Questo non è un post sul trasloco ma sui blog, nel senso che, mentre scrivo, l’ultimo terzo del contenuto della mia casa viaggia felice su un gippone guidato da Antonio ed io, ancora più felice, scribacchio qualcosa sul portatile che, assieme a un lenzuolo e alle due valigie con cui domani andrò a Genova, è l’unico oggetto rimasto nella scatola di fiammiferi che, per un anno, è stata casa mia.
E’ un post sui blog perché ci siamo fatti un culo spaziale, io e Antonio. Con l’aiuto, ieri, del provvidenziale Ahmed conosciuto grazie ad Aladin e che, tra le altre meraviglie, si è disinvoltamente messo il mio tavolo da sei sotto il braccio e se l’è portato giù per le scale da solo, ed io ancora non riesco a credere che ce l’abbia fatta.
Detto in altri termini: Haramlik e Schegge, con la preziosa collaborazione di On The Carpet, hanno appena portato a termine il trasloco più pasticcione del mondo, ché la mia disorganizzazione esprime il meglio di sé in queste circostanze, e la sintesi del tutto è che casa mia, tutta intera, si è trasferita a casa di Antonio, in attesa che io trovi casa a Genova e me la vada a riprendere.
I blog fanno giri strani.
C’è stato un momento che, da solo, riassume lo spirito di tutta quest’impresa, dall’inizio alla fine: è stato quando mi sono resa conto che i piatti che mi rimanevano erano troppo larghi per potere entrare nello scatolone che avevo davanti.
Mi sono seduta sul letto e ho preso a fissare lo scatolone.
Poi i piatti.
Poi ho acceso una sigaretta e ho fissato di nuovo lo scatolone.
I piatti.
E mentre ero lì, pronta a riflettere per tutta la notte sulla mancanza di soluzione di siffatto problema, Antonio mi ha guardato perplesso e mi ha fatto: “Be’?”
E io: “I piatti non c’entrano, nello scatolone”.
E lui: “E quindi cosa ci metti, lì dentro?”
Ed io l’ho guardato folgorata e – lo ammetto – colma di ammirazione ho pensato che forse i maschi sono effettivamente superiori, che vuoi che ti dica. Ma forse è che il mondo intero mi è superiore, da questo punto di vista, a prescindere dal genere.
Perché io, fondamentalmente, questo tipo di problema lo contemplo, mica lo risolvo. Non subito, almeno.
Fossi stata sola, starei ancora qui a sospirare fissando il tutto.
Antonio: “Sì, magari prima scrivevi un post e poi ti decidevi a metterci i bicchieri, nello scatolone”.
Assai probabile.
Do per concluso il primo round di quest’impresa, quindi.
Mo’ spengo ‘sto computer e, quando lo riaccenderò, sarò una che vive a Genova.
Perbacco.
(Grazie, Toni’. :**** )
Oh che bello allora non sei sola in quest’impresa del trasloco?
Sono davvero felice. Aspetto il tuo primo post dalla Lanternina.
Un bacione
Pedrita
Eh, non saranno tutti con le meches questi maschietti italiani… Grazie Antonio!
Lo stomaco va meglio?
(Auguri di buona caccia alla casa.)
benvenuta :)
lo so che è scemo dirlo, ma se ti serve qualcosa, fai un fischio; sono più specializzatgo in sbevazza che altro, ma insomma, ci si può provare :)