Scrive Mirella:
“[…] mi sembra al contrario evidente la cattiva fede di Lia che si proclama estranea all’antisemitismo e apre un blog che si chiama Aramlik. Questo per me è non avere il coraggio di affermare apertamente quanto si pensa, non capisco se vuole prendere in giro solo gli altri o anche se stessa.”
Premio Commento Surreale della settimana e pubblicazione.
Scusate, fose sarò tarda io… ma qualcuno vuole essere così cortese da spiegarmi il nesso tra “Haramlik” e “Antisemitismo”? Ah, come sono ignorante…
Lia, è “bellissimo” anche lui :-D
http://www.ciclistica.it/archives/006842.html
Guarda: io a questo punto credo che la Sindrome da Avvistatori di Antisemiti stia diventando una vera e propria patologia sociale.
Di conseguenza, mi aspetto i seguenti commenti:
“…la cattiva fede di Lia, che si proclama estranea all’antisemitismo ma poi mangia pane e formaggio feta con le olive”.
“…la cattiva fede di Lia, che si proclama estranea all’antisemitismo ma poi dorme con il pigiama grigio con l’orsetto”.
“…la cattiva fede di Lia, che si proclama estranea all’antisemitismo ma poi guida una Twingo”.
“…la cattiva fede di Lia, che si proclama estranea all’antisemitismo ma poi preferisce la birra chiara alla doppio malto”.
“…la cattiva fede di Lia, che si proclama estranea all’antisemitismo ma poi decide di lasciare ll suo materesso al Cairo”.
Poi li mandi affanculo e “sei brutale”.
PENSIERO LINEARE — —ovvero ENCEFALOGRAMMA COMPLETAMENTE PIATTO.
A “casa mia” si dice :- “La miglior difesa è l’attacco”…e loro attaccano, in tutti i sensi. Non hanno la capacità dialettica di argomentare e la preparazione intellettuale, (che hai tu) e l’ignoranza si rivela in tutto il suo splendore. Che pena pero’…
Lilith
Sì vabbé le pedate, ma meglio la falsa propaganda dei media (che sarebbero le cazzate scritte bene) o gli insulti da baretto (che sarebbero le cazzate scritte male)? io personalmente preferisco i secondi, sono meno insidiosi e, per quanto “sbagliati”, più “genuini”.
Se invece il confronto è tra il dissenso d’opinione/ideologico espresso in termini rigorosi e quello invece espresso in maniera sciatta e demagogica, allora sì, meglio il primo, ma sono cose diverse, no?
che poi il cazzaro che si esprime bene e l’untuoso che alliscia la folla a suon di proclami alla fine sono essenzialmente le due facce della stessa medaglia, così come sono due facce della stessa medaglia quello educato che si informa prima di esprimere la sua opinione e quello sboccato che la sua opinione se la “vive” sulla sua pelle, la vera divisione è tra chi mente consapevolmente e chi invece crede di essere nel giusto; il primo puoi dargli quante pedate vuoi, ma hai voglia a migliorarlo… ai secondi invece se gli assesti le pedate, c’è caso che invece di migliorarli li estremizzi, per cui boh, non saprei sinceramente
in effetti l’idea è buona. ho pensato di includere una nuova firma automatica alle mie mail: “…e quindi lia è antisemita”.
qualsiasi sia l’argomento.
Ma io quasi quasi le raccolgo in un post, le mirabolanti citazioni-antisemitismo di questi due anni.
Ce ne sono di stupende, su altri blog. Se solo le ricordassi tutte, mannaggia…
(Rotafixa: hai un sito bellissimo, santo cielo.)
Non saper articolare decentemente due righe in croce neppure mentre si attacca qualcuno e` davvero cosa molto triste. Eppure mi sembra, cara Lia, che almeno da qualche tempo cio` succeda praticamente sempre a questi tuoi gentili estimatori nei loro coloriti commenti.
Forse questo blog, da sempre lievemente intollerante con gli stolti, li mette troppo in soggezione.
