Commento di un palestinese che, dal suo campo di rifugiati in Libano, osserva in TV i coloni trascinati via dalla sinagoga: “Questi confondono le loro Scritture con un’agenzia immobiliare.”
Io invece ho l’ennesima domanda: ma questa bella magliettina dai colori tenui, al colono, gli verrà rimborsata? Spero di sì, sarebbe molto molto grave se dovesse rinunciare a questa creazione frutto di qualche stilista allucinato…
vhega
e tu confondi il tuo blog con una discarica di porcherie: imposta il cervello prima dei pensieri
lia
Prego?
L'agnostico vittimista Stefano
Dai Lia, hai un cretino nuovo anche tu.
Eri invidiosa di Dacia ma vedi che vogliono bene a te.
Ho dimostrato sul blog di Dacia che e’ comunque possibile parlare anche con chi sembra volgare, maleducato e ignorante.
So che tu non ci riesci; io mi diverto invece a confrontarmi con le persone.
Attenzione, ho detto parlare, non necessariamente andarci d’accordo.
L'agnostico vittimista Stefano
Quando hai tempo, se non lo hai gia’ fatto, dai un’occhiata al blog di Corrado e a questo link.
E’ un’esempio di quello che sostieni da sempre: la follia e’ contagiosa.
lia
No, è che ho voluto dare a Vhega la possibilità di articolare un po’ meglio il suo pensiero.
Sono genuinamente curiosa di capirlo.
lia
Oh, Stefano, ho visto: la sinistra neocona, spettacolare come sempre.
Comunque: questi scrivono all’Unità, seguendo l’efficace tattica di pressione di Informazione Corretta e simili.
Il che vuol dire che, per bilanciare, pure noi dovremmo scrivere all’Unità…
Pardon Lia, io volevo rimarcare anche la dichiarazione del leader di Hamas che non sembra fatta per smorzare gli animi.
Poi ci ho ripensato e voglio chiederti: quello che noi vediamo come una contrapposizione mortale, puo’ essere solo un modo di alzare la posta per portare a casa un risultato concreto?
All’inizio ero perplesso tanto quanto Corrado e ho pensato a al-Zahar come a Bertinotti.
Poi ho ripensato a quello che hai scritto su cosa sia Hamas per la societa’ palestinese, una presenza comune e legittima come da noi i DS.
Insomma anch’io stavo partendo di destro senza aver pensato che sono seduto comodamente davanti a un monitor e non conosco nulla delle dinamiche sociali del Medio Oriente.
A questo punto mi incazzo anch’io con l’Unita’ per la loro mancanza di persone come te come inviati.
Sto sbagliando tutto oppure no?
Postero’ questo commento modificato nel mio blog.
lia
Ricordo il post che citi. Per l’esattezza, io non parlavo di DS. Dicevo che la normalità di Hamas tra i palestinesi mi aveva sorpreso come forse si sarebbe sorpreso un americano in Italia, qualche anno fa, scoprendo che tanti italiani erano del PCI, ovvero comunisti.
Quando io andai a Gerusalemme la prima volta, TUTTI i palestinesi che vedevo erano simpatizzanti di Hamas. Era l’assoluta normalità.
Detto questo: Hamas è un movimento politico che che si presenta normalmente alle elezioni sotto gli occhi di tutti gli osservatori internazionali e qualche volta le vince pure. Può esserci più o meno simpatico, ma questo è quanto.
E’ un movimento che considera legittimo l’uso della violenza nella guerra in corso tra palestinesi e israeliani (perché c’è una guerra, no? Altrimenti non staremmo parlando di possibile pace). Può piacerci o no, ma va ricordato che è un uso che anche Israele considera legittimo.
C’è una certa ipocrisia nei suoi confronti, per cui l’UE è stata praticamente costretta dagli USA a dichiararlo ‘movimento terrorista’ nel 2003 ma poi, appunto, non è realistico pensare di prescindere da esso sul piano politico in Palestina.
