Magdi Allam scrive un articolo denunciando la scarsa democraticità delle prossime elezioni presidenziali in Egitto, e fin qui ci siamo.
Racconta delle numerose voci (intellettuali, partiti politici, organizzazioni, movimenti) che si sono alzate nella società egiziana per denunciare questo stato di cose, e pure fin qui ci siamo.
Ma poi, lasciandomi stupefatta, tira una metaforica pedata a tutta l’opposizione egiziana e proclama che, accidenti, “non bastano i partiti per fare una democrazia“.
E perchè? Perchè questi partiti, ma anche questi movimenti, questi intellettuali e queste organizzazioni (in un arco che va dall’islamismo più conservatore alla sinistra più laica e femminista), per “conquistare il consenso della gente” si professano contro la guerra, contro le politiche di aggressione dei paesi forti e contro gli sfruttamenti e i saccheggi ai danni del Medio Oriente.
Che tutti costoro lo facciano interpretando i sentimenti della stragrande maggioranza del popolo egiziano, a Magdi Allam non viene in mente.
La vera democrazia è quella che va in onda presso gli iracheni che “grazie alla presenza delle forze militari e al contributo ideale di americani e europei, iniziano un difficile cammino con il passo giusto“.
Vabbe’.
Non mi stupirei se fra qualche anno anche il quattrocchi pseudo-arabo risultasse essere, come ? accaduto per un certo G.F.(il grande fratello del Foglio), agente della Cia nel settore dell’informazione. Non ne ho alcuna prova, ma mi chiedo come mai riesca ad avere tanta eco sui nostri media un abile disinformatore come quello.
Certo che anche il signor Magdi usa delle tecniche retoriche abbastanza scontate e scorrette.
Cita, virgolettato:
?E’ vitale dar vita alla solidariet? e alla cooperazione con il movimento popolare mondiale contro la guerra, lo sfruttamento delle multinazionali capitaliste, la globalizzazione, il saccheggio neo-coloniale e l’aggressione da parte di Stati Uniti, Europa e Israele?.
Ma nel testo originale il senso e’ un’altro (punto 6):
“It is vital to build up solidarity and cooperation with the world people`s movement against war , corporate capitalist exploitation and globalization , neo colonial plunder and aggression from the United States , Europe and Israel .
Efforts should be made to develop new and more creative ways of people`s resistance to these forces at the local , Arab , and international levels , to free ourselves from the shackles of economic , political , military , cultural and mediatic hegemony exercised by the most rich and powerful corporations , to reinforce cooperation with the people of Palestine and Iraq in their struggle against foreign occupation and aggression ,
as well as with the other Arab people`s in order to overcome the plunder of our resources , in water , oil , and the treasures of our cultural heritage .”
..Europa e Israele per incoraggiare e promuovere la produzione agricola ed industriale”.
Secondo me questo e’ un punto che fa impazzire alcune persone: il fatto di vedere la realta’ alla quale si e’ attaccati (noi siamo i buoni) totalmente ribaltata (noi siamo i cattivi colonialisti) genera un panico, un totale rifiuto.
Lo stesso effetto si e’ visto negli ultimi giorni dopo la sentenza di Milano sui presunti terroristi: gli imputati erano arabi, si organizzavano con armi, quindi erano terroristi. Il giudice ha fatto presente che lottare contro eserciti che occupano il proprio paese sia difficilmente categorizzabile come terrorismo.
Sempre fermo restando che chi uccide, direttamente o indirettamente rimane un criminale.
Tutto cio mi indigna, ma mi sembra anche cosi’ lontano mentre contemplo stalattiti di ghiaccio alla finestra dell’ufficio…
La democrazia grazie ai militari occupanti ? una perla. Mi ricorda quegli antiabortisti che uccidono i medici abortisti “perch? la vita ? sacra”.
E’ patetico e mi domando se un uomo pur di leccare il sederino ai propri padroni possa arrivare a dire simili bestialit? o se per dirle bisogna essere semplicemente ottusi.
Non ho nessuna intenzione, di fare le parti del Copto di Via Solferino, per? devo sottolineare il fatto di come Mubarak sbaglia nel continuare a lasciare fuori dalla competizione politica i Fratelli Musulmani.
