Da quando ho scritto il post in cui esprimevo disgusto per il modo di rappresentare la rivolta in Egitto di un signore che ho nel mio feedreader, costui – Sherif El Sebaie – ha scritto almeno cinque post in cui mi accusa di orrendi crimini contro l’Egitto, di cui uno divulgato anche fuori dal suo blog.
El Sebaie non ce l’ha solo con me: tra i destinatari delle sue vibranti accuse ci sono anche una misteriosa “articolista che cura un blog da cui lancia accuse a destra e a manca, punta il dito contro questo e quell’altro, incita alla rivolta stando opportunatamente a distanza, tanto ci sono i colleghi di Aljazeera e della Cnn che mandano le segnalazioni da cui scegliere a piacere” , nonché gli stranieri “residenti al Cairo che vanno a manifestare contro un governo che non è nemmeno il loro“.
La posizione che costui dichiara di sostenere sarebbe una sorta di preoccupazione super partes per il paese, che andrebbe “protetto dal caos”. A tale scopo, i manifestanti farebbero bene a tornare a casa giacché Mubarak ha promesso che alle prossime elezioni, tra sette mesi, non si ripresenterà. Gli argomenti che usa per sostenere questa posizione sono di due tipi, e vorrei esaminarli brevemente.
1. Le rivolte danneggiano i paesi.
Il blogger paventa l’irrimediabile “distruzione delle infrastrutture e dell’economia del paese”. Seguono alcuni esempi di edifici saccheggiati, tra cui un ospedale infantile, e di fabbriche chiuse, tra cui la potente Nestlè egiziana. A prima vista, e senza sapere nulla di come i manifestanti hanno gestito e gestiscono la loro protesta, qualunque Buon padre di famiglia potrebbe annuire dinanzi a quest’argomentazione: le manifestazioni stanno distruggendo il paese, quindi è bene che rientrino al più presto.
La fallacia nel suo ragionamento, tuttavia, sta nei dati che omette: da quello più banale, ovvero dalla paternità dei disordini e dei saccheggi che ci sono stati e che tutti i media hanno attribuito in larga parte ai sostenitori di Mubarak (autentici, prezzolati e/o poliziotti in borghese che fossero), scesi in piazza proprio per scagliarsi contro i manifestanti pacifici, fino ai più importanti: con quale onestà intellettuale si può parlare di danni all’economia egiziana senza neanche sfiorare l’argomento, che ha fatto il giro del pianeta, dell’oscuramento della rete internet e della telefonia cellulare che il governo ha imposto all’Egitto per 5 giorni, causando un danno che è stato stimato in oltre 90 milioni di dollari? Ed è che, effettivamente, reprimere manifestazioni di milioni di persone è costoso.
D’altra parte, io sono certa che, se solo avessero potuto, gli egiziani avrebbero cambiato governo senza manifestare neanche mezz’ora. Neanche per loro è granché facile andare avanti da 15 giorni, tra morti, feriti, arresti e, ovviamente, la perdita di lavoro e di guadagno dei manifestanti stessi, in un paese dove, spesso, la lotta per mangiare è quotidiana.
Il fatto è che, per cambiare governo senza fare una rivolta, normalmente servono delle libere elezioni. Direi che è stata la loro mancanza a spingere il popolo egiziano a combinare questo po’ po’ di caos, no? Il fatto che l’analisi di Sherif ometta questo particolare mi fa supporre che, tutto sommato, egli non ritenga che il desiderio generale di cambiare regime sia fondato o, comunque, da prendere in seria considerazione.
Mi viene da sorridere a pensare a come sarebbe il mondo se la Storia giudicasse le rivolte che lo hanno segnato in base ai danni che queste hanno causato alle infrastrutture. Sarebbe un mondo ben strano. Ordinatissimo, questo sì.
Poi, certo: non è immaginabile un paese in perpetua rivolta e quindi tutti auspichiamo che i manifestanti raggiungano obiettivi che gli permettano di tornare alla normalità senza cadere, il minuto dopo, in un tunnel di arresti, sparizioni, omicidi e torture che, come è noto internazionalmente, sono prassi comuni dove vige la dittatura più che dove vige la democrazia, con buona pace dell’orrenda frase del nostro, secondo cui anche nei paesi democratici “capita che manifestanti pacifici vengano manganellati e torturati o che giovani fermati escano cadaveri dalle stazioni di polizia in cui sono entrati vivi e vegeti, senza che i colpevoli siano adeguatamente puniti.” Certo, capita. Ma con ordini di grandezza incommensurabilmente diversi. E, in queste cose, gli ordini di grandezza contano.
La rivolta avrà avuto un senso se i manifestanti riusciranno a ottenere riforme sostanziali e immediate. Non contentini e operazioni di maquillage di regime. Altrimenti sarà fallita, e nessuno di coloro che si sono esposti dal 25 gennaio ad oggi sarà più al sicuro. Non è un concetto su cui si possa mediare, e non è difficile da vedere.
2. Gli stranieri e la stampa danneggiano il paese.
Non tutti gli stranieri e non tutta la stampa, credo: solo gli stranieri che appoggiano i manifestanti, solo la stampa che mostra le cose come stanno, senza edulcorarle e senza mandare in onda immagini di piazze deserte e tranquille come ha fatto la TV di Stato egiziana nei giorni caldi della protesta.
Sulla libertà di stampa, il discorso è talmente ovvio che lo darei per scontato: non parliamone nemmeno e lasciamo Sherif alle sue invettive contro Al Jazeera.
Mi interessa di più, da ex straniera in Egitto quale sono, e col cuore e i pensieri ancora là da anni, spendere due parole sull’astio, sulle odiose accuse che Sherif ci rivolge.
A loro basta cavalcare l’onda del momento rinvagando l’ambiente che li ha resi celebri sul web, regalarsi l’illusione di aver contribuito ad un “evento storico” o più semplicemente vendere più copie dei loro libri sul Medio Oriente e sugli Arabi, area e popoli che hanno sfruttato con ipocrisia e irresponsabilità. Sfruttatori, si. E non solo a parole. Questo vale anche per coloro che dicono che sono andati li per “lavorare” mentre erano li per fare una vita da “gauche sardine” che nei loro paesi non si sarebbero mai potuti permettere. Perché anche se fosse vero che non erano pagati profumatamente, hanno sempre potuto contare su qualche entrata extra in euro – su cui non hanno mai pagato le tasse in Egitto – e sulla svalutazione della lira egiziana per fare una vita che nessuno dei poveri che oggi dicono di difendere a spada tratta poteva o potrà mai permettersi.
Ma, cosa ancora più importante, hanno potuto approffittarsi dell’innata disponibilità, gentilezza, ospitalità ed oserei dire persino della singolare servilità masochista dei miei bravi ed onesti concittadini, che si sciolgono appena vedono il “khawaga”, lo straniero, magari biondo o semplicemente con un passaporto rosso. E che per questo si ingegnano in mille modi per aiutarlo, risparmiargli la fila, cedergli il posto, rendergli la vita più facile. Non sanno, poveretti, che quando sono loro a finire nei paesi dei Khawaga, non hanno diritto a nessuna corsia preferenziale per via della loro pelle scura e del loro passaporto verde, semmai le cose diventano molto più difficili. Eh no, cari rivoluzionari da tastiera: io scrivo e dico quello che voglio sul paese dove sono nato,cresciuto e di cui porto la cittadinanza pur vivendo e lavorando in una seconda patria, delle cui politiche interne – eccettuate quelle sull’immigrazione – non mi sono mai occupato. Voi invece se volete scatenare il caos là dove avete avete vissuto solo da turisti, da ospiti – voi si che lo eravate – serviti e riveriti, lavatevi prima la sporca coscienza.
