Ahmed ha preso per i capelli – per un solo capello, anzi – un’occasione d’oro per studiare un mese in Italia, la scorsa estate, ed è partito.
Ahmed è, a proposito, quello che mi informò che io, in quanto prof, ero un’emanazione del Profeta e, come tale, meritevole di ogni rispetto.
Di quelli che gettano il cuore oltre l’ostacolo, si è messo in valigia le sue camicie stiratissime e in tasca i quattro euro pagati uno sproposito con le sue inesportabili lirette egiziane ed è andato.
Bel salto, dall’Egitto profondo a Malpensa.
A Malpensa ha preso l’autobus per la stazione Centrale e chissà come era emozionato.
Sbalestrato e incerto è entrato in stazione e: “Prof!! Appena sono entrato è venuto da me un uomo e mi ha proposto di fare sesso!!! Ho creduto di morire, ho pensato che l’Italia era spaventosa!!”
“Ahmed, ma guarda che può succedere anche al Cairo.”
Ma lui è dell’Egitto profondo e ci è rimasto proprio male, oh.
E insomma, prof, ho preso il treno e sono arrivato in questa città da dove, però, non c’erano più treni per la mia destinazione fino alla mattina dopo e mi è toccato dormire in stazione. E in stazione, prof, c’era un ubriaco!!
Non so se si è capito: Ahmed è un musulmano osservantissimo ed io facevo una gran fatica a non rotolarmi dal ridere, mentre lui mi raccontava di queste sue avventurose prime ore italiane piene di incontri con peccatori tremendi.
“E che ti ha fatto l’ubriaco, Ahmed?”
Mi ha chiesto soldi: “Hai degli spiccioli, amico?”, e io niente. Poi andava via, poi tornava e: “Hai degli spiccioli, amico?” Si dimenticava di avermeli già chiesti. E alla fine gli ho detto: “Ma senti, io sono appena arrivato dall’Egitto e sono poverissimo, non te li posso proprio dare!” E allora si è messo a ridere e dopo si ricordava della mia faccia e non me ne ha chiesti più. E il giorno dopo ho raggiunto l’università e non mi aspettavano e sono rimasti stupitissimi di vedere che ce l’avevo fatta ed ero arrivato da Malpensa solo e senza perdermi.
E’ stato bravo, in effetti, e ne è giustamente orgoglioso.
Le tre cose che gli sono piaciute meno.
Il cibo, prof. Troppo tremendo. C’è molto maiale, è dappertutto e non sei mai sicuro. Infatti una volta, per sbaglio, l’ho mangiato. E poi quanta pasta, è tutti i giorni! E poi il vino. C’è persino nel gelato. La verità è che ho mangiato molto poco.
Io suppongo che “vino”, per Ahmed, sia qualsiasi alcoolico.
Da bravo egiziano si sarà avvicinato al più colorato dei gelati e avrà beccato qualcosa con le amarene, chennesò. E poi avrà visto che conteneva una goccia di liquore e, traumatizzato, se ne sarà tenuto alla larga per tutto il mese.
E i prezzi, prof. Molto terribili. Il cibo, i prezzi e quell’uomo a Milano. Le tre cose più brutte.
Le tre cose che gli sono sembrate più diverse.
L’arte nuda. Io ho detto al prof che secondo me non era giusto, tutte quelle statue nude. Lui, allora, mi ha dato il voto più basso e mi ha detto che non me lo dava ancora più basso perchè non ce n’erano più, avevo già il minimo. Prof, non rida.
E le multe in treno: non avevo timbrato il biglietto e si sono presi tutti i miei soldi, ma io mica lo sapevo.
E le donne. Proprio diverse. Mi sono piaciute tanto, prof: amichevoli, aperte, simpatiche. Parlavamo sempre. Brave, belle, sono state le prime amiche che ho avuto.
Si rivolge alla classe, mentre parla, e non dice una parola su quanto le avrà viste seminude e strane da quel punto di vista: era pure Agosto, perchè non accenna alla cosa? Sembra che non se ne sia nemmeno accorto: ha visto i nudi nelle statue e sorvola su quelli delle ragazze: ne parla solo e soltanto come persone ed è entusiasta, letteralmente.
