Ce l’ho nel Google Reader e succede che i suoi post mi capitino davanti agli occhi. Mi sono ormai abituata, quando ce n’è uno nuovo, a scorrerlo per vedere in quale riga verrò tirata in ballo e, il più delle volte, eccomi là.
Oggi li ho frettolosamente contati, aiutandomi coi tag: da gennaio a oggi, quel tarantolato di Sherif ha scritto almeno 30 post in cui cerca rissa con la sottoscritta a proposito della rivoluzione egiziana.
Trenta post, divisi per sei mesi, fanno una media di 5 post al mese, ovvero di più di un post alla settimana. Se ai post aggiungiamo i commenti, numerosi e lividi, direi che siamo davanti a una sindrome ossessiva conclamata: quest’uomo ha passato mezzo anno della sua vita inveendo contro di me e, ormai, io credo che abbia bisogno di aiuto. Qualcuno mi ha detto: “Don’t feed the troll”, ed è un motto che sostengo da anni. Eppure a me non sembra propriamente un troll, ‘sto qua. Mi pare uno che sanguina a bordo blog, piuttosto, e devo dire che non credevo, con tre post in cui lo citavo nei giorni caldi della rivoluzione, di vederlo ancora ridotto in questo stato nel luglio successivo.
Internet, di per sé, non fa impazzire, a meno che uno non sia in qualche modo predisposto. A me pare che Sherif, per come lo vedo agire in rete, corrisponda in modo pressoché perfetto a questo ritratto di personalità ossessiva. Lo invito a leggerlo, non per sbeffeggiarlo ma per indurlo a rifletterci su: a me, più che dare fastidio, pare che stia male e basta.
Qualche esempio pescato qua e là (senza link, abbiate pazienza, ché sennò gli piace e non me lo schiodo mai più di dosso. Le sottolineature sono mie, invece):
4 febbraio: […] Voi invece se volete scatenare il caos là dove avete avete vissuto solo da turisti, da ospiti – voi si che lo eravate – serviti e riveriti, lavatevi prima la sporca coscienza.
5 febbraio: […] Quella che andava in piscina in Egitto nell’hotel a cinque stelle, quella tanto rivoluzionaria che appena ha avuto il posticino fisso in Italia, ha mollato l’Egitto veloce come una saetta […]
6 febbraio: […] guai strutturali di natura economica di cui pagheremo, noi egiziani e non i sessanttotini occidentali frustrati in giro per il web, le conseguenze.
9 febbraio: […] questi falliti (nel senso politico del termine) che ora scrivono o addirittura scendono in piazza o vanno alla volta del Cairo “per solidarizzare con i manifestanti egiziani”. I manifestanti egiziani sono molto più capaci di loro: devono solo organizzarsi e anticipare il bene del paese all’entusiasmo giovanile senza prestare ascolto ai suddetti falliti d’importazione.
15 febbraio: […] quanto è maturo politicamente, il popolo egiziano? E’ una domanda a cui preferisco rispondere senza ricorrere a slogan e ancor meno con parole mie, se non altro per evitare i democratici tentativi di deligittimazione di alcuni squadristi virtuali.
19 febbraio: […] In particolare avrei qualcosa da aggiungere sull’incredibile spettacolo che hanno dato alcuni (ripeto: alcuni) cittadini occidentali che dalle loro comode postazioni internettiane – e senza capire nulla di Egitto ma forti di una breve permanenza turistica nel paese – pretendevano (e pretendono tuttora) di dettare agli autoctoni le linee politiche e ideologiche da seguire, con annessa distribuzione di patenti di democraticità eonestà intellettuale.
21 febbraio: Lia è la signora che ha colto l’occasione dei recenti sviluppi in Egitto per scatenare dal suo blog, Haramlik, un’ imponente campagna di deligittimazione (almeno tre articoli mi sono stati personalmente dedicati)
24 febbraio: […] “Rivoluzionari col culo al caldo”. Come quei bloggers e giornalisti che si sono “sciolti” non appena hanno visto, in Egitto, persone intente a ripulire e ad abbellire Piazza Tahrir.
26 febbraio : […] Mentre questi rivoluzionari con il culo al caldo cianciavano di “Rete”, “Facebook”, “Tweet” e di concetti astratti come “orgoglio” e “fierezza”, io ero ben consapevole che la maggioranza della gente era scesa in piazza per bisogni molto più terreni e concreti.
1 marzo : […] Non ci voleva molto per capire che “solidarizzare” e“empatizzare” con le rivoluzioni arabe a suon di “facebook” e“tweet” fosse qualcosa di puramente virtuale e fittizio, implicitamente vincolato dal famigerato corollario “purché se ne stiano a casa loro” (e non vengano a spaventarci nei vicoli sotto casa).