Sorvolo sui riferimenti alla sottoscritta, se non per dire che, effettivamente, io a suo tempo mi dimisi da un lavoro a tempo indeterminato in un prestigioso liceo privato milanese e da due università in cui ero professore a contratto per andare a guadagnare 70 euro al mese, poi aumentati a 100, insegnando italiano in un’università dell’Egitto centrale. E mi potetti permettere questa “insensatezza” (in realtà la cosa migliore che abbia fatto in vita mia) perché ricevevo una piccola rendita di circa 400 euro al mese dall’Italia. Lo dico perché ci terrei a osservare che, su quei soldi, le tasse le pagavo in Italia, quindi non dovevo pagarle in Egitto. In Egitto, ho pagato puntualmente le tasse relative al mio stipendio, che mi venivano trattenute alla fonte come da cedolino egiziano. Ed è che le calunnie buttate là sono fastidiose, quindi chiedo scusa per questa digressione.
Più interessante mi pare il ragionamento per cui andare a lavorare o comunque a vivere in Egitto voglia dire sfruttare il paese e la sua gente. Non riesco a vederne la logica, francamente: o, meglio, la vedo, ed è una logica assolutamente leghista. Non capisco cosa diamine “sfruttino” i professori che insegnano là, la gente che ci va a studiare arabo, gli studiosi e i saggisti che ci scrivono libri, i semplici innamorati del paese che aprono un locale o si industriano come possono per rimanerci. Sfruttano il fatto che è un paese meraviglioso e che amano? E “l’innata disponibilità, gentilezza e ospitalità” degli egiziani, la sfruttiamo o la amiamo, secondo Sherif? E la solidarietà e la vicinanza di tanti stranieri ai manifestanti, è “sfruttamento e sporca coscienza” o è rispetto, gratitudine, voglia di ricambiare almeno in parte ciò che ci è stato dato da quel popolo?
Non è più sfruttamento, più sporca coscienza, saltare sul primo volo e sparire al primo problema? O fregarsene di ciò che accade là perché, ormai in Italia, chissenefrega e abbiamo altro a cui pensare?
Che curioso, questo modo di ragionare che capovolge il senso comune, oltre che la realtà, e che non mi fa, francamente, invidiare chi ne è portatore.
Rimane il discorso di fondo, più ampio, su cosa è davvero la vicinanza tra persone, popoli e paesi diversi, specie tra noi che che comunichiamo da anni via internet. Comporta anche questo, la vicinanza: immedesimarsi, empatizzare, imparare e raccontare al mondo ciò che impari. Ampliare il proprio concetto di cittadinanza, pur con tutti i limiti e le difficoltà del caso.
Faccio fatica a capire come uno straniero che vive in Italia possa rivendicare di non essersi mai occupato delle nostre “politiche interne – eccettuate quelle sull’immigrazione“. Non mi sembra una cosa di cui vantarsi e, in ogni caso, credevo che il dibattito sull’immigrazione fosse un po’ più avanti, in Italia. Almeno tra chi se ne occupa, tra chi lotta per i diritti degli stranieri. Credevo che si parlasse addirittura di diritto al voto per gli immigrati, che fosse una cosa auspicabile.
Invece no: sfruttamento, lo chiama. Appropriazione indebita di un paese altrui. Figurati.
E dice che “vogliamo scatenare il caos”, e qui mi verrebbe da ridere. Se non fosse che, dalla TV di Stato egiziana, quest’accusa è già stata rivolta agli stranieri che adesso, in questo momento sono in Egitto. E non è una bella cosa, quando la TV di Stato di un regime manda messaggi così.
(Ci sarebbero, poi, delle insinuazioni personali del tutto fuori tema, tra i passaggi in cui questo signore allude a me. Al momento non ho voglia di dedicargli altro spazio ma, per chi volesse sapere di cosa si tratta, la spiegazione è qua. Sezione aggiornata e messa in ordine, con un comodo riassunto.)
Cara Lia,
Da brava sostenitrice della democrazia, sono sicuro che ammetterai qui un’altra mia replica, anche se sono sicuro che verrò “linciato” – per usare un eufemismo – dai tuoi sostenitori. Ma io rispondo qui lo stesso più che altro per lasciare traccia, a beneficio dei futuri lettori, di ciò che penso veramente e che tu invece sapientamente manipoli.
Inanzittutto non sono un “Mubarakiano”. Lo hai detto tu stessa che mi sono attestato su una posizione superpartes di preoccupazione per le sorti del paese. Che tu poi dipinga questa posizione, che qualsiasi persona di buon senso potrebbe capire, come “sostegno a Mubarak”, “vile collaborazionismo” e quant’altro è un problema tuo. Mi hai anche attribuito, anche se per tramite terzi e sentito dire, “strani rapporti” con il consolato egiziano. Accusa diffamante e molto precisa di cui risponderai a tempo debito.
Nella mia preoccupazione per il paese rientrano ovviamente anche i danni causati dalla misteriosa scomparsa della polizia, la fuga dalle prigioni di stato e il blocco di internet. Tutte cose di cui il ministro degli interni egiziano è attualmente sotto processo. La stragrande maggioranza del popolo egiziano sa che c’è bisogno di cambiamento ma non è neanche disposto a distruggere il paese per ottenerlo: vuole solo una transizione ordinata che tu e altri irresponsabili cercate di ostacolare spingendo alla contrapposizione ad oltranza e alla guerra civile.
Detto questo, le mie accuse agli stranieri non sono generalizzate: sono riferite ad una categoria molto precisa di stranieri, di cui fai parte: frustrati che giocano alla rivoluzione a casa altrui invece di fare alcunché di buono nei propri paesi di origine. Lasciamo stare come siete messi in generale, ma il voto agli stranieri e il discorso sull’integrazione che è “parecchio più avanti” a che punto è? A me sembra che non sia successo proprio niente, nonostante la vostra finta solidarietà coi migranti. E te lo dice uno che dell’immigrazione si occupa su diversi fronti e che è davvero schifato da come viene gestita, sia da destra che da sinistra, salvo poche lodevoli eccezioni.
Ripeto quanto detto altrove: Dittattura, democrazia, teocrazia, lasciate che ci arrangiamo da soli, tra “mubarakiani” e “antimubarakiani”. Non vogliamo le vostre bombe, non vogliamo le vostre parole né tanto meno la vostra frustrata solidarietà. S e siete cosi “avanti” fate la rivoluzione a casa vostra, magari cominciando a difendere sul serio i diritti degli stranieri nel vostro paese, per non parlare di tutto il resto.
PS: ho letto la tua ricostruzione della tua vicenda privata. Confermo il fatto che non ho mai voluto mettermi di mezzo a quel patetico teatrino di meschinità femminile, con volgarissimi insulti da una parte e dall’altra, di cui tu ed altri avete dato prova all’epoca. Per quanto mi riguarda non è vigliaccheria, ma buon senso poi ovviamente c’è chi preferisce sguazzare nella melma: io non sono il tipo.
Gli suggerirei un più adeguato nick name: Capezzone d’Egitto.