E allora glielo dico io: “Be’, Ahmed, bravo! Avresti potuto farti bloccare dai pregiudizi e invece hai capito le persone, nonostante un abbigliamento e dei modi tanto diversi.”
E lui: “Grazie, prof. Ma a me piace conoscere le persone, non le apparenze.”
Cosa gli è piaciuto di più.
La libertà.
La libertà, prof.
C’erano manifestazioni, dibattiti di studenti, e senza polizia. E potevi parlare di tutto e, anche se non eri d’accordo, nessuno si arrabbiava. Parlavamo liberamente. Per me è stata l’emozione più grande. Mi sono sentito libero, per la prima volta.
Io, a questo punto, comincio a chiedermi se per caso non abbia sbagliato paese, Ahmed.
“Hai trovato razzismo?”
No, prof. Ho trovato tanto rispetto, da tutti. Ti rispettano in segretaria, ti rispettano in strada, ti rispettano compagni, professori, tutti.
Mi mostra il giornale locale con tutto il resoconto dell’iniziativa.
C’è pure la cronaca della partita di pallone Italia – Resto del mondo, ed eccolo lì, nella foto. Con i calzoncini corti e un sorriso da un orecchio all’altro, pronto ad entrare in campo.
E’ felice.
Io sono sconcertata, invece. Che cavolo di Italia ha visto, il mio Ahmed??
Viene bombardato di domande dai compagni e risponde:
Sì che si può pregare, a Milano ci sono ben tre posti e sono stato in tutti e tre, sono belli e c’è tutto, tutto perfetto e bene organizzato. A proposito, prof, ma quanto è lunga via Padova! E poi ho pregato anche all’aeroporto e nessuno mi ha detto niente. Ti rispettano tutti moltissimo, è proprio bello. Il mio compagno di stanza italiano la sera usciva a fare baldoria (io no, prof, io andavo a letto presto) e poi tornava e si toglieva le scarpe per non svegliarmi. E anche quando pregavo, si toglieva le scarpe per non disturbarmi. Io sono stato proprio tanto bene, erano tutti meravigliosi.
E, prof, la libertà. E’ quella, la cosa. Pensi che il mio compagno aveva una maglietta con su scritto: “Io non ho votato Berlusconi”. Ma si rende conto??
Allora: a meno che Ahmed non abbia sbagliato treno e non sia finito in Scandinavia, l’Italia che ha visto lui non è quella che conosco io.
E’ vero che è stato in un ambiente protetto: corso di studi per studenti extracomunitari, seminari e tavole rotonde – ha pure sentito la conferenza della femminista algerina: “Grande donna, prof!” – e gente di un certo tipo attorno a lui.
Ma lui è tornato con un’emozione addosso che comprende tutti, dai passanti di via Padova ai poliziotti gentilissimi alla gente affettuosa. Lo fermavano, addirittura, per chiedergli di dov’era e chiacchierare con lui.
Allibita, mi ha lasciato.
E poi la collega spagnola mi fa: “Anche lui? Anche i miei borsisti: dicono che la cosa peggiore in Spagna è il cibo e la cosa migliore è la gente.”
E ci guardiamo, senza parole: avremmo giurato che fosse esattamente al contrario.
Vorrei che si capisse: per Ahmed, la libertà non è bere, scopare, spendere e ballare. Sono cose che non gli interessano e che non vuole fare. E’ parlare, la sua esigenza. Comunicare con il mondo.
Ahmed è una persona piena di passione e di cuore, intelligente e sensibile. Possono prendere un mucchio di strade diverse, i ragazzi così.
Religiosissimo e attento al mondo, è “un Islam” innamorato del famoso dialogo e però refrattario ad ogni plagio. Non ha mangiato il gelato “col vino” ma ha capito le sue compagne in minigonna ed ha voluto loro del bene.
Qui c’è gente che è in carcere da dieci anni per avere fatto parte dei Fratelli Musulmani. Non è una cosa che lasci indifferenti i ragazzi, questa.
Io credo che non ci sia possibile capire cosa intendano i ragazzi di qui per “libertà” a meno che non ci decidiamo a scindere completamente l’idea di libertà dall’idea di consumismo.
Ché, per noi, le due cose sono quasi inseparabili.
