Io, l’altro giorno, mi sono sentita dire che il mio pensare con nostalgia al fatto di poter fumare ovunque, in Egitto, faceva di me “una sudafricana bianca che rimpiangeva di avere perduto il privilegio di potere abusare impunemente del prossimo.”
Ellamadonna.
E questo te lo dicono persone con cui dovresti avere delle affinità.
Pensa un nemico, cosa ti può dire.
Io mi sento spesso un po’ a disagio, nel mondo. Ultimamente, di più.
E pensavo che il filo conduttore del mio disagio è sempre lo stesso, dopo tutto: il malessere che provo davanti a significati che si confondono, si mischiano, vengono artificialmente spinti fino all’estremo confine del senso che possono avere per poi ricadere a terra esausti, privi di forza, totalmente svuotati.
Appiattiti.
E quindi, vista da sinistra, la sigaretta di una povera crista è moralmente sanzionabile tanto quanto l’incarcerazione di Nelson Mandela.
Il risultato, da destra, è che l’incarcerazione di Nelson Mandela merita la stessa, identica indignazione della sigaretta di una povera crista.
Ed è tutto un po’ così, mi pare.
Nei giornali, nei discorsi, nell’aria.
Una generale, festosa predisposizione a fare a meno delle proporzioni, nell’attribuire senso alle cose.
Nel mio piccolo, mi sento un po’ una spugna che assorbe atmosfere ed ho il filtro difettoso, non riesco a regolarlo.
Sono più o meno annichilita in questo enorme collegio bigio, quindi, sotto questa pioggerellina di piccole e costanti infelicità che non sono nemmeno necessariamente mie ma che, comunque, mi impregnano.
E’ come se fossi intossicata, gonfia, priva di energie.
Mi guardo allo specchio e mi spavento, invecchio di un anno al minuto.
Ed è una situazione un po’ senza uscita, mi pare: non riesco a trovare la spinta ad adattarmi perché sono comunque qui per andarmene. Peccato che, se intanto non mi adatto, sarà difficile organizzare come si deve il prossimo espatrio.
Sarà difficile persino arrivarci viva, santo cielo.
Il mio indice di misantropia, che ha sempre goduto di ottima salute, ha ormai raggiunto vette da fucile alla finestra.
Trovo tutto un po’ terrificante e, fondamentalmente, voglio stare sola per paura di dovere fare fatica, mediare, ripescare la regola che ho scordato, rimettere i piedi in queste scarpe chiuse invernali a cui ripensavo con terrore due mesi fa, quando immaginavo come sarebbe stato il rientro e lo sapevo, che sarebbe stato come vivere con le scarpe strette.
Ripensavo a una conversazione di quest’estate sul mal d’Africa, il mal d’Egitto e queste cose, e al navigato signore che era con me e che mi diceva:
“Non ci posso più vivere, in Italia. Quest’estate ero a Piacenza e dovevo parcheggiare la macchina nel posto Tal dei Tali. Ed è cominciato che lì non la potevo parcheggiare, che dovevo spostarmi più in là ma da quella parte non potevo passare, che se facevo il tal giro era proibito ma era proibito pure al contrario e, guarda, non so cosa mi ha preso ma, a un certo punto, ho girato la macchina e me ne sono andato da Piacenza. Non ho più parcheggiato, non sono andato all’appuntamento. Ho lasciato la città.”
L’unica via d’uscita, forse, è darsi un’organizzazione di tipo monastico.
Definire bene i confini di una personale autodisciplina e starci dentro.
Una deve essere consapevole dei propri limiti: io, al momento, non sono in grado di interagire con ciò che mi circonda se non a piccolissime dosi.
Credo che per l’estate prossima la casa sull’appennino sarà agibile….lontana dal mondo lo è…c’è solo il trascorrere del tempo che stressa un po’ perchè passa e tu guardi lo svolersi dei giorni e delle stagioni.
Ma in fondo se pensi a quello che ti impone la città.
Pensaci…ci sono 4 camere da letto e probabilmente cercheremo dei coinquilini.
No pc.
No auto.
No cell.(non c’è il famigerato “campo” in compenso c’è un orto…)
No shopping.
Si Zapping e vanghing..come dice rota.
Oppure voti a destra e minimizzi.
Abbiamo esperienze ed età diverse ma mi ritrovo in quanto scrivi in questo post, e anche quello che sottointendi. Chissà che non torni in Egitto prima.