Prima o poi, dovr? cercare di aprire una porta di dialogo con loro. Possiamo sottolineare tutto e il contrario di tutto nei loro riguardi, ma molto probabilmente ? l’unico movimento politico egiziano che vanta una massima capillarizzazione nel tessuto sociale egiziano e bisognerebbe incominciare a farli partecipare al dibattito politico. Trovare dei mezzucoli per invalidare le loro candidature o altri stratagemmi, non aiuter? l’Egitto a crescere. I Fratelli Musulmani servono al futuro dell’Egitto, quanto Hamas all’Anp.
Prima o poi, bisogner? farlo quel passo.
La situazione dei Fratelli Musulmani ? stranissima: “tollerati”, ? la definizione in uso. A secondo dei momenti, poi. Ma qui ? tutta la situazione della democrazia che ? una vertigine…
Comunque, il “Copto”, Copto non ?: pare che il nonno si sia convertito all’Islam e questo lo renderebbe musulmano.
Son cose, come ? d’uso dire nei blog.
Gli iracheni “grazie alla presenza delle forze militari e al contributo ideale di americani e europei, iniziano un difficile cammino con il passo giusto”.
Il problema ? che sappiamo gi? dove li porter? quel sentiero.
Ma a Magdi sembra non interessare.
Il pinocchietto non ? copto?
Eppure ricordo che su Macchianera, tempo fa avevano dichiarato che lo fosse!!
se ne vedono di copte e di curde. lo sappiamo ? vecchia, ma funziona ancora. Lia, ci mancano tanto i coglionazzi che ti prendono di mira. Ogni tanto ci fa in best of?
Non so in Egitto, ma qui, a volte mi sembra che la democrazia non la vogliano in molti: dare voce alla maggioranza del paese significherebbe dar potere, quasi sicuramente, alla fazione sunnita, che, a detta di tutti, si dimostrerebbe molto, molto meno tollerante nei confronti delle varie minoranze etniche e religiose di quanto non faccia l’attuale presidente Bashar, che a suo detrimento non ha che un padre di cui ha ereditato solo colpe, ma che sta lavorando, a ritmi arabi ma instanccabilmente, per cambiare qualcosa. Se si volesse, anche qui, instaurare la democrazia a suon di bombe, sarebbe davvero la fine. La minoranza sa benissimo che la sua sopravvivenza dipende proprio da una democrazia, diciamo cos?, imperfetta, che per?, paradossalmente, lascia molte pi? libert? di quanto farebbero partiti democraticamente eletti. Qui, evidentemente, il paradosso ? di casa, la logica del mondo arabo ? davvero complessa, e chi spera che mettendo seggi in scuole crivellate dai colpi in Iraq sia portare pace e democrazia al popolo iracheno, non ha capito assolutamente niente di questa gente, della loro storia, della loro societ
Il punto di fondo e’ sempre lo stesso: ‘qualcuno’ (i paesi che si ritengono evoluti, e hanno anche qualche argomento per sostenerlo) ha deciso che la storia dei ‘paesi piu’ indietro’ (secondo quel metro che i primi hanno stabilito, e che per certi versi ha un senso, ma non per questo e’ legge assoluta) debbano ‘accelerare vertiginosamente’ la loro evoluzione sciale politica e culturale, e possibilmente ‘dirigere lungo una direzione che ricalca’ quella gia’ avuta nei primi.
Cio’ che e’ critico in tutto questo:
1) che il progresso che si vuole promuovere in quei paesi non sia ‘specifico’ (nella medicina, nell’istruzione…) ma ‘sistematico’ (presuppone quindi un allineamento tra i sistemi)
2) che l’evoluzione che noi abbiamo compiuto in secoli, li’ si svolga in mesi. Essendo quell’arco temporale supposto cosi’ breve, allora si tende ad assumerlo addirittura ‘istantaneo’, e si ragiona come se fosse gia’ trascorso
3) che vengono impediti percorsi evolutivi alternativi, che potrebbero invece diventare utili riferimenti anche per gli stessi ‘paesi evoluti’, dotati di un modello certamente perfettibile