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Magdi Allam scrive un articolo denunciando la scarsa democraticità delle prossime elezioni presidenziali in Egitto, e fin qui ci siamo.
Racconta delle numerose voci (intellettuali, partiti politici, organizzazioni, movimenti) che si sono alzate nella società egiziana per denunciare questo stato di cose, e pure fin qui ci siamo.
Ma poi, lasciandomi stupefatta, tira una metaforica pedata a tutta l’opposizione egiziana e proclama che, accidenti, “non bastano i partiti per fare una democrazia“.
E perchè? Perchè questi partiti, ma anche questi movimenti, questi intellettuali e queste organizzazioni (in un arco che va dall’islamismo più conservatore alla sinistra più laica e femminista), per “conquistare il consenso della gente” si professano contro la guerra, contro le politiche di aggressione dei paesi forti e contro gli sfruttamenti e i saccheggi ai danni del Medio Oriente.

Che tutti costoro lo facciano interpretando i sentimenti della stragrande maggioranza del popolo egiziano, a Magdi Allam non viene in mente.
La vera democrazia è quella che va in onda presso gli iracheni che “grazie alla presenza delle forze militari e al contributo ideale di americani e europei, iniziano un difficile cammino con il passo giusto“.
Vabbe’.