Carissima,
Non ho mai espresso un’opinione sulla politica interna italiana, che fosse di destra o di sinistra, ma ora mi costringi a dirne una, sconvolgente: la legge anti-fumo dell’attuale governo è una vera e propria benedizione. Tra l’altro sono stato uno dei primi ad appoggiare la richiesta dell’associazione studentesca di cui facevo parte per richiedere il divieto del fumo nei corridioi del mio ateneo, ben prima della Legge. Non vedo l’ora che qualche illuminato politico ne attualizzi una simile in Egitto :-p, ma so che è impossibile, quindi stai tranquilla. Sinceramente pensavo che avrebbero dovuto vietare il fumo anche negli spazi aperti: è impossibile andare a passeggio con tutta sta gente che fuma fuori dai locali e dagli uffici, dal momento che non possono farlo dentro. Chi fuma dovrebbe poterlo fare solo a casa propria, preferibilmente con le finestre chiuse e i condotti di aerazione condominiali tappati…Ecco, credo che questa sia davvero una buona idea :)
Ciao Lia per caso ho scoperto il tuo blog alcune settimane fa, così ho iniziato a leggere andando avanti e indietro nei mesi e negli anni, cercando di recuperare ciò che ho perso, cercando delle conferme a ciò che sento e che è così poco condivisibile con altri.
Ogni giorno nel mio piccolo ambiente, che per motivi di lavoro sono, mio malgrado, da anni costretta a frequentare, mi interrogo su ciò che mi accade e che vedo accadere ad altri e mi scontro con situazioni paradossali che ormai in molti considerano normali, tutti schiavi di unipocrisia che ci ha risucchiati nel suo vortice ed immersi in una realtà fittizia dove molti recitano la propria vita
come nel rispetto di un bel copione.
Ieri hai scritto.
al momento, non sono in grado di interagire con ciò che mi circonda se non a piccolissime dosi
E stacci attenta perché il rischio, se riesci poi a farlo, è per utilizzare le tue stesse parole:
E ridiamo per scacciare il timore che sia contagioso, tutto ciò.
Ma poi lo è.
Io lo so, che lo è.
A un certo punto, queste cose non le vedi nemmeno più.
Ieri ero collegata con una mia nipote (egiziana) al Cairo e cercavo ( nel mio scarso inglese) di parlarle di te di ciò che senti per quella città per la sua gente ecc.
Nano la risposta: ti voglio bene e voglio bene anche a Lia e sicuramente le vorranno bene tutti quelli che qui ha incontrato.
Sherif, voglio essere assolutamente chiara.
Non ad ogni mia emozione, desiderio, disagio o felicità deve corrispondere un’indicazione per il mondo o un progetto di società.
L’essere umano non è un sistema coerente di regole e norme, non sempre si desidera ciò che è obiettivamente corretto desiderare, non sempre si è felici o infelici in base a principi socialmente desiderabili.
Io non penso in termini ideologici.
Quindi, permettimi di dirti che la tua soddisfazione o quella di altri quando mi capita di esprimere della tristezza per l’oggettivo disagio che il rapporto dell’Italia con le sigarette mi procura, mi pare violenta, innecesaria, maramaldesca e anche abbastanza malvagia.
Se non sapete distinguere tra un “io sto meglio altrove” e un “vorrei costringervi ad essere come dico io”, la colpa non è mia.
Ora: visto che di non fumatori aggressivi ne sto trovando fin troppi, e che al mio disagio deve necessariamente aggiungersi anche il contorno di giudizio e condanna da parte di chi passa dalle mie parti, internettiane o fisiche che siano, ne approfitto per comunicare che c’è una novità.
La novità è che io non desidero né conoscere né, tantomeno, frequentare, nessun non fumatore.
Così come mi guardo bene dall’imporre alcunché di me a chicchessia, desidero che non mi venga imposta la compagnia di chi ha bisogno di respirare cose diverse dalle mie.
Le sigarette creano dipendenza, è noto. Dipendenza da una sostanza vuol dire che la sua mancanza ti procura del malessere dovuto all’astinenza.
Questo è quanto.
Ora: ho appena deciso che, per quanto mi riguarda, trovo che non ne valga la pena.
Non c’è persona da conoscere, casa da frequentare, serata da condividere che valga nemmeno un centigrammo del mio stare bene.