23 aprile : […] essersi trovato, nel momento peggiore della crisi egiziana, bersagliato da un branco di pasionarie internettare, le quali – forti una vacanza prolungata in Egitto – avevano coperto il sottoscritto di contumelie e accuse al limite dell’alto tradimento e del disfattismo di sovietica memoria. […]
25 aprile: […] Per aver espresso questi dubbi già nei primissimi giorni di agitazione e per aver manifestato allarmismo circa il previdibile peggioramento della situazione economica (che di fatti avrebbe vanificato qualsiasi riforma politica nel lungo periodo), sono stato letteralmente linciato. […]
26 aprile: […] A questa osservazione, tale Lia – diventata autorevole esperta di cose egiziane ma che, in virtù dell’esperienza pregressa, avrebbe fatto meglio a continuare ad occuparsi di cose turche, di “amore ai tempi dell’Islam”,ceretta e affini – mi rispose […]
27 aprile: […] Ho quindi il dovere di analizzare criticamente le fonti, visto che – a differenza della signora Lia – non scrivo di ceretta all’egiziana […]
27 maggio: […] Non c’è da meravigliarsi: conosco il paese per esserci nato e vissuto da cittadino, non per averci passato le vacanze come le sciurette (quie qui) che mi avevano bersagliato all’epoca. […]
1 giugno: […] a pagare il salatissimo conto saremo noi egiziani e gli stessi palestinesi che vedrebbero sfumare per parecchi decenni a venire il sogno di uno stato indipendente, mica i “rivoluzionari con il culo al caldo”, che raccoglieranno presto “le proprie carabattole” per ritirarsi nel primo bagno turco disponibile. […]
6 giugno: […] Anche se per questo, tempo fa, sono stato graziosamente definito nei commenti del blog di una mentecatta come un “vecchietto a nemmeno 30 anni”. […]
15 giugno: […] A quei tempi, infatti, un blog che normalmente si occupava di ceretta egiziana e di esotico “amore ai tempi dell’islam” […]
8 luglio: […] Mentre qualcuno ingenuamente strombazzava (o furbescamente coglieva l’occasione per insultare ederidere) […] ciò che questo blog sosteneva ben cinque mesi fa, a costo di essere letteralmente linciato dalle sciurette in vacanza in Medio Oriente… […]
9 luglio: […] Mi riferisco ovviamente alle sciurette che liquidavano la miapreoccupazione come “argomentazioni di un mubarakiano” e “mancanza di armi intellettuali”. […]
Ecco: io rileggo e, francamente, non mi pare che ci sia spazio per discorsi politici, analisi nel merito, argomenti di una qualsivoglia rilevanza.
Lo contemplo e mi viene da pensare una cosa sola: quest’uomo ha bisogno di una fidanzata.
Gentile Lia,
Ho tutto quello che mi serve. Quello che non avevo e che non mi serviva, fino a febbraio scorso, era una signora esperta di ceretta e affini che si permettesse di scrivere – nel bel mezzo di una rivoluzione – che avevo rapporti losci con il consolato, che compiacevo chissà quale funzionario del suddetto. che ero un affiliato al partito nazional-democratico di Mubarak e cosi via, con la faccia tosta di dire “ma l’avevi detto tu”. Te l’avrò anche detto, in una chiaccherata confidenziale dopo un’intervista telefonica di cui non eri autorizzata a pubblicare la registrazione, lamentandomene: non certo per vederlo pubblicato su un blog come una certezza, in un momento critico per qualsiasi cittadino egiziano. I tuoi “tre post” erano zeppi di accuse false, diffamatorie, che non puoi dimostrare, che hai costruito strumentalizzando qualche mia posizione pubblica e già spiegata a più riprese su Gaza o sulla politica estera dell’Egitto e la mia preoccupazione – che ora si rivela fondata – per il futuro del paese e la sua economia. E per cosa poi? Per il gusto vendicarti dei postumi del tuo meschinissimo pseudo-matrimonio islamico finito sul Corriere in cui mi sono ritrovato purtroppo coinvolto. Ora io ti invito a considerare una cosa: un signore che conosci direi molto bene, il signor Magdi Allam, mi ha menzionato una sola volta in un suo libro, credo nel 2005, in una veste non tanto carina. Da allora fino ad oggi io continuo a scrivere di Magdi Allam. Mi accusano di essere ossessivo, ma io continuo e continuerò lo stesso ad occuparmi di lui e ho le mie buone ragioni per farlo. Sono ben più di sei mesi, che mi occupo di lui. Se ti lamenti dopo sei mesi, cosa farai dopo qualche anno? Benvenuta nel club dei miei “casi umani preferiti”. E ringrazia che finora sono stato fin troppo gentile con te.
