E va bene, è successo.

Municipio di Ezcaray, 20 Aprile 2011: Pupina e il suo Israel, oggi sposi.

 

Il regalo di matrimonio che mia figlia mi ha chiesto sono tutti i post in cui ho raccontato di lei, messi insieme e rilegati: dice che dovrà farli leggere ai suoi figli.

Li ha già raccolti lei e me li ha dati affinché li mettessi a posto, con quest’introduzione:

Inizia cosí il resoconto di mia madre sulla mia estate del 2002. Andai con la mia migliore amica, Valentina, a stare un mese nel paesino di montagna dove si riunisce la mia famiglia paterna da anni e dove da piccoli mio padre e i miei zii passavano le estati. Pochi giorni dopo il nostro arrivo successe quello che di solito succede d’estate: mi innamorai. Sarei dovuta starci solo un mese e poi andare in Irlanda a fare un corso di inglese ma, chiaramente, il corso in questione perse interesse e lasció posto alla mia avventura sentimentale con Israel. Sicuramente piú affascinante e aneddotica.

Non so quante figlie abbiano l’occasione di leggere le propie avventure dal punto di vista materno. Io, grazie al blog di mia madre, potei scoprirmi nei suoi articoli e vedermi riflessa nelle sue parole. Non l’ho mai vista, anche se qualche volta gliel’ho fatto credere, come un’intromissione nella mia intimitá. Credo che la parte di vanitá che é in me si sentisse lusingata di essere protagonista degli articoli che scriveva, e d’altra parte mi sono sempre sentita una privilegiata per avere un rapporto con mia madre cosí spontaneo e sincero.

Io ci sto ancora lavorando, spero di farglieli trovare per il loro ritorno dal viaggio di nozze. Ho un rapporto difficile con le cose che scrivo, tornare indietro e ripercorrerle mi sconvolge sempre assai. Poi, quando finisco, piazzo tutto anche qua, da qualche parte: sono cose scritte altrove, su un altro sito, e mi piace l’idea di portarmele a casa, dopo tanto tempo.

La vita ha senso, dopo tutto: una se ne accorge quando la ripercorre. E scrivere, per quanto mi riguarda, serve solo a questo: a non disperdere emozioni, a ritrovarne il filo quando mi serve.

Auguri, ragazzi.

Di tutto il senso che ho, buona parte me lo regalate voi.