Ho passato molte serate a reprimere il mio desiderio di fumare per il semplice piacere di stare a trascorrer del tempo con un non fumatore.
Ho deciso che non ci sono più le condizioni per farlo.
Io, quindi, prego caldamente i non fumatori di evitarmi, di non vedermi e di non propormi, per nessun motivo, un incontro.
Vorrei evitare di essere messa nelle condizioni di dovere inventare scuse per declinare l’invito.
Mentire mi causa fatica.
Ognuno di noi ha il diritto di scegliersi la gente. Per me, avere a che fare con un non fumatore è una sofferenza e non vedo perché dovrei impormela.
Chiedo il divorzio, da ora. Da questo momento.
Quanto al fumare all’aperto e in Egitto: credo che effettivamente manchi, al mondo, lo spettacolo comico di una Cairo dove rincasi nero di fumo, quando esci, ma con la gente costretta a non fumare per strada.
Comunque, fate un po’ voi.
Finché al mondo ci sarà un posto dove io possa stare bene, Sherif, io mi sposterò semplicemente un po’ più in là, senza chiedere nulla a nessuno.
Se pensate che io non debba trovare spazio in assoluto, invece, fatemi la cortesia di tenervelo per voi: dirmelo, equivale a dichiararmi una guerra personale.
Infine: la vita ci porta a frequentare i nostri simili, quindi io ho frequentato pochissimi non fumatori, nella mia vita.
L’unica amica veramente non fumatrice che io abbia mai avuto, nella cui casa non fumavo e che mi faceva infiniti cazziatoni per le mie sigaretta, è la prima amica che ho perduto.
E’ andata a morire affogata, davanti ai suoi studenti, in uno stupidissimo incidente di barca tre anni fa.
La vita non si controlla, Sherif: si possono controllare gli individui e io, di essere controllata, non ne ho voglia.
ritirarsi sull’Appennino…
posso capire, ma che senso ha vivere fuori dal mondo, niente pc, niente cell
probabilmente niente cinema, niente biblioteca, niente concerti, niente vita sociale
togliersi dalla vita per sopravvivere in mezzo ai monti finchè la morte non sopraggiunga e qualcuno poi ci venga a sepellire morire un poco allla volta, nessuna speranza, aspettativa, voglia
solo un regolare alzarsi col sole, aspettare che scenda e con lui rialzarsi
no non mi sembra la soluzione; e comunque dov’è il problema? dentro o fuori di noi? io penso sia fuori e vederlo o non vederlo è il problema
certo che ha Milano il problema è molto più grosso…
dopo tutte queste stronzate segnalo un link sui nostri amici yankee cmq estendibili un po’ a tutti
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=1557&mode=&order=0&thold=0
Ideologica, del resto, è la legge antifumo, perché si è impedito di far scegliere ai ristoratori se mantenere il proprio locale aperto ai fumatori (con il depuratore etc) oppure no. Invece la condizione è che il locale sia per non fumatori e poi, solo poi, se hai spazio e soldi, puoi fare la sala anche per i fumatori.
Altro esempio. Ho visitato pub (luoghi, una volta, affumicatissimi) che grazie al depuratore erano perfettamente vivibili: non si sentiva nemmeno l’odore che lasciava la propria sigaretta. Dicono che costano parecchio. Lo Stato sovvenziona i decoder per la tv digitale terrestre e si è guardato bene dal sovvenzionare i depuratori per i locali.
Questa è tutta ideologia perché se si voleva si poteva fare in modo diverso e meno traumatizzante. Così, invece, hanno messo gli uni contro gli altri e hanno incitato all’odio e all’intolleranza. Ideologia, appunto.
Sì, Federica: è esattamente questo.
Poteva essere altrimenti: le mie colleghe spagnole, quando tornavano a casa dal Cairo, evitavano accuratamente di volare con l’Alitalia perché lo scalo a Roma era un incubo, senza una cavolo di sala per fumatori. E magari ci devi passare un giorno intero, prigioniero.
E “la Francia resiste”, mi diceva un amico ieri sera, e ci sono locali orgogliosamente per fumatori, e con tanto di cartello.
Ho pensato per tutta la vita che al mondo ci dovesse essere posto per tutti.
Questa crociata mi pare insensata, presuntuosa e spaventosamente invadente.