Qui no: Ahmed si è sentito libero perchè ha potuto discutere di tutto e anche perchè ha potuto pregare.
Perchè si è sentito un rispettato cittadino del mondo.
Insomma: io non so cosa diamine gli abbiate fatto, ma so per certo che è stato del bene.
E’ cresciuto, si è arricchito, ha acquisito complessità nella sua visione del mondo ed è stato molto, molto felice.
“E’ stata una grandissima esperienza, prof. La più grande della mia vita.”
Che dire: grazie, Friuli.
(La foto non c’entra niente, lo so: è che in questi giorni ho lavorato come una matta, sempre con l’orologio tra i denti, e mi sono messa al pc pensando che non avrei scritto niente perchè ero troppo stanca. Poi vabbe’. Devo delle risposte, sia nei commenti che per email. Chiedo scusa per il ritardo. Ora dormo dieci ore e domani provvedo.)
Bhe la prossima volta che un giovane egiziano in giro ti parte per l’Italia puoi anche abusare del tempo di qualche lettore, un servizio recupero dispersi e un minimo di accoglienza come si deve si organizza sempre. Eh insomma l’impatto con le grandi citt? pu? essere duro; se sei uomo e uno strato di pellaccia te lo sei coltivato, Milano ? anche piacevole di notte: torno adesso da una passeggiata rinfrescante. Rischi solo di: non incontrare nessuno per chilometri; incontrare troppa gente ma tutta sbagliata.
La foto ? bella, anche in tema. Se non fosse per le cifre arabe e la moschea tondeggiante (o chiesa, croce o altoparlanti quelli in alto?) potrebbe essere cusanino o treviglio. La vera indelicatezza ? stata quella la volta che hai usato la stessa immagine per due post di seguito, diciamolo.
Sulla sorpresa alle reazioni di Ahmed. Non togliamoci la voglia di stupirci di essere stupiti, se no vuol dire che non ci aspettiamo pi? niente :)
Sul parlare. Questa estate ho leggiucchiato una raccolta di articoli di Anif Kureishi, venduti come saggio in quella che sembra una scoperta iniziativa editoriale di spremitura del limone: abbastanza sconclusionato, perch? scrive le sue riflessioni con la stessa mano con cui scrive i romanzi, ma bellino. Una parte ? dedicata all’inevitabile confronto Regno Unito/Pakistan e proprio il parlare viene tirato in mezzo: in Inghilterra hai tutto e tutto ti ? concesso, ma non importa veramente, in Pakistan pur con il tradizionalismo di ritorno e una limitata possibilit? di influire sugli eventi politici, tutti parlano, tutti devono confrontarsi e sapere la tua opinione, ? un’esigenza primaria. Chi non ne ha l’opportunit? ? come morto (io come minimo sarei sotto venti metri di terra). Bhe la parte pi? spassosa del libro ? resoconto della sua partecipazione a una conferenza tory nel fulgore del tacherismo, ma questa ? un’altra storia.
Buona notte
monsterlippa
l’Italia vista da un ragazzo egiziano
Lia racconta dell’entusiastico viaggio di uno studente italiano in visita per un mese all’universit? di Milano: sono le persone, non i pregiudizi, a costruire il mondo….
monsterlippa
l’Italia vista da un ragazzo egiziano
Lia racconta dell’entusiastico viaggio di uno studente italiano in visita per un mese all’universit? di Milano: sono le persone, non i pregiudizi, a costruire il mondo….
Lo sai, non sono particolarmente nazionalista, anzi, direi proprio il contrario. Per? a volte, quando sparo a zero sul mio paese, o dico ai miei studenti che per me la Siria ? bella, che la gente con me ? simpatica e gentile, che d’accordo, non c’? molta libert? ma da qualche anno la situazione ? sicuramente migliorata e probabilmente migliorer? ancora, che, d’accordo, c’? povert? ma molto dignitosa, loro mi fanno la stessa faccia che hai fatto tu di fronte al tuo Ahmed, e si chiedono “ma che paese ha visto, questo qui?”.