No, Carlo: questo non è un fiore sbocciato tra i miei commenti. L’ho colto tra i commenti dell’incolpevole Alberto Biraghi e, francamente, mi dispiaceva lasciarlo là. :)
Premessa:sono d’accordo con voi nel giudicare questi commenti
MA : non vi sembra di essere un po’ troppo boriosi offendendo chi vi critica accusandovi di cose che ok sono false MA deridendoli per come scrivono,leggo di mancanza di “capacità dialettica e preparazione intellettuale”,ma perchè con una cazzata scritta bene sareste d’accordo?
Chi non sa argomentare o “articolare decentemente due righe in croce”,chi per il proprio vissuto non ha avuto modo di coltivare la propria preparazione intellettuale come avrebbe voluto deve stare zitta,non esprimersi,lasciarsi intimidire dalla mancanza di proprietà di linguaggio e non dire la propria,ed essere freddato con battute.
Mah…
Aiuto, ho un bici-raduno sul blog! :D
Michi, tu devi essere molto giovane.
Permittimi dunque di dirti che, sì, una cazzata scritta male e priva di senso logico vale meno di una cazzata scritta bene e in modo coerente.
Molto meno.
E ti consiglio di diffidare profondamente da chiunque cerchi di farti credere il contrario.
Nella mia prossima vita ascolterò con compunto rispetto coloro che mi diranno che avere battezzato il mio blog “Aramlik” è segno di indiscutibile antisemitismo.
In questa, abbi pazienza, mi sganascio.
Quanto al tuo discorso “ugualitario”, che poi è tale solo in apparenza: io ricordo il vecchio PCI e gli operai con la licenza elementare che si facevano un culo quadro a leggere, a studiare e a coltivarsi al fine di affrontare la politica con serietà e dignità.
Dispiace che la generazione successiva abbia frainteso quel vecchio “tutti possono e devono esprimersi” e lo abbia trasformato nella torva pretesa che aprire la bocca e darle fiato abbia la stessa dignità che parlare sapendo ciò che si dice.
E’ una catastrofe, anzi.
A migliorarsi si fa sempre in tempo: se due pedate possono incoraggiare in tal senso, assestarle è un dovere.
Ma Lia non antisemita, è antisionista (come anche non pochi ebrei, tra l’altro). Che poi per molti antisemitismo e antisionismo siano la stessa cosa (come l’equazione ebreo=sionista), beh, questo è un problema loro. Ne ho incontrata una tempo fa su un blog, e ancora mi stupisco che si possa ragionare in maniera così rigida.
Avevo parlato di un libro, che consiglio a tutti “Un anno a Gerusalemme” di Mordecai Richler, scrittore ebreo canadese più famoso per “La versione di Barney”.
Si tratta di un sorta di diario-reportage scritto negli anni 90 durante una sua lunga visita in Israele.
Beh, la tipa in questione mi disse: “L’ho letto, e l’ho letto nella rivista in cui scrivo come “un libro scritto da un ebreo antisemita” (!)
Insomma, Lia, non ti preoccupare, sei in piacevole compagnia! :)
“Stasera era tutta contenta, su MSN, ché il suo Israel (sì, si chiama così e si rifiuta di trasformarsi in Ismael, nonostante le mie suppliche) era rincasato con un fascio di rose e un regalo.”
..pero’ tutte queste suppliche forse un po’ antisemite lo sono.
Bel blog, pero’
non ho letto la caterva di commenti… ti dirò che è del tutto prevedibile che qualcuno ti appiccichi un’etichetta – anche, solo – per il nome del tuo blog. davvero.
Antisemita anchio?
IL 26 maggio nel mio blog (diariealtro.splinder.com) avevo descritto una visita ad un campo profughi (aperto in forma di tendopoli nel 1948) nei pressi di Betlemme.
