Cito da tre persone che mi piacciono molto:
Leonardo: “Dal 2001 in poi ne abbiamo fatta di strada, e ne abbiamo scritte e lette, di scemenze. Cultura occidentale, Guerra Globale, Guerra al terrorismo, Islam terrorista, Islam moderato; un giorno (spero in meno di tre anni) tutti questi concetti ci sembreranno campati per aria come oggi ci sembrano campate per aria le speculazioni degli scienziati “ariani” sul “primato della razza”.
Nel frattempo, se il discorso v’interessa, credo che continuerete a trovarmi in questo settore della barricata: là dove non solo si rifiuta a priori il concetto di “cultura”, il concetto di “civiltà”: ma si cerca in un qualche modo di dimostrarne l’impossibilità scientifica, così come nel 2001 è stata dimostrata l’impossibilità scientifica del concetto di “razza”. La demolizione della razza spettava ai biologi: la demolizione della cultura dovrebbe essere il lavoro degli umanisti. Non male come missione.
Ma credo che a un obiettivo del genere valga la pena di dedicare il proprio tempo libero, se non la propria vita.”
Do’, che non ha un blog ma scrive cose che mi piace leggere: “Oggi e’ il 27 gennaio.
Scelto come giorno della memoria del massacro degli ebrei, quelli che vivevano nelle nazioni europee che obbedivano stolidamenre ad Hitler. Come la nostra.
Se non ricordo male, il 27 gennaio e’ stato scelto perche’ era il 27 gennaio di tanti anni fa quando l’Armata Rossa entro’ ad Auschwitz.
… l’Armata Rossa, che marcia alla riscossa… Ma questa e’ un’altra storia :)
E’ la terza volta che ci provo a ricordare in internet perche’ ci tocca ricordare, almeno una volta l’anno, quello che e’ successo non tanto tempo fa a chi abitava dove abitiamo oggi o alla porta accanto. Grazie alla magnifica civilta’ che ha prodotto peraltro anche Kant e Beethoven e nella quale ci riconosciamo.
La prima volta sono intervenuta in Penfriends, glorioso forum del vecchio Clarence.
Mi sono ritrovata a dover rispondere a gente che rifiutava di celebrare il 27 gennaio perche’ non si commemoravano pure i gulag di Stalin, le foibe… (e perche’ poi non il massacro dei nativi nordamericani, quello degli Armeni, e via via fino alla misteriosa scomparsa dei Neandertal? Boh.) La stessa gente che accusa oggi di antisemitismo chi critica il governo israeliano…
La seconda volta sono stata rimproverata da uno che considero ancora un caro amico. Perche’ tentando di spiegare perche’ dobbiamo ricordare (tra l’altro perche’ i nazisti e i loro complici non si sono limitati a sterminare gli ebrei) avevo dimenticato di citare lo sterminio degli omosessuali.
Bah. Avevo cominciato a scrivere perche’ ci tenevo a riaffermare ancora una volta la necessita’ di ricordare quel massacro di tanti anni fa. Unico, per tante ragioni, nella storia che conosciamo.
Ma non ce la faccio a provare a farlo ancora. Chi vuole capire capisce comunque. Gli altri… ma che vadano affanculo :(”
E Marco, che non ha un blog e non scrive sui forum. Scrive libri e mi scrive qualche email.
L’ultima diceva: “…intanto ti invio questa jpg che forse puoi utilizzare sul tuo
blog. Tv tanto bene.”
Sono pi? o meno -a parte sfumature, intendo- d’accordo con quel che dici e con quel che riporti. Quel che non dico mi trova discordante, ma che proprio non capisco ? la necessit? dell’abolizione del concetto di cultura. Qui non seguo n? Leonardo n? te che la condividi. In particolare, mi sembra difficile da digerire il mettere sullo stesso piano cose come “razza” entit? la cui inconsistenza non aveva bisogno dell’apporto dei biologi per essere degradata a pseudoconcetto, a falsificazione ideologica della realt?, quindi a mistificazione; “civilt?”, nell’accezione che intuisco, assiologica, veicolante una valutazione positivia -ma in una diversa accezione, storiografica, per intenderci, avrei da ridire- e appunto “cultura”. Le forme, la forma di ci? che ?, e in particolare, di ci? che l’essere sociale produce e riproduce, con cui esso conforma se stesso e la societ? (l’uomo, intendo, come essere sociale), quindi la forma dell’uomo-essere-sociale che prende storiche e concettuali fisionomie, diverse da luogo a luogo e da tempo a tempo, insomma la storicit? dell’uomo come uomo e non come mero elemento naturale come la vogliamo designare?
P.S. L’inconsistenza della “razza” non ? solo biologica, quindi materiale, ? appunto culturale; ammesso pure che esistano razze biologicamente sostenibili, e non esistono, siamo d’accordo, ? la ontologia dell’uomo come essere sociale a determinarne l’inconsistenza e proprio l’illegittimit?; ? il fatto che l’uomo ? ontologicamente uomo sociale e non si riduce alla sua naturalit?, non ? mero strumento del determinismo naturalistico, ma ? soggetto sociale a far s? che “razza” sia un’entit? che proprio non gli pu? appartenere, che ? illegittimo, ma proprio erroneo utilizzare per discorrere di lui, per parlare di uomini. Ma che c’entra questo con la “cultura” non capisco. Scusa questa lunga considerazione, ma quel che dici vale la pena discuterlo seriamente, ed ? ci? che provo a fare, sia pure in modo confuso, del che mi scuso. Ciao.
