Succede in contemporanea: il dato ormai acquisito (ci è arrivato persino Frattini) del pesante coinvolgimento dell’apparato di Mubarak negli attentati in Egitto e i nuovi scontri con nuove vittime tra i cristiani.

Mentre Repubblica, nonostante quello che sappiamo, si limita a parlare di misteriosi musulmani salafiti, come se fosse normale per i salafiti andare in giro con le pistole ad aggredire i cristiani, da Arabawi c’è, tra gli altri, un video di ieri che mostra cristiani e musulmani che formano insieme il corteo che sarebbe andato a manifestare sotto la TV di Stato, e un altro video molto amatoriale, girato in serata a piazza Tahrir dopo l’assalto di un gruppo di provocatori armati di molotov e bastoni.

Il timore, ovviamente, è che tutto questo sia orchestrato per dare modo ai militari di imporre la legge marziale e porre fine a tutto ciò che si è conquistato finora. Gli apparati di sicurezza egiziani, del resto, hanno sempre lavorato così. Non si vede perché dovrebbero smettere proprio adesso.

Mentre, peraltro, gli egiziani fanno quello che possono, e da soli, per mantenere legalità e sicurezza in un paese dal quale la polizia è apparentemente svanita.

(Vedi anche State security: a scorpion’s tale su Al Ahram Online e la pagina di Facebook dove vengono pubblicati i documenti rinvenuti nella sede della Sicurezza di Stato: è in arabo, ma Google Translator aiuta.)

Aggiornamento: bon, pare ormai certo che abbia sparato l’esercito. Evidentemente la cosa gli è sfuggita di mano. Bel casino.