Sicuramente chi vive nel proprio paese ne ha un’immagine diversa, e forse ci vuole l’occhio di chi lo vede dall’esterno per fargli vedere cose che normalmente non si notano. Ma ? anche vero che chi vede un paese dall’esterno ne ha un’immagine altrettanto distorta, o in negativo o in positivo, e ci vuole molto, molto tempo per capire realmente una realt?, qualsiasi essa sia. Questo vale anche per Ahmed, ma anche per me, o per te, che siamo stranieri innamorati di terre in cui non c’? niente, o molto poco, che piaccia a chi ci vive. Io ? il secondo anno che sto qui, e inizio a sentirle pi? da vicino, questi elementi negativi, e mi iniziano a pesare un poco. Fortuna che amo il mio lavoro, e ho messo su famiglia…)
Guarda che ? difficile far inumidire gli occhi del Cavouriano, ma questo tuo post…proprio non ci voleva!!
Peccato: mi era simpatica!:-)
Dopo aver letto l’avventura di Ahmed ho gli occhi lucidi. E se tutto questo gli ? successo in Friuli sono anche orgoglioso di essere friulano.
Saluti
P.S. effettivamente maiale e vino da noi sono alimenti sacri
Ma… siam certi che sia stato in Italia? A parte gli scherzi… in It c’? ancora una parte di societ? che ? sana quel tanto da capire che le cose non sono tutte bianche e/o tutte nere. Poi il ragazzo c’ha mesos del suo a farsi voler “bene” dimostrando dia vere un suo cervello e un suo modo di pensare, legato si alla religione, ma per primo suo. Infatti ? uno studente, quindi il suo pensiero ? aperto.
Purtroppo non ? sempre cos? per tutti, e se poi contiamo che sopratutto quelli chiusi siamo noi, che si abbia studiato o meno!!
Io ho convissuto in casa con un ragazzo palestinese studnete di medicina, per 1 anno.
Ho faticato ad accettare le differenze comportamentali non tanto perch? sia cocciuto io ma perch? sono tante. Tante ma non insormontabili.
L’unica cosa che mi rammarico, ? quella di non essermi fatto raccontare meglio… ma sai com’? ogni volta si entrava nel discorso s’incupiva e s’intristiva… quindi ho fatto tacere la curiosit
Mi sono commossa anch’io. La prossima volta che passo da viale Padova lo saluto da parte di Ahmed. Abbraccialo forte.
Ciao
Silvia
Anche a me si sono inumiditi gli occhi leggendo questo post…
Forse se invece di andare in Friuli fosse rimasto a Milano o in un’altra grande citt? italiana si sarebbe ricreduto.
Oppure ? dipeso dal fatto che in estate la gente peggiore se ne va in vacanza, e chi resta ? pi? aperto al dialogo. Ahmed ha quindi avuto la fortuna di evitare l?italiano medio, che se ne stava con i piedi a mollo da qualche parte.
Prevedo che Ahmed aprir? un blog in cui parler? della sua esperienza in Occidente, diventer? una blogstar e verr? accusato di essere un neocon o un jihadista mascherato (o tutti e due insieme)…
… Simpatico questo Ahmed! La possibilit? che si possa indossare una maglietta contro il governo e parlare di tutto lo ha sconvolto.
Quindi per lui qu? tutto ? meraviglioso. Il problema ? che qui puoi dire ci? che ti pare, tanto non cambia nulla; per cui abbiamo la “libert?” di dar fiato alla bocca.
Anzi siamo tanto “liberi” che possiamo persino indossare una maglietta anti-berlusca!!
Prova ad indossare una maglietta innegiante a Bin Laden, o alle B. Rosse, o a qualsiasi movimento rivoluzionario serio di qualche parte del mondo, inneggiante alla guerra di liberazione dei Palestinesi (tanto per fare un esempio), o di qualche altro popolo oppresso, non vedresti pi? i sorrisi della gente e diventi subito un “appestato”.
Sicuramente ci sar? un bravo tutore dell’ordine, che ti chieder? le tue generalit? con aria dispiaciuta e seria, e accusarti di “Apologia di reato” (pena fino a 5 anni, credo)…
Comunque sono contento per Ahmed.
Bella storia….
Ognuno ? critico nella propria patria..
Mi viene da pensare che la nostra libert? di pensiero e movimento,di conoscenza pi? o meno vera dei fatti,ci abbia abituato alla diffidenza.