Ne ho ricavato questo tardivo commento.
augusta
19 giugno 2005 15,23
tu sei davvero inumana – tu continua la tradizione razzista, piena di bugie, dopo 2000 mila anni, verso gli Ebrei, dell’Europa. Per te, non abbiamo diritti, ma la Terra di Israele e la nostra. E stata usurpata dagli Arabi al medioevo.Gli Arabi sempre opprimevano perche eravamo dhimmi. E tui crociati hanno fatto strage degli Ebrei in ISRAELE. Piu recentemente, gli Arabi colaboravano con tu duce, Mussolini, e con Hitler. Il duce degli Arabi abitanti nostra Terra, il “Mufti di Gerusalemme,” Hadgi Amin el-Husseini, ha incoraggiato l’Olocausto, partecipava nell’Olocausto. Era peggiore dei Nazis stessi. Anche, il Mufti era il favorito degli Britannici. Tutti che neganno nostri diritti e nostra sovranita in nostra Terra non hanno il diritto di soggiorno qui. Tu sei criminale, assassina. Tu sei agente dell’UE, una entita criminale di guerrafondai.
utente anonimo –
Che c’entra il titolo del blog con l’antisemitismo, scusa? Non l’ha spiegato? Sarei curiosa di sapere il ragionamento di Mirella…
Michi, è comprensibile la tua obiezione. E ho condiviso spesso la preoccupazione che si desse possibilità di parola anche e soprattutto a coloro che, per ragioni determinate dal contesto di appartenenza, non avevano avuto accesso alle risorse e agli strumenti necessari per acquisire proprietà di linguaggio.
Però l’accenno di Lia agli operai “che si facevano un culo quadro”, mi ha ricorordato un episodio in cui, mentre si faceva la fila in banca per pagare le tasse e si commentava l’orrore della guerra in Iraq, l’unica persona che su unì al commento, e con grande partecipazione, era un signore con i vestiti sporchi di calce. Effettivamente non parlava un italiano forbito. Ma si capiva che dietro c’era lo sforzo di superare quella cortina di informazioni fumogene che propinano in ogni dove.
Dietro le critiche di antisemitismo, ripetute ormai come un mantra, non c’è altro che la pretesa di conoscere tutto senza aver imparato niente. Persone così non mi fanno “solidarizzare” con la loro evidente mancanza di strumenti e risorse. In questo caso posso indovinare le ragioni della loro ignoranza, ma non riesco a provare comprensione.
ciao Lia, stavo per dire che questi ultimi due post sono da standing ovation, specie quello sull’agenzia immobiliare.
Ma poi ho letto Michi, con la solita carita’ cristiana da due lire all’italiana (“poverino, non ha studiato, e’ colpa sua…”) e mi sono leggermente alterata.
Certo, un cretino ignorante e’ un po’ peggio che un cretino che ha studiato. Ma entrambi rimangono ignoranti. La cazzata e’ cazzata, prima di essere coerente o meno.
Tutti possono esprimersi, ma il farlo con coerenza e rispetto non ha niente a che fare con l’aver studiato o meno, e’ qualcosa che si impara a casa quando si e’ molto piccoli, secondo me.
E “so much for analisi del testo, prof!” :-)
Querida:
può essere che per un educatore assestare pedate sia un dovere (sarà), ma risparmiarsi il sarcasmo dovrebbe essere un obbligo.
Tra sarcasmo ed ironia la differenza è abissale;
mentre la comunicazione sarcastica ferisce ed irrita (illuminante etimo di sarcasmo: “lacerare le carni”) quella ironica risulta quasi sempre assai efficace.
In questo senso, sintanto che sarcastichegghi in cotal modo per me resti “eretica semplice” e non “catara” ;)
Buon trasloco, y hasta pronto.
Una volta ero sfacciatamente filopalestinese. Poi, anche con l’età, la mia opinione ha dirottato. Ora francamente non so più bene come la penso. Sono un po’ in mezzo perchè vedo parecchie ragioni e parecchi torti. Come non sentire un’ombra sul cuore quando ti raccontano di una madre che manda i suoi due figli a scuola su due autobus diversi così almeno ne rimane uno? E come non provare rabbia e furore e indignazione a vedere un bambino palestinese falciato da un carro armato mentre sta tirando una pietra?