Solo per precisare, che se no magari la sbandieri come prova tanto è senza limite la tua disonestà: “lamentandomi della falsità di tali voci”
“Mi accusano di essere ossessivo, ma io continuo e continuerò lo stesso ad occuparmi di lui e ho le mie buone ragioni per farlo. Sono ben più di sei mesi, che mi occupo di lui. Se ti lamenti dopo sei mesi, cosa farai dopo qualche anno?”
Ma infatti, Sherif, è proprio quello che sto dicendo: il tuo comportamento denota una personalità gravemente ossessiva.
Leggi qua:
La personalità ossessivo compulsiva
Non sembra il tuo ritratto?
Siamo tutti d’accordo, quindi: tu continuerai a sfogare i tuoi sintomi nel tuo blogghetto, assieme ai vari Castruccio e a chi ti vorrà leggere, e al resto del mondo, me compresa, basterà non aprire la tua pagina per ignorare completamente la tua esistenza: ormai i blog sono centinaia di migliaia, che importanza vuoi che abbia il tuo?
Se poi dovessi diventare un disturbo troppo molesto, prenderò le iniziative del caso: nella vita, non sui blog. Così magari capisci che, nelle cose in cui ti piace aggredire il prossimo, tu sei di gran lunga più vulnerabile di me. E non è che avere una personalità ossessiva renda tutto lecito, francamente.
Quanto alla tua bizzarra ricostruzione del caso Magdi Allam, vederti rovesciare con tanta impudenza il tuo ruolo di partecipante entusiasta e poi di consapevole complice nell’invio della famosa email ad Allam, mi lascia dubbiosa: è semplice malafede o sei davvero del tutto pazzo?
Prendo atto del fatto che, oltre ad essere esperta di politica egiziana e matrimoni all’islamica, sei anche esperta di psicologia e psichiatria. Effettivamente mi ero dimenticato che sei l’insegnante che si è fatta trasferire a Genova grazie alla certificazione del famoso psichiatra che ti ha avuto in cura. Avrai pure imparato qualcosa in materia, in effetti. Però ammetto che mi fa sorridere un po’ che a dispensare consigli curativi di natura affettiva, di cui certo non ho bisogno, sia una signora i cui fallimenti in campo sentimentale sono l’oggetto principale di questo blog. Se non erro sei reduce dall’ennesimo “divorzio”, fortunatamente non islamico, o sbaglio? Ora, il fatto che proprio te, che dal lontano 2007 rompi gli zebedei di tutti con il tuo “divorzio islamico minuto per minuto”, che hai dedicato decine e decine di post ai poveretti che sono incappati nella tua vicenda, da Miguel Martinez al sottoscritto, venga ora a parlare di “disturbi ossessivi” è alquanto singolare. O forse no: la tendenza di alcuni soggetti a riflettere i propri disagi sugli altri non è poi una cosa fuori dal mondo.
Io sarei felicissimo se tu mi cancellassi dal tuo Feed reader. Non mi sono mai spiegato, infatti, cosa ci faceva il mio blogghetto che ti fa tanto schifo, lettori inclusi, in mezzo alle tue dotte letture. Magari l’avessi fatto prima, per esempio prima di dedicarmi tre post diffamatori nei giorni caldi della rivoluzione egiziana perché non era abbastanza “rivoluzionario” per i tuoi gusti quello che scrivevo all’epoca. Anzi, sai che ti dico? Mi pento amaramente di averti conosciuto e di aver tentato di contenere la tua scandalosa vicenda finita sul Corriere. A proposito di quella vicenda: parli di “ricostruzione del caso Magdi Allam”. E quando mai l’avrei ricostruito, il caso? Credo di aver mantenuto un totale silenzio, dopo che è scoppiato il caso. Salvo un commento sull’ansa, ho si partecipato ad una trasmissione sulla poligamia in generale, mormoni inclusi, ma non si è affatto parlato del tuo caso. Il giorno in cui deciderò di aprire i cassetti, raccontando i retroscena di cui sono stato testimone, non sarai affatto felice. Ho solo detto che quella vicenda era una farsa, e sappi che questo l’ho pensato non il giorno in cui hai “divorziato” ma il giorno in cui hai “contratto” il cosiddetto “matrimonio”.