Ciao
Geo
Sherif: tu puoi anche diventare sempre più “super partes” man mano che soffia il vento, ma rimangono anni e anni di tuoi post a sostegno di Mubarak e della sua politica sul tuo blog.
A meno che non cominci a cancellarli.
Poi: io non manipolo niente: c’è il tuo post e c’è la mia risposta. Chi vuole, legga. Se ti senti diffamato, denunciami pure. Ho fatto causa nientedimeno che al Corriere, figurati quanto mi fa paura vedermela con te.
Poi, ti sorprenderò: tu non rappresenti l’Egitto e non incarni il popolo egiziano. Motivo per cui, io e tanti altri continueremo a seguire ciò che accade lì e a sostenere chi combatte per avere un paese migliore. Certo, se là ci fossi solo tu io non me ne prenderei la briga, personalmente. E non solo per questioni numeriche.
Sulle contraddizioni tra le tue affermazioni e il tuo presunto sostegno agli immigrati, poi, c’è poco da aggiungere. I tuoi post li scrivi tu, mettiti d’accordo con te stesso.
Infine, a casa mia modera i termini e non disgustarmi oltre misura. La mia ricostruzione è fin troppo benevola. Non hai voluto metterti in mezzo apertamente, frignando sulla paura che avevi, ma l’hai fatto in altri modi. La forwardatrice di email non si è limitata alla mia. Ne ha spedite in giro un mucchio, compresa quella in cui si racconta di come tu fossi l’autore della finta vignetta di Mauro Biani. Salvo poi, che strano, litigare con le destinatarie.
Piantala di provocarmi, fa’ il bravo, e accogli l’invito a sparire.
Che cosa idiota (e oserei dire fascista) dire NON vogliamo le vostre parole. La libertà di parola vale per tutto il mondo e nessuno può tacitare nessuno democraticamente (ma tu forse NOn sei molto democratico). Può solo dimostrare che le parole non sono veritiere e smontarle.
Ma non è di questo che volevo parlare. Ho ascoltato una tuo vecchio intervento (del 2007) ad Amisnet,
http://static.amisnet.org/audio/2007/20070328145845_20070328egitto_riforme.mp3
Parlavi del referendum e hai detto una cosa che mi ha fatto capire quanto da te scritto su NI, e cioè che non hai mai cambiato idea e che quando scrivevi sul Manifesto pensavi uguale ad ora. In quell’intervento infatti hai detto: ” il controllo delle operazioni del voto non sarà più di competenza dei giudici, ma di una commissione indipendente nominata dal governo”. Ora mi spieghi come fa una commissione (che controlla il voto) ad essere INDIPENDENTE se è nominata dall’esecutivo (che poi in egitto viene nominato da Mubarak). O in egitto ci sono delle regole strane, o tu parli solo per tirare fuori fiato, oppure sei davvero al servizio del regime di mubarak … mio dio una cosa del genere in italia forse (dico forse perchè non ne sono del tutto sicura) la potrebbe dire solo un berlusconiano prono e soprattutto pagato …
Vedi come sei democratica? Continui a invitarmi a “sparire”. Ebbene no, non sparisco. Cancellami, se vuoi. Cosi vediamo chi è il vero democratico. Sul mio blog non ci sono – semplicemente perché non ci sono mai stati – articoli di sostegno a Mubarak ma articoli da cui si evinceva, questo si, che io capisco la posizione geostrategica scomodissima dell’Egitto e la conseguente politica estera di Mubarak nonché un invito esplicito agli avvoltoi di non interferire sulle politiche interne ché il popolo egiziano è capacissimo di scegliersi il proprio futuro anche se per assurdo dovesse accettare di vedere il figlio dello stesso al potere. E ho avuto ragione: è sotto gli occhi di tutti che non lo vogliono. Io non rappresento di certo l’Egitto, ma molti egiziani condividono la mia preoccupazione per il paese e le mie riflessioni sul suo passato e il suo futuro. Non vedo, poi, dove ci sarebbero le contraddizioni tra i miei post in difesa dei diritti agli immigrati e il fatto che non vado a manifestare – che ne so – contro “la riforma universitaria”. Se fossi cittadino di questo paese forse lo farei, ma io non ho nemmeno il diritto a scegliere il mio sindaco per cui figurati se partecipo alle carnevalate messe in piedi per far vedere agli occhi del mondo “Ma quanto siamo democratici, ci sono persino gli immigrati con noi”.
PS: sulla vignetta di Biani che ho pubblicato esasperato dalle tue insistenze a tirarmi in mezzo alla tua vicenda privata, confermo, sono stato io. Ed era chiaramente scritto sotto che era “ispirata ad una vignetta di Biani” quindi non era “falsa”. In ogni caso i continui riferimenti alla tua vicenda privata dimostrano benissimo che il tuo vero astio è dettato dal mio mancato coinvolgimento in quella particolare vicenda. Complimenti, vai in giro a accusare la gente di “strani rapporti con il consolato” solo perché ti sei messa in mezzo ad uno scandalo religioso sessuale che – in altri contesti – farebbe ridere i polli.
Georgia,
sono stato intervistato per spiegare cosa stava succedendo in quel momento in Egitto. L’ho spiegato con tutta l’imparzialità del caso, anche se è vero che da essa si capisce benissimo che ho sostenuto – e tuttora sostengo – la posizione sulla questione palestinese da parte dell’Egitto, se non fosse altro perché l’Egitto è costretto ad assumerla, quella posizione. Ma da lì ad affermare cosa “pensavo” e non “pensavo” in merito a quei cambiamenti costituzionali, ce ne vuole.
Mmmmmm vedo che dire le bugie è un vizio … veramente, e ricordo benissimo l’episodio, la scritta: “ispirata ad una vignetta di Biani” apparve solo dopo che biani protestò (non so se da te ma certo biani lo fece nel blog kelebek) … anzi ora non ricordo con precisione chi, ma qualcuno di voi addirittura si rifiutò di aggiungerci la scritta ;-).
lascia perdere la questione palestinese che con la riforma elettorale NON c’entrava un tubo, dimmi solo come un giornalista può definire indipendente una commissione che deve controllare il voto se questa è nominata direttamente dal governo (e che governo!) … qualcuno la può anche definire indipendente ma allora è un infingardo e fascista … è del tutto legittimo e tuo diritto, essere, dall’italia, un fiancheggiatore del regime di mubarak, basta che non ci prenda tutti per il culo come sembra tu abbia fatto con il manifesto ieri e oggi con NI (a meno che non siano, pure loro, tutti mubaracchiani de fero ;-)
Io continuo ad essere affascinata dalla spudoratezza con cui costui continua a definire una “mia vicenda privata” l’invio, da parte di una rosa di tre persone di cui lui fa parte, di un’email privata a Magdi Allam, con lo scopo di dare a quest’ultimo la pezza d’appoggio con cui fare scoppiare uno scandalo-poligamia sulla testa di un dirigente Ucoii.
Io l’ho fatto. E ho nella mia casella ho una mail del 30/6/2007 in cui scrivo agli altri personaggi coinvolti: “Dobbiami chiedere a Biani il permesso. Oppure si specifica sotto la vignetta che non è la sua”. A Biani, se interessa, gliela farò anche vedere. Sono molto più corretto e onesto di non quanto crediate, e questa continua deligittimazione è davvero molto triste.
