C’è Flavio Mobiglia che, scusandosi per l’OT, segnala quanto segue nei commenti qui sotto:
I minori di 18 anni che non dispongono di cure adeguate in famiglia o subiscono gravi maltrattamenti, possono essere affidati a Comunità alloggio per minori, che provvedono a garantire loro assistenza materiale e un contesto educativo positivo.
Al compimento del diciottesimo anno, se permangono gravi difficoltà in famiglia, per permettere al giovane di compiere gli studi o di fare un percorso che lo porti alla completa autonomia, è prevista la possibilità di inserimento volontario in comunità per maggiorenni, con un provvedimento amministrativo denominato “prosieguo amministrativo”, fino al compimento del ventunesimo anno.
Il Comune di Milano ha deciso di NON FINANZIARE più alcun progetto di prosieguo amministrativo, per motivi di puro risparmio economico, costringendo così centinaia di giovani, con grave disagio familiare (o privi di famiglia), ad essere abbandonati a se stessi al compimento del diciottesimo anno; con la prospettiva di doversi arrangiare a trovare immediatamente un lavoro e un alloggio, magari interrompendo gli studi e negandosi quindi la possibilità di un lavoro di qualità migliore nel futuro.
Spesso, al compimento del diciottesimo anno, il ragazzo o la ragazza che ha iniziato un faticoso percorso in comunità alloggio, elaborando i traumi vissuti in un contesto familiare problematico e dannoso, non ha la maturità e la stabilità interiore per affrontare un passo così difficile, nella solitudine e senza sostegno sociale.
Per questo è necessario rivolgere questa petizione al Comune di Milano affinché si impegni a sostenere anche in futuro i percorsi legati al “prosieguo amministrativo”. E’ vergognoso che una grande metropoli europea si disinteressi del futuro dei suoi giovani, non facendosi carico di un percorso necessario, che ha sempre portato buoni risultati, quando tanti piccoli comuni con problemi di bilancio ben più gravi non rinunciano a dare sostegno e dignità a chi ha già avuto, in tenera età, tante privazioni e sofferenze dalla vita.
Uniamo le nostre voci per chiedere al Comune di Milano un segno di civiltà.
http://www.petitiononline.com/prosammi/petition.html
Io l’ho letta e riletta, ‘sta notizia.
Devo dire che non mi pare affatto un OT: è un commento a un post che parla di mia figlia e, da madre, immagino la mia pupa abbandonata a se stessa a 18 anni e mi vengono i brividi solo a pensarci.
Credo che avrei fatto la pelle sia a me stessa che a sua padre, se una cosa simile fosse successa a lei.
A 18 anni, in questo paese, i ragazzi non fanno ancora nemmeno la maturità. Sono pazzi, al Comune di Milano, o cosa?
Ma poi: la legge stabilisce, per i genitori, l’obbligo di provvedere ai figli fino alla loro indipendenza economica.
Si vede che qua la legge non è uguale per tutti: se hai la sfiga di essere un ragazzino affidato al Comune di Milano, sai già in partenza che hai meno diritti degli altri. Se, come è normale, compi 18 anni al quarto anno della scuola superiore, a te non è concesso di continuare a studiare.
A chi ha una famiglia normale, invece, sì.
Ripeto: ma sono pazzi, o cosa?
Cos’è, torniamo a Dickens?
Sono allibita.
Io ricordo Milano come una città più che civile, in queste cose.
Avrà tanti difetti, ma ricordo benissimo che valeva la pena viverci per la serietà di un mucchio di sue istituzioni, tra cui le politiche sociali: io ci ho imparato a fare la prof, lì, e ritengo di sapere da quale storia, da quale formazione viene chi lavora con queste cose, in quella città.
Immagino che i primi con le mani nei capelli, di fronte a un cosa tanto assurda, siano proprio gli operatori che seguono questi ragazzi.
Non è così che si risparmia.
Buttando in strada dei diciottenni si creano persone che, domani, costeranno a se stesse e alla comunità molto di più dei quattro micragnosi soldi risparmiati, oggi, da un’amministrazione che definire “miope” è un complimento.
Non faccio altro che dirlo: qua, davvero, ciò che si è smarrito sono le coordinate del più elementare buon senso.
Questo era prima della Sciura Letizia, che poi è la stessa che aveva fatto la riforma della scuola che separava le scuole tecniche (basse) dai licei (alti). Altro che Dickens…
E’ una cosa vergognosa. Letizia Moratti, il suo moralismo d’accatto, la sua improbabile acconciatura, il suo insopportabile perbenismo … Tutto torna: l’ipocrisia della signora (quella che voleva togliere di mezzo Darwin dai programmi di insegnamento, quella che ha pervicacemente operato per affossare la scuola pubblica in nome della supposta “libertà di scelta” delle famiglie) si coniuga perfettamente con provvedimenti di questo genere. Purtroppo, va detto, non è che l’attuale titolare del Ministero della PI sia migliore: anzi …