Sappi anche che se avevo accettato, all’epoca, di farti da “testimone” (e me l’avevi chiesto tu) era solo perché non volevo che la commedia italiana messa su da due cittadini italiani si ripercuotesse su una comunità di immigrati che con le vostre avventure sentimentali non c’entrava niente, e mi sembra questa fu la mia primissima risposta alla tua mail finita sul Corriere. Purtroppo non ci sono riuscito, ma la colpa non è mia né – se proprio vuoi saperlo – di chi quella mail l’ha inoltrata al Corriere. La colpa è solo della TUA gestione di una vicenda delicatissima. Ebbene: ora parli di me come “consapevole complice” in quella vicenda. Eppure non hai nessuna prova a sostegno di queste affermazioni: la sentenza del garante, che sbandieri come prova di colpevolezza, dice solo che la mail “sarebbe stata” inviata ad Allam da uno dei destinatari. E immagino che tale “ipotesi” sia stata fornita dall’imputato. Ora, al di là del fatto che ciò che dice l’imputato in sua difesa per me vale come un due di picche, e che anche il garante ci sia andato cauto, c’è scritto “uno” dei destinatari. Non c’è scritto da nessuna parte che gli altri – e in particolare il sottoscritto – siano stati complici. Tantomeno complice passivo, nel mio caso, visto che non potevo affatto darti una mano nell’indicare il colpevole, non avendo nessuna prova al riguardo. Quindi stai attenta a ciò che affermi, che ad essere vulnerabile nella vita reale sei tu, non io. A meno che tu non ritenga che affermare ogni tanto che sei una sciuretta che tra un matrimonio (non riconosciuto) in moschea e una vacanza in Egitto si diverte ad accusare persone rispettabili di “avere rapporti interessati e profondi” con servizi stranieri e un governo rovesciato sia una gravissima offesa alla tua immacolata credibilità.
Direi che basta cosi, per ora. Buone vacanze in Medio Oriente. Chissà, forse stavolta, riuscirai a partecipare a qualche esperienza forte, invece di limitarti a scrivere a distanza accusando gli altri di non essere abbastanza coraggiosi.
“ho si partecipato ad una trasmissione sulla poligamia in generale, mormoni inclusi, ma non si è affatto parlato del tuo caso. “
Ma quanto sei squallido, Sherif!
Tu hai partecipato il 12/12/06 a questa trasmissione: http://www.flickr.com/photos/43199398@N00/320384998/in/set-72157594183302427
Dopo che costoro avevano invitato me ed io mi ero rifiutata di andarci, provocando a te e alla tua amica una crisi di nervi, ché volevate trarre notorietà dalla vicenda. E quindi alla fine andasti tu al mio posto, dopo avermi giurato che mi avresti tenuto fuori dal discorso.
Ma sei scemo, davvero?
Credi che io non abbia le email dell’epoca?
Ed eccoti qua, va’ che carino:
https://picasaweb.google.com/haramlik/11Lug2011?authkey=Gv1sRgCIXY8OCfz5qeVg#5627873695046389442
Ho anche le email in cui spiego che mi fa orrore anche solo l’idea di andarci, a trasmissioni del genere. Quindi non essere patetico, dai.
Inoltre scrivi: “la colpa non è mia né – se proprio vuoi saperlo – di chi quella mail l’ha inoltrata al Corriere. La colpa è solo della TUA gestione di una vicenda delicatissima. ”
Davvero? Sei fantastico, quando difendi chi ha inoltrato quella email ad Allam. Perché, certo, la mia colpa è quella di non avervi dato il certificato UCOII che volevate e che mi chiedevate dalla mattina alla sera. Quello che poteva valere anche 50.000 euro, secondo te.
Non me lo avete mai perdonato, eh? :)
Certo, però, che me lo potresti anche dire, quanto è stata pagata la mail inviata al Corriere. Meno di 50.000, certo, ché il certificato UCOII era più succoso. Ma non dirmi che “chi” di voi tre l’ha mandata lo ha fatto gratis: non ci crederei.
Ah, io non ti chiesi un bel niente: La tua amica mi disse che tu e Miguel volevate farlo. E chi lo direbbe mai, sentendo come scodinzoli nell’intervista registrata che è su questo blog, che lo consideravi “una farsa”?
Ma non ti imbarazza essere così bugiardo?
Accidenti…. dimenticavo che sei una manipolatrice nata e che, una volta cominciato, sarò costretto a rispondere all’infinito alle tue accuse su quella patetica storia (altro che disturbi ossessivi, quella vicenda “matrimoniale” ti ha proprio segnato, poveretta. Ma quel famoso psichiatra non c’era più o costava troppo?). Cerchiamo di mettere i puntini sulle “i”, allora, che noto che tendi a sopravalutare e incensare un po’ troppo la tua figura, il tuo blog e la miserrima farsa che avevi imbastito all’epoca.