Detto questo, e specificando anche che a me piange il cuore, nel vedere come la vecchia, colta e ‘laica’ società palestinese si va islamizzando sempre più, vorrei analizzare un attimo, molto laicamente, quanto detto dal suo leader (io sto vedendo l’intervista su Repubblica):
“Praticamente tutti i nostri territori sono sotto l’occupazione israeliana e certo non abbiamo imbracciato le armi per liberare soltanto Gaza.
E cosa dovrebbe dire, scusate? “Ok, ci basta Gaza, amen?”
Avrò scritto 15 post sulla Cisgiordania. E’ un problema, lo giuro. I palestinesi la rivendicano e hanno la legalità internazionale dalla loro, nel rivendicarla. E’ terra loro.
“Noi non siamo terroristi, né gangster, noi siamo un movimento di liberazione. Lei che è europeo dovrebbe saperlo: era terrorismo quello del generale De Gaulle contro i nazisti? Era terrorismo la resistenza italiana contro l’occupazione tedesca?”.
Vecchia questione, no?
“Certo se continueranno a mantenere il controllo dei confini e anche quello dal mare, vuol dire che noi dobbiamo continuare a combatterli anche a Gaza. In caso contrario è evidente che non c’è motivo di continuare a battersi qui, le nostre attività proseguiranno in Cisgiordania, nelle terre ancora sotto l’occupazione”.
Come diceva Maruja Torres nell’articolo tradotto qualche post fa, secondo il diritto internazionale l’occupazione non cessa se non cessa il controllo dei confini e del mare. Tecnicamente, il discorso di questo signore non fa una piega.
Poi il giornalista chiede: “Se Israele decidesse di restituire anche gran parte della Cisgiordania oltre a Gaza, Hamas sarebbe disposto a cessare la lotta armata e riconoscere lo Stato di Israele? Due Stati l’uno a fianco all’altro?”
E lui risponde: ” “È una domanda molto teorica. Dobbiamo aspettare che ci restituiscano oltre alla Cisgiordania anche Gerusalemme Est, e poi risponderemo a questa domanda. Loro si sono presi più del 42 per cento della Cisgiordania. Il nostro programma è quello di liberare tutte le terre occupate nel 1967, si ritirino su quella linea, liberino i prigionieri palestinesi e noi firmeremo un accordo”.
Ora: su questo, Hamas mantiene volontariamente una posizione ambigua: a gennaio pubblicò un documento interno in cui riconosceva esplicitamente i confini del ’67 (http://www.ilcircolo.net/lia/000703.php ). Ufficialmente, verso l’esterno, si mantiene ferma (se non è successo qualcosa che non so) sulla terra dal mare al Giordano.
Credo che questo rientri in una dialettica politica e, del resto, anche i coloni ritengono che i palestinesi andrebbero deportati in Giordania. Le due posizioni di principio sono speculari.
Ecco: a me sembra poco laico questo nostro scandalizzarci perché Hamas ufficialmente non riconosce Israele quando buona parte della destra israeliana continua a non riconoscere la Palestina.
Se poi tieni conto del fatto che Hamas non ha nessuna chance di “cancellare Israele dalla faccia della Terra”, visto che Israele è piena di testate nucleari e Hamas possiede giusto qualche vecchio missile, non capisco la fondatezza di tanto stracciarsi le vesti.
Tapparsi le orecchie e demonizzare non serve a niente. Si ascolta, cercando di non scorgere il demonio dietro ogni frase, e poi si fa un po’ di politica seria per dare ossigeno a Fatah, magari.
Dico io.
lia
Bioro: non puoi non identificarti con la sorte toccata alla povera maglietta! Ma che cuore hai??
Groucho
Hamas, come Hezbollah in Libano, è un movimento politico che mira alla lotta contro Israele. Se Hezbollah, una volta che gli israeliani hanno lasciato il loro paese, ha in qualche modo cessato la sua azione armata, ovviamente Hamas non vuole e non può farlo, sappiamo tutti perché.
