 nera, con gli zingari dentro che girava nel quartiere, poi le volanti della PS e dei CC che cercavano di prenderli tutti: Zingari e tossici.
Un pomeriggio, ero in un negozio, entrarono le zingare, e il titolare diede subito alla “più cicciona” 20 mila lire, e se ne andarono. Mi disse che ogni giorno gli dava 20 mila lire perchè gli conveniva farlo, altrimenti gli avrebbero messo a socquadro il negozio e fatto sparire la merce. Notai che le zingare, entravano (per la riscossione) in tutti i negozi della strada.
(Scusa se ti ho censurato un cognome, Giulie’, ma con i tempi che corrono non vorrei finire denunciata e con lo stipendio pignorato, ché poi come ci vado dal parrucchiere? ;) )
Mi permetto di aggiungere due spunti a questo anmato dibattito.
Per prima cosa il Signor Lanzo dovrebbe vedere una volta nella vita José Tomaás prima di sputare sentenze su come sono organizzate le corride!
Certo sono spettacoli crudeli ma anche atrocemente, crudelmente perfetti (con uno coe Tomás).
In secondo luogo, mi pare che le posizioni di siano davero il segno di qualche cosa che è successo in Italia da cui manco da diversi anni e che non è successo nel resto d’Europa e USA, il fatto che argomentazioni come le sue possano essere liberamente espresse, con convinzionne, e essere considerate degne dindicusione, può significare soltanto che un limite di civiltá e di educazione è stato rotto.
P.s.
Che un ragazzo finisca in riformatorio o con una condanna penale è sempre una cosa bruttissima. (Anche se ovviamente è da rispettarsi l’ira e la frustrazione di chi è brutalmente aggredito che ha tutto il diritto a esprimersi con tutto il rigore che la legge permette)
grazie per l’ospitalitá.
genseki
Di quello che dice Genseki non si è capito molto, fattostà che, grazie a Dio, in Catalogna almeno, le stanno abolendo le corride.
Il rispetto e la sensibilità per gli animale è una caratteristica delle nazioni più evolute.
Il divertimento e le festività celebrate con uccisioni di animali solo per dar spettacolo, sono retaggio di una civiltà contadina, il sacrificio animale per festeggiare questo o quel Santo Patrono, molto pagano direi.
Ultimamente mi sembra però che da noi, non sapendo più come stupirci, ci sia un certo compiacimento nella macellazione, vedi il film “Baarìa” con lo sgozzamento della mucca, oppure lo sgozzamento dell’agnello in “Stabat Mater, l’orribile libro di Tiziano Scarpa vincitore dello Strega di quest’anno.
Personalmente sono trovata recentemente a stare in un albergo vicino a Monumental a Barcellona e avvertivo un certo qual raccapriccio, come stare vicino a un cimitero.
Se a qualcuno piacciono le cose “atrocemente perfette nella loro crudeltà”, perchè non va in un club sado-maso a divertirsi, tra umani adulti consenzienti?
No in Catalogna no le stanno abolendo proprio per niente le corride!!
Tanto è vero che il grande rientro di José Tomás e il suo trionfo si è celebrato proprio alla Monumental. Ma guarda un po tu!
Questo lo capisce si? Poi i nazionalisti catalani nazionalisteggiano ma non è che ce l’abbiano con le corride, loro ce l’hanno proprio con la Spagna! Un po come voi Veneti ce l’avete con tutti, giostrai, mussulmani, arabi, bulgari, napoletani etc.!
Solo che loro, i catalani, si dicono di sinistra. Io ci vedo poco e cos`mi scappano orrendi strafalcioni. Io volevo scrivere:
“In secondo luogo mi pare che le posizioni di Maria siano il segno…”
genseki
Per quanto sia OT dico la mia sulla Corrida: ne vedo perfettamente il senso, come vedo il senso dell’Eid.
Curioso, comunque, che si stia scivolando verso l’aggressività, visto il tema da cui si partiva.
Da un articolo che ho letto su Repubblica mi pare che stia passando la legge sull’abolizione delle corride in Catalogna.
Ho parlato con la gente che raccogleva firme in centro a Barcellona per l’abolizione delle corride e mi sembrava tutta gente molto carina.
Riguardo l’Eid, molti musulmani, specie in Europa, optano ormai per un versamento di denaro del valore di un animale, da spedire nei Paesi più poveri.
gentile Lia,
a proposito dell’aggressivitá mi pare che scrivere che il 99% dei gitanos sono delinquenti, che i giostrai sono tutti stupratori e rapinatori, che gli zingari si dovrebbero deportare nel deserto da cui sono venuti etc. sia lampanti esempi di aggressivitá. Io poi rivendico l’aggressivitá con la gente come Maria. Se in Italia si fosse stati piú aggrresivi quando si manifestarono per la prima volta queste indegne forme di disprezzo e di intolleranza verso poveri, stranieri, immigrati etc ora il paese non sarebbe dov’è.
Gli argomenti che usa Maria non devono essere considerati legittimi oggetti di dibattito! Che poi Maria non mi capisca mi fa piacere, io non voglio avere con lei in comune nemmeno il fatto di essere capito.
Comunque io sono molto dispiaciuto per quello che è successo a sua figlia e alla sua famiglia, lo so come ci si sente in quelle circostanze. In quasta “huerta” sono molti i furti, le prepotenze e le violenze di gente (non moltissima, per fortuna) che è ridiventata quasi selvaggia e so come ci si sente soli e impotenti. Poi sua figlia certo conosce la fama della huerta murciana.
E lei di sicuro sa degli editti reali contro i vagabondi, i giudei i gitani e i murciani dei Re dei secoli passati. Cosí se puó confortarle sono solidale con lei.
Ma proprio per questo non posso non essere aggressivo con chi se ne esce in affermazioni così irrispettse verso tante persone.
grazie ancora per l’ospitalitá
genseki
Genseki, ma che ti prende? Da quando mi dai del lei?? Non sto facendo altro che darti ragione e, del resto, mi pare che da me non sia arrivato manco un microgrammo di razzismo, per quanto sia la mamma della fanciulla incappata nella vicenda.
E sono anni che scrivo post sulla Corrida e su riti simili, rivendicandone il senso. Talmente tanti, ne ho scritti, che l’argomento ormai mi sfianca solo a pensarci.
Per me potete discutere tranquillamente: da quando ho tolto la moderazione ai commenti non mi intrometto più in queste cose.
Genseki, leggi bene quanto ho scritto! Parlavo dei BEDUINI, nomadi anche loro, ma tutta un’altra roba.
Cercati su Google “bande di giostrai”, sono zingari con nazionalità prevalentemente italiana, ne leggerai delle belle.
E magari consulta più spesso la stampa nazionale, per conoscere le realtà delle nostre grandi città.
Nel mio piccolo, ragazzini zingari mi sono entrati in casa ben tre volte a rubare.
Vado per strada e trovo pieno di prostitute rumene o bulgare di etnia rom, perchè il “nobile” popolo i suoi bambini li vende per l’accattonaggio, o per la pedofilia e poi li butta in strada a battere.
Vedi, io abito per sei mesi all’anno in un Paese del Golfo Persico, e ti assicuro che l’Italia non sarebbe per l’appunto quella che è, se ci fosse il polso un po’ più fermo come hanno da quelle parti!