Io rivendico il mio diritto a farmi più in là.
Chi cerca di impedirmelo, chi gode del mio oggettivo malessere è, per quanto mi riguarda, un essere che deve girarmi alla larga.
E non c’è compromesso possibile: se uno teorizza che io debba essere mantenuta in uno stato di malessere, è un mio nemico personale. Ignoriamoci, ma che non venga a inseguirmi fino a dentro la mia vita perché non ho intenzione di sopportarlo.
E sul fumo, cara Lia, siamo completamente d’accordo. Te lo dice un ex-fumatore che ha smesso da otto anni e non ne è pentito, ma a cui, invece del fumo della sigaretta, da fastidio il tono da crociata e l’intolleranza ipocrita. Poi è ovvio che non tutti i non-fumatori sono così, ma io ancora me li ricordo gli sguardi di compatimento quando accendevo la sigaretta… Che facciamo, visto che sono un ex fumatore ma tollerante, il divorzio vale pure per me? :-)
Una è tollerante coi tolleranti e intollerante con gli intolleranti, mr. :)
Ah, volevo anche ringraziare Old per la sua coccola di qua sopra.
Una le registra, le coccole. :)
Nano: grazie, ma non credo che in Egitto mi abbiano voluto bene proprio tutti! Quello che so, è che tutti hanno avuto molta pazienza. :)
Io non fumo.
Non ho mai fumato e mentre fino a 5 minuti fa ne ero orgoglioso,ora,che so di dover divorziare da Lia,non so più che fare.Se scendere ed ingaggiare una lotta col distributore automatico per poi assuefarmi molto rapidamente alla sigaretta..oppure continuare sulla mia strada solo senza di lei (maiuscolo?..ci sta?).
Se qualcuno parlando con te ti fa notare che gli da fastidio il fumo, significa che tu non sei all’altezza della sua attenzione…non la meriti e soprattutto lui non merita te,quindi il tipo va lasciato a se stesso con tutta la sua aria fresca intorno.
Se ti interessa la persona,avesse venti sigarette accese in bocca,tu resti lì con lei.
Io sono un tipino un poco ironico.
Ed ho ironizzato anche sulla casa sull’appennino.
Veramente non c’è la tv,non c’è campo per il cell,
sei “isolato”(a 300 metri c’è una casa..eheheheh)
l’acqua del rubinetto è favolosa,il cielo è pulito,l’aria profuma,ho l’amaca,ho l’auto e quando mi va,se mi va,scendo e vo’ a teatro.
Altrimenti vedo dei tramonti che mi sembrano tutti diversi.
Il problema se è fuori di noi io lo lascio fuori,anzi lo abbandono in città..se è dentro di me io lo “curo” lassù,dove ciascuno può venirmi a trovare e fumare davanti a me mentre il venticello spazza via.
Quelli antipatici siano pure non-fumatori stiano a casa loro.
Dov’è rotafixa?
Lui mi capirebbe.
Dai su, Lia! Lo sai che ti voglio bene, che tu sia una fumatrice o meno. E che quindi non era mia intenzione nè esprimere soddisfazione, nè obbligarti ad alcunché, tanto meno imporre il divieto di fumo all’aperto (scrivendolo pensavo a Torino, mica al Cairo comunque…) ! Mi piace come scrivi, come la pensi, come ami l’Egitto addirittura più di me, e siamo d’accordo sui massimi sistemi, sui mali che affligono il nostro mondo. Ti pare che si debba divorziare per una sigaretta? ;)
Eravamo rimasti che dovevo essere relegata in casa con le finestre chiuse e i condotti di aerazione condominiali tappati.
Cambiando le condizioni, può cambiare anche il contratto di divorzio. :)
Seriamente, sono stufa di questa storia.
Credo che si sia talmente diffusa, l’idea del fumatore nemico pubblico, che ormai non ci si renda nemmeno più conto dell’effetto che ci possono fare le cose che ci vengono dette.
Credo che tu sappia come funziona: la tolleranza all’insulto dato è altissima, quella all’insulto di risposta è bassissima.
La normalità è che una stia zitta e si scusi di esistere.
Le cose, o sono o non sono: se a me viene detto che sono una che impone cose mostruose al suo prossimo, io ne prendo atto e reagisco di conseguenza: con dispiacere, con dolore, con molta incazzatura, a secondo dei casi.
