(Disclaimer ad uso-gente antipatica: ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale etc. etc.)
E mi chiama e mi fa: “Accetto la tua offerta B), ma a tre condizioni.”
Mi si incrociano leggermente gli occhi: “Ma tesoro, guarda che l’offerta B) è la tua.”
E lui: “Vabbe’, è lo stesso. Comunque le condizioni sono che…”
E io: “Insisto: non è logico dettare condizioni sull’accettazione delle proprie offerte!”
E lui: “Ma perché devi essere tanto polemica???”
E io: “Urgh. Senti, forse comunichiamo meglio per email, sai?”
A volte mi chiedo che vita avrei avuto se fossi stata meno curiosa.
Sarei stata meno affascinata da quell’improbabile labirinto che è la psicologia di quest’uomo, per esempio.
E mi comunica ‘ste condizioni e la prima è che lui non glieli vuole dare alle suorine della Caritas, ‘sti 2500 euro che gli ho chiesto di dare a loro. “Io li do a te e tu te li tieni o li dai a chi vuoi!” “Ma come, a chi voglio? C’è un motivo preciso per cui si sta parlando di Caritas!” “No; e poi anche il tuo Webmaster, io non gli mando niente e glieli mandi tu.” “Sei persino scortese. Avresti dovuto risarcirlo tu mille anni fa, a dire il vero!” “Ma manco lo conosco!” “Oh, certo che lo conosci! E’ il signore che ha fatto il trasloco della tua neo-ex mogliettina in piena ‘idda, e tu sei un uomo responsabile che non può non conoscere chi gli usa una simile gentilezza, suvvia.”
E il discorso finisce in standby e si passa a una laboriosissima rateizzazione della cifra che, appunto, andrebbe corrisposta alle suorine.
Rimango particolarmente colpita da una fase della rateizzazione, ovvero dalla promessa di una ricarica TIM di cento euro entro febbraio 2007.
Mi pare creativa, come idea. E’ solo che non capisco come potrei poi passargliela alle suorine, la mia ricarica. Forse potrei prestare loro il cellulare fino a quando non finisce.
Mah.
E poi mi spiega che, per sicurezza, se le mette pure nel testamento, ‘ste rate, fosse mai che scivola nella doccia e ci saluta prima di avere finito di pagarle. Ed è che questo è uno dei motivi per cui l’ho amato, a pensarci bene: la sua infinita capacità di spiazzarmi. E comprenderai che scoprirgli la virtù della previdenza, tutto di un colpo, è spiazzante assai.
E’ sul terzo punto di questa nuova trattativa che ci schiantiamo, tuttavia. E di brutto.
Perché lui cerca di fare passare un inedito discorso secondo cui mi dovrebbe questi quattrini a mo’ di risarcimento sentimentale, in virtù del cuore spezzato e dei sospiri investiti.
E a me gli occhi mi si incrociano fino ad annodarsi, a quel punto, e mi incavolo che manco una biscia, si incavolerebbe così.
Ma che discorso sarebbe, scusa?
Qui stiamo facendo un discorso che riguarda i diritti che l’islam garantirebbe alle donne nel matrimonio e nel divorzio islamico, mica stiamo parlando degli zuccherini con cui lenire l’ipotetico mal di cuore dell’Haramlik!
Ma ti pare che si montava un simile casino fino alla prima pagina del Corriere, altrimenti?
E per giunta mi fa, il gentiluomo: “Tu, naturalmente, riconosci che io ti ho già versato duemila euro.”
E una pensa: “Ma guarda: meno male che si tutela, la volpe! Ché se non me lo chiedeva io magari ci fuggivo in Venezuela, coi suoi duemila euro. E poi dal Venezuela negavo di averli ricevuti e gli mandavo un decreto ingiuntivo coranico tramite il Gran Muftì di Caracas! Mi ha mandato all’aria il piano, accipicchia”
E quindi mi tocca riconoscerlo: sì, me li ha mandati. Lo confesso.
