Direi, ad occhio e croce, di avere detto tutto quello che – fino a nuovi sviluppi – avevo da dire.
Forse si può (cautamente) passare ad altro.
A questo blog, per esempio: è arrivato il momento di dargli una rinfrescata e, soprattutto, ho intenzione di metterci su un coming out di prima categoria.
Il curriculum, ci voglio mettere.
Poi l’autobiografia, dai, e tutte le foto dall’infanzia fino a un attimo fa.
Magari lo faccio un pochetto più lavoro-centrico: visto che ci capiteranno i miei alunni, tanto vale che trovino cose utili.
Vorrei rivederne anche un po’ l’organizzazione e le categorie: ha una storia bizzarra, ‘sto blog, e gli sono successe cose abbastanza curiose.
Vorrei renderlo più facile da girare: fa venire il mal di mare persino a me, al momento.
Il mondo è un posto complicato, trovo: tanto vale prenderlo con la maggiore semplicità possibile. Ci si orienta meglio.
L’ultimo giorno di scuola è venuta a salutarmi in classe una collega con cui ho lavorato parecchio, quest’anno.
E sorride e mi fa: “Senti, visto che è l’ultimo giorno, volevo dirtelo: continuerò a leggere il tuo blog. Mi piace molto.”
Mi sono dovuta sedere, io.
“Caspita. Mi stai dicendo che conosci tutte le mie emozionanti vicende di quest’anno?”
E lei, divertita: “Ma guarda che le conosce tutta la scuola, mica solo io. Si è saputo dal primo istante, che quella di cui parlavano i giornali eri tu.”
E io: “Oh. E che dicevano, i colleghi?”
E lei: “Mah, le domande sono state sostanzialmente due: se riuscivi a lavorare sul serio, nonostante tutto, e se per caso facevi propaganda filoislamica in classe. Appurato che andava tutto bene, poi è scemata anche la curiosità. Però io volevo dirtelo, prima di salutarti: mi sarei sentita un po’ come se ti avessi spiato, altrimenti.”
“Io vi amo, voi genovesi”, le ho detto. “Giuro che ho cercato di leggerlo negli occhi dei colleghi, in quei giorni, se la cosa era arrivata a scuola oppure no. E avrei scommesso la mamma che nessuno ne sapesse niente. Non me ne sono accorta. Non me ne avete fatto accorgere. E meno male, santo cielo.”
E lei: “Oh, tu vedi questa città sempre in termini positivi. C’è anche del negativo in tutta questa discrezione, sai?”
Io so che hanno il mugugno su se stessi facile, qui.
Ma lasciate perdere, senti: io non sarei sopravvissuta, se mi fossi accorta di qualcosa. Mi mancava solo quello, come stress.
Questa discrezione – e il pragmatismo delle legittime domande poste, senza altri fronzoli – merita la mia gratitudine eterna.
E quindi, che dire: grazie.
Rimane il fatto che loro saranno anche bravissimi, nella loro ferrea discrezione, ma io sono anche ‘bastanza polla. Perché se ci ripenso adesso, che ero seriamente convinta che nessuno mi associasse nemmeno vagamente, a ‘sta tragicommedia, mi viene da chiedermi su quale nuvola abito.
Eppure, giuro, ero convinta.
Mi viene da ridere mentre lo scrivo.
Giusto negli occhi di qualche alunna grande, mi era parso di cogliere un barlume di inedito interesse.
Qualcosa tipo: “Ma guarda ‘sta mite prof che casini combina, chi l’avrebbe mai detto?”
Poi mi ero detta che forse era semplice immaginazione mia.
No, non sono la donna più astuta del pianeta.
Credevo si fosse capito.
E quindi ci vuole, il coming out.
E mi diverte anche l’idea, devo dire.
Chissà cosa ne viene fuori.
Chissà in che altri guai mi metto…
Ora ci penso un attimo, a come metterlo giù.
Scusa Lia,
mi pareva di aver letto che la tua Preside sapeva che eri Lia, perchè allora dici che non immaginavi assolutamente che nella tua scuola sapessero della tua vicenda? Qualcuno evidentemente sapeva.
maria
..mi è venuta in mente, “fado del dilettante”, peccato che non c’è più l’audio!
;)) http://www.bielle.org/Artisti/MaxManfredi.htm
Oh caspita ma qui si scende da una giostra per salire sull’altra. Mi gira un po’ la testa ma questa mi par più divertente. Come dice da qualche parte Montale: “tutte le cose portano scritto “più in là”. “
Maria: perché, siccome nessuno mi diceva niente, io ho pensato: “Che bello! Nessuno legge il Corriere a Genova!”