A volte, con tutti e tre.
Dice bene Old, qui sopra: oltre un certo limite di stigmatizzazione, quello che ti si sta dicendo è molto chiaro, ed è un rifiuto personale.
Se mai ci vedremo, sappi che avrò una sigaretta in bocca.
Poi, se a te vedermi va bene lo stesso, può anche darsi che la spenga.
Ma solo poi.
(Sei stato carino a rispondermi scherzando, nonostante il mio ruggito. Sento odor d’Egitto, in questa cosa. L’Italia non ti ha ancora fagocitato. :) )
Fino a poco tempo fa dovevo litigare con i colleghi perche’ non fumassero nel mio ufficio, ora mi tocca combatere perche’ possano fumare nel loro…
Da un eccesso siamo passati all’altro, bastava far rispettare le leggi esistenti, ma non sarebbe stato abbastanza propagandistico…
Negli uffici pubblici era gia vietato, in un locale deve essere a discrezione del proprietario.
E’ un locale per non fumatori ? Il fumatore decidera’ se andarci o meno.
La stessa cosa fara’ il non fumatore se e’ per fumatori.
Purtroppo la legge antifumo rispecchia perfettamente la mentalita’ egoistica italiana:
Vietiamo agli altri quello che a noi non piace.
Questa volta e’ toccato ai fumatori, la prossima a chi tocchera ?
perche’ c’e’ sempre una maggioranza che puo mettersi contro a una minoranza, e immancabilmente vince.
E quando la lotta alla minoranza puo essere usata in campagna elettorale lo sara’.
La cosa che sopporto meno di questo paese di merda e’ proprio questa mentalita’ fascista.
Io questo non lo faccio, quindi neanche tu devi farlo.
Io sto male, quindi tu devi stare peggio.
Stai facendo qualcosa che non mi da assolutamente nessun fastidio pero’ non e’ “normale” ?
Chiamo la polizia.
Non si combatte per migliorare la nostra vita, da molta piu soddisfazione peggiorare quella altrui.
Premetto la conferma di quello che ti ho detto al telefono ;-)
Sono il tuo alterego opposto, quello che se sta col fumo sta male. Non c’è ideologia, ma quella roba che poi passi la notte seduto sul letto a cercare di far passare un filo d’aria attraverso i bronchi contratti. Si chiama asma, ci convivo da quando avevo 10 anni, a primavera cerca di ammazzare il piacere di rivedere i fiori che spuntano. Se sto per più di 15 minuti in una stanza chiusa in cui si fuma, è certo che si farà viva.
Proprio uguale a te, ma allo specchio: «ho passato molte serate a reprimere il mio desiderio di scappare per il semplice piacere di stare a trascorrer del tempo con un fumatore».
Dove non ti seguo più è la conclusione.
Ho passato notti insonni seduto ad annaspare come una carpa fuori dall’acqua dicendomi che ne vale comunque la pena, che quell’ansimare è un piccolo prezzo da pagare per aver scambiato idee con una persona. Ci credo ferocemente.
Credo anche nella mediazione, nella necessità di sforzarsi per trovare sempre e comunque il positivo nelle cose. Continuerò a invitarti, accetterò serenzamente il tuo rifiuto a patto che tu non mi dica bugie. Continuerò a cercare una via che accontenti entrambi per avere a che fare con te.
Un PS su Milano. Il mondo è del colore che gli assegnamo noi. Oggi c’è nebbia è un idiota blocco del traffico che mi ha causato un sacco di guai. Così me ne esco con la fixa più colorata che ho, invito un nuovo amico per un coloratissimo sushi, concludo la giornata con un altrettanto colorato teatro. E Milano torna a colori.
PS c’erano un paio di link esplicativi e vari tag html, ma vedo in preview che il tuo MT è configurato per cassarli, vabbè, si capisce lo stesso.
Va bene tutto, il fumo, no il fumo, però ‘sti milanesi che vengono sull’Appennino e non si integrano, non se ne può più!
:-)
(però è vero, eh? va bene che fuggono dallo stress, ma almeno un ciao! proprio due culture diverse, guarda.)
Alberto, ti ho risposto per email.