A giudicare possibili le teorie pi? fantasiose.Lasciando scivolare in secondo piano le cose che sono piaciute ad Ahmed..non le vediamo pi?,le apprezziamo di meno. E ci vuole un semplice come lui per farci credere che in fondo non ? proprio male quest’Italia vista sotto il profilo umano.
Questo intendevo dirti Lia quando tu scrivevi della tua paura di vivere qua.
Io sono un tipo pacifico infatti vi ho dimostrato la mia propensione con un post sul giornalismo di Battistini.
La mia assoluta ignoranza dei fatti mi fa pensare come Ahmed…che in fondo c’? del buono,magari in fondo in fondo…..in ognuno.E ci faccio figure da idiota.
Ma a volte il dialogo manca..spesso manca per reciproco irrigidimento sulle proprie convinzioni e senza le parole l’avversario rester? avversario con soli difetti.
se Ahmed avesse indossato una maglietta inneggiante a Bin Laden sicuramente avrebbe qualche opinione negativa in pi? solo per il fatto d’essere musulmano con maglietta ad hoc.Se la portasse qualcuno di noi,italiano intendo,guai pochi…credo nessuno. E’ anche vero che io non la indosserei pi? per convinzione che per sondaggio.
E’ facile, fin troppo, prendere certe cose per scontate. Ci siamo cresciuti dentro. Fortunatamente ci sono quelli come Ahmed a ricordacelo di tanto in tanto. Ringrazialo da parte mia.
La foto ? presa dalla stazione della metropolitana di Mar Girgis (San Giorgio), Antonio, ? quella ? l’omonima chiesa. Cairo copto.
Bella, l’idea del soccorso-web ai miei bimbi smarriti a Milano. :)
E, porca miseria, ho dimenticato di scrivere che Ahmed si ? pure beccato una Bibbia in dono da un prete e mi diceva che ? arrivato a pagina 150.
Del resto anche a me regalarono il Corano, a fine anno.
Grazie per le risposte.
Capisco bene la tenerezza che si sente davanti a ‘sti ragazzi. Io ci sono dentro fino al collo, e pensare che vorrei essere un tipo duro. :)
Aulo: Friuli, s?. Complimenti alla tua regione, davvero.
Penso, che nessuno di noi porterebbe una maglietta di Bin laden, o delle Brigate Rosse.
Per carit?,ci? ? totalmente fuori dei miei pensieri, mentre una maglietta con il Che, o i Palestinesi, potrei portarla. Certo non per andarci in ufficio.
La mia era una provocazione, neanche velata, tra un concetto di tolleranza democratica, su molte cose, e le Istituzioni democratiche.
Noto uno scollamento, e tanto per fare un esempio se dici che un Euro vale 1000 lire, le istituzioni ti dimostrano che non ? vero!
Pi? affermi certe cose, che dicono tutti, e che sono cos? per tutti, poi alla fine … Non ? cos?!
Cos? abbiamo, uno stato “tollerante del cittadino, perch? buonista e democratico” e i cittadini che parlano, parlano ma non hanno voce!
La parte migliore del Ns. paese sono le persone.
Grazie Ahmed!
Grazie infinite per la condivisione di questo tuo vissuto prezioso. Anch’io, nel leggere, ho oscillato fra sorriso e commozione e ora sto riflettendo sul perch? mi abbia fatto breccia cos? rapidamente, un racconto come il tuo. Mi verrebbe da pensare che ognuno di noi, pi? o meno sepolto da paure, contrariet?, ignoranze, ha nel profondo una vitale necessit? di conoscere e parlare con tutti gli altri esseri umani.
Mando via e-mail una foto fatta al social forum di Firenze di una svendita di T-shirt “Ocalan libero” (solo 4 euro)
ahmed dimostra che la vita e’ (anche) questione di culo ;-)
al di la’ degli scherzi: l’italia e’ un grande paese (in tutti i sensi) quindi c’e’ spazio per tutto, per fortuna :D
a riprova di “cosa succederebbe a girare in italia con una maglietta con bin Laden”: un piccolo ripassino di storia….
Ricordate l’European Social Forum? Un milione di persone in marcia per Firenze e manco una aiuola calpestata? E quella neocona innominabile dall’america che urlava che le avremmo saccheggiato la citta’ (a cui tiene cosi’ tanto da non viverci piu’ da anni)?