Però, da pacifista convinto(ma senza bandiere arcobaleno alla finestra,in quanto per me i “se” e i “ma” ci sono eccome e chi lo nega è un ipocrita, sopratutto quando, giustamente, celebra la “nostra” guerra di liberazione, la Resistenza, come anche viene sottolineato nell’intervista), vorrei fare alcune distinzioni su “uso della violenza”. Legittimo che Hamas non riconosca Israele (chi davvero lo riconosce nei paesi arabi? Nessuno, anche se a denti stretti molti capi di stato hanno firmato accordi di pace), legittimo rispondere agli elicotteri e alle armi prese dagli Usa come si può.
Solo, e su questo continuo a scontrarmi con i miei studenti, mai nulla secondo me giustificherà i kamikaze negli autobus di Tel Aviv, nei locali notturni del centro, nelle vie affollate. Niente, nemmeno la peggiore e più odiosa oppressione.
Penso che Hamas e l’intera comunità palestinese avrebbe ottenuto molto, molto di più, se avesse adottato metodi non dico Gandhiani, ma che potessero mettere più in luce l’odiosità dell’oppressione israeliana (visto che il mondo è molto miope, a quanto pare). Mettendosi sullo stesso piano dei suoi carnefici, non ha fatto altro che essere un carnefice ancora peggiore, perché, si sa, il criminale ricco è un ricco, il criminale povero è un criminale.
Bioro76
Sono spietata e mene dolgo…Ma detesto i colori sgargianti, sai, non si intonano al mio cuore di pietra.
L'agnostico vittimista Stefano
Io ho la bandiera arcobaleno ancora alla terrazza.
Ora e’ malamente ripiegata per godermi anche la vista del fiume che ha un’azione pacificatrice.
Groucho, quali sono questi metodi?
Siamo sempre davanti allo stesso dilemma: che fare?
Ci stiamo girando intorno da anni.
Col tempo ho cominciato a pensare che la scelta di un’azione violenta dipenda da questo: molti, anche non hanno mai letto Keynes, “percepiscono” che “alla lunga saremo tutti morti”.
Molti di questi molti vorrebbero vedere un cambiamento, sia per egoismo, sia per vedere i loro figli vivere meglio di quanto abbiano vissuto loro e cosi’ via.
Da qui la scelta violenta dei disperati.
Battuta amara per battuta amara io ti dico che, in questa epoca di sovraffollamento comunicativo, se un oppresso non fa nulla che superi il rumore di fondo, sembra che sia d’accordo; se fa qualcosa diventa uno che fa solo rumore. :-(
Rinnovo l’invito a chiedere spiegazioni se qualcuno non capisse la mia prosa aulica e contorta. :-)
L'agnostico vittimista Stefano
Si legga: “anche se non hanno mai letto Keynes”
Groucho
Agnostico, quali metodi?
Ti dico la mia,che è appunto solo la mia, di uno che non ha letto Keynes ;)
Partiamo dal presupposto di “martire”, come gli arabi chiamano quelli che da noi vengono chiamati “kamikaze” (che erano giapponesi, non musulmani, ma questa è un’altra storia).
Insomma, ti vuoi immolare per la tua terra, che ritieni occupata, violentata, il tuo popolo vittima di continui soprusi, d’accordo. Hai deciso di fare qualcosa, qualcosa che, come dici giustamente, “sovrasti il rumore di fondo”. Allora che fai, ti confondi col rumore del nemico? Non mi pare sia stata la scelta giusta, da quanto è successo in seguito.
Se proprio vuoi immolarti (parlo, bada, ad un ipotetico “martire”), allora fallo da solo; voglio dire, non coinvolgere i tuoi nemici, non diventare come loro, perché allora, come ha detto giustamente qualcuno, i torti e le ragioni si confondono in un bagno di sangue pieno di vittime e carnefici da ambedue le parti.
Vuoi morire per la tua terra occupata? Fallo, fatti esplodere davanti ad una rappresentanza dell’Onu, davanti ad un’ambasciata Usa, dove vuoi tu, ma che sia un posto visibile, di forte impatto su chi ti vedrà e chi lo saprà. Esploderai tu solo, di fronte a tutti coloroche ti hanno portato al martirio.Morirai e dimostrerai la sofferenza della tua gente. E dopo due giorni, due settimane, un mese, un altro come te ti seguirà. E poi un altro.
