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A voler fare le cose fatte bene, si potrebbe sfruttare quella meravigliosa risorsa di internet che sono gli archivi a portata di click per andare a rivedere chi diceva cosa, nel lunghissimo periodo in cui da un blog all’altro non si parlava che di democrazia in Medio Oriente e di quanto questa fosse più o meno desiderabile, esportabile, attecchibile, e in quale modo.
No, non per maramaldeggiare. L’argomento è di rara tristezza e, per giunta, le vittime di tanto democratico esperimento non coincidono con i suoi fautori: manco il gusto di dire: “Te l’avevo detto” alle persone giuste, quindi.
Più semplicemente, per la voglia di capire cosa pensano oggi coloro che a quei tempi erano sinceramente convinti che, “sì, la democrazia, le donne, i diritti civili, abbasso i tiranni, liberiamoli ché chissà come saranno contenti e zitti, voi che in realtà li volete vedere oppressi, questi popoli per cui noi invochiamo la democrazia.”
Perché alcuni erano in buona fede.
Non nella classe politica, non nei giornali, non tra gli addetti ai lavori: lì la propaganda la si sa distinguere, voglio sperare, e non stiamo parlando di categorie famose per la loro ingenuità.
Ma tra i blogger, ne sono certa, di gente in buona fede e convinta esportatrice di democrazia ce ne era un sacco.
Ed io mi chiedo come se lo spiegano, oggi, il fallimento evidente di politiche a cui hanno dedicato ore e ore di veementi argomentazioni, scritti, discorsi, passione, liti, mal di fegato e chissà che altro.
Se gli passa per la mente, alla prova dei fatti, il “dove ho sbagliato”.
E che risposte si danno.

Di cazzate ne abbiamo scritte tutti prima o poi, direi, ché dubito si possa scrivere per anni mantenendo brillanti livelli di costante chiaroveggenza e quozienti intellettivi a prova di qualsiasi temporaneo cedimento, sempre e comunque. Capire per quale motivo una cazzata è tale, tuttavia, è un esercizio utile e formativo come pochi. E cosa c’è di meglio di un blog, che ti mette a disposizione l’archivio di anni dei tuoi pensieri affinché tu li possa confrontare, periodicamente, con la realtà?
Io qualche idea l’ho cambiata, da allora. Altre le ho smussate, ché non c’è nulla di più levigante del contatto con i dati di fatto, e trovo che l’unica virtù delle cazzate consista nel poterci ragionare sopra.
C’è di buono che non contemplo una fetta di pianeta in rovina, mentre rivedo il tiro delle mie convinzioni. Ne sono lieta.
Ma i neo-con in buona fede, vorrei capire, cosa pensano davanti a tanto disastro?

Da Mazzetta, un ottimo quadro dell’attuale situazione della democrazia in Medio Oriente.
Che fa il paio con le notizie fresche di giornate che arrivano da Guantanamo.