E mi ero fatta tutto un ragionamento sul Secolo XIX, che pure ne aveva parlato ma con criterio, mettendo l’accento sulla scorrettezza di Allam e in un trafiletto che pensavo fosse passato inosservato.
Sì, non ditemi niente…
Nel mio piccolo il coming out l’ho fatto tanto tempo fa. Mi legge il preside, la segreteria e qualche collega un po’ più avanzato in fatto di tecnologia. Senza contare gli studenti. Il che mi inibisce un po’, non lo nego, ma poi chi se ne frega. Tanto ho sempre parlato chiaro, in classe, fuori, e dunque anche sul blog. Lia, ho “lurkato”, lo ammetto, tutta la tua vicenda, all’inizio capendoci poco (anche perché per diversi mesi sono stata lontana dal blog), poi man mano che ricostruivo i pezzi (anche leggendo quello che dicevano gli altri protagonisti) sconsolandomi sempre di più. E’ una storia piccola piccola, di gente piccola piccola, e mi dispiace che tu sia incappata in tanta meschinità. Immagino ti sia capitato perché, anche se sei intelligente e scrivi da Dio, alla fine sei abbastanza ingenua e ti risulta difficile capire certe dietrologie al primo colpo. Detto questo, spero che da questo momento in poi ritorni la Lia ironica e appassionata che prima mi divertivo tanto a leggere. L’hai presa di petto, tutta ‘sta storia, e hai fatto bene visto che avevi gli strumenti per reagire, ma ora lascia quegli individui al loro destino, visto che davvero non meritano tanta attenzione.
Grazie, Floria.
Davvero.
Tanti auguri, Lia! È un’ottima idea.
A proposito di “Magari lo faccio un pochetto più lavoro-centrico: visto che ci capiteranno i miei alunni, tanto vale che trovino cose utili”: su wikispaces.com, gli insegnanti (dalla materna alla classe di maturità) possono creare gratuitamente dei wiki senza pubblicità e, volendo, privati, per progetti di classe. Cfr. 100,000 Wikis in the Classroom e Help for K-12 teachers. Rispetto ad altre piattaforme wiki, un altro vantaggio di wkispaces è che parte delle risorse di aiuto esistono anche in italiano help-italian , wikitext-italian. E sono anche molto user-friendly – ne avevo fatto uno (pubblico, gratuito e con pubblicità) per un corso intensivo di francese ad aprile (micusif.wikispaces.com). I partecipanti (adulti iscritti a un corso di Master) conoscevano Wikipedia da lettori, ma non avevano mai utilizzato un wiki attivamente prima. Però hanno capito subito come funzionava.
Auguri
Claude
Ti ho seguito in tutta la tua vicenda, ora che hai finalmente chiuso i conti è ora di aprire le finestre e far circolare l’aria!
Brava
ciao
Un bel ponentino, dai e anche un vermentino (solo per la rimaeh, ;-))
Io per 15 gg. al mare con la famigliola e niente internet. Grandi speranze per il rientro (nel senso di tanti arretrati da leggere).
Bisous
Evviva!! Lia è tornata!!!
Credo che i tuoi alunni, Lia, non possano che essere orgogliosi di averti come insegnante. Sono sicura che con te non si annoiano mai.
Maria, credevo avessi un sito o un blog, ma cliccando sul tuo nome non si arriva a nulla.
Questo “coming out”, mi sembra tanto un tentativo di fuga o di mitismo.
Non sfuggi al tuo ruolo.
E’ come cercare di nascondere un elefante dietro uno stuzzicadenti.
Per fortuna siamo in estate, le scuole chiudono, tutti pensano al mare, può essere l’occasione per rilassarsi un pò.
Anch’io tra un pò stacco la spina e … a Settembre!
Un abbraccio a tutti.
silviu
non ho un blog, sono una semplice lettrice:-)
maria
Giulie’: ma mica una può lasciare a ‘sti tizi il monopolio dell’uso del proprio nome. :)
Dai, che sarà una novità divertente.
Buone vacanze, gente.
Fantastico! Appoggio in pieno l’idea del blog lavorocentrico.
Capisco che i post precedenti a questo avessero assoluta necessità di essere scritti ma io sinceramente li ho saltati a piè pari, tant’è vero che questo lo leggo con due settimane di ritardo ;)