Ma quando Biani ti chiamò inferocito (chiese a me il tuo numero) per dirti di toglierla immediatamente da mezzo, tu gli dicesti che l’avevi fatta tu? Mica mi risulta…
E poi: come mai alla fine non glielo chiedeste, il permesso? Chi te lo impedì? Dai, racconta.
Lia,
Quella era una tua vicenda privata. Punto e basta. Avrebbe dovuto rimanerlo, certo. Che poi si sia trasformata in uno scandalo di dimensioni planetarie in cui mi sono trovato, mio malgrado, coinvolto in quanto destinatario – tra gli altri appunto – della mail non è un problema mio, specie dopo aver visto come è stata gestita l’intera vicenda e in che cosa si è trasformata in seguito. Il fatto che tu continui a tartassarmi e a diffarmarmi in una maniera molto grave per quella questione – che con l’Egitto non c’entra un tubo – è davvero irritante: capisco che sia stato psicologicamente molto duro per te essere sottoposta a tutto questo a suo tempo, e che tu abbia speso soldi inutilmente per far causa al Corriere, ma ora non esageriamo.
(Ribadisco anche qua il commento che ieri ho postato qualche post più sotto, tanto perché sia chiara la continuità del discorso. Ci tengo.)
Allora, Sherif. Hai ripetuto mille volte questo concetto e te l’ho ignorato.
Ora, però, mi hai stufato. Dove eri tu quando tu facevi intervistare, tutto deciso e convinto, all’epoca del primo articolo di Allam e un attimo prima che Dacia sbroccasse?
Chi le diceva, queste cose, io? O tu?? http://www.ilcircolo.net/lia/1136.php
Ho la tua email in cui insistevi perché la pubblicassi pure su Macchianera, quell’intervista cosa che mi scocciava moltissimo fare.
E, guarda un po’, ho pure il file audio di quell’intervista, in mio possesso con la tua completa consapevolezza, e sono stufa di lasciarti parlare senza mai risponderti. E’ il file audio al termine del quale si sente pure un pezzo del litigio di Dacia con l’organizzazione contro cui, da quella lite in poi, si scagliò come una pazza furiosa.
http://www.hispania.it/sherif/sherif.mp3
Ed è il file audio in cui TU STESSO dici a me che girano voci nell’Ucoii sui tuoi rapporti con il consolato. TU LO DICEVI A ME, ripeto. E adesso vieni qui a fare il finto scandalizzato e a dirmi che io “ne risponderò a tempo debito”? Ma credi di fare scemo il mondo a colpi di faccia di tolla?
Ma tu fino a dove credi di potere provocare la gente, davvero??? Quanto credi che uno possa sopportare le tue fregnacce???
Ripeto: riascoltati e vergognati.
Roba da pazzi.
E non permetterti mai più di dire che è “il motivo per cui ti attacco sull’Egitto”: potevo risponderti da anni, su quella vecchia storia, e non l’ho fatto perché, davvero, considerandoti un vigliacco, non ne valeva la pena.
ADESSO, nel 2011, ti ho scritto quello che pensavo sulla tua presa di posizione sull’Egitto, e tu continui a ripetere, e lo hai fatto dieci volte, che lo faccio per quella storia. Sei TU che l’hai tirata in ballo. E’ da giorni che sono paziente.
Ora mi hai stufato.
Nessuno me l’ha impedito, si è scelto solo – per questioni di tempo – di passare direttamente alla dicitura “ispirata ad una vignetta di Biani”. Quando lui mi ha chiamato esprimendo dissenso, l’ho immediatamente tolta. Ripeto: sono più corretto di non quanto tu voglia farmi apparire e non verrò – tanto meno adesso – trascinato nella tua vicenda privata, quindi inutile che tu mi faccia domande con la speranza che io riapra la tua “caccia alla talpa”. Comunque, il continuo riferimento a quella vecchia storia personale è la prova provata del motivo del tuo astio nei miei confronti, ora mascherato da “lotta per la democrazia egiziana”: ti invito a ripensarci, Lia.
la vignetta (oserei dire bruttina) apparve sui blog di tutto il vostro branco (oggi ormai scioltosi) MA senza scritta sotto, poi sì tu l’aggiungesti e ti scusasti, ma senza mai dire di essere stato l’autore del falso (tanto è vero che io lo vengo a sapere ora e la cosa non ti fa certo onore). Mi ricordo che in un blog ad una mia osservazione che la vignetta era bruttina, e soprattutto sembrava manipolata da una precedente che avevo già visto, nacque una polemica e anzi qualcuno, ora non so chi, disse che biani era talmente vostro amico che sicuramente vi aveva dato lui il permesso, non feci in tempo a leggere quel commento che arrivava biani incazzato come una bestia :-) … solo dopo aggiungeste la scritta, ma qualcuno addirittura si rifiutò di farlo e di specificare che il disegno NON era di Biani, e come vignetta di biani rimase per parecchio … si vede che il/ la blogger pensava che per lia sarebbe stato molto più offensivo se la vignetta continuava ad essere attribuita a Biani piuttosto che una volgare bufala, però non ricordo chi sia stato.
Beh, non sapevo che la vignetta fosse opera tua, ma certo la cosa non ti fa onore e poi dici che NON attacchi Lia? bel coraggio, non c’è che dire. Meno male che non volevi farti coinvolgere dalla melma … mi sa che anche la tua piccola personale fabbrica del fango funzionò parecchio allora ;-)
Ma a me sembra di ricordare benissimo che nessuno di voi scrisse nulla all’inizio, se aveste scritto “ispirata ad una vignetta di Biani”, Biani non avrebbe mai potuto protestare perchè ognuno è libero di ispirarsi a quello che vuole, basta lo dica …. non solo inizialmente NON c’era la scritta, ma c’era persino la firma BIANI
A meno che tu non ritenga Biani un pessimo disegnatore, non puoi dire che era bruttina la vignetta :). Si trattava infatti, solo di un montaggio di disegni originari di Biani che raffigurava Lia circondata da tre suore che le chiedevano dove erano finiti i soldi che lei avrebbe voluto, cosi disse, regalare alla Caritas. Niente di grave o di vergognoso, quindi altrimenti qua la gente pensa che abbia pubblicato chissà cosa di osceno. Quando la pubblicai, lo feci – esasperato da quel continuo tirarmi in ballo in una vicenda patetica – con la scritta di cui sopra e quando Biani chiamò ho tolto proprio la vignetta quindi ti ricordi male tutto. Lo scrivo qui più che altro per Biani, mica per voi. Detto questo, a me interessava solo rispondere a gravissime accuse di natura politica, voi siete qui a parlare di scandali sessual-religiosi finiti sul Corriere e vignette varie. Con tutto il rispetto parlando mi premeva appunto dimostrare che le vere motivazioni dietro quelle gravi accuse di collaborazionismo ecc c’era solo il vuoto mosso da astio per questioni che con l’Egitto c’entrano un fico secco. Ora che è ampiamente dimostrato, vi saluto e sparisco. Ho cose molto più importanti di cui occuparmi.
la ricordo bene (sono una appassionata di vignette politiche) era un collage di due vignette di biani ed era proprio brutta, non ho detto che lo fossero le due originali ma solo il tuo pateracchio (la parola non è esatta ma ci sta) che biani non avrebbe mai fatto, ed era stata lasciata APPOSITAMENTE la firma di biani, poi se tu eri quello che la eliminò subito il tutto dopo l’arrivo di biani questo, hai ragione non lo ricordo, come non ricordo chi fu a volerla lasciare senza la scritta mi sembra fosse una donna.