Visto che non era successo nulla l’Innominabile Figuro prese a strepitare che aveva visto dei poster inneggianti a bin laden….
La cosa fu ripresa dai soliti giornali stipendiati dal Padrone e rimbombo’ nelle case per via dei canali -tutti- posseduti dallo Stesso.
Io a quel tempo contattai gli autori, geniali olandesi del Autonoom Centrum, spiegando loro che il poster era nella bufera. Non ci potevano credere! “Ma come fa a essere cosi’ cretina?!?!”
Infatti il bin Laden in questione e’ rappresentato cone il Che ma sul basco ha tanto di “swosh” della Nike!
Piu’ chiaro di cosi’…
http://www.autonoomcentrum.nl/posters/cheladen.gif
Quindi: se l’ironia provoca tempeste mediatiche, figuriamoci se qualcun* girasse DAVVERO con una maglietta inneggiante bin Laden… poi venitemela a raccontare la “libbberta’”….
Salve a tutti, mi dispiace dire che non sono assolutamente d’accordo sul fatto che non c’? razzismo in Italia o in Friuli in particolare.
Io sono uno straniero (arabo) che ha lavorato in Friuli e che ha visto delle cose orribili: razzizmo e sfruttamento.
Racconto una storia di una mia collega nigeriana che dopo aver lavorato 2 anni in una segheria, facendo anche lavori pesantissimi (era ammirevole), chiedendo un aumento alla padrona ha dovuto sentire questa risposta: “ma tanto tu sei una schiava e non te ne andrai mai…”
Da quel giorno lei se n’? andata, pero’.
salve.
Per Zozbizabarata: Scusaci per i cretini e i delinquenti che sono miei concittadini.
2 cose, per cortesia:
1)Se ti ? possibile “semplificare” il tuo nome.. Zozbiz..ecc. ? una cosa quasi impossibile.
2)In altre parti del mondo fanno molto peggio. Rinascita in America del famigerato KKK…
Nessun altro commento.
da friulana mi fa molto piacere leggere delle avventure di Ahmed in Italia soprattutto prech? noi friulani siamo spesso etichettati come persone schive riservate e poco amichevoli. invece mi pare che questa volta abbiamo dato un’impressione totalmente diversa.
ecco la vistione di ahmed ? la visione di una persona che non ha vissuto nella “liberta’”
perquesto ? felice. poter dire la sua non avendo paura per la sua incolumita o dei suoi famigliari non ? una cosa da niente. ma chi da anni (dal 45) vive in democrazia (o regime simile) se l’ha dimeticata questa cosa. e secondo me non andrebbe MAI dimeticata!
ci credo. ci credo. ci credo.
io vedo un sacco di persone buone e gentili e sinceramente interessate al prossimo.
? importante continuare a crederci, in qualunque parte del mondo, la paura ? l’arma pi? potente che la guerra detiene..
pure mio figlio gira con la maglietta io non ho votato berlusconi je n’ai pas vot? pour berlusconi, i’m not vote for berlusconi eccetera. Si, Lia, i nostri ragazzi non sono male ultimamente, sai? mica per la maglietta, no, ma per la tolleranza e la curiosit? e lo spirito critico. Non buttiamoci gi?, stiamo facendo un discreto lavoro noi povere mamme quasi cinquantenni
Orgogliosa di essere friulana, se si ? trovato cos? bene! Strano, stranissimo che Ahmed si sia trovato cos? bene nella mia terra: qui, solitamente, siamo chiusi e scontrosi, tanto pi? con gli “stranieri”.
Mi sono permesso di rubare e citare alcune righe di questo tuo post nel mio blog. Ne approfitto per ringraziarti: ti leggo da un paio di mesi e ti sono grato per quello che ci racconti.
Buon lavoro e buona vita a sud del Mediterraneo!
Prova
Segnalazione
Mi
anticostagno | ivanhawk's weblog | v. 3.0
Segnalazione
Mi è già capitato di segnalarvi un post di Haramlik. Il blog di Lia, che vive in Egitto e fa l’insegnante è una lettura sempre piacevole e interessante. Stamattina, durante il mio solito ‘giro dei blog’, mi sono imbattuto in questo post: un ra…