Quanto tempo credete che la comunità internazionale sarebbe potuta rimanere in silenzio? Quanto a lungo Israele e i suoi metodi avrebbero potuto continuare indisturbati?
Non so, è solo un’idea, forse anche strampalata, non lo nego, ma credo che in modi simili si sarebbero salvate molte più vite (da ambedue le parti) e probabilmente si sarebbe anche ottenuto molto di più. Sicuramente di più che 8000 coloni accompagnati gentilmente in un altro posto, magari in Cisgiordania.
Ottimo commento Groucho.
Per favore pero’: smettila dopo questa sviolinata di presentarmi a questo emerito blog come esperto di Keynes di cui ho letto solo questa frase.
Ovviamente scherzo ma il tuo commento e’ veramente interessante.
equipaje
Groucho:
ricordo bene i bonzi che si davano fuoco in Vietnam, uno al giorno, per protesta contro l’occupazione americana.
Grandissima commozione per i primi, sino ad arrivare agli annoiati “c’è arrosto anche oggi?”.
E credo che tu sia grandemente ottimista sulle capacità di scandalo della comunità internazionale.
Ciò detto, yo tambien non tollero l’idea di utilizzare gli stessi sistemi del nemico.
“Se ci mangiamo i cannibali, come chiameremo noi stessi?” (un JL Borges liberamente tradotto).
Insomma, non so.
Groucho
Equipaje, forse sono ottimista, ma sinceramente mi pare che anche per i “soliti” morti in palestina non ci sia molta attenzione, ma solo sdegno (che ritengo giusto) per i pullmann di israeliani saltati in aria.
Insomma, così non hanno fatto altro che uccidere a loro volta e per di più passare dalla parte del torto.
Almeno, col “mio” metodo (o come ricordi tu, quello dei bonzi buddisti), avrebbero almeno evitato l’una e l’altra conseguenza, piuttosto nefaste per la loro causa.
L'agnostico vittimista Stefano
Va bene, sono scemo, lo so.
http://corradoinblog.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=612885
bioro76
Io invece ho l’ennesima domanda: ma questa bella magliettina dai colori tenui, al colono, gli verrà rimborsata? Spero di sì, sarebbe molto molto grave se dovesse rinunciare a questa creazione frutto di qualche stilista allucinato…
vhega
e tu confondi il tuo blog con una discarica di porcherie: imposta il cervello prima dei pensieri
lia
Prego?
L'agnostico vittimista Stefano
Dai Lia, hai un cretino nuovo anche tu.
Eri invidiosa di Dacia ma vedi che vogliono bene a te.
Ho dimostrato sul blog di Dacia che e’ comunque possibile parlare anche con chi sembra volgare, maleducato e ignorante.
So che tu non ci riesci; io mi diverto invece a confrontarmi con le persone.
Attenzione, ho detto parlare, non necessariamente andarci d’accordo.
L'agnostico vittimista Stefano
Quando hai tempo, se non lo hai gia’ fatto, dai un’occhiata al blog di Corrado e a questo link.
E’ un’esempio di quello che sostieni da sempre: la follia e’ contagiosa.
lia
No, è che ho voluto dare a Vhega la possibilità di articolare un po’ meglio il suo pensiero.
Sono genuinamente curiosa di capirlo.
lia
Oh, Stefano, ho visto: la sinistra neocona, spettacolare come sempre.
Comunque: questi scrivono all’Unità, seguendo l’efficace tattica di pressione di Informazione Corretta e simili.
Il che vuol dire che, per bilanciare, pure noi dovremmo scrivere all’Unità…
L'agnostico vittimista Stefano
Pardon Lia, io volevo rimarcare anche la dichiarazione del leader di Hamas che non sembra fatta per smorzare gli animi.
Poi ci ho ripensato e voglio chiederti: quello che noi vediamo come una contrapposizione mortale, puo’ essere solo un modo di alzare la posta per portare a casa un risultato concreto?