SHERIF
mi premeva appunto dimostrare che le vere motivazioni dietro quelle gravi accuse di collaborazionismo ecc c’era solo il vuoto mosso da astio per questioni che con l’Egitto c’entrano un fico
GEO
già, ma all’unica domanda precisa sull’egitto (e sulla riforama elettorale) NON hai risposto e hai svicolato per altre vie fingendoti un confezionatore di fichi secchi ;-)
Vabhe va, lo faccio, perchè ho letto il tuo articolo dopo un estenuante collegio docenti, con in mano patatine, birra e sigaretta e mi è stato di conforto. Potevi essere piu’ cattiva eh con quest’essere che ha osato pigliarsela con le “donne di una certa età”, argomento cui (facendo io parte dell’insieme) sono sensibile e mi sta sulle balle chi lo usa, chiunque sia.
Prendiamo un post a caso…le cattive coscienze? ok
“Lo voglio ribadire forte e chiaro: dividersi fra chi sta con e chi sta contro Mubarak in questo particolare momento storico e con la brutta piega che stanno prendendo gli eventi, è stare semplicemente contro il bene supremo del paese.”
da prof chiedo: chi è il destinatario del messaggio? Noi? se siamo noi non ha senso: ovviamente siamo fuori dai giochi e possiamo solo prendere posizione su cosa sta succedendo la’. Poichè siamo qua possiamo solo farci un’idea guardando le fonti (io ho sta ex allieva appena tornata col viaggio d’emergenza di frattini che qualcosina m’ha raccontato) e le fonti parlano di: internet chiuso. Trasporti terminati. gente aspettata sotto casa dai poliziotti per menarli o peggio. Gente considerata “dissidente” che deve andare a dormire fuori casa per via dei poliziotti che aspetta che tornino per sequestrarli o addirittura casi di maschi a cui hanno stuprato le sorelle per le loro posizioni politiche.
Racconti di studenti del posto ad una ventenne che non capisce molto di politica. Devo credere a sherif che vive a torino?
“Dividersi fra chi è e chi non è disposto ad aspettare le sue dimissioni fra soli 200 giorni, permettendogli di salvare l’onorabilità della carica di Comandante supremo delle Forze Armate (una qualifica direttamente collegata al prestigio dell’esercito, unico garante dell’unità nazionale, tra l’altro festosamente accolto dai manifestanti antigovernativi) e di militare che ha combattuto la guerra contro Israele”
Mi pare che qui non ci sia tanto da discutere. Qui sherif dice che 1) è comandante ecc…ec…quindi bisogna tutelarlo perchè ne va dell'”onore dell’esercito” 2)che mubarak è l’unico garante dell’unità nazionale (quindi, lascia intendere, delegittimarlo significherebbe andare incontro alla “guerra civile” a prescindere dall’integrità delle infrastrutture) 3)che ha combattuto la guerra contro israele (e quindi sottintende un altro motivo di merito)…alla faccia del “io nooooooo che non sono mubarakkiano” Ma continua:
“e governato il paese per trent’anni con meriti e demeriti che non mi metto certo a quantificare”
e fa male, o crede che dell’egitto ne sappia soltanto lui: se lì ci sono famiglie che hanno i desaparecidos, se non permetteva alla gente di votare, se parlare di politica o lamentarsi poteva significare “rotture di coglioni o carcere e tortura” sistematicamente, perchè non quantificare? per lo stesso motivo che lo spinge a non prendere posizione chiaramente: si chiama ipocrisia….
“porterà soltanto al caos e alla distruzione delle infrastrutture e dell’economia del paese in modo irremediabile (e dire che persino al nostro ultimo Re, totalmente screditato, travolto dalla corruzione e dalla dissolutezza della sua corte, è stato permesso di abbandonare l’Egitto firmando un proprio editto reale, vestito in alta uniforme di ammiraglio e salutato da 21 colpi di cannone e da truppe dell’esercito”
Traduzione: se hanno riservato ‘sto trattamento al re, che era un pezzo di merda, perchè non riservarlo a mubarak (sottinteso: che è infinitamente migliore?) sulle infrastrutture rimando a quel che dici tu, cui egli si guarda bene dal replicare…chissa come mai?:-)
“Vogliamo davvero che la svolta che si auspica per l’Egitto venga subito inaugurata con il ritornello “Si stava meglio quando si stava peggio”?”
e quindi lui già sa che il futuro, se gli egiziani non abbandoneranno la lotta sarà il “si stava meglio quando si stava peggio”: è chiaro! stava meglio lui e per lui il “dopo-rivoluzione” sarà un’incognita che, messa a raffronto dello status quo è meno preferibile.
“Ricordiamoci che fame e rovina non portano democrazia e diritti. Quelli che hanno aspettato trent’anni per scendere in piazza contro Mubarak senza avere un leader da proporre in alternativa davvero non riescono ad aspettare 200 giorni per evitare al paese di sprofondare in un abisso da cui nessuno, ma proprio nessuno, riuscirà a tirarlo fuori?”
La fame l’ha provocata mubarak… e per lui non c’è alternativa…è chiarissimo. Lui dice: “potevate pero’ aspettare ‘sti 200 benedetti giorni!”
“Non entro nel merito di chi siano i manifestanti che a migliaia hanno partecipato alla marcia pro-Mubarak che è poi degenerata in scontri sanguinosi, non mi interessa.”
beh, ma perchè non entra nel merito? la notizia di sti giorni era che mubarak ha fatto liberare i peggio delinquenti ed è per questo che le infrastutture sono state distrutte…ci sono innumerevoli documenti in rete, di prima mano. Perchè non affronta questo argomento? Cattiva coscienza?
“Anche se trovo francamente ridicolo che qualcuno creda davvero che bastino tre euro e mezzo, cioè 25 pound – una cifra che da anni non basta a comprare due bottiglie di olio al Cairo – per convincere chiunque a rischiare la pelle a pagamento per un presidente ormai uscente. Non basterebbero neanche mille di pound, oggi. E i rimanenti 23 milioni di abitanti del Cairo quanto sono stati pagati per non scendere a fianco dei 2 milioni che erano in piazza?”
beh, in questo video una qualche spiegazione c’è (a me l’ha tradotto la mia studentessa di arabo)
http://www.facebook.com/cloroalclero#!/video/video.php?v=1658136497586&oid=94542375099&comments
“Esistono anche vie di mezzo, come nel caso dell’Egitto, la singolare forma ossimoro di democrazia autoritaria che ha garantito una stabilità geostrategica a livello internazionale, quindi anche pace e stabilità per il paese, anche se è fallita nel garantire un’equa suddivisione della ricchezza internamente. ”
democrazia autoritaria è la nostra, dove c’è un esecutivo inamovibile e una lega che impedisce il libero fluire delle proposte, (tanto che 4 bambini rom sono morti “di politica” a Roma). Ma qui puoi dire quel che vuoi per strada. Là no. C’è la dittatura, addirittura le donne al mercato non possono lamentarsi dei prezzi aumentati (ci sono i documenti) sennò portano via loro i figli. Ma di che parla ‘sto qui?
“E’ la stessa che ha permesso a scrittori come Alaa Al Aswani ed altri intellettuali di scrivere editoriali di fuoco e ispirare film e romanzi durissimi contro il presidente, suo figlio e il governo, formando e via via galvanizzando l’opinione pubblica che poi si è ritrovata a piazza Tahrir”
sì certo. Perchè erano conosciuti all’estero, seenno’ avrebbero fatto la fine di tanti poveracci che sono spariti dalle loro famiglie.