Io partecipavo a trasmissioni prima della tua vicenda e ho continuato ad essere ospite di trasmissioni dopo la tua vicenda, quindi di certo non avevo bisogno del tuo patetico “matrimonio” e conseguente “divorzio” per concedere un’intervista. Tra l’altro la logica mi sfugge: io avrei avuto una “crisi di nervi” perché TU hai rifiutato di partecipare ad una trasmissione in quanto IO avrei voluto trarne notorietà? E che notorietà potevo trarre IO nel convincere TE a partecipare ad una trasmissione, scusa?
O devo forse ritenermi colpevole per essere stato ospite di una trasmissione a cui non volevi andare pur essendo stata tu quella che ha montato il caso (Jett ‘a pretella e nasconde ‘a manella)? E che avrei dovuto fare, scusa? Lasciare che ci andassero le Santanché di turno e vedere il circo che hai costruito trasformarsi in una macelleria mediatica degli immigrati? E per cosa poi? Perché l’italianissima signora De Feo va in giro a contrarre matrimoni non riconosciuti con italianissimi cittadini convertiti all’Islam?
Se non ti ho menzionato, come promesso e più che altro per contenere i danni nell’interesse degli immigrati musulmani che si sono ritrovati vittime di una commedia italiana, non capisco sinceramente dove sia lo squallore, nel rilasciare un’intervista equilibrata sulla poligamia. Dovresti ringraziarmi, semmai. A proposito: la trasmissione in questione è del 12 dicembre, mentre la pubblicazione della mail sul Corriere è avvenuta circa un mese dopo. In altre parole quella trasmissione – e non mi risulta che tu ti sia lamentata – non c’entra niente con la pubblicazione della mail, quindi cerca di non far confusione e mescolare le carte.
Detto questo, non saprei dirti se ed eventualmente quanto è stata pagata la mail come affermi (e fossi in te, di nuovo, ci andrei cauto con le insinuazioni), non sapendo nulla della vicenda (lo ribadisco, che vedo che sei dura di comprendonio). Ma sentire parlare di soldi da te, che avevi montato tutto sto casino proprio per chiedere a tuo allora ex “sposo” di pagarti la buonuscita di 20000 euro, con lui che scriveva di non poterti dare ciò che non aveva, questo si che è squallido. Cosi come è squallido rinfacciarmi di averti detto quanto quel documento in tuo possesso (e che io non ti ho MAI chiesto) poteva valere sul mercato del gossip, come se fosse una colpa, quando eri TU a chiedere, ridendo e scherzando (?), quanto avrebbe potuto valere.
Una curiosità: ma ci tieni proprio che mi metta a raccontare i retroscena, documentati, di quella farsa? Non credo gioverebbe alla tua depressione post-matrimoniale…
Roba da matti: io scrivo di tutt’altro, TU tiri fuori quella vicenda e poi dici che IO ne sono fissata.
TU tiri in ballo la tua partecipazione a quella trasmissione scrivendo: “ho si partecipato ad una trasmissione sulla poligamia in generale, mormoni inclusi, ma non si è affatto parlato del tuo caso” e poi non ti sta bene che io ti ricordi che non eri lì per caso, ma perché facevi di tutto per startene avvinghiato a quella storia cercando di ottenerne scampoli di notorietà.
E’ ovvio che, se TU continui a scriverne, IO continuo a risponderti. Ma sei in grado di vedere che l’argomento lo stai tirando fuori TU o no?
E tirando in ballo altri, per giunta, addirittura riportando presunte frasi del mio ex. Ma chi te ne dà il permesso, scusa? Ti ha forse autorizzato? Dici che sarà contento di vedertelo fare?
Io – e c’è scritto in tutte le salse, su questo blog – ho avuto un contenzioso con lui basato su una questione molto semplice: se uno ci tiene a sposarsi islamicamente, coerenza vuole che divorzi nello stesso modo. Gli ho quindi chiesto il pagamento della ‘idda, come da regole da lui stesso tradotte in italiano e dopo essermi avvalsa della consulenza, tra gli altri, di una docente di diritto islamico.
Il mio ex, dopo essersi lagnato come tanti uomini fanno, e avere mercanteggiato all’infinito, mi ha infine dato ragione e mi ha versato quanto abbiamo concordato, anche a scandalo già scoppiato, giacché le vostre stronzate sulla poligamia nulla c’entravano in un contenzioso nel quale avevo, appunto, tutte le ragioni.