Non ho letto tutti i tuoi post, ma francamente non mi sembri antisemita. Stai solo da una parte. E guarda che non la intendo come una offesa. Penso che sia impossibile per chiunque essere obiettivo, non avere una preferenza. Un computer non ha preferenze, prova a chiedergli una opinione.
Insomma non so nemmeno perchè ti lascio questo commento, forse sono come quel signore di destra con cui ti sei trovata molti punti in comune seduta a bere una birra. Però non sono di destra. Vedi come tutto diventa nebuloso?
Certo di stupidi ce n’è a bizzeffe. Tu non lo sei di certo.
Au revoir
Bruno ed Equipaje: ragionando in termini astratti, non avete torto, ovviamente, e tutti siamo cresciuti sentendoci istintivamente dalla parte degli indiani.
Solo che gli indiani non sono più, e da un bel pezzo, i portatori di pensiero confuso ma aggressivo che, poveretti, ti danno dell’antisemita senza sapersi spiegare bene. Si sono trasformati in cow-boys, con il tempo: sono i più forti, ché sono tanti e il loro attivismo è instancabile. Stanno governando l’Italia.
Gli indiani sono piuttosto i quattro gatti le cui energie vengono risucchiate via dall’incessante stillicidio di idiozie aggressive che si rovescia sulle loro teste non appena pronunciano la parola “Israele”.
Datemi un contesto sociale in cui la fatica di rispondere a questa gente sia suddivisa tra tanti, e io riporrò la clava e mi munirò di piuma.
Parola d’onore.
Ma fino a quando avrò la percezione di essere una specie di marziana che si sgola nel deserto, a ripetere che quest’accusa di antisemitismo è ricattatoria e ha la dignità di un delirio, portate pazienza: io prendo la clava.
E mi rifiuto di farmi appioppare anche la responsabilità di adottare strategie comunicative “efficaci”: a me preme che non mi si ferisca e non mi si irriti, parafrasando Equipaje.
E, a proposito: Manuele, se tu non sei capace di cogliere l’ironia dell’avere un genero che si chiama Israel quando si ha molto a cuore la causa palestinese, mi fai sorgere dei dubbi sul tuo senso del’humour in generale.
Se poi credi che io *davvero* lo supplichi seriamente di cambiare nome, non so che dirti.
Lasciarmi totalmente stupefatta è un modo come un altro di togliermi la parola: quando una rimane lì a bocca aperta, che vuoi che possa rispondere.
(No, ma dico: ma vi rendete conto?)
Groucho: libro bellissimo, “Un anno a Gerusalemme”.
Non ne parlai sul blog quando lo lessi, un paio di anni, perché mi capitò sott’occhio una recensione del blog Camillo che affermava, chissà perché, che sicuramente Richler avrebbe cambiato idea, se fosse arrivato a vedere la II Intifada.
Onde evitare di irritarmi e diventare sarcastica, lasciai proprio perdere.
Succede così, in genere.
Il mio commento era rivolto alle persone “analfabete” di coerenza e obbietività, incapaci di ascoltare e comprendere, superficiali e ignoranti (dal verbo “ignorare”)..non certo a chi non ha studiato a scuola. L’ intelligenza e il buon senso, non sempre vanno a braccetto con la cultura. Il mondo è pieno di laureati cretini. Il significato del concetto era un altro. Lia l’ha spiegato perfettamente.
Lilith
Con l’ultima risposta Lia ha dato un esempio pratico di quello che ho detto nel commento al post “Agenzia”.
Lia sa di essere mortale e sa che la sua vita e’ agli sgoccioli ;.) e vuole godersi questo poco tempo che le rimane.
Non vuole essere irritata, criticata si’ ma non irritata, vuole anche esprimere una sua opinione e se nel fare quest’ultima cosa, la fanno irritare, ci credo che reagisca con la clava, visto che ultimamente ha davanti ha un esercito di scimmie alla tastiera * :-) .
Antonella, il tuo racconto sul signore sporco di calce mi ha fatto venire in mente un brevissimo racconto di Giovanni Guareschi sul Candido, che prendeva in giro proprio l’operaio che voleva emanciparsi o meglio prendeva in giro la visione un po’ ottusa che ne dava allora la stampa comunista (in senso storico, ignoranti)italiana degli anni ’50.
