azn.jpg

L’ho appena scritto nei commenti di Pfaal ma forse è il caso che lo ripeta anche qui, così mi tolgo il pensiero.

La Spagna è andata alle urne incazzata, non spaventata.
E non ha praticamente neanche avuto il tempo di avere paura di Al Qaeda: fino al giorno prima delle elezioni, TVE continuava a dare la responsabilità ad ETA, menzionando le altre piste come meno probabili.
Parlo di televisione di Stato, non di paglia.

La gente si è sentita presa in giro: ETA la si conosce, ahimè, e non era mai successo, mai, che non solo non rivendicasse un attentato ma che addirittura lo condannasse.
Sono scesi in piazza in 11.400.000, in tutto il paese, e uno degli slogan era: “Quién ha sido?”.
I tempi sono stati strettissimi, e l’attenzione della Spagna non si è centrata su una possibile Al Qaeda dai contorni vaghissimi, ma sul valutare quanto fosse credibile ETA e chi avesse ragione tra loro ed Aznar.
E, quindi, la gente si è incazzata.
Il tempo per fare mente locale sul fatto che è sicuro che l’attentato sia stato opera di Al Qaeda e sui significati del tutto, ce l’hanno appena adesso. Per la prima volta da Giovedì scorso, e siamo a Martedì.

Credo che in Italia si confondano le notizie date in Italia con l’informazione che è stata data lì e con i suoi effetti: io stessa, che ho seguito la vicenda via-Spagna, sono stata “rimproverata” da chi mi legge in Italia perchè continuavo a concentrarmi sulle caratteristiche di ETA e sul pietoso spettacolo di TVE e tralasciavo completamente le possibili implicazioni dello scenario islamico, anche se eravamo ormai tutti convinti (da poche ore) che fosse quello, lo scenario giusto.

E, aggiungo, mi pare pure normale: di fronte ad un simile disastro, uno si concentra su ciò che conosce, non sull’ignoto.
Mai viste elezioni più “interne” di queste.

(P.S. Ma qualcuno è andato a dare uno sguardo sui blog spagnoli per vedere quale, tra rabbia e paura, fosse il sentimento che predominava Venerdì e Sabato? Così, giusto per tastare il polso a un campione di elettori.)