Tra due giorni restituisco le chiavi di casa e sono fuori.
Ieri ho finalmente affrontato la questione-scatoloni in modo meno catatonico del solito, quindi l’idea che il contenuto di questa casa possa diventare trasportabile comincia a prendere una forma plausibile.
So già chi mi aiuterà nel trasloco e quale cantina ospiterà le mie cose fino a quando non troverò una casa nuova. C’è il piccolo problema che lo so solo io: gli interessati non ne hanno ancora notizia, ché una si organizza sempre molto male in questo genere di cose, ma vabbè. Lo sapranno oggi. Vediamo di essere ottimiste: mi diranno sicuramente di sì e andrà tutto benissimo.
C’è un solo problema. Uno solo, ma di una certa rilevanza. Ed è che io mi sono svegliata all’alba perché – sorpresa – stavano facendo capolino i primi sintomi di quel mal di stomaco.
Sì, quello. Chi mi conosce sa di cosa parlo, è il mio grande classico.
Dunque: io non so a voi, ma a me succede che nei momenti di grande stress – fisico o psichico o entrambi – mi viene un accidenti di mal di stomaco che è la cosa più dolorosa che conosca e che ti mette nell’assoluta impossibilità di fare nulla che non sia starsene a letto a trattenere il fiato.
Comincia piano: un crampetto alla bocca dello stomaco ogni venti minuti, tipo. Poi, proprio quando cominci a pensare che stavolta possa essere gestibile o, almeno, compatibile con un’attività minima, lui prende e aumenta il ritmo. Da crampetti a crampi. Poi, cramponi.
I minuti di intervallo tra un crampone e l’altro scendono e, da venti, diventano cinque. Poi due. Poi trenta secondi, ed è l’apoteosi.
Il tutto dura un paio di giorni, in genere.
Perfetto per i miei tempi di trasloco, quindi.
Ora: a rigor di statistica non dovrebbe succedermi proprio oggi. In genere mi capita un paio di volte all’anno, e l’ultima è stata manco un mese fa. Sarebbe un’esagerazione, dai. E poi la scelta del momento mi pare davvero troppo infausta: tutto sommato, da un mal di stomaco mio mi aspetterei un po’ più di buon senso. Quindi direi che mi sto sbagliando, che questi crampetti che stanno accompagnando il presente bla-bla (chiamarlo post mi pare ambizioso) sono del tutto casuali e svaniranno alla seconda camomilla e che io trascorrerò una lieta giornata da impacchettatrice iperattiva e che andrà tutto benissimo.
Per forza.
Vedrai.
Dovrà pur esserci un limite a questa spaventosa commistione tra me stessa e Paperino, dico io, ed ho deciso di marcarlo oggi.
Io lo prendo per le orecchie e lo sbatto giù dalle scale, il mal di stomaco.
E dormo pure un’altra oretta, visto che ci sono.
Qua bisogna darsi delle regole.
Davvero.
Finalmente. Sù in piedi, schiena dritta e sguardo alto.
No allo stomaco no, ma all’intestino sì. E vogliamo parlare di quanto può essere debilitante avere l’intestino iperattivo e con corredo di crampi?
Comunque stai cambiando di nuovo tante cose della tua vita Lia, credo sia appena umano avere mal di stomaco. Ti auguro non sia “quel” mal di stomaco.
Un bacione
BMV-Pedrita
Dannato stomaco, io ci litigo da anni. hai mai verificato la presenza di calcoli alla cistifellea ?
Gastriti varie o una disfunzione dello sfintere di oddi ? Quest’ultimo il mio “preferito”, praticamente un infimo buchetto che a volte si rifiuta di aprirsi causando coliche bestiali. Ti suggerisco una pastiglia di riabal e una bella e bollente borsa dell’acqua calda. Auguri per tutto.
Bonnes choses, Lia :-)