Guareschi era un signore, anche per i suoi tempi.
Criticabile, incondivisibile ma un signore.
Senti Lia, quando scrivo da te lascio tutto per strada.
Ma non c’e’ la possibilita’, per gli utenti registrati, di modificare i commenti?
*
Parlo dell’esercito di scimmie che battendo a macchina, a caso e per un tempo sufficientemente lungo, avrebbero riprodotto l’opera di Shakespeare.
Ma poi, cribbio: questo dottor Spock applicato al dibattito politico…
Ma cosa ti fa pensare che funzioni, Equipaje? Ti pare che stia dando buoni risultati? Ti consta che la leadership culturale, in Italia, se la sia conquistata chi lo applica?
A me pare che più ci si affatica ad aggirare le imbecillità, anziché prenderle di petto, e più la gente si sente autorizzata a non fare la fatica di evitarle. Tanto, chi si stanca sono gli altri.
Se una strategia non funziona, la si cambia: comprese quelle comunicative.
Cavoli: sono stupefatta di fronte all’evidenza dell’essere stata capita “nel profondo”, senza ironia.
Sì, so di essere mortale, esatto. Dico sul serio.
Un’omonima,non sono io quella Mirella lì ;)
ciao Lia.
Oh,come è facile essere fraintesi,ho letto commenti sul mio commento che sono andati oltre cioè che intendevo dire,spesso il problema è che quando si legge (o si ascolta) bisognerebbe stare attenti a ciò che realmente è scritto (o viene detto) e ciò che si INTERPRETA,questo è il primo ostacolo che crea incomunicabilità.
E comunque ribadisco la mia,denigrare qualcuno per la forma con cui viene scritto qualcosa la trovo una mancanza di rispetto,ok per i contenuti,ma non è certo ridicolizzando l’interlocutore che si facilita il dialogo e la comprensione.
Ahem: vorrei specificare che qui il problema non è la forma: sono proprio i contenuti.
Tra l’altro (notare la mia attenzione, neh) mi sono immediatamente domandata se la parola “Aramlik” senza H volesse dire qualcosa di antisemita, in arabo o altro. Non ho pensato subito a un errore.
Sono quindi andata su Google e l’ho digitata.
E’ venuto fuori che questa parola esiste, in una lingua che mi pare ungherese.
Instancabile, ho cercato di tradurla col dizionario di Google, ma senza successo.
Solo a questo punto (e avendo speso circa mezz’ora della mia non infinita esistenza) mi sono arresa al fatto che una cazzata è una cazzata è una cazzata.
No, per dire.
Allora michi, se l’insegnante a scuola ti bacchetta, prima di dirle che lei non ha capito niente, ci rifletti.
Lo fai perche’ subisci l’autorita’ dell’insegnante, a malincuore ma la subisci.
Qui si subisce l’autorita’ del buon scrivere.
Leggendomi, potresti trovarmi un po’ criptico, contorto e anche sconclusionato.
Scrivo i commenti di getto, a volte e me ne rendo conto.
Sul blog di Dacia, li modifico spesso dopo averli inseriti.
Uso poco l’anteprima e questo indica una compulsione a esprimere la mia opinione :-)ma mi critico abbastanza da modificarli.
Bene, detto questo ti dico anche che se uno non capisce quello che scrivo e’ colpa mia e solo mia.
Scrivo cose normalissime senza usare un linguaggio specialistico.
Appurato che uso un linguaggio comune, penso di dover essere io a esprimermi in un modo chiaro.
Si fa per rispetto del lettore che di solito non fa il paleografo, non e’ un crittografo e non si diverte a capire i doppi sensi o a ricostruire la sintassi di una frase.
Autorizzo sempre tutti a bacchettarmi quando non sono chiaro, ho perso la capacita’ di scrivere con chiarezza, scrivendo su una tastiera; sono della generazione di transito.
E’ vero che mi concedo numerose licenze, che spero siano chiare dal tono dei relativi commenti, per “giocare” con le parole.