Mille euro sono composti dall’insieme di quanto segue: 1) un pc portatile, modello di circa quattro anni fa ma carino, con annessa stampatina; 2) un idraulico amico suo a casa a montarmi il rubinetto della cucina; 3) due ricariche TIM, una delle quali dovuta al fatto che sabato scorso gli scappava di insultarmi e gli dispiaceva che il mio cellulare fosse scarico e che io non gli potessi rispondere.
Gli altri mille euro me li ha mandati per bonifico bancario l’altro giorno specificando, nella causale: “Alimenti”.
Poteva aggiungere “halal”, dico io.
E mi incavolo da morire, dicevo.
Ma non erano alimenti, scusa? Mo’ che fai, vuoi scrivere “mal di cuore” nella causale? Ma che discorso è?
E lui: “Ma non essere permalosa!! Sto dicendo che ne hai diritto, a questi quattrini! E’ solo che non siamo d’accordo sul perché ne hai diritto! Ma il risultato non cambia! Dai!”
Non cambia??
Oh, se cambia!
Cambia che lo sai benissimo, quanto cambia!
Eccheccavoli.
E quindi mi tocca rispondergli gelida e rimettere pure i duemila euro sul tavolo, idraulico compreso:
La cosa è in questi termini:
1) mantenimento durante la ‘idda;
2) pagamento delle spese del recente e laborioso trasloco, in base al principio della parità di trattamento tra mogli.
Questi punti sono il nocciolo di tutto il mio discorso e sono, a mio parere, l’ABC dei diritti di coloro che si vedono consegnare i vostri certificati di matrimonio.
Se li condividi c’è l’accordo, fatti salvi alcuni dettagli marginali.
Altrimenti, come comprenderai, non c’è accordo possibile. Io non ho posto il problema perché avevo la bua al cuoricino, ma per capire e fare capire se esiste una sostanza, dietro le dichiarazioni di assunzione di responsabilità nei confronti delle donne.
E lo voglio sapere da te, una volta per tutte.
Ho negoziato su tutto, ho accettato la cifra che proponevi e sono stata un modello di disponibilità e correttezza.
Ma su questo, mi dispiace, non c’è negoziato possibile.
E siamo fermi qua, da un paio di giorni.
A me che davvero lo voglio sapere, quali sono i diritti che un musulmano credente e coerente riconosce a coloro che sposa islamicamente.
E a lui che se lo sta chiedendo a sua volta, probabilmente.
Si vede che non gli era venuto in mente di chiederselo, prima d’ora.
P.S. Io non vorrei dire, ma questo buffo paese è pieno di gente che va in giro con la scorta per molto, molto meno di quello che sto combinando io. Ora: la scorta magari no, ma un passaggio in motorino da qualche brigadiere quando sono in ritardo per andare al lavoro lo accetterei pure, se potesse essere.
No, eh?
Mannaggia.
P.P.S.: grazie a Mauro Biani, ché se mai si arriverà a conquistarlo davvero, il Corretto Divorzio Islamico inteso come prassi, le sue vignette saranno ricordate nei secoli. :)
Io sarò anche banale, ma mi viene da pensare che, islamici o no, sempre maschi sono e, non me ne vogliano i tuoi lettORI, hanno sempre quel cromosoma Y a cui manca una gambina per diventare un perfettissimo cromosoma X … tu comunque sei sempre una grande!
Certo che è triste che donne divorziate(o ripudiate?) musulmane siano costrette a cercare aiuto presso un istituzione caritatevole cattolica…..
Ma i leaders dell Islam italiano non provano “disagio” per una cosa del genere ?
Sembra di leggere una storia che ne copre un’altra. I princìpi e la logica ti tengono gli occhi sulle parole della storia evidente, che parla di giustizia, correttezza, incazzatura ecc. La storia sotto è quella che tocca il cuore, però è appunto una storia della prima stesura, ormai così riscritta con la logica dei diritti e dei doveri (sacrosanti e da difendere) che afferrarla è impossibile: la si può solo percepire, ma fortemente, ricordando frammenti di emozione filtrata anche qui dentro, in questo spazio condiviso. Dev’essere che gli hai voluto molto bene Lia cara.