All’inizio ero perplesso tanto quanto Corrado e ho pensato a al-Zahar come a Bertinotti.
Poi ho ripensato a quello che hai scritto su cosa sia Hamas per la societa’ palestinese, una presenza comune e legittima come da noi i DS.
Insomma anch’io stavo partendo di destro senza aver pensato che sono seduto comodamente davanti a un monitor e non conosco nulla delle dinamiche sociali del Medio Oriente.
A questo punto mi incazzo anch’io con l’Unita’ per la loro mancanza di persone come te come inviati.
Sto sbagliando tutto oppure no?
Postero’ questo commento modificato nel mio blog.
lia
Ricordo il post che citi. Per l’esattezza, io non parlavo di DS. Dicevo che la normalità di Hamas tra i palestinesi mi aveva sorpreso come forse si sarebbe sorpreso un americano in Italia, qualche anno fa, scoprendo che tanti italiani erano del PCI, ovvero comunisti.
Quando io andai a Gerusalemme la prima volta, TUTTI i palestinesi che vedevo erano simpatizzanti di Hamas. Era l’assoluta normalità.
Detto questo: Hamas è un movimento politico che che si presenta normalmente alle elezioni sotto gli occhi di tutti gli osservatori internazionali e qualche volta le vince pure. Può esserci più o meno simpatico, ma questo è quanto.
E’ un movimento che considera legittimo l’uso della violenza nella guerra in corso tra palestinesi e israeliani (perché c’è una guerra, no? Altrimenti non staremmo parlando di possibile pace). Può piacerci o no, ma va ricordato che è un uso che anche Israele considera legittimo.
C’è una certa ipocrisia nei suoi confronti, per cui l’UE è stata praticamente costretta dagli USA a dichiararlo ‘movimento terrorista’ nel 2003 ma poi, appunto, non è realistico pensare di prescindere da esso sul piano politico in Palestina.
Detto questo, e specificando anche che a me piange il cuore, nel vedere come la vecchia, colta e ‘laica’ società palestinese si va islamizzando sempre più, vorrei analizzare un attimo, molto laicamente, quanto detto dal suo leader (io sto vedendo l’intervista su Repubblica):
“Praticamente tutti i nostri territori sono sotto l’occupazione israeliana e certo non abbiamo imbracciato le armi per liberare soltanto Gaza.
E cosa dovrebbe dire, scusate? “Ok, ci basta Gaza, amen?”
Avrò scritto 15 post sulla Cisgiordania. E’ un problema, lo giuro. I palestinesi la rivendicano e hanno la legalità internazionale dalla loro, nel rivendicarla. E’ terra loro.
“Noi non siamo terroristi, né gangster, noi siamo un movimento di liberazione. Lei che è europeo dovrebbe saperlo: era terrorismo quello del generale De Gaulle contro i nazisti? Era terrorismo la resistenza italiana contro l’occupazione tedesca?”.
Vecchia questione, no?
“Certo se continueranno a mantenere il controllo dei confini e anche quello dal mare, vuol dire che noi dobbiamo continuare a combatterli anche a Gaza. In caso contrario è evidente che non c’è motivo di continuare a battersi qui, le nostre attività proseguiranno in Cisgiordania, nelle terre ancora sotto l’occupazione”.
Come diceva Maruja Torres nell’articolo tradotto qualche post fa, secondo il diritto internazionale l’occupazione non cessa se non cessa il controllo dei confini e del mare. Tecnicamente, il discorso di questo signore non fa una piega.
Poi il giornalista chiede: “Se Israele decidesse di restituire anche gran parte della Cisgiordania oltre a Gaza, Hamas sarebbe disposto a cessare la lotta armata e riconoscere lo Stato di Israele? Due Stati l’uno a fianco all’altro?”
E lui risponde: ” “È una domanda molto teorica. Dobbiamo aspettare che ci restituiscano oltre alla Cisgiordania anche Gerusalemme Est, e poi risponderemo a questa domanda. Loro si sono presi più del 42 per cento della Cisgiordania. Il nostro programma è quello di liberare tutte le terre occupate nel 1967, si ritirino su quella linea, liberino i prigionieri palestinesi e noi firmeremo un accordo”.
