Un sabato stupido.

Voglia di far nulla, nè uscire nè lavorare.

A Milano 3 c’è la festa annuale e sento le note di Rosso Relativo che arrivano fin qui.
Ci saranno le ragazzine che ballano.
Mi viene da pensare che, ormai, le ragazzine che ballavano quando anch’io trovavo divertente andarci, saranno già mamme.
Cresciute, cresciutissime.
Poi mi rendo conto che c’è qualcosa che non va: guarda, Lia, che una quindicenne non cresce fino a diventare mamma in soli due o tre anni.

Se scendessi, vedrei ancora ballare quelle stesse ragazzine, ma la cosa non mi tranquillizzerebbe.
Mi sembrerebbe orribile, anzi: mentre, dentro di me, epoche intere sono passate velocissime, la gente ha sempre la stessa faccia, la stessa età, la stessa vita.
Deve essersi inceppato qualcosa nello scorrere del tempo.
Leggo dal programma che, alle 19, c’è stata la NonSoloGriglia.
Dicevo: c’è qualcosa che non funziona nello scorrere del tempo.

Ieri sono andata a scuola: “Bene, Peppetti, allora oggi è l’ultimo giorno, ci salutiamo e, con commozione, vorrei dirvi che bla e bla…”
Sguardi attoniti: “Ma prof… guardi che Venerdì prossimo c’è ancora scuola…”

Oggi è passato velocissimo.
Fant dorme e ha dormito tutto il giorno.
Pupina mi ha chiamato per dirmi che stava pedalando, con la sua bici nuova, lungo il Camino de Santiago.
Da fuori entra della musica da discoteca che non so identificare, ma che non riesce nemmeno a farmi schifo.
“Andrea, dove sei?” invoca il DJ col suo accento milanese.
Dove sarà Andrea?

Milano3: la festa è attorno all’oratorio dove, qualche anno fa, dei ragazzini fecero irruzione spaccando la vetrata a sassate, e il vecchietto che gestiva il bar morì di infarto mentre li inseguiva.
Compagni di classe di mia figlia, erano. Lo ricordano come un’avventura emozionante.

E’ strana, la trasgressione dei ragazzi di qui: impasticcarsi tra le altalene, passarsi la coca alla festa patronale.
Avercela con gli albanesi e con i marocchini.
Votare Forza Italia.
Essere bocciati tre volte di fila pure nelle scuole private.
Ma poi sono tenerelli, come tutti i ragazzi.
Qualcuno l’ho avuto come alunno. Un tema di Yasmine: “Io sono contraria alla pena di morte perchè è una cosa crudele: credo che sarebbe meglio torturare i delinquenti tutti i giorni.”
Ma pure Yasmine era tenerella, e bastava guardarla male perchè scoppiasse in lacrime.

Eppure è finito, tutto questo.
Non mi interessa proprio più.
Se scendessi, non sarei io. Sarebbe la mia fotografia di qualche tempo fa.
E Yasmine (che è lì che balla?) vedrebbe un fantasma, ammesso che, guardandomi, abbia mai visto altro.

Dall’Egitto, ancora nessuna novità.
Ma, già, oggi è sabato.