Vedo con disgusto che questa vicenda ha contribuito a rendere, o forse solo fatto luce, chissà, l’Islam italiano sempre più assomigliante come una goccia d’acqua a tutto ciò che è italiano: la situazione è grave, ma non è seria. Da bravo sudista, continuo sempre a pensare che le responsabilità dei privati devono rimanere private e che i panni sporchi si lavano semre in famiglia, islamica in questo caso. Ma ormai siamo in via di estinzione, noi anti-femministi.
Ne parlavo tempo fa con un’amica-suora “di frontiera” e – come spesso accade – mi arrabbiavo cordialmente. Va bene che noi musulmani siamo scalcinati e disorganizzati e che i petrodollari degli sceicchi vengono usati contro gli interessi della massa e va bene che le istituzioni cattoliche intervengano – e ci mancherebbe! Che Allah gliene renda merito – però se ci fossero istituzioni islamche che aiutano i cristiani in Albania, non si chiederebbe ai bimbi albanesi cristiani, in cambio, di imparare a recitare le sure del Corano, perchè dawa non significa evangelizzazione e l’evangelizzazione ha regole lontane anni luce dalla sensibilità islamica.
In Albania, così come in tanti altri luoghi del mondo, invece, i bimbi musulmani, dopo la merenda gentilmente offerta dalle suorine, vanno a catechismo e fanno “parrocchia”.
Ma non avevamo detto: “a ognuno la sua religione, nel rispetto reciproco??”
Scusami Lia, lo so che sono sempre la solita sfasciafeste e che non mi va bene mai niente, ma stavamo dicendo che l’Osservatorio avrebbe dovuto togliere alla Caritas il carico dell’islam femminile disagiato, mi pare. E quindi, visto che adesso si può, perchè non optare per il finanziamento della nascente organizzazione – si spera – islamica?
Questo islam che sicuramente zoppica, non credo vada incitato ad appoggiarsi altrove, ma va sollecitato a camminare con le proprie gambe, non credi?
Perchè continuare ad appioppare ancora alla Caritas i nostri debiti e i nostri capitali?
…In fondo la causa è islamica, no?
Cmq era giusto per elargire un saggio (???) consiglio, naturalmente di parte.
Non te ne vorrò se farai come ti pare!!
E ci mancherebbe!!
;-)
Forte abbraccio.
Khadi
Khadi: perché fino a quando un’organizzazione non è operativa, ed è pure composta da persone che, in un modo o nell’altro, sono vicine a questa storia, un passaggio di denaro anche minimo sarebbe ai limiti di ciò che è corretto e sarebbe pure passibile di tali e tante maldicenze che neanche te lo immagini.
Non credo sia opportuno.
Lucio: un antifemminismo serio richiede uomini all’altezza. Noi sposeremmo volentieri la causa. :)
Riprovo a provocare una reazione:
Secondo me, cari amici musulmani europei continuate a evitare il cuore del problema messo in luce,in maniera geniale,da Lia.
C’e’ una bella differenza tra un’amante laica e una seconda moglie islamica: la prima e’una tizia che si mette con un tizio che ha un’altra moglie per tutta una serie di motivi pratici. La sua situazione e’imperfetta per definizione. e’un agreement costruito per fare andare avanti le cose senza tanto curarsi dei principi. La seconda e’ una tizia che si mette con un tizio seguendo uno dei casi previsti della legge di Dio, che,al contrario, dovrebbe essere perfetta per definizione.
La vicenda raccontata da Lia ha il pregio di segnalare che questa legge tanto perfetta non e’, visto che se provi ad applicarla ( e difficilmente si poteva farlo in condizioni migliori) ti fanno un mazzo come una capanna. In punta di fiqh, per giunta e per maggior scorno!
Non vi viene il dubbio che la poligamia, pur permessa da Dio sia nei fatti,vietata dalle circostanze? Che questo sia uno dei tanti casi in cui si apre una contraddizione tra quello che dicono i libri sacri e quello che dice la realta’? Quello che dico e’ un’orribile bestemmia? Volete rifugiarvi dietro il rassicurante argomento che la legge divina e’ sì perfetta, ma sono gli uomini ad applicarla male?