Ora: su questo, Hamas mantiene volontariamente una posizione ambigua: a gennaio pubblicò un documento interno in cui riconosceva esplicitamente i confini del ’67 (http://www.ilcircolo.net/lia/000703.php ). Ufficialmente, verso l’esterno, si mantiene ferma (se non è successo qualcosa che non so) sulla terra dal mare al Giordano.
Credo che questo rientri in una dialettica politica e, del resto, anche i coloni ritengono che i palestinesi andrebbero deportati in Giordania. Le due posizioni di principio sono speculari.
Ecco: a me sembra poco laico questo nostro scandalizzarci perché Hamas ufficialmente non riconosce Israele quando buona parte della destra israeliana continua a non riconoscere la Palestina.
Se poi tieni conto del fatto che Hamas non ha nessuna chance di “cancellare Israele dalla faccia della Terra”, visto che Israele è piena di testate nucleari e Hamas possiede giusto qualche vecchio missile, non capisco la fondatezza di tanto stracciarsi le vesti.
Tapparsi le orecchie e demonizzare non serve a niente. Si ascolta, cercando di non scorgere il demonio dietro ogni frase, e poi si fa un po’ di politica seria per dare ossigeno a Fatah, magari.
Dico io.
lia
Bioro: non puoi non identificarti con la sorte toccata alla povera maglietta! Ma che cuore hai??
Groucho
Hamas, come Hezbollah in Libano, è un movimento politico che mira alla lotta contro Israele. Se Hezbollah, una volta che gli israeliani hanno lasciato il loro paese, ha in qualche modo cessato la sua azione armata, ovviamente Hamas non vuole e non può farlo, sappiamo tutti perché.
Però, da pacifista convinto(ma senza bandiere arcobaleno alla finestra,in quanto per me i “se” e i “ma” ci sono eccome e chi lo nega è un ipocrita, sopratutto quando, giustamente, celebra la “nostra” guerra di liberazione, la Resistenza, come anche viene sottolineato nell’intervista), vorrei fare alcune distinzioni su “uso della violenza”. Legittimo che Hamas non riconosca Israele (chi davvero lo riconosce nei paesi arabi? Nessuno, anche se a denti stretti molti capi di stato hanno firmato accordi di pace), legittimo rispondere agli elicotteri e alle armi prese dagli Usa come si può.
Solo, e su questo continuo a scontrarmi con i miei studenti, mai nulla secondo me giustificherà i kamikaze negli autobus di Tel Aviv, nei locali notturni del centro, nelle vie affollate. Niente, nemmeno la peggiore e più odiosa oppressione.
Penso che Hamas e l’intera comunità palestinese avrebbe ottenuto molto, molto di più, se avesse adottato metodi non dico Gandhiani, ma che potessero mettere più in luce l’odiosità dell’oppressione israeliana (visto che il mondo è molto miope, a quanto pare). Mettendosi sullo stesso piano dei suoi carnefici, non ha fatto altro che essere un carnefice ancora peggiore, perché, si sa, il criminale ricco è un ricco, il criminale povero è un criminale.
Bioro76
Sono spietata e mene dolgo…Ma detesto i colori sgargianti, sai, non si intonano al mio cuore di pietra.
L'agnostico vittimista Stefano
Io ho la bandiera arcobaleno ancora alla terrazza.
Ora e’ malamente ripiegata per godermi anche la vista del fiume che ha un’azione pacificatrice.
Groucho, quali sono questi metodi?
Siamo sempre davanti allo stesso dilemma: che fare?
Ci stiamo girando intorno da anni.
Col tempo ho cominciato a pensare che la scelta di un’azione violenta dipenda da questo: molti, anche non hanno mai letto Keynes, “percepiscono” che “alla lunga saremo tutti morti”.
Molti di questi molti vorrebbero vedere un cambiamento, sia per egoismo, sia per vedere i loro figli vivere meglio di quanto abbiano vissuto loro e cosi’ via.