(salto parti che hai esaminato te)
“Eh no, cari rivoluzionari da tastiera: io scrivo e dico quello che voglio sul paese dove sono nato, cresciuto e di cui porto la cittadinanza pur vivendo e lavorando in una seconda patria, delle cui politiche interne – eccettuate quelle sull’immigrazione – non mi sono mai occupato. Voi invece se volete scatenare il caos là dove avete avete vissuto solo da turisti, da ospiti – voi si che lo eravate – serviti e riveriti, lavatevi prima la sporca coscienza.”
Ma perchè? questo qui che viene a “fare conferenze”, che si lamenta per l’alloggio (quando ci sono situazioni di italiani che vivono in automobile) per “aver fatto lavori umili” (mò ci sono fior di laureate che fanno le badanti perchè han perso il posto in azienda o perchè il marito è rimasto disoccupato qui in italia…ma non sono lui, non contano una sega) ha la coscienza a posto? sta a torino, fa conferenze, scrive un cesso di blog (ricordo quando difendeva mubarak dagli attacchi degli antisionisti, mentre la polizia collaborava al massacro degli abitanti di Gaza) fa i sermoni ai filoleghisti…ma se parli degli egiziani ti bolla come destabilizzatore, dando cosi ai leghisti la pezza per dire “ma ‘sto qui…difende il torturatore a casa sua e poi viene qui a dettare codici morali…” quindi il suo operato peggiora l’Italia. E’ una scoreggetta, Lia. Anche con paturnie da frustrato. MOLLALO!
Ma per favore…ma quale gente che “non poteva parlare di politica” e “non poteva lamentarsi dei prezzi”…Alaa Al Aswani il suo libro l’ha pubblicato in Egitto, il suo film è stato girato in Egitto con attori egiziani ed è il dibattito politico e culturale che ha suscitato in Egitto ad averlo fatto conoscere – successivamente – all’estero. Se ci fosse questa mancanza di libertà di espressione che tu descrivi, Al Aswani non avrebbe pubblicato nulla e sarebbe stato in galera, altro che scrivere editoriali sui giornali dell’opposizione per anni. Non ci sarebbe stato nemmeno internet, altro che bloccarlo durante le manifestazioni: in Corea del Nord ti sequestrano il cellulare e ogni dispositivo elettronico prima di entrare nel paese. Anche le dittatture sono diverse tra di lor. Ma voi non capite né cos’è la democrazia, né cos’è una dittattura e quindi tanto meno cosa c’era in Egitto. Poi a rispondere alle provocazioni di una come te che ce l’ha con me che per motivi personali collegati alla stessa vicenda privata di cui sopra, sinceramente non mi va.
Ma per favore Sig. Sebaie, si legga l’inizio del primo libro di Al Aswani, che avrebbe dovuto essere il primo ma poi la censura non glielo ha fatto uscire, in cui sono descritti i dialoghi estenuanti con decine di funzionari che non avevano capito nulla del libro o magari nemmeno letto e che alla fine non gli hanno permesso di pubblicarlo ed è riuscito a farlo solo una volta famoso, dopo “Palazzo Yaqubain”. Non giochi con quella che crede sia ignoranza della gente, la rete non perdona, le bugie e le omissioni vengono sbugiardate subito! Dopo ciò che ho letto ho capito che razza di personaggio sia, temo che l’aria del don Bosco faccia molto male…..dati i risultati che ci arrivano in Italia…prima di Lei ce n’era stato un altro….Che poi è curioso: anche l’altro sembra avesse rapporti stretti con l’Ambasciata d’Egitto, e anche l’altro ha scritto al Manifesto all’inizio. Bisogna che li avvisiamo al Manifesto e nei quotidiani: “Se vedete nel Cv, scuola Don Bosco in Egitto, non prendeteli…. fermateli prima… “
Salve a tutti. Spezzo in una lancia a favore del Dott. Sheriff. Per prima cosa invito tutti i contendenti ad essere onesti e quindi illustrerò quanto in oggetto. Innanzitutto la Nestè da lavoro a tanta gente. Qualche comunistello da strapazzo vuole negare ciò? A chi non piace il latte condensato? O gli altri prodotti della Nestlé? Piacciono a tutti !!! Piacciono a chi è pro Mubarak e a chi è contro.
E’ ovvio quindi che l’Ing. Sheriff si preoccupi della Nestlè, perchè senza di essa non ci sarebbe lavoro e non ci sarebbe il latte condensato o peggio il Nescafè per non parlar del Tea.
Approfitto per segnalare al Cav. Sheriff che lo sconto che mi ha fatto ricevere non vale al Sabato e che il tappeto non è fatto in Egitto ma in Cina. E ciò mi da dolore.
Ricordo a tutti voi che il nostro Premier ritiene il presidente egiziano come persona molto dotta, che sa governare e che è uno che fa. Certo questo a voi comunisti che siete pigri e assistenzialisti non piace ma secondo me se Mubarak andasse via li in Egitto non farebbero più niente se non andare in giro con la feluca sul Nilo o peggio come per esempio fare il bagno nel Nilo. Quindi Mubarak è uno che fa girare l’economia e giustamente il Prof. Sheriff che è uno che fa lo appoggia. Perchè l’economia se non gira si ferma. Ma questo voi sinistrorsi non lo capite.
Lascia perdere i motivi personali, chè se per Lia potrebbero essere ipotizzabili, per me no (tant’è evro che io leggevo il tuo blog regolarmente, finchè non ho letto le tua scandalose prese di posizioni FILOMUBARAK durante la questione della chiusura dei tunnel a Gaza. Non ti arrampicare sugli specchi, che con me non funziona).
Ovvio che se sto regista è famoso, sarebbe stato controproducente ammazzarlo o farlo sparire. La tua difesa del regime viene fuori ANCHE da questa argomentazione. Attaccati ad altro,, se hai una dignità.
Cara Lia e cara Groergia,
in realtá, dal mio punto di vista c’è una frase che se analizzata da un’idea chiara di che cosa sia questo tal Sherif:
“Certo, c’è anche la tortura e la repressione. Ma chi si scandalizza farebbe prima a ricordarsi che persino in molti paesi democratici – dove l’opinione della maggioranza della popolazione non spesso condiziona l’azione dell’esecutivo eletto – capita che manifestanti pacifici vengano manganellati e torturati o che giovani fermati escano cadaveri dalle stazioni di polizia in cui sono entrati vivi e vegeti, senza che i colpevoli siano adeguatamente puniti.”
Io non credo che una persona intellettualmente onesta possa scrivere una cosa come questa. “Certo c’è la tortura”, ma vi rendete conto costui considera le tortura come un fatto secondario, ininfluente una nota al margine che non influisce sulla positivitá della situazione. Ma come si puó scrivere una cosa cosí e poi avere la faccia di fare il difensore dei diritti di qualcuno in Italia!!!!!!! Ecco questo deve essere chiaro che il Signor Sherif considera la tortura una cosa che in un quadro generale puó essere accettata e questo dice tutto. Ma poi aggiunge: “capita che in paese,,, giovano manifestanti vengano torturati …” e dopo essersi lanciato in un’accusa tanto grave non dice in qual paese, non si sa mai cosí il suo argomento raggelante diventa inutile e surreale anche dal suo punto di vista. La tortura, in fondo è una cosa normale per Sherif, ovvia perché specificare nomi e luoghi Se non ci fosse da rabbrividire ci sarebbe da ridere. Ribadisco: ripugnante, a me ripugna chi accetta la tortura come un male minore! Quanto a NI, io ho letto altre cose postate da Jean Reister che mi sembrano acriticamente contigue ad argomenti neocon come per esempio su Piazza Tian An Men. Comunque non so come sia sfuggito questo “sdoganamento” della tortura che non mi pare poca cosa.
genseki
La tortura è normale se tu sei un masochista. Cioè perchè negarla sarebbe una tortura.