Discutiamone.
Guarda Giovanni, che la legge di Dio sia imperfetta o perfetta dipende non certo dall’appartenenza religiosa, ma dalla percezione che ognuno ha della realtà: se credi che il mondo sia retto dal caso o da un’energia allo sbaraglio o da un dio che combatte contro un potente nemico che a volte può anche vincere contro di lui, oppure da leggi cosmiche perfette rette da Un Assoluto. Ognuno di noi, in un certo momento della sua vita, pensa quello che pensa e soprattutto sente quello che sente non perchè qualcuno c’ha scritto su dei libri, ma perchè il contenuto di quei libri lo ha sperimentato sulla pelle e dentro il cuore.
Personalmente la poligamia l’ho vissuta circa 11 anni fa in un mondo distante anni luce da quello islamico. E si trattava di poligamia e non di adulterio perchè entrambe eravamo consapevoli dell’esistenza dell’altra e implicitamente consenzienti. E’ andata a finire molto male, ma non peggio di altri rapporti “mono”. Io non penso che la realtà vieti qualcosa, penso piuttosto che esista una strada in cui ognuno di noi sceglie liberamente in base alla propria sensibilità e alla propria esperienza. Se poi la tua esperienza e la tua sensibilità ti porta ad avere una legge interiore che, guardacaso, coincide con quella di un “libro”, per qualcuno sarà una semplice coincidenza, ma per te è sicuramente un meraviglioso segno.
Per me va bene, discutiamone…
Lia, come si diventa sostenitori di una religione che, almeno per com’è interpretata da molti suoi adepti, non tiene in grande considerazione la donna e i suoi diritti?
vorrei capire
Al
No Kahdi,non dipende da come uno vede la realta’ o la vita. Il fatto che la poligamia forse andava bene nell’Arabia del 6oo, ma non va piu’ bene oggi, perlomeno nei luoghi dove la societa’ “moderna” ha soppiantato la societa’ tradizionale e’ testimoniato dalla vicenda tua, da quella di Lia, dal fatto che anche nei paesi di cultura islamica l’istituto va scomparendo eccetera eccetera. Lo si puo’ osservare, lo si constata empiricamente, e’ un dato dell’esperienza, opinabile e discutibile fin che vuoi, ma che non dipende dai moti del cuore.
Succede a tutte le religioni che parti del loro messaggio semplicemente invecchino e riconoscere questo fatto non mi sembra per niente una tragedia
Nu’ vastava a fame nostra, nce vuleva pure a vostra.
Certo Giovanni, sono d’accordo, le tragedie sono ben altre, non certo “riconoscere che un certo messaggio religioso possa invecchiare”. Però, scusa se mi permetto, in questo voler identificare a tutti i costi il messaggio islamico con una cosa vecchia e stantìa, contrapposta all’assoluta modernità di un messaggio laico, identificato – guardacaso – con una politica basata sul modello della democrazia occidentale, io ci vedo qualcosa di malato, sinceramente.
Di qualsiasi cosa si parli – poligamia, velo, lapidazione, sharia, matrimonio, divorzio, prescrizioni alimentari e ricette di cucina – il lascito islamico è sempre vecchio e anacronistico, mentre il mondo occidentale è sempre “moderno” e carino e garbato.
No, io non penso che l’islam sia una “religione vecchia” e non penso che il messaggio islamico si sia ammuffito con gli anni, anzi. E non penso che sia costituito di parti più attuali e di parti meno attuali, perchè si tratta di una concezione del mondo organica e coerente che non ti puoi ritagliare a pezzettini a seconda di come ti fa comodo senza perderne “il centro” e “l’essenza”.
Il problema fondamentale è che l’Occidente ha perso, nei secoli, il concetto profondo di trascendenza in favore del materialismo ed ora non riesce più a comprendere qualcosa che gli apparteneva nell’antichità. Per questo la tracendenza è percepita dalla cultura occidentale come una semplice credenza degli antichi, un fardello di cui liberarsi, un’inutilità.