Mille baci: sei un raggio di sole, guarda.
mi ricordo un mio post mesi fa quando era appena entrata in vigore sta legge, e mi ricordo qualche altro post di risposta un po’ antipatico…adesso è come se la gente ti considerasse un untore, al pari della peste. che forse ci son cose ben piu’ gravi della sigaretta accesa? che forse ci si dovrebbe incazzare per queste cose ben piu’ gravi?accendere o spegnere è solo questione di buon senso, di cortesia e di tolleranza, come tante ma tante altre cose di quotidiano buon vivere.
Quante storie l’uomo è capace di raccontare per dare un senso metafisico al fatto che il fumo puzza.
Ma sai, Pierina: anche l’Africa puzza, il più delle volte. Ad alcuni, però, piace lo stesso.
Allora. Io se sto in una stanza in cui qualcuno fuma sto male per le successive ventiquattro ore – la parte funzionante dei miei polmoni è stata ridotta da una radioterapia qualche anno fa. Io, prima di questa legge, avevo seri problemi a passare una serata fuori per locali.
I miei amici fumatori (non pochi) si sono fatti una ragione. Escono sul balcone, in giro stanno attenti alle correnti. È un po’ una seccatura (anche per me, che credi? che mi piaccia far stare i miei amici al freddo e al gelo?): ma è l’unica. Confidiamo che ci sia altro nel nostro rapporto che le nostre personali dipendenze.
E no, non è una situazione simmetrica di intolleranze. Il tuo fumo fa male a me sola; il mio polmone ridotto fa male – di nuovo – a me sola (a Milano d’inverno faccio fatica ad addormentarmi una sera su due per la tosse che mi prende non appena poggio la testa sul cuscino). Tu puoi uscire a fumare, io dal polmone non mi posso separare.
Mi spiace, Lia: spero te ne farai una ragione, ma su questa non ti seguo.
A me sembra incredibile che non si riesca a seguire il discorso che faccio.
E’ come se il pensiero fosse diventato bidirezionale: sì alla legge o no alla legge, e basta.
Io sto dicendo un’altra cosa: che io, privata cittadina (io-io-io) sto meglio dove si fuma.
Non sto dicendo che dovrebbero cambiare la legge, che dovrebbero cambiare il mondo, che voglio fumare in faccia a quelli a cui dà fastidio.
Sto solo dicendo una cosa ovvia, umana, evidente: che, essendo io una fumatrice, sto meglio dove si fuma.
Ma cos’è, è diventato proibito dirlo?
Non comporta conseguenze, non governo l’Italia, non succede nulla.
Non c’è niente su cui seguirmi o non seguirmi: è come se dicessi che mi piace il sud perché fa più caldo. Non sarebbe una proposta per cambiarvi il clima. Sarebbe una semplice considerazione personale.
Ma le considerazioni personali sono diventate vietate, per caso?
Se una sospira e dice: “Uff, e dire che in Egitto fumavo ovunque!” deve per forza diventare il punching ball del suo interlocutore?
Gli devono sparare?
E’ questo, che è disumano.
Non il fumare o non fumare.
Fermo restando che a me pare tremendo che in TUTTI i locali sia proibito (e ci sono un mucchio di paesi civili dove non è così), io contesto, con tutta la forza che ho, il fatto che non sia possibile nemmeno esprimersi, nemmeno sospirare, nemmeno PARLARE DI SE’ senza esporsi a un’aggressione che diventa giudizio di valore, etico, morale, su quanto sei cattiva, assassina, pericolosa.
Ancora una volta: che non si distingua tra parole e fatti, tra emozioni e ideologie e proposte politiche o chissà che altro.
E’ una cosa che mi dà fastidio SEMPRE, quando si riferisce all’Iran e quando si riferisce a come vivo le mie serate fuori.
Poi, RDM: se io sto dove non si può fumare, non fumo.
Se stessi con te, andrei sul balcone.
Ma, se è per questo, devo anche aggiungere che non mi metto le dita nelle orecchie a tavola, che non bestemmio in chiesa, che non picchio le vecchiette.
E’ proprio necessario specificarlo?
Il punto è un altro: è che non si può essere il punching ball aggratis della gente per la sola colpa di avere fiatato.
Non è normale.
Se tutti si incazzassero come me quando si trovano ad essere allegramente insolentiti, forse i non fumatori intolleranti conterebbero fino a tre, prima di dire cose sproporzionate, che feriscono e offendono.
Siccome qui la pressione sociale fa sì che, ormai, uno abbozzi e chieda perdono di esistere, è facile che si smarrisca ogni remora.