Ti invito, quindi, a non tirarlo più in ballo: io ho avuto da lui scuse e pagamento del dovuto e non ho nessuna intenzione di essere usata, ancora una volta, da gente che mentre finge di difenderlo gli piscia addosso e lo rimette sotto i riflettori. Altrimenti sarà lui stesso a chiederti di smetterla.
Quanto alle tue patetiche insinuazioni su un mio presunto interesse per il mercato del gossip: io mi sono rifiutata di cedere quel certificato e ho rifiutato, non una ma mille volte, di avere a che fare con detto mercato: ho una sfilza di email di gente che me lo offre, quel mercato, – da Santoro, da Costanzo, da Canale 5 e via dicendo – a cui rispondo spiegando urbanamente che il mio contenzioso con un ex non c’entra niente con poligamie e simili cazzate. Direi che il mio comportamento, allora e in tutti questi anni, basta a dimostrare quanto le tue insinuazioni siano schifide.
Il mercato del gossip piace a chi ha dato quella mail ad Allam – vero, Sherif? – e non certo a me.
Io, a suo tempo, invitai un insigne musulmano ad essere coerente con i principi dell’islam che difendeva.
Ho fatto l’errore di mischiarmi, mentre lo facevo, a un’arrampicatrice in cerca di squallida notorietà e ai suoi due sodali. Per me puoi parlarne, inventarti cose, mentire e fare insinuazioni quanto vuoi: ti smentisce la realtà, che è sotto gli occhi di tutti. E, se dici balle, porto in tribunale te come a suo tempo portai Allam. C’è una sentenza che lo scagiona proprio affermando che fu uno di voi tre a girargli l’email. Se vuoi spiegarlo a un tribunale, chi di voi tre è stato, accomodati pure.
Infine: non capisco di quale “depressione post-matrimoniale” parli. Sto tuttora convivendo con un signore ma ho deciso – io – che la convivenza non fa per me, semplicemente. Io e questo signore siamo in ottimi rapporti, tanto che può mandarti lui stesso direttamente affanculo, se ci tieni.
Faresti bene a pensare di più alla tua vita, Sherif, e meno alla mia. Come, appunto, ti ho già scritto nell’ultima frase di questo post.
E laureati, una buona volta. Non c’è nulla di più patetico di uno che si presenta come “docente” giocando sull’equivoco di un corsetto extracurricolare, e senza manco uno straccio di laurea.
Va’ a studiare, invece di rompere le balle a me.
Beh, perdonami: ho colto l’occasione di rispondere a decine e decine di post di accuse e insinuazioni con cui mi hai sommerso in questi anni e a cui non avevo mai risposto, proprio per non rimettere in mezzo il tuo ex-“sposo” e riaprire quella patetica vicenda. Ma vedo che fare il signore non paga: forse più che chiamare me, per dirmi di smetterla, farebbe bene a chiamare te – visto che siete in buoni rapporti – e spiegarti che a forza di rompere i maroni in giro, riapri continuamente quel capitolo, quando probabilmente il 99,9% di chi legge non sa o ricorda nemmeno di cosa parliamo e non gli interessa andare a ricostruire il tutto leggendo il tuo riassunto. Se la riapro però io, quella avvincente narrazione, stai certa che i lettori sapranno benissimo di cosa parliamo e che gli interesserà moltissimo. E che nessun tribunale del mondo mi potrà mai condannare, dal momento che ho un ottimo di team di consulenti legali molto competenti a cui posso sottoporre i miei scritti più critici prima di pubblicarli. Ho colto l’occasione di rispondere anche perché è evidente che il tuo interesse per il mio presunto comportamento durante la rivoluzione egiziana era il riflesso concreto del vecchio contenzioso. Ormai credo sia sotto tutti gli occhi, questo dato di fatto, ed è importante che chi ti legge sappia che attacchi a testa bassa, nascondendoti dietro nobili principi, solo perché hai una ridicola vendetta gossipara da portare avanti. Ora, è davvero ridicolo che tu continui a dire “non occuparti della mia vita” quando sei tu a spiattellare la tua vita su internet e a farne casi mediatici: se c’è qualcuno che sguazza nel gossip da queste parti, sei proprio tu. Quanto alla tua ultima battuta, sappi che proprio per tenere il corsetto extracurricolare, per il quale non sono nemmeno retribuito e che non ha nessuna pretesa di formazione accademica ma di sola divulgazione culturale, ho cambiato indirizzo di studi e ho dato tutti gli esami universitari ad esso correlati superandoli con trenta e lode. Immagino non lo sapessi, visto che non strombazzo i dettagli della mia vita su internet. E’ grandioso, comunque, che io debba rendere conto dei miei titoli e della mia carriera universitaria ad una con la tua credibilità. Che ne avessi avuta un bricolo avresti dovuto cercarti un altro lavoro, in un paese il più possibile lontanto. Continua ad occuparti di ‘Idda e fatti una vacanza. Ne hai davvero bisogno. E adesso, veramente, non ti rispondo più. Non te lo meriti, e più scrivi più mi rendo conto con che razza di individuo ho avuto il dispiacere di conoscere, seppur virtualmente.