Il messaggio degli dei pagani invecchiava quando arrivavano gli dei del conquistatore, i riti dei popoli si fondevano e si confondevano tra loro, ma il dio dei vincitori era il vincitore e non lasciava più spazio alle vecchie credenze.
Bhè sì, forse quella dinamica politica lì effettivamente è un po’ vecchia! Ma quella non fa certo parte dell’islam!
Non mi sono mai neanche sognato di dire che l’Islam sia una credenza vecchia e ammuffita.
Penso che,come tutte le religioni, sia costituito da un messaggio metastorico e da molte altre norme e prescrizioni che sono invece storiche, dipendenti dal contesto, valide solo in certi luoghi e tempi.
Liberissima tu di pensarlo come una specie di castello di carte che se ne togli una crolla tutto, ma il nostro piccolo dibattito sarebbe più interessante se tu difendessi queste pratiche nel merito invece di buttarla in filosofia.
Sarei curioso di sapere come vedi possibile, malgrado le tante cose che testimoniano il contrario,la poligamia in uma società che fonda il matrimonio sui sentimenti oppure, visto che l’hai citata tu, perchè è giusta la lapidazione di un’adultera, nel caso tu fossi d’accordo con questa pratica.
Avrei comunque molte cose da dire sul supposto materialismo della cultura laica che credo sia piu’ giusto definire umanesimo, ma visto che sono uno che della trascendenza non sente affatto la mancanza, sarei per rimandare questo dibattito ad un’altra occasione.
Un caro saluto
Gio
“però se ci fossero istituzioni islamche che aiutano i cristiani in Albania, non si chiederebbe ai bimbi albanesi cristiani, in cambio, di imparare a recitare le sure del Corano,”
Peccato che non ci siano, altrimenti sarebbero perfette, davvero.
Off topic, scusate. Oggi è apparso nello spazio “Italians” di Beppe Severgnini (http://www.corriere.it/solferino/severgnini/) un mio intervento sulla Siria. Stanco di tante idiozie, dette e fatte in nome di “Natale multiculturale” o altro, ho scritto quanto segue:
Caro Beppe,
sono un Italian vissuto quasi quattro anni a Damasco, in Siria, Paese a maggioranza musulmana e sposato con una «indigena» cristiana. In tutti questi anni in terra araba sono arrivato alla conclusione che dovremmo imparare il multiculturalismo da loro.
1 – A Damasco ho visto uffici pubblici dove convivono gomito a gomito – e senza problemi – donne velate, ragazze ipertruccate, signore con ciondoli con la scritta Allah e altre con il crocifisso appeso al collo. Colleghe che confabulavano, ridevano tra loro, si scambiavano consigli e pettegolezzi. Senza problemi
2 – Sono stato in casa di famiglie musulmane durante il ramadan dove mi hanno offerto qualcosa da bere (nonostante per loro fosse pieno digiuno, ma sapevano che io ero «diverso») e, colmo della delicatezza, vedere sul vassoio un bicchiere in piω per non farmi sentire l’imbarazzo di essere il solo a bere
3 – Ho visto l’albero piω alto del Medio Oriente torreggiare su una piazza del quartiere a maggioranza cristiana di Damasco, per volontΰ dell’intera giunta comunale, e frotte di visitatori (ovviamente la maggioranza dei quali musulmani) che ogni sera andavano lμ per ammirarlo, senza sentirsi affatto offesi
4 – Ho visto un presepio enorme per tre Natali fare bella mostra di sι nel giardino di una casa, con pecore quasi a grandezza reale, senza che nessuno lo ritenesse ingiurioso
5 – Nel quartiere cristiano fanno addobbi luminosi che noi in Italia ce li sogniamo, tanto che mia moglie, quando venne a passare un Natale in Italia con me ne restς delusa.
Eppure la Siria θ, si sa, tra i Paesi «canaglia». I cattivi sono loro, agli occhi ottusi di chi della realtΰ conosce solo la superficie e cosμ gli fa comodo, perchι andare in profonditΰ θ faticoso e mette troppi dubbi. Vorrei che il mio intervento possa servire da testimonianza diretta di una realtΰ che troppi conoscono solo per sentito dire (e devo dire che i tuoi colleghi non ci fanno un gran figura, in tutto ciς).