(Niente troll ché sennò cancello. Please.)
Mamma mia Groergia no! Povero me! scusa!!!!!
genseki
Allora, Sherif. Hai ripetuto mille volte questo concetto: “Quella era una tua vicenda privata. Punto e basta. Avrebbe dovuto rimanerlo, certo. Che poi si sia trasformata in uno scandalo di dimensioni planetarie in cui mi sono trovato, mio malgrado, coinvolto in quanto destinatario – tra gli altri appunto – della mail non è un problema mio, specie dopo aver visto come è stata gestita l’intera vicenda e in che cosa si è trasformata in seguito.”
Ora, però, mi hai stufato. Dove eri tu quando tu facevi intervistare, tutto deciso e convinto, all’epoca del primo articolo di Allam e un attimo prima che Dacia sbroccasse?
Chi le diceva, queste cose, io? O tu?? http://www.ilcircolo.net/lia/1136.php
Ho persino la tua email in cui insistevi perché la pubblicassi pure su Macchianera, cosa che mi scocciava moltissimo fare.
E, guarda un po’, ho pure il file audio di quell’intervista, in mio possesso con la tua completa consapevolezza, e sono stufa di lasciarti parlare senza mai risponderti. E’ il file audio al termine del quale si sente pure un pezzo del litigio di Dacia con l’organizzazione contro cui, da quella lite in poi, si scagliò come una pazza furiosa.
Ed è il file audio in cui TU STESSO dici a me che girano voci nell’Ucoii sui tuoi rapporti con il consolato. TU LO DICEVI A ME, ripeto.
E adesso vieni qui a dirmi che io “ne risponderò a tempo debito”?????
Ma tu fino a dove credi di potere provocare la gente, davvero??? Quanto credi che uno possa sopportare le tue fregnacce???
Ripeto: riascoltati e vergognati.
Roba da pazzi.
http://www.hispania.it/sherif/sherif.mp3
E non permetterti mai più di dire che è “il motivo per cui ti attacco sull’Egitto”: potevo risponderti da anni, su quella vecchia storia, e non l’ho fatto perché, davvero, considerandoti un vigliacco, non ne valeva la pena.
ADESSO, nel 2011, ti ho scritto quello che pensavo sulla tua presa di posizione sull’Egitto, e tu continui a ripetere, e lo hai fatto dieci volte, che lo faccio per quella storia. Sei TU che l’hai tirata in ballo. E’ da giorni che sono paziente.
Ora mi hai stufato.
Con la frase “Certo c’è la tortura” intendevo appunto non negare l’esistenza della tortura nelle carceri egiziane. Poi se voi andrete a stravolgere ogni mezza frase per dimostrare le vostre tesi, siete liberi di farlo. Siete quattro gatti, e non per modo di dire – i soliti da quanto è cominciata questa campagna (vi siete contati?) – che non contano niente. Nada. Ho già incassato la solidarietà non solo dei miei lettori, ma di gente che è infinitamente più preparata e valida di voi: tutti loro giudicano i post che tentano di spacciarmi come “agente prezzolato” vergognosi senza se e senza ma. Prendo quindi atto che c’è un gruppetto di provocatori, animati da astio personale e in qualche caso persino da invidia (altrimenti a che servivano i riferimenti alla “carriera” ecc) che andranno avanti all’infinito. Anch’io ho una pazienza in-fi-ni-ta. E molti più strumenti per difendermi di non quanto voi possiate immaginare. Fate voi.
PS: a quello del tappeto: non si accetta la restituzione della merce venduta. :)
con questi commenti offri uno spettacolo patetico, Sherif. Lo dico per il tuo bene.
Hai un blogghetto a cui sono iscritte poche decine di followers e ti agiti come se dirigessi il NYT, con le folle oceaniche che “ti esprimono solidarietà” via piccione viaggiatore.
Stai facendo figure di palta a raffica, datti un limite.
Si, è vero ho menzionato queste accuse nella conversazione telefonica perché me le avevi riferite tu, che di Piccardo eri la “moglie” e confidente. E lo dicesti anche alla Valent e a tante altre persone che lo potranno testimoniare. Fai tu.
…e allora? siamo in pochi,forse, non certo coinvolti nei “corsi di leadership” del dipartimento di stato USA come te…non è un problema questo…in un paese con l’8% di popolazione leghista e quasi tutti i mass media in mano ad un uomo solo non è che qui si stia ad esprimere che “la maggioranza vince” come puerilmente sembri fare te. Ma da Platone in poi (e te non sei mezzo greco?) sappiamo che non è la “maggioranza” (specialmente se deprivata della capacità di pensare) che possiede la verità, nè “fa verità” quell’ accolita di “famosi” o comunque “politicamente accreditab ili” cui tu continui a far riferimento.
La tortura è, senza se e senza ma, qualcosa da ripudiare quand si parla di un ente collettivo. Non ci sono giustificazioni. Difatti nei nostri miseri blog scriviamo (purtroppo con nessun risultato) di ragazzi incarcerati e mai usciti da quella situazione. Ci scagliamo come pietre verbali contro la tortura e non è che ci vengono “gli impeti nazionalistici” come a te, per cui “la tortura diviene qualcosa di accettabile perchè tanto la praticano anche altri”. No. Qui, in quest’Italia dove tu vivi e che ti fa tanto schifo, c’è gente che la tortura la condanna “senza se e senza ma” e che ritiene che, da sola, sia un OTTIMO MOTIVO per cambiare un governo, costasse quel che costasse.
Lia,
A proposito, non che mi vergogni di alcunché, ma mi sembra di averti già ufficialmente diffidato a suo tempo dal divulgare pubblicamente una registrazione destinata al solo sbobinamento di un’intervista di cui ovviamente non facevano parte le battute ora strumentalizzate per dimostrare che io sarei quello che si diffama in prima persona. Terrò conto anche di questo, adesso.
Bravo, Sherif, tienine conto. Fa’ pure.
E trovami il motivo, la norma, la regola, l’usanza per cui io dovrei lasciarti vomitare balle, minacce e veleno da giorni e giorni senza inchiodarti alle bugie che dici.
E salutami il tuo senso etico, nel caso lo ritrovassi.
Secondo me a Mubarak lo stanno facendo cadere gli americani, semplicemente perchè è anziano è del 28 ha 83 anni mica 50 o 60. E per gestire un paese così (grande,con quelle risorse,con quei confini ecc. ecc.) servono energie e sopratutto dare certezze agli alleati. La prova ne è la continua richiesta della Clinton e Obama delle dimissioni del presidente. Certo al suo posto potrebbe arrivare il figlio ma è un potrebbe e non è sicuro e poi come si comporterà? Sarà come il padre? E visto lo scontento dei cittadini lo eleggeranno? Insomma molti dubbi. Quindi gli conviene pilotarla la successione con El baradei o chi per lui anche se poi rischiano di far la fine iraniana… per ovvie ragioni, economiche,di cultura e chi più ne metta ed è questo il rischio se non la certezza. Per cui…
x sir percy-questa è la versione complottista, aggravata dal fatto che Peres, in Israele, non ccetta incognite su chi sarà il preferito del popolo egiziano…tant’è che Peres ha detto che “non accetterà” (per fare un esempio) una vittoria dei “fratelli muslim”…
Bravo, Sherif, tienine conto. Fa’ pure.