Ma sei fantastico!
Io scrivo un post per osservare che sono sei mesi che scrivi di me sul tuo blog, tu vieni qui a scrivere papiri su quella vicenda e poi insisti a dire che sono io che la riapro???
Ma stai bene??
Ma poi, cosa minacci? Credi di essere Berlusconi, che si fa assolvere non perché ha ragione ma perché ha i “team di avvocati” per gli argomenti critici? Ma la smetti di essere ridicolo?
Poi mi fa piacere sapere che hai abbandonato la tua facoltà e che hai dato qualche esame di arabo superandolo con 30 e lode. Ancora uno sforzo e ti prendi anche un titolo di studio, suvvia.
Così poi potrai venire qui a parlare di “titoli e della mia carriera universitaria ad una con la tua credibilità.” Ovvero a una con laurea, master, concorsi vinti, docenze a contratto e anni di insegnamento alle spalle, giusto?
La tua “carriera universitaria“. Ovvero due esami di lingua e cultura superati con 30 e lode.
Ma fammi ridere.
“una con laurea, master, concorsi vinti, docenze a contratto e anni di insegnamento alle spalle” che contrae un matrimonio non riconosciuto legalmente in una moschea (che se va bene non è nemmeno riconosciuta come tale)? Guarda: te lo dico ora, che all’epoca non ho avuto il coraggio di dirtelo, impegnato come ero nel tentativo di contenere la vicenda per il bene dei poveri immigrati musulmani che si sono ritrovati a pagare il prezzo mediatico di quella farsa: non l’avrebbe fatto neanche una contadina analfabeta dell’alto Egitto…E stavolta davvero chiudo.
Gessù santo, Sherif, ma sei scemo davvero?
E perché non avrei dovuto farlo, se il musulmano ci teneva per non fare peccato?
Cos’è, le professoresse devono mantenersi illibate, secondo te, se non sono sposate secondo legge…??? O avere rapporti solo con laici?? :D
Mi spiace dirtelo, ma non funziona così. Una vive la sua vita come le pare e, se il proprio compagno ha piacere di seguire le sue regole, lo si asseconda e amen.
Poi, certo, ci sta che si reclami coerenza. Come ho fatto, appunto.
Che problema hai, che mica l’ho capito?
(Tralascio il delirio sul “tentativo di contenere la vicenda per il bene dei poveri immigrati musulmani”: strano modo di farlo, standosene pappa e ciccia con chi gira le email a Magdi Allam. Non so se è più ridicola questa o la “carriera universitaria” con due trenta sul libretto.)
Felice di essere lo 0,01% che ricorda perfettamente tutto l’argomento per averlo letto qui, lì, là … insomma su tutti i blog coinvolti. E mi sarei pure fatta un’idea; e siccome sono pure “moglie” (in seconda) di un immigrato (poligamo anche se NON musulmano), mi sento davvero meglio a sapere da chi viene difeso.
Quasi mi sfuggiva questa:
“Eppure non hai nessuna prova a sostegno di queste affermazioni: la sentenza del garante, che sbandieri come prova di colpevolezza, dice solo che la mail “sarebbe stata” inviata ad Allam da uno dei destinatari. E immagino che tale “ipotesi” sia stata fornita dall’imputato. Ora, al di là del fatto che ciò che dice l’imputato in sua difesa per me vale come un due di picche, e che anche il garante ci sia andato cauto, c’è scritto “uno” dei destinatari.”
Ma che diavolo dici, Sherif? La email arrivata a Magdi Allam è stata depositata agli atti durante il processo e ne ho copia, l’ho postata sul blog: http://www.ilcircolo.net/lia/inserto-il-giallo-haramlik/
E’ la stessa email ricevuta da voi tre, con i vostri tre indirizzi e BASTA. Uno di voi tre l’ha data ad Allam, come da sentenza del Tribunale. E voi – tu, Dacia e Miguel Martinez – vi siete sempre coperti a vicenda, peraltro con scarsissima vergogna.