La continuit? tra il concetto di ‘razza’ e il concetto di ‘cultura’ sta nel delimitare un campo escludendone altri.
Said definiva questo delimitare come “tracciar linee sulla sabbia”. In una giornata ventosa, aggiungerei…
E questo mi pare il punto: tu ti senti il prodotto di una civilt? concreta e perfettamente differenziabile dalle altre, portatore di una specifica cultura contrapponibile a culture diverse dalla tua?
Io no, per carit?… la sola idea mi fa sentire ancora pi? in trappola di quanto non mi sentirei vedendomi assegnata ad una ‘razza’ specifica.
Perch?, sai, una se ne pu? anche fare una ragione, di appartenere a una “razza”.
Se non fossero arrivati i biologi a dire che non era vero, io mi sarei facilmente convinta di appartenere alla categoria umana rimandatami dal mio specchio, e punto. Sono nera e riccia? Vero. Dite che non vado bene? Peccato, vorr? dire che mi eliminerete ma, comunque, io sono d’accordo sul punto fondamentale, e cio? che sono nera e riccia.
Ma se mi venite a dire che io sono “occidentale”, per esempio, non vi seguo pi?.
E che vuol dire, scusa? S?, certo, ho dei comportamenti alimentari, sessuali, diciamo “sociali” che possono essere diversi da altri. Ma la profondit? con cui mi marcano ? assolutamente relativa: basta che cambino le circostanze e li cambio. Li ho perch?, in quel determinato luogo e momento, mi servono per ottenere le stesse, identiche cose che ogni uomo, in ogni luogo e momento, desidera: stare bene, sostanzialmente.
La grande meraviglia del mondo sta nel fatto che esistono tanti modi per arrivare a questo obiettivo comune, tante strade diverse e tante lingue e parole per definirle. E, in ognuna di esse, c’? una nostra possibilit? di essere. Un altro “noi” possibile, parafrasando il famoso slogan…:)
Lasciarsi imprigionare nel proprio orticello di appartenenza ? criminale. Un peccato, uno spreco e anche una buona illusione ottica, visto che non siamo pi? da tempo trib? sperse in una giungla, vergini ed isolate dal mondo.
E poi, in concreto, quale orticello, quale appartenenza?
Questa allucinazione collettiva chiamata “cultura occidentale”, per cui un giapponese ? pi? occidentale di un greco ed io, napoletana, dovrei identificarmi pi? con un trevigiano che con un cairota quando, in realt?, mi capita l’esatto contrario?
Se qualcuno mi volesse gasare perch? sono nera e riccia, come dicevo, forse me ne farei una ragione. Ma se qualcuno lo facesse perch? sono “occidentale”, io negherei a pieni polmoni di esserlo fin sopra il patibolo perch?, semplicemente, mi rifiuterei di vedermi aggiudicare un’appartenenza incomprensibile e inesistente.
E, comunque, infinitamente meno determinante di quanto non me la si voglia spacciare.
Se proprio le devo dare un senso, che sia quello di indicarmi tutto ci? che ancora non conosco; che ? come dire le altrettante parti di me stessa che non mi sono ancora state svelate, ma che sono l? da qualche parte e basta un caso, perch? vengano fuori.
P.S. Mi accorgo di non essere stata chiara: naturalmente, io sto dando assolutamente per ovvio ci? che a me pare ovvio: che non esiste una “cultura occidentale” contrapponibile a una “cultura islamica” etc. etc.
Non esistono, ? un’illusione ottica trasmessa dalle favole e dai media.
Esistono degli usi, dei costumi, delle lingue e delle letterature. Delle ricette di cucina. Cose cos?.
Ma la gente ? sempre quella.
Per quanto mi riguarda, si ragiona da l? in poi, e da l? parte il discorso di tutto ci? che non sappiamo ed ? un vero peccato non sapere.
ciao tesoro,
mi rendo conto che non si tratta di un commento ma almeno sono certo che mi ricevi ! e poi sono felice che ti ? piaciuta la mia jpg dei magi al muro. continuando… ma mi hai chiesto il cognome di karine why ? e poi veniamo al cairo !!!! si vengo con lucy ma ci stringiamo ! sono felice di rivederti in terra straniera, ci misi 10 anni a venire alle canarie ma come vedi i tmpi cambiano. rispondi rapida che fissiamo il rendez vous.
t v b b ma molto b
tuo
m.
Non dimentichiamo che ogni presunta “cultura” ? comunque presuntamente tale perch? arricchita, integrata, ibridizzata in certi aspetti con altre presunte culture. La presunta cultura occidentale non sarebbe quello che presuntamente sarebbe senza l’apporto degli arabi (devo fare una lezione di storia medioevale? No, spero), i Greci si sentivanno a loro volta debitori e inferiori (s?, loro cos? orgogliosi della loro filosofia e storiografia) agli Egiziani. Le migrazioni, gli scambi commerciali, le vie della Seta sono proprio questo: l’annullamento di culture “in esclusiva” e la prova di un concetto di cultura mobile, direi quasi nomade, sempre in movimento, pronta al confronto, al riconoscere la propria diversit? senza per? considerarla superiore, ma solo una delle tante strade per raggiungere lo stesso punto.
Questo, secondo me, dovrebbe essere la cultura. Purtroppo, non ? sempre cos
Liaaa!
Te la rubo e la metto su Refuseniks.
Baci,
Gianna
Fa’ pure, onoratissima!
Se potessi, ti allungherei anche una costoletta di montone, che ? la mia migliore novit? di oggi…:)