Vabbe’: l’antefatto è noto e riguarda ‘sta bambina che andava a scuola, Iman al-Hamás, a cui la truppa di soldati israeliani spara addosso, e poi va l’ufficiale e, per sicurezza, le spara ancora in testa, e poi si eccita, torna verso di lei, mette il fucile in posizione di tiro automatico e le scarica tutto il caricatore dentro, ed è che il sesso e la guerra condividono una nutrita simbologia.
La valenza sessuale del gesto di andare a scaricare l’intero fucile nel corpo della bambina aleggia anche nella testimonianza dei soldati: “He was hot for a long time to take out terrorists and shot the girl to relieve pressure”.
Era ben caldo, era su di giri. Le ha sparato per alleviare la tensione. Mmmhh.
I maschi, si sa, hanno delle necessità.
Il premuroso esercito israeliano, quindi, ha investigato e il portavoce ieri ha dichiarato:
“Secondo le conclusioni della nostra inchiesta, non c’è nulla che, da un punto di vista etico, possa costituire un pretesto per destituire l’ufficiale dalle sue funzioni.”
L’inchiesta è stata svolta dal generale Dan Harel, comandante della regione militare sud di Israele, che include la striscia di Gaza, e le sue conclusioni sono state presentate al generale Moshe Yaalon, capo di Stato Maggiore.
Questo Moshe Yaalon è quello che aveva anche detto che “i terroristi avevano mandato là la bambina per distrarre i soldati”.
Stupende versioni militari israeliane che non possono essere nè confermate nè smentite, come nota Iñigo Ugarte, e che fanno sì che l’opinione pubblica israeliana si dispiaccia, sì, per l’accaduto, ma che lo giustifichi di fronte all’innata malvagità del nemico.
Eticamente corretto e quindi assolto, il nostro caliente ufficiale.
Adesso manca la conferma della Polizia militare, ma sarà una formalità.
Notizia su El Mundo, commento su Rafah Pundits
Altre foto da Gaza: qui e qui.
Quando il senso etico di un popolo scende cos? in basso non c’? pi? speranza alcuna che possa tornare indietro in un lasso di tempo generazionale, non senza pagare amaramente lo scotto di tutto ci? sulla propria pelle, non prima dell’arrivo inevitabile del conto da pagare che hanno contratto col destino.
Una bimba oggi ? morta in un campo di sterminio e noi non abbiamo fatto nulla per lei, oggi come cinquanta anni fa. Nulla ? cambiato, nulla cambier? mai.
… Povera creatura ….
Potrebbe essere mia figlia.
Se fosse accaduto a mia figlia sicuramente
non avrei pace, e non potrei trovarla mai, anche dopo aver “sbranato” a morsi i suoi aguzzini, cibandomi delle loro carni vive, godendomi la musicalit? delle loro urla!
Carissima Lia, perch? li definisci lupi?
Quando due lupi maschi, si scontrano per avere il comando dentro il proprio branco e uno dei due, durante lo scontro capisce che l’altro ? pi? forte, gli porge il collo come simbolo di sconfitta, come dire: “hai vinto tu, sei pi? forte di me, non merito di vivere, dammi il colpo di grazia nel collo”. Ma l’altro lupo, il vittorioso, lo risparmia e decide se scacciarlo dal branco oppure se molto vecchio di farlo rimanere comunque.
Quello che hanno fatto gli israeliani a quella bambina, o meglio, quello che stanno facendo da oltre mezzo secolo al popolo palestinese, non permette a nessuno di noi di definirli soltanto dei lupi, ma in un altro modo che naturalmente evito di scrivere compiutamente dentro il tuo blog.
Visto quello che ? successo a Pino Scaccia per via di alcuni commenti, preferisco evitare.
Saluti sinceri.
Un attimo: le foto del link, tra cui questa che illustra il post, mostrano bambine del campo profughi di Jabaliya, dove hanno bombardadato in questi giorni.
Un primo piano di Iman lo trovate nel post dell’altro link che ho messo, quello a Rafah Pundit.
http://rafahpundits.com/2004/10/galleries-statisitics.html
Con lo stesso fiocchetto in testa; si vede che ? l’uniforme delle scuole di Gaza.
Ma ? vera ‘sta cosa?
QUELLA bimba?
Io inorridisco solo al pensiero!
Per? tra le foto che hai segnalato si vede un gruppo di bimbe e nulla sembra lasciar presagire “quella cosa” che poi hai descritto
Lia:
> Un primo piano di Iman lo trovate nel post
> dell’altro link che ho messo, quello a Rafah
> Pundit.