E uno ti dirà che sei una sudafricana bianca, l’altro ti dirà che sei un’assassina, un terzo ti dirà che devi morire.
Se a qualcuno pare sano, questo, non so che dirgli.
A me pare che non lo sia e, arrivati a un certo punto, mi incazzo e lo dico.
Ma Alberto,quello che tu chiami raggio di sole,è S.Alberto?
Lui Lui?
The BZZman?
Io se fossi milanese non verrei fin quaggiù sugli appennini,ma salirei al nord ad inquinare altre collinozze.Comunque daccordo sul fatto che inquinino….’sti cittadini che girano con la cicca in bocca….palletta che sorride.
E bravi….me l’avete fatta incavolare,come se non bastasse la nebbia ed il grigio.
Non sarò divorato tanto presto da questo pazzo stile di vita,ma vedo che anche tu Lia,coi morsi che dai,sei un boccone duro da digerire…
Ciau
Old, no: il Bozen-Alberto se ne sta a Bozen, ‘sto giro. Questo è il Biraghi de Milàn. :)
(Argh, come mi sento incompresa.)
l’automobile crea dipendenza, la bicicletta ti aiuta a smettere ;)
Io ero girata, tu hai scritto un post dai toni (ehm) decisi, e ti sei becccata la tirata che avrei dovuto fare a un paio di fumatori scortesi e oltranzisti di mia conoscenza. Chiedo scusa.
E di che, RDM?? Qui siamo campionesse del mondo, di commenti tirati in testa ai passanti perché si è girate… :) :)
Sennò una mica scriverebbe commenti dai toni, ehm, decisi. ;)
Ma in egitto non è vietatissimo bere alcoolici?
dopo il bombardamento di Bagdad, che aveva distrutto e spiaccicato bambini contro il muro come decalcomanie, un giornalista ha raccontato che un soldato americano vedendo un iracheno fumare gli ha detto scandalizzato: “ma non lo sai che il fumo fa male a te e a chi ti sta intorno?”.
Beh questa frase dimostra come anche una cosa salutare come una legge antifumo, possa condizonare e diventare ridicola ideologia (da esportazione) avulsa dalla realtà che andrebbe invece giudicata volta per volta ;-).
georgia
Io penso che veniamo spesso depistati; ci viene lanciata qualche idee stravagante ( come puo’ essere una legge antifumo cosi’ concepita) per tenerci occupati anima e corpo, in modo che durante il giorno non si abbia poi tanto tempo per pensare ad altro o accorgersi dei movimenti di qualcuno.
Scusa l’invadenza, Lia, ma questa notizia qui ci sta proprio bene:
ATTORE FUMA SUL PALCO PER COPIONE, SIGNORA LO FA SMETTERE
http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_n_1178114.html
Effettivamente conosco pochi intolleranti come alcuni salutisti ad oltranza. A una di questi osai una volta dire che l’abbacchio al forno mi piace parecchio per essere immediatamente cassato dalle sue amicizie. Ecco, l’intolleranza mi sembra un bel problema. La difesa oltre ogni ragione del proprio giardinino di casa. La chiusura totale.
E a volte, nonostante un carattere tutto sommato mite, mi chiedo perchè io debba tollerare un intollerante, ma poi cadrei nella sua stessa buca.
Insomma tutto questo confuso pensiero per dire a Lia che si, la penso come lei.
E sto prendendo in considerazione di ricominciare a fumare dopo anni di semblice disaffezione (mai avuto il “vizio”). Magari solo buoni sigari.
:)
Bruno, santo cielo, certo che no!
In Egitto ci sono luoghi dove non servono alcoolici e luoghi dove ne servono.
Che fine ha fatto il mio commento?
Sono considerato un nemico anch’io ora?
:-) :-) :-)
Ah Lia che brutto essere stroncati così lo so.
Io ci ho passato quasi una vita così: io, piccina e ingenua, offrivo al mondo circostante (i miei genitori di solito) le mie emozioni, i miei sentimenti, i miei stati d’animo e, in risposta, m’arrivavano una serie di frasi sanzionatorie, di “si deve/non si deve”. Col tempo ho smesso di proporre e, peggio ancora, ho adottato la tecnica del sanzionare invece dell’ascoltare, dell’etichettare, incasellare, riordinare, perdendo di vista bisogni e necessità – miei e, per forza poi, anche degli altri – e perdendomi io stessa, fino ad affacciarmi al mondo dell’ansia, dei sintomi depressivi e della gabbia interiore.
