La collega prepara il compito in classe per la IVD. Mette giù le domande, stampa il quizzone e trotterella fiduciosa verso la portineria, dove c’è il modulo da compilare per richiedere le fotocopie.
“Mi servono per martedì, 30 copie. I ragazzi sono 30.”
La bidella la guarda: “Prof, ma non ha saputo che adesso dovete procurarvi voi la carta?”
“Eh?”
“Ma sì, prof. Non è stato comunicato ufficialmente ma ormai i suoi colleghi lo sanno, lasciano i fogli allegati alla domanda.”
“Mi sta dicendo che io devo comprare, a spese mie, i fogli per fotocopiare i compiti in classe?”
“Ma lo fanno tutti, prof…”
La collega gronda ghiaccioli dalla voce: “I compiti in classe sono un obbligo di legge. La scuola deve mettermi in condizione di farli. Io non compro nessun foglio: chiamo i giornali, piuttosto.”
“Prof, aspetti che le chiamo al telefono l’addetta alle fotocopie.”
Le passano l’addetta che, stupita di fronte a una docente tanto recalcitrante, le fa notare: “Ma lo fanno tutti i suoi colleghi, anche la prof Tizia, pure la prof Caia…”
“Sì? E io chiamo i giornali, invece.”
Alla fine gliele hanno fatte, le fotocopie. Trenta, per trenta verifiche.
E pensava, la collega, che i prof che si comprano la carta per le verifiche a spese loro sono dei gran complici di questo sfascio.
Invece di andare in piazza e fermare il traffico. Invece di rifiutarsi di fare le verifiche, se non ci danno la carta su cui farle. Invece di raccontarlo al mondo, quello che ci sta succedendo.
No. Loro aprono la borsa e comprano i fogli di carta allo Stato.
E dire che saremmo degli educatori. A me viene da pensare, più che altro, a certe eterne figure di Madri Sofferenti che tirano su figli capaci solo di sputargli in faccia. Non a caso, a noi sputa in faccia l’Italia intera, dal ministero in giù, mentre andiamo a comprare i fogli di carta.
Dimmi dove posso andare a comprare del marmo, che ti faccio un monumento.
Io non mi stupirei così tanto.
Nella mia di scuola (Grafico Pubblicitario) non ci fanno stampare dai pc perché non ci sono i soldi per le cartucce e i fogli. Siamo stato due mesi senza fogli per le stampe! Però il preside si è rifatto completamente l’ufficio nuovo!!
Non ci sono soldi per la carta, non ci sono soldi per le supplenze, poi tutti gli studenti vanno promossi sennò la scuola resta vuota e chi li paga i prof, però bello quel progetto, ecco qui un dirigente investirebbe, oh yes. La funzione educativa? Tutte balle. Tra l’altro, la mia esperienza è che una buona fetta dei discenti potrebbe imparare qualcosa solo sotto ipnosi.
Si vabbè, ma adesso fanno i “licei musicali”…
Come ti capisco…siamo una categoria rassegnata, ormai accettiamo le continue vessazioni come fossero la normalità.
Che nostalgia gentile Lia! Leggendo questo post non ho potuto che immaginare la nostra scuola ponentina, Poi ho pensato che potesse essere anche l’altra. Queste cose con bidelle, presidi e segretarie le facevo anch’io, Davvero! Poi mi hanno rotto le ossa! Adesso mo occupo di olivi e di arance. A proposito non ci crederai ma stanotte a Murcia ha gelato. Gelato!!! Alla faccia del pannel del cambio climatico.
Sono stato a ponente li da voi il 20 di gennaio. Sono stati tutti molto gentili, mi avrebbe fatto piacere incontrarti.
Grazie per questo bagliore di nostalgia.
Ne avevo bisogno.
Salutami qualcuno se puoi.
genseki
Ciao, Genseki! Me l’hanno detto, che sei stato da noi. Anche a me avrebbe fatto piacere salutarti, ma sei passato a mo’ di meteora, velocissimo!
Chissà se romperanno le ossa pure a me: per mia fortuna, le ho abbastanza gommose e, soprattutto, sono più cocciuta della media dei prevaricatori.
Ho dei cognati dalle tue parti, a Lorca. Bellissimi posti, pure io ho le mie nostalgie.
Lì a ponente ti ricordano tutti con un sacco di affetto.
Ciao e avvisami, quando ripassi.
beh, qualche scelta alternativa c’è se i fondi sono finiti prima del tempo:
.- la tassa sulla tassa, ovvero colletta in classe per una risma di fogli (500): dai tre euro in su, dipende dalla qualità. trenta ragazzi, dieci cent a testa e, stando larghi, dieci compiti assicurati
(colletta da moltiplicare per il numero di insegnanti usi alle fotocopie e “tassa sulla tassa” perché la spesa, pur minima, si aggiunge al contributo annuale richiesto dalla scuola per questa e altre bisogne – contributo che lo scorso anno qui superava i cento euro)
.- si torna agli antichi usi: domande dettate sul quaderno o sul classico foglio protocollo da compito in classe; certo un pacco di quaderni da correggere pesa più di trenta fogli sparsi ma, altrettanto certo, non avvantaggia la pigrizia studentesca, soprattutto se le risposte non sono predeterminate ma favorendo una risposta articolata. ;)
Ieri ero al corso di sostegno. Ascoltavo colleghe e colleghi cicalare. Molti di loro lavorano presso scuole private e non vengono pagati. Ma proprio per niente, zero. Davanti alla mia faccia stupita (e pure vagamente spaventata), uno di loro, per nulla mortificato, mi ha risposto: “Lo faccio per i punti. Tanto, se non avessi accettato io, l’avrebbe fatto qualcun altro. Qui funziona così.”
Ecco, appunto: in Italia funziona tutto così.
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