La più grande fabbrica tessile del Medio Oriente è in sciopero – ora, in questo momento – e una lo sa perché sui blog egiziani compaiono le foto, i video, gli inviti a raggiungere gli scioperanti (“Please bring (besides your digital cameras) food, juice bottles, Cleopatra cigarettes boxes and travel to Mahalla…. It’s only a couple of hours away from Cairo… It’s the same trip as a busy day from wherever you live in the city to downtown Cairo! So come on shabab… we need more of you up there in the Nile Delta…”) e così via.
Compare anche il consueto avvilimento nei confronti dei media occidentali:
Sì, ma dove sono le notizie su Mahalla nei media e nelle agenzie occidentali? Fino ad ora mica ne ho viste…!
Cioè: il più grande centro di produzione tessile del Medio Oriente è in sciopero e tu non la consideri una notizia? Ah, bene… Continua a fare reportage sui regimi “moderati” che abbiamo, certo… Sono sicuro che questa è la storia che più ti piace raccontare da Sharm e dal tuo bell’ufficio di Zamalek o Garden City. Dopotutto, chi te lo fa fare di inoltrarti nello sporco e fangoso Delta del Nilo per una storia…?
E poi compaiono alcune considerazioni sacrosante, tra cui questa:
[…] Quando dei lavoratori si mobilitano per uno sciopero in una classica dittatura del Terzo Mondo, sapendo che non ci sono sindacati che li proteggano, sapendo che la loro azione è illegale, sapendo che potranno dovere affrontare le forze di sicurezza dello Stato che li può portare via, applicargli elettrodi alle palle e abusare delle loro famiglie, e sapendo che possono scontrarsi con le forze antisommossa che possono anche ucciderli…
Be’: la loro decisione di scioperare, sia pure per delle rivendicazioni “economiche”, possiede una forte connotazione politica…
Un bel po’ di donne a guidarla, la manifestazione.
Come da tradizione.
Eh Lia, ti fai le domande e ti rispondi da sola.
Domanda: Sì, ma dove sono le notizie su Mahalla nei media e nelle agenzie occidentali?
Risposta: … Be’: la loro decisione di scioperare, sia pure per delle rivendicazioni “economiche”, possiede una forte connotazione politica…
La parola chiave è “connotazione politica”. Non sia mai, Lia, che qui in Italia arrivino notizie di musulmani (specie le donne, che nei nostri media sono sempre povere tapine segregate in casa, prese a ceffoni e costrette a fare 12 figli) che fanno qualcosa di non solo costruttivo, ma anche estremamente coraggioso.
No no, non scherziamo. Aspetta che qualcuno si faccia saltare per aria o che faccia qualcosa che rientra nel nostro cliché del musulmano invasato ed estremista. E vedrai se non se ne parla.
In riferimento agli scioperi: non la vedo per niente bene.
In riferimento al commento precedente: è la dimostrazione che la scuola italiana fa schifo: non si insegna nemmeno a leggere!
Scusa, Marco, ma non ti ho capito: puoi specificare meglio il tuo pensiero?
l’appunto non è sul contenuto, è che chi ha scritto il commento non distingue ciò che tu scrivi da quello che riporti, il che mi sembra molto evidente nel testo.
Ma no: si risponde a dei concetti, indipendentemente da chi li ha scritti.
Del resto, se li cito è perché mi sto ponendo le stesse domande.
Ok.
La domanda però é un’altra.
Sappiamo che gli egiziani sono coraggiosi e sbruffoni quando si tratta di “corano”, però quando si tratta di politica girano con la gigantografia di Hosni apicicata al vetri delle macchine e mandano avanti le donne.
Sappiamo che i grattacarte (giornalisti) sono a servizio di chi comanda : da noi per scelta, in Egitto perché altrimenti finisci in galera.
Allora cosa si può fare?
Possiamo far emergere queste notizie?
Ma Tu non avevi un “amico” al corriere della sera che si occupa di mediooriente? :)
Quello non è amico mio. Li trovi in un altro ambiente, i suoi amici…
“amico” è ovviamente in senso ironico, l’importante sarebbe che qualcuno ne parli
Ok, ma NON Magdi Allam, per pietà…
Marco: non mi addentrerei sulla questione Allam. Semplicemente vai a rileggerti i vecchi post. Piuttosto che sentirne parlare da lui – cosa impossibile, per i motivi spiegati perfettamente da Abdel – meglio l’attuale silenzio.
Poi noi abbiamo il delitto di Gherlasco; con tutto il rispetto per la trapassata ragazza, la nostra informazione non è capace di andare oltre il morboso volo di avvoltoi che svolazzano intorno alla cronaca della provincia più triste.
Magdi Allam non avrebbe interesse a parlarne. Il suo è un discorso monotematico, fondato su una semplificatoria reductio ad unum; se innestasse un elemento di complessità – opposizione in Egitto, e cioè non unanimità del contesto arabo-islamico; presenza più che significativa di donne nell’ambito delle proteste, e perlopiù velate – le sue tesi s’incrinerebbero da sé. E così, gl’introiti che gli derivano da strali demagogici, buoni per gl’ignoranti che gli conviene restino tali.
Lia, ti leggo e riprendo a mia volta la notizia. Proprio interessante, se andassero avanti ancora un mesetto almeno, li andrei ad incontrare, quei benedetti scalmanati.
Pace su di voi.
Adesso Tu hai il dente avvelenato con lui, poi in fondo tuo malgrado gli fai pubblicità: mai mi sarei sognato di leggere un libro suo se non fossi stato stimolato dal tuo blog.