Ho fatto fatica ad uscire da quella gabbia. Ci scivolo ancora dentro con una facilità che nemmeno t’immagini e che mi fa paura, perché mi sembra di sorvegliare, di essere ora più attenta a me stessa. Eppure basta un attimo di distrazione, basta una discussione – accesa e non – che risvegli il mio infatile (nel senso di nato durante l’infanzia) terrore di perdere i miei e io ri-scivolo nella gabbia con un “come non detto, scherzavo, ora rientro nei ranghi che tanto vi piacciono”.
Però vigilo, come dicevo. E, anche se mi ci vuole un po’, colgo i passaggi del tuo post legati a questo, cioè al fatto di esprimersi, di dire un “uff, oggi sono un po’ giù, quanto vorrei accendermi una sigaretta senza dover considerare se posso o no. sarebbe più rilassante per me. almeno oggi” e di prendersi una colossare randellata in faccia a base di “ma come? ma sei pazza? ma non sai che liberazione ora che i locali sono senza fumo!!”.
Per non parlare del delirante Sudafricana bianca. Tu. Sudafricana bianca. Riderei se non fosse grottesco.
Io sono una ex fumatrice. Io sono contenta che non si fumi più al chiuso. Però Lia, tesoro, non era questo di cui ti lamentavi, vero?
Tu dicevi: io oggi mi sento così e volevo fumare e mi hanno dato della nazista.
Tu dici: io mi “SENTO così” e in risposta ti dicono “Ma LA LEGGE X comma Y dice…”.
Lo ripeto: un’infanzia, una vita intera vissuta così. Una poi si prende male.
E meno male che ti prendi male Lia: vuol dire che le tue difese, la tutela dei tuoi sentimenti funziona, che non diventi complice di questo pizzardone, di questo vigile urbano che dice alt ad ogni cosa che non sia confacente alla vigente norma.
Spero d’incontrarti un giorno Lia. E se mi vedi con un fischetto e una paletta – come ho detto, ogni tanto ci ricasco – fammi un sorriso: li butto subito via e vengo fuori dal bar a non fumare la tua sigaretta per il piacere della tua compagnia.
Un abbraccio.
Pedrita
É vero che in questo momento dovrei fare altro, ma, come spesso mi accade, quando sono in ufficio, il mio pensiero fugge altrove, così pensavo al commento di Sherif ed immaginavo il Cairo senza fumo.
Mi sono immaginata seduta ad un tavolino dei suoi tanti locali ( bè veramente ero al fishawi) con una tazza di thè…………senza quell’ipnotizzante sottofondo sonoro che è il borbottio dei narghilè, senza quella rilassante coreografia creata da quel via e vai degli addetti al rito della loro preparazione, dalla gente dolcemente impegnata a fumare, assorta completamente nei propri pensieri o sogni, un amico mi diceva: ” Io quando fumo il narghilè mi sento proprio un sultano”………….un proibizionismo di quel tipo sarebbe un crimine, un attacco ad una fettina di identità nazionale.
Cara Lia lo so,magari ciò che sto per scrivere non c’entra niente.Ho dato per la prima volta un’okkiata fugace a sto blog ed ho sriconsciuto subito tante cose che credevo fossero paranoie solo mie personali e di una mia amica.Prima di tutto:la passione per il mondo arabo e il mal di Medio Oriente.Sono stata quattro mesi a Damasco per studiare arabo e il ritono è stato traumatico…almeno quanto il tuo dall’Egitto…Soprattutto per quanto riguarda il problema del fumo…Esattamente un anno fa ero in Siria,paese che mi ha letteralmente cambiato la vita…Nonstante la mia precedenza espeienza in altri paesi arabi(ma del Maghreb).A Febbraio dopo la alurea partirò per l’Egitto di nuovo per studiare arabo così mi chiedevo se potevi darmi qualche dritta…Ho trovato interesanti anche i tuoi links,molti dei quali consocevo già,eccezion fatta per quello su Edward Said autore che semplicemente adoro…Ma magari ne riparliamo…
Ciao Ciao Azzurra.
Cara Lia, non preoccuparti e non provare malessere davanti a significati