E trovami il motivo, la norma, la regola, l’usanza per cui io dovrei lasciarti vomitare balle, minacce e veleno da giorni e giorni senza inchiodarti alle bugie che dici.
E salutami il tuo senso etico, nel caso lo ritrovassi.
“Meglio morire con dignità che vivere senza” (Slogan su un cartello a piazza Tahrir).
Rifletta, signor Sherif. Le sue miopi parole non mostrano alcun rispetto per i suoi connazionali che hanno perso la vita e per tutti quelli che stanno lottando perché vorrebbero un Egitto migliore.
Condivido sir Percy. Gli USA stanno mollando Mubarak e tutto l’Egitto, non possono più permettersi di sostenerlo, anche economicamente.
Invece, chi vuole sostenere Mubarak ad ogni costo, mantenerlo in sella finché non avrà trovato chi mettere al suo posto alle prossime finte “elezioni”, è Israele.
E’ Israele, che ha disperatamente bisogno dei famosi 200 giorni.
Traetene le vostre conclusioni…
Fulvia, deja de perder el tiempo con este señor. Que diga lo que quiera. Necesitamos tu energía aquí, en Tahrir.
Yo me iría mañana, Juli.
¿Es que allí no tenéis “semana blanca” o algo por el estilo?? ¿No hay vacaciones de invierno????
Vacaciones no tenemos, pero voy a ver.
Segnalo il commento che Paola Caridi ha lasciato su Nazione Indiana a proposito del post di cui stiamo discutendo. Qua: http://www.nazioneindiana.com/2011/02/05/legitto-e-le-sporche-coscienze/#comment-147084
Lo trascrivo anche sotto, per comodità:
paola caridi
Pubblicato 9 febbraio 2011 alle 11:15 | Permalink
Il blog suppongo sia il mio, invisiblearabs. Il mio ‘culo al caldo’ è a Gerusalemme, città dalla quale mi muovo per andare in giro (a bordo piscina?) tra Israele, Cisgiordania, Gaza, mondo arabo. Ci sto da dieci anni esatti, invece di fare la giornalista ‘di lusso’ in Italia. Parlo e scrivo di quello che so, che conosco e che ho visto con i miei occhi, testimoniati in due libri (“Arabi invisibili” e “Hamas”, entrambi da Feltrinelli) che non sono poi andati malissimo… Sono a Gerusalemme e non al Cairo perché sto scrivendo il mio terzo libro e, purtroppo, mi sto perdendo la rivoluzione dei ragazzi di Tahrir. Che poi il signor Sherif el Sebaie non sia contento del mio blog, libero di esserlo. Per fortuna, l’Italia è una democrazia. I blogger, al Cairo, venivano e vengono arrestati. L’unica cosa, si astenga dai giudizi sulla qualità del lavoro altrui, quando non ha altre armi intellettuali per combattere opinioni diverse dalle sue. E’ la prima regola di un atteggiamento serio dal punto di vista intellettuale e professionale.
Ah, racconto un aneddoto della Fiera del Libro di Torino. Alaa al Aswany, Egitto ospite d’onore, partecipò ma non nella delegazione ufficiale, per dimostrare la sua distanza e la sua critica nei confronti del regime. Ecco, questo è il tipo di egiziano, e di intellettuale, che mi piace. Uno che rischia per la sua dignità, e per la sua democrazia. Che al signor Sebaie piacciano altri tipi di persone, è un suo problema. Non certo il mio.
Il nuovo Magdi Allam che risponde al nome di Sherif Sebaie, si è sempre vantato di non bannare se non gli insulti. Ed effettivamente nel suo blog si leggono le peggiori schifezze razziste, che il buonuomo non banna mai, ma a cui spesso risponde con passione. L’altro giorno, sempre su questo argomento e nello specifico in un post in cui attacca Paola Caridi, colpevole di saperne molto più di lui, di sovrastarlo di centinaia di metri come cultura (tra l’altro è laureato il “letterato” Sherif? Non sembra), conoscenze politiche, sociali e sul Medio Oriente in generale e conoscenza reale, io scrivevo il seguente:”Penso che nessuno abbia letto i due libri bellissimi della Caridi. In particolare il suo studio sul movimento islamico Hamas è una pietra miliare per chiunque si interessi seriamente dell’argomento, e non solo è stato molto apprezzato in tutti gli ambienti accademici, ma ha anche riscosso un ottimo successo di pubblico nonostante sia un testo di alto livello cultural-politico. Tra l’altro farei poca ironia sul suo stare a Gerusalemme: la Caridi è stata a Gaza in periodi davvero difficili, ha girato il medioriente intervistando personaggi spesso inarrivabili dai nostri “esperti” delle grandi testate giornalistiche. Quindi smettiamola con i tentativi di delegittimazione personale se non si è d’accordo, Sherif risponda nel merito e non con vaghe accuse che fanno pensare a cose non vere…tipo che la Caridi sia una che ora se ne sta in “vacanza” a Gerusalemme…o cose simili. Io se mi confronto a Campanini (per fare un esempio di uno che sa di cosa si parla), so di non avere la stessa autorevolezza ed è giusto così, non me la prenderei con Campanini se divergessi in un’analisi…quindi consiglierei molta più modestia.
Ottenevo di venire irrimediabilmente bannato, beccandomi un post successivo in cui vengo accusato di essere un “munafiq”, un “ipocrita” in linguaggio coranico. Perché? Per essere stato d’accordo con lui quando dibatteva con gli islamofobi e razzisti che infestano il suo blog e non essere d’accordo con le sue vergognose posizioni collaborazioniste, il suo attaccare in stile Sallusti la bravissima Paola Caridi, aver ricordato alla feccia del suo blog che sfotteva nella loro beata ignoranza la preparata Paola Caridi che Paola non è una turista, ma una delle più serie e quotate studiose di Medio Oriente esistenti Italia. Ma il furbo Sherif sceglie il ban e preferisce far credere agli ignoranti imbevuti di retorica allamista che leggono il suo blog, che Paola Caridi che lo critica non è nessuno se non una radical chic che scrive libri dai bordo-piscina dei Mariot o Hilton. DISGUSTOSO!
L’individuo è quello che è, quindi la fiera dell’ignoranza esibita sull’argomento dai suoi commentatori non può sorprendere.
Sulla questione del titolo di studio di Sherif: il fatto che non sia laureato sarebbero fatti suoi. Il fatto che invece si lasci chiamare “dottore” senza correggere chi gli attribuisce il titolo è, come tante altre cose, indicativo del personaggio.
Kefaya! – Basta! 11/02/11: NULLA E’ IMPOSSIBILE!!! « Orybal's weblog
[…] coda, l’ipocrisia di certi mubarakiani residenti in Italia, che temono che le rivolte per la libertà danneggino l’economia… Pubblicato in libertà. Lascia un commento » LikeBe the first to like this […]