Questo è quanto.
Scrivo brevemente, non ho avuto il tempo di leggere i commenti, ma dico solo che il signore in questione a me sembra un povero sfigato, un giovane “vecchio” e reazionario, che pubblica scritti degni di “Il Giornale” e “Libero”. Non si capisce perché ti perseguiti in questo modo, ma é ossessionato e malato del tipico senso di inferiorità, che porta a “fissarsi” contro persone che sa consciamente o inconsciamente valere molto più di lui. E’ anche o stesso che quando tu giustamente “sospettavi”, per usare un eufemismo, come tutte le persone esperte dell’area, che le bombe a Dahab non fossero di matrice jihadista, ma frutto di lavori sporchi dei Servizi, ti assalì con fervore. Oggi si scopre che era proprio così e avevi ragione tu, come tutti quelli che idioti non sono e che quelle zone le conoscono bene spesso molto meglio degli autoctoni, che hanno tutta una serie di blocchi mentali che gi impediscono di vedere dove sta la verità. Anche oggi ha torto marcio, però fa davvero pena…perché il mondo si é entusiasmato per la rivolta egiziana e per quelle arabe, che hanno avuto tra l’altro un grosso effetto anche sulla politica italiana (a cui non è estraneo il risultato delle amministrative ad esempio), e non vedere aldilà di una più o meno momentanea “sicurezza”, senza comprendere la portata enorme della rivoluzione egiziana, per l’Egitto, per il mondo arabo e per il mondo! Fino a pochi anni fa eravamo al “Clash of civilizations” e Bin Laden sembrava impersonare il malessere del mondo arabo, con la “primavera araba” é cambiato tutto! Ma come si può non cogliere questo elementi, senza contare che finalmente in Egitto almeno si SPERA, è tornata LA SPERANZA, al posto della disperazione e rassegnazione di prima, é tornata la voglia di partecipare, la società civile rinasce, la vita politica ferve, nuovi ideali, nuove tensioni….e un giovane che dovrebbe essere il primo ad esultare (io sarei tornato in Egitto nel periodo della rivoluzione e lo farei ora se fosse egiziano…come può stare qui a fare il conservatore reazionario condannando e basta…a meno che non ci sia qualche interesse materiale, ma mi sembrerebbe troppo…..
C’ha ragione Paperino 2… io aggiungo solo che ho una mia teoria sul perché Sherif non si laurea.
E’ che conosco uno tale quale a lui, per cui penso che valga la stessa cosa, e cioè che se si laureano poi non possono più sedere in alcuni organi collegiali dell’università dove sono rappresentati anche gli studenti (non mi ricordo più come si chiama) e allora poi devono trovar dell’altro per darsi una parvenza di vita activa e partecipazione politica.
L’Altro si è portato avanti inventando associazioni farlocche di cui si è messo presidente e scrivendo un blog pallosisssimo, ma non ho elementi per affermare che lo stesso valga per Sherif.
Comunque quando aveva 24 anni mi sembrava simpatico e intelligente. Forse è vero che ha bisogno di una fidanzata, ma se è come l’Altro è troppo preso dalla politica farlocca per avere relazioni umane di qualsiasi genere, tanto meno per avere fidanzate/i.
Mah…devo dire che scoprire tutta questa acredine da parte di persone che manco conosco e che della mia persona non conoscono praticamente nulla mi meraviglia non poco. Un piccolo suggerimento: prima di scrivere certe cose vi converrebbe pensarci due volte.
Della tua persona si conosce quello che pubblichi sul tuo blog autocelebrandoti in continuazione (il che lascia supporre un problema di autostima)
Tornando all’ inizio, vista la frequenza con cui ricorrrono parole come “ceretta”, “culo” e “caldo”, non è che stiamo semlicemente parlando della ricerca di una buona estetista? Ad avercela signora mia, che fa tanto.
Madò, quanto le volevo pure io quest’inverno, ‘ste cose! il culo al caldo e l’occorrente per una ceretta in grazia di dio! invece non c’avevo manco la stufa, il bagno era un buco nel cortile e la doccia un lavapiedi con attaccata la canna dell’acqua di gomma. Questa è la prima estate della mia vita in cui non mi lamento né della ceretta né del caldo!
Io al momento ce lo avrei al caldissimo, il mio povero culo, ché al Cairo ci sono 43 gradi.
Sì, è il tradizionale post sulla ceretta in Egitto | Haramlik
[…] però, ho pensato al mio amichetto feticista del blog accanto – sì, lui – e ho capito di non poterlo deludere. Ho consegnato il polpaccio, quindi, e questo […]