Da qui la scelta violenta dei disperati.
Battuta amara per battuta amara io ti dico che, in questa epoca di sovraffollamento comunicativo, se un oppresso non fa nulla che superi il rumore di fondo, sembra che sia d’accordo; se fa qualcosa diventa uno che fa solo rumore. :-(
Rinnovo l’invito a chiedere spiegazioni se qualcuno non capisse la mia prosa aulica e contorta. :-)
L'agnostico vittimista Stefano
Si legga: “anche se non hanno mai letto Keynes”
Groucho
Agnostico, quali metodi?
Ti dico la mia,che è appunto solo la mia, di uno che non ha letto Keynes ;)
Partiamo dal presupposto di “martire”, come gli arabi chiamano quelli che da noi vengono chiamati “kamikaze” (che erano giapponesi, non musulmani, ma questa è un’altra storia).
Insomma, ti vuoi immolare per la tua terra, che ritieni occupata, violentata, il tuo popolo vittima di continui soprusi, d’accordo. Hai deciso di fare qualcosa, qualcosa che, come dici giustamente, “sovrasti il rumore di fondo”. Allora che fai, ti confondi col rumore del nemico? Non mi pare sia stata la scelta giusta, da quanto è successo in seguito.
Se proprio vuoi immolarti (parlo, bada, ad un ipotetico “martire”), allora fallo da solo; voglio dire, non coinvolgere i tuoi nemici, non diventare come loro, perché allora, come ha detto giustamente qualcuno, i torti e le ragioni si confondono in un bagno di sangue pieno di vittime e carnefici da ambedue le parti.
Vuoi morire per la tua terra occupata? Fallo, fatti esplodere davanti ad una rappresentanza dell’Onu, davanti ad un’ambasciata Usa, dove vuoi tu, ma che sia un posto visibile, di forte impatto su chi ti vedrà e chi lo saprà. Esploderai tu solo, di fronte a tutti coloroche ti hanno portato al martirio.Morirai e dimostrerai la sofferenza della tua gente. E dopo due giorni, due settimane, un mese, un altro come te ti seguirà. E poi un altro.
Quanto tempo credete che la comunità internazionale sarebbe potuta rimanere in silenzio? Quanto a lungo Israele e i suoi metodi avrebbero potuto continuare indisturbati?
Non so, è solo un’idea, forse anche strampalata, non lo nego, ma credo che in modi simili si sarebbero salvate molte più vite (da ambedue le parti) e probabilmente si sarebbe anche ottenuto molto di più. Sicuramente di più che 8000 coloni accompagnati gentilmente in un altro posto, magari in Cisgiordania.
L'agnostico vittimista Stefano
Ottimo commento Groucho.
Per favore pero’: smettila dopo questa sviolinata di presentarmi a questo emerito blog come esperto di Keynes di cui ho letto solo questa frase.
Ovviamente scherzo ma il tuo commento e’ veramente interessante.
equipaje
Groucho:
ricordo bene i bonzi che si davano fuoco in Vietnam, uno al giorno, per protesta contro l’occupazione americana.
Grandissima commozione per i primi, sino ad arrivare agli annoiati “c’è arrosto anche oggi?”.
E credo che tu sia grandemente ottimista sulle capacità di scandalo della comunità internazionale.
Ciò detto, yo tambien non tollero l’idea di utilizzare gli stessi sistemi del nemico.
“Se ci mangiamo i cannibali, come chiameremo noi stessi?” (un JL Borges liberamente tradotto).
Insomma, non so.
Groucho
Equipaje, forse sono ottimista, ma sinceramente mi pare che anche per i “soliti” morti in palestina non ci sia molta attenzione, ma solo sdegno (che ritengo giusto) per i pullmann di israeliani saltati in aria.
Insomma, così non hanno fatto altro che uccidere a loro volta e per di più passare dalla parte del torto.
Almeno, col “mio” metodo (o come ricordi tu, quello dei bonzi buddisti), avrebbero almeno evitato l’una e l’altra conseguenza, piuttosto nefaste per la loro causa.