Buone feste, salam
Giovanni d’accordo sul messaggio metastorico e su quello storico, ma bisogna valutare anche che nello stesso spazio-tempo possono esserci contesti e situazioni differenti. Prendiamo per esempio la poligamia. Io sono una “mamma single” e alcuni fratelli mi hanno proposto di sposarli, anche se avevano già una moglie. E’ un gesto di grande generosità, nel mondo islamico, non un’offesa! A prescindere dal fatto che bisogna valutare la volontà della prima moglie, io sono una abituata a cavarsela da sola: so vivere con poco ed ho dei familiari che possono aiutarmi e non ho esitato a rifiutare – tra l’altro sono pure gelosa! – ma metti una che si trova in Italia da sola, con un figlio da mantenere, che non ha una casa e non ha soldi e che magari non sa la lingua, accettando avrebbe almeno una possibilità di cavarsela. Metti poi quelle che altrove lottano tutti i giorni per procurarsi un pasto – e sono veramente tante!! – possono avere, grazie a questa prescrizione, la possibilità di fare una scelta. Se un eventuale vaticano islamico riformatore decidesse di abolire la poligamia per tutti e per tutte, alcune persone potrebbero rimanere senza alternative. E sai com’è quando un essere umano non ha alternative… Perdi ciò che ti fa uomo – o donna – che è proprio la tua libertà.
Riguardo alle pene corporali, se davvero volessimo applicare la sharia per tutti noi, dovremmo chiederci vicendevolmente la lapidazione, o il taglio delle mani, o la fustigazione. Shariaticamente, infatti, deve essere il condannato a chiedere che gli venga applicata la pena prescritta, affinchè non gliene sia applicata una molto più brutta nell’aldilà. Però, in un mondo disorientato, in cui ognuno è davanti a Dio con i suoi peccati, conviene a tutti i musulmani battersi per la misericordia e il perdono e distogliere i fratelli dalla richiesta di farsi giustiziare, altrimenti come si potrà mai pensare di essere perdonati? “Chi è senza peccato scagli la prima pietra” fu detto da uno dei più grandi profeti dell’islam – pace – e nessun profeta o sapiente che è venuto dopo di lui ha mai affermato che aveva torto, mi pare!
E’ dura, Giovanni, non credere che sia facile! E’ davvero molto dura questa battaglia per l’islamizzazione dell’islam. E complicata, pure.
Tra l’altro, simpatico questo Arturo, no?
khadi scrive “ma metti una che si trova in Italia da sola, con un figlio da mantenere, che non ha una casa e non ha soldi e che magari non sa la lingua, accettando avrebbe almeno una possibilità di cavarsela. Metti poi quelle che altrove lottano tutti i giorni per procurarsi un pasto – e sono veramente tante!! – possono avere, grazie a questa prescrizione, la possibilità di fare una scelta”
capisco cosa intendi e sono in parte daccordo con te, però rimane un fatto: che in questo tipo di ragionamento, la donna acetta il matrimonio (convivere, condividere il letto con un uomo, etc) in quanto essere non autosufficiente che ha bisogno di appoggiarsi a un uomo per essere mantenuta e/o difesa e protetta. è come dire, “io sono favorevole alla schiavitù in alcuni casi, perchè se un uomo si ritrova senza niente, meglio avere un padrone che lo protegge e lo nutre che morire di fame”..e proprio per questo ragionamenti molti padri di famiglia (musulmani, indù, cristiani, etc) nei paesi poveri costringono le figlie a sposarsi, così almeno “si sistemano” con un uomo che le possa mantenere, e pensano pure di far loro un piacere, perchè “o così o sulla strada..”. io penso che quando il matrimonio nasce con scopi materiali -do ut des -(e ce ne sono tanti anche fra italiani di casi) non potrà mai essere un vero amore..ma forse sono troppo romantica..però se vediamo l’esempio del profeta, lui si è sposato con khadija che era addirittura più ricca di lui ed era lei a “mantenerlo”…poi mi sembra che ci sia un detto del profeta che dice di nn scegliere un partner in base alla bellezza, o alla ricchezza, ma in base alla fede..
cmq le cose che hai scritto sulle pene corporali sono bellissime, ma le pensi solo tu o sono condivise da qualche “autorità”? più che islamizzare l’islam mi pare che bisogna umanizzarlo, cioè renderlo più umano e meno politico, e per fare ciò il ruolo delle donne è fondamentale.
