Ce l’ho nel Google Reader e succede che i suoi post mi capitino davanti agli occhi. Mi sono ormai abituata, quando ce n’è uno nuovo, a scorrerlo per vedere in quale riga verrò tirata in ballo e, il più delle volte, eccomi là.
Oggi li ho frettolosamente contati, aiutandomi coi tag: da gennaio a oggi, quel tarantolato di Sherif ha scritto almeno 30 post in cui cerca rissa con la sottoscritta a proposito della rivoluzione egiziana.

Trenta post, divisi per sei mesi, fanno una media di 5 post al mese, ovvero di più di un post alla settimana. Se ai post aggiungiamo i commenti, numerosi e lividi, direi che siamo davanti a una sindrome ossessiva conclamata: quest’uomo ha passato mezzo anno della sua vita inveendo contro di me e, ormai, io credo che abbia bisogno di aiuto. Qualcuno mi ha detto: “Don’t feed the troll”, ed è un motto che sostengo da anni. Eppure a me non sembra propriamente un troll, ‘sto qua. Mi pare uno che sanguina a bordo blog, piuttosto, e devo dire che non credevo, con tre post in cui lo citavo nei giorni caldi della rivoluzione, di vederlo ancora ridotto in questo stato nel luglio successivo.

Internet, di per sé, non fa impazzire, a meno che uno non sia in qualche modo predisposto. A me pare che Sherif, per come lo vedo agire in rete, corrisponda in modo pressoché perfetto a questo ritratto di personalità ossessiva. Lo invito a leggerlo, non per sbeffeggiarlo ma per indurlo a rifletterci su: a me, più che dare fastidio, pare che stia male e basta.

Qualche esempio pescato qua e là (senza link, abbiate pazienza, ché sennò gli piace e non me lo schiodo mai più di dosso. Le sottolineature sono mie, invece):

4 febbraio: […] Voi invece se volete scatenare il caos là dove avete avete vissuto solo da turisti, da ospiti – voi si che lo eravate – serviti e riveriti, lavatevi prima la sporca coscienza.

5 febbraio:  […] Quella che andava in piscina in Egitto nell’hotel a cinque stelle, quella tanto rivoluzionaria che appena ha avuto il posticino fisso in Italia, ha mollato l’Egitto veloce come una saetta […]

6 febbraio: […] guai strutturali di natura economica di cui pagheremo, noi egiziani e non i sessanttotini occidentali frustrati in giro per il web, le conseguenze.

9 febbraio: […] questi falliti (nel senso politico del termine) che ora scrivono o addirittura scendono in piazza o vanno alla volta del Cairo “per solidarizzare con i manifestanti egiziani”. I manifestanti egiziani sono molto più capaci di loro: devono solo organizzarsi e anticipare il bene del paese all’entusiasmo giovanile senza prestare ascolto ai suddetti falliti d’importazione.

15 febbraio: […] quanto è maturo politicamente, il popolo egiziano? E’ una domanda a cui preferisco rispondere senza ricorrere a slogan e ancor meno con parole mie, se non altro per evitare i democratici tentativi di deligittimazione di alcuni squadristi virtuali.

19 febbraio: […] In particolare avrei qualcosa da aggiungere sull’incredibile spettacolo che hanno dato alcuni (ripeto: alcuni) cittadini occidentali che dalle loro comode postazioni internettiane – e senza capire nulla di Egitto ma forti di una breve permanenza turistica nel paese – pretendevano (e pretendono tuttora) di dettare agli autoctoni le linee politiche e ideologiche da seguire, con annessa distribuzione di patenti di democraticità eonestà intellettuale.

21 febbraio: Lia è la signora che ha colto l’occasione dei recenti sviluppi in Egitto per scatenare dal suo blog, Haramlik, un’ imponente campagna di deligittimazione (almeno tre articoli mi sono stati personalmente dedicati)

24 febbraio: […] “Rivoluzionari col culo al caldo”. Come quei bloggers e giornalisti che si sono “sciolti” non appena hanno visto, in Egitto, persone intente a ripulire e ad abbellire Piazza Tahrir.

26 febbraio : […] Mentre questi rivoluzionari con il culo al caldo cianciavano di “Rete”, “Facebook”, “Tweet” e di concetti astratti come “orgoglio”“fierezza”, io ero ben consapevole che la maggioranza della gente era scesa in piazza per bisogni molto più terreni e concreti.

1 marzo : […] Non ci voleva molto per capire che “solidarizzare” e“empatizzare” con le rivoluzioni arabe a suon di “facebook” e“tweet” fosse qualcosa di puramente virtuale e fittizio, implicitamente vincolato dal famigerato corollario “purché se ne stiano a casa loro” (e non vengano a spaventarci nei vicoli sotto casa).

23 aprile : […] essersi trovato, nel momento peggiore della crisi egiziana, bersagliato da un branco di pasionarie internettare, le quali – forti una vacanza prolungata in Egitto – avevano coperto il sottoscritto di contumelie e accuse al limite dell’alto tradimento e del disfattismo di sovietica memoria.  […]

25 aprile: […] Per aver espresso questi dubbi già nei primissimi giorni di agitazione e per aver manifestato allarmismo circa il previdibile peggioramento della situazione economica (che di fatti avrebbe vanificato qualsiasi riforma politica nel lungo periodo), sono stato letteralmente linciato […]

26 aprile: […] A questa osservazione, tale Lia – diventata autorevole esperta di cose egiziane ma che, in virtù dell’esperienza pregressa, avrebbe fatto meglio a continuare ad occuparsi di cose turche, di “amore ai tempi dell’Islam”,ceretta e affini – mi rispose  […]

27 aprile: […] Ho quindi il dovere di analizzare criticamente le fonti, visto che – a differenza della signora Lia – non scrivo di ceretta all’egiziana  […]

27 maggio: […] Non c’è da meravigliarsi: conosco il paese per esserci nato e vissuto da cittadino, non per averci passato le vacanze come le sciurette (quie qui) che mi avevano bersagliato all’epoca. […]

1 giugno: […] a pagare il salatissimo conto saremo noi egiziani e gli stessi palestinesi che vedrebbero sfumare per parecchi decenni a venire il sogno di uno stato indipendente, mica i “rivoluzionari con il culo al caldo”, che raccoglieranno presto “le proprie carabattole” per ritirarsi nel primo bagno turco disponibile.  […]

6 giugno: […] Anche se per questo, tempo fa, sono stato graziosamente definito nei commenti del blog di una mentecatta come un “vecchietto a nemmeno 30 anni”.  […]

15 giugno: […] A quei tempi, infatti, un blog che normalmente si occupava di ceretta egiziana e di esotico “amore ai tempi dell’islam”  […]

8 luglio: […] Mentre qualcuno ingenuamente strombazzava (o furbescamente coglieva l’occasione per insultare ederidere) […] ciò che questo blog sosteneva ben cinque mesi fa, a costo di essere letteralmente linciato dalle sciurette in vacanza in Medio Oriente…  […]

9 luglio: […] Mi riferisco ovviamente alle sciurette che liquidavano la miapreoccupazione come “argomentazioni di un mubarakiano” e “mancanza di armi intellettuali”.  […]


Ecco: io rileggo e, francamente, non mi pare che ci sia spazio per discorsi politici, analisi nel merito, argomenti di una qualsivoglia rilevanza.

Lo contemplo e mi viene da pensare una cosa sola: quest’uomo ha bisogno di una fidanzata.