Quanto somiglia a mia nipote!
Nessuo degli arabofobi che leggono questo blog conosce e ama una bimba che le somigli? No? Ah, capisco, i vostri cari vi ricordano solo i bimbi israeliani uccisi da delle “belve palestinesi assetate di sangue” che “sognano fin da bambini il martirio”.
Se c’? un Dio dotato di un minimo di senso dell’umorismo, vi far? rinascere tutti palestinesi. Cos? si vedr? poi quali saranno i vostri sogni e le vostre aspirazioni.
A proposito di sogni, un commentatore di questo post immaginava che cosa fare di chi poteva aver ucciso sua figlia in quel modo. Una interessante fantasia. Ed era solo un discorso ipotetico di chi non ha mai vissuto una simile esperienza ed il senso di impotenza che ne deriverebbe dal vivere un trauma del genere in *quell’ambiente*, dove ottenere giustizia, in qualsiasi modo, ? assolutamente impossibile.
Hai ragione Lia, se questa gente non ? ancora impazzita vuol dire che ? fatta di una pasta di impressionante qualit?.
Come verrebbe su una Oriana di tredici anni mentre finita la scuola, torna a casa, un cumulo di macerie, camminando tra le rovine del suo paese, il giorno dopo il ferimento, seguito dal colpo di grazia in testa e dal massacro a raffiche di mitraglia del corpicino inerme della sua migliore amica? Di quale rabbia e orgoglio andrebbe cianciando questa Oriana, una volta diventata adulta, eh?
—
Carlo
Chi pu?, si legga questo articolo di Lawrence of Cyberia, soprattutto se siete sostenitori di questo regime criminale, come lo ero io qualche anno fa (btw, non riesco ancora a spiegarmi del tutto come sia stato possibile).
http://lawrenceofcyberia.blogs.com/news/2004/10/_whenever_i_hea.html
Il punto di Lawrence of Cyberia ? che il Palestinese ? stato deumanizzato, ridotto ad un subumano, geneticamente tarato(*), e pertanto quando si spara ad una bambina di 13 anni in quel modo non lo si fa ad un essere umano, ma a qualcuno che vale meno di un cane.
(*)
http://www.haaretzdaily.com/hasen/objects/pages/PrintArticleEn.jhtml?itemNo=397851
Esattamente la stessa retorica dei Nazisti, le stesse giustificazioni per il genocidio allora perpetrato.
Un’ultima citazione che traduco:
” Appena l’altra settimana ho visitato una scuola superiore israeliana, ben conosciuta in Gerusalemme. Un buon numero di studenti con cui ho parlato mi ha detto cose terribili. Hanno detto: quando indossiamo la divisa, uccidiamo vecchi donne e bambini senza neanche pensarci su. Hanno detto: noi li cacceremo via, li metteremo su degli aerei e li spediremo in Iraq. Centinaia di migliaia di loro. Milioni. E la maggior parte degli studenti nel pubblico ha applaudito a queste affermazioni. Le sostenevano persino quando ho fatto loro notare che la gente parlava cos? 60 anni fa in Europa. ”
— Avrum Burg, former Speaker of the Knesset: On The Eve Of Destruction
http://www.haaretz.com/hasen/objects/pages/PrintArticleEn.jhtml?itemNo=360539
Non ? possibile ripetere gli sbagli dei nostri padri e nonni che hanno consentito l’olocausto con la loro indifferenza, bevendosi la retorica propinata loro dai media del tempo organizzati dai vari ministri della propaganda. Oggi ci si riprova in maniera sempre uguale, ma a differenza di allora abbiamo i media del XXI secolo, con Internet non possiamo neanche pensare di far credere alle future generazioni che noi non sapevamo. E badate, i nodi arriveranno al pettine e come la Germania allora pag? amaramente le atrocit? commesse, cos? sar? per Israele. Ma come allora, anche oggi saranno soprattutto gli inermi a soffrire, da una parte o dall’altra.
di Israele mi sembra come quando al telegiornale intervistano lo psichiatra che tutto sa, e quello racconta che il violentatore, l’assassino cannibale che ha massacrato famiglia figli nonna e cane…ha alle spalle una infanzia di violenze e soprusi…
KoKoPeLLi
La Fiamma dell’odio
La vicenda di Iman al-Ham?s segnalata da Lia Celi e l’ultimo libro di Fiamma Nirenstein