Questa autobiografia letteraria ti ha fatto capire il senso del rimprovero che ti e’ stato fatto?
Per quel che riguarda la forma dell’espressione, non e’ fardello di uno solo introdurre nuove forme stilistiche. Ci vuole tempo, umilta’ e anche culo: il primo che ha cominciato a dire “sfiga” nell’Italia centro-meridionale non si aspettava che diventasse una parola piu’ usata che in Lombardia.
Lo stesso vale per “minchia”.
Saluti a tutti
Lia,non ho mai fatto riferimento a te,tu sei sempre garbata e paziente nelle risposte,ma non voglio scrivere esplicitamente i nomi degli autori degli interventi,anche perchè sta cosa è già andata troppo per le lunghe…
se non sbaglio non è nemmeno la prima volta che ti attaccano per la parola Haramlik
E sì, è proprio il contenuto il problema, non la forma. Mi rendo conto che mentre qualcuno parla di fatti, collega degli avvenimenti e trae le sue personalissime (e quindi discutibilissime) conclusioni, qualcunaltro scavalca a piè pari l’oggetto del discutere e attacca la persona che scrive.
Effettivamente non finirò mai di stupirmi di questo.
Brava, Gatta.
Sarei curiosa anch’io, di sentire il ragionamento.
Ieri ho lasciato passare un commentaccio nel post qui sotto perché volevo questo, il ragionamento.
E’ ciò che voglio da adesso in poi, e da chiunque usi la parola “antisemitismo”. Il ragionamento.
Questo è il punto.
Su “Haramlik”: l’ho spiegata da Alberto, la genesi del nome, ma la riporto qui.
Vuol dire “casa delle donne”, come c’è scritto sulla testata del blog, ed io ho cominciato ad usarla come indirizzo email quando mi sono separata e vivevamo io, mia figlia (femmina) e la gatta (femmina). Poi le gatte diventarono due, entrambe femmine.
La cosa mi ha sempre divertito.
Ora vivo senza figlia e senza gatte, ma l’haramlik mi piace ancora. Se un blog è ‘una stanza tutta per sé’, come dice la Tale, per quanto mi riguarda è un haramlik.
Questo è tutto.
áramlik – fluire, scorrere, in ungherese.
Riferimento indiretto all’idea di acqua che scorre, quindi a quella di fiume, quindi a quella di mare, quindi desiderio inconscio di vedere gli israeliani buttati al mare e sostituiti dai beduini e la fine della Nostra Civiltà.
Sto leggendo un articolo che attacca un circolo di sinistra, per via del nome, evidentemente scambiato per arabo: “Iskra”. Che in realtà è una parola russa, ma la Nostra Civiltà non si basa molto sulla conoscenza dei fatti.
Ma di sinistra e filoarabo non è un sillogismo.
Devo ammettere pero’ con molta umilta0 che non capisco molto bene ormai se sono di sinistra, l’essere “di sinistra”.
Sarebbe forse opportuno chiarirsi a questo proposito.
Oriana Fallaci per esempio si autoquadefinisce laica, atea e antifascista. E di sinistra, of course.
> questo dottor Spock applicato al dibattito
> politico…
Sarà bene chiarire che no hablamos de Star Trek ;)
Avrei una risposta un po’ articolata e poco consona alla casella dei commenti, “madame” ;)… se lei consente, gliela mando in email, ok?
I miei complimenti per lo splendido post “tassinaro” di oggi, e per la capacità di autoanalisi :)
Un abrazo
Consento, consento… :)
Tu, piuttosto: ma davvero ne hai voglia?
Abrazo anche a te.
P.S. La Mirella ha così motivato (sempre da Biraghi) il perché io meriterei l’epiteto di “antisemita”:
“[…]cito testualmente :”Haramlik: parola araba che indica la parte della casa riservata alle donne” : è tutto un programma – che cosa mi fà credere che sei antisemita? Non esiste una ragione precisa, dal nome del tuo blog a tutto quello che esponi a come lo esponi.”
Che dire…