Carissima Khadi, intanto grazie per aver accettatol’invito ad entrare nel merito delle questioni.
Tu dici che la poligamia puo’servire come “ammortizzatore sociale” per donne in difficoltà e sono assolutamante d’accordo con te. Questa soluzione ha in certi casi un grandissimo rilievo pratico: serve ad esempio a ricostituire una popolazione decimata nel minor tempo possibile, oppure e’,proprio come dici tu, un modo semplice per occuparsi delle donne senza mezzi quando mancano altri servizi di assistenza.
Del resto se questo isituto e’stato così diffuso in passato, dentro e fuori l’Islam, un’utilita’ ce l’avra’ pure.
Ma io ti ho chiesto se pensi che la poligamia sia un istituto ancora utile nella società cosiddetta “moderna”, che normalmente prevede qualche forma di servizio di assistenza per gli indigenti e che fonda il matrimonio sui sentimenti e sulla libera scelta reciproca del partner.
Che sia ancora un’usanza vitale tra i Dinka del Sud Sudan e’ pacifico, ma a me pare che sia altrettanto pacifico che e’ superata da noi e dovunque la vita assomigli almeno un po’ alla nostra (In Iran ad esempio).
Ti pare giusto che uno per aiutare una donna in difficoltà pretenda il diritto di andarci a letto assieme? Perche’ se questo diritto non c’e’almeno in teoria quello non è un matrimonio e’ una qualche forma di PACS.
Quello che dici tu funziona in una società tradizionale dove il matrimonio è una qualche forma di contratto tra due famiglie e quindi il rapoorto tra i coniugi assomiglia piu’ ad un rapporto di lavoro che ad un rapporto affettivo.Questo non vuol dire che in questo tipo di legame , come del resto nei rapporti di lavoro, non siano coinvolti i sentimenti, ma sarai d’accordo con me che quello che noi chiamiamo matrimonio e’ un’ altra cosa. Per questo tipo di rapporto secondo te al poligamia e’ adeguata?
Per assurdo: secondo te una disoccupata potrebbe sposare due o tre uomini che lavorano part time così tutti assieme si sbarca meglio il lunario?
Si fa cassa comune e ognuno ha il suo terzo di moglie che per cucinare, lavare,stirare,eccetera (sì, quell’eccetera lì) puo’ bastare?
Sulle pene corporali chiedo lumi: davvero vengono applicate solo a chi le richiede? Allora perchè abbiamo dovuto mobilitarci in così tanti per i casi successi in Nigeria? Non bastava a fermare il tutto il fatto che le varia Amine dicessero: “No grazie preferisco bruciare all’Inferno?”
Allora perchè Tariq Ramadan (persona di cui ho una stima infinita, per inciso) chiede su questi tema una moratoria e una pausa di riflessione? A chi chiede di riflettere? Ai condannati?
Sono perplesso….
Scusate, non me la volevo “svignare”!
;-)
Non mi ero proprio accorta che qui la discussione stesse continuando! Appena possibile lascerò qualche breve appunto, perchè tanto di risposte non ne ho!! Non c’ho l’islam in tasca, io!
A presto! Khadi
ciao scusa se mi intrometto, leggevo qui di divorzio islamico, io sto cercando le leggi che disciplinano quello della repubblica araba d’egitto, so che c’è la legge n.25 del 1920, modificata parzialmente dalla legge 25 del 1929 e poi dalla legge 100 del 1985,però non riesco a recuperarle in italiano (in arabo per me sarebbe … arabo) sai mica dove posso trovarle? grazie
joelle