Un paio di settimane fa sono finita a un tavolo di bar in compagnia, tra altre persone variamente simpatiche, di un tale che attribuiva tutti i mali del continente latinoamericano al fatto di essere stato colonizzato dagli spagnoli. Mentre a essere colonizzati dagli inglesi, signora mia, diventavi gli Stati Uniti. Che culo.
L’idea non è nuova e in Italia ne sappiamo parecchio: di Leggenda Nera  sono intrisi anche i nostri libri di testo delle scuole medie e superiori. Tu ci provi, a fare un po’ di debunking, poi ti rompi le balle e te ne vai. Del resto è come discutere di scie chimiche: non fai cambiare idea a chi se ne sta abbracciato alla sua.

Mentre inveiva contro il colonialismo spagnolo, questo signore si mostrava come il perfetto risultato di un colonialismo mentale anglosassone, appunto, -nordamericano, ormai- completo di tutti i suoi orpelli: la predestinazione razziale (oggi la chiamano culturale), il white man’s burden, l’incapacità di mettere a fuoco gli indigeni (mentre magari si accusano “gli altri” di averli sterminati), il disprezzo verso una popolazione meticcia, dimentichi dei valori presenti dietro il fatto che ESISTA un meticciato, la censura sulle dinamiche economiche figlie di due secoli di interferenza dal nord su quelle terre, la rimozione totale della realtà dei paesi colonizzati dagli inglesi (Africa nera, Medio Oriente, India, Giamaica e altre isole caraibiche sfigate) che non corrispondono alla narrativa imposta.
E, ovviamente, l’esaltazione acritica di una “democrazia” usata come feticcio, concettualizzata in modo totalmente avulso dalla realtà socioeconomica dei luoghi a cui ci si riferisce.
A corollario di tutto ciò, la demonizzazione di Chavez: “Una specie di Mussolini, me l’ha detto mio cugggino.”

La Leggenda Nera, ai tempi, si diffuse per opera delle potenze europee che strumentalizzarono l’opera di Las Casas per suscitare malcontento contro la Spagna con cui erano in competizione, e poter quindi rimpiazzarla più agevolmente.
Oggi, come ieri, non c’è guerra che non venga preceduta da una propaganda preparatoria di cui le persone sensate, normalmente, sottovalutano gli effetti perché poco esposte ai ragionamenti di quelle che chiameremo, per brevità, le Persone Qualunque. A meno che non le si incontri in un bar.

E’ un errore, ovviamente: il futuro lo conoscono le Persone Qualunque. Quelle sensate, in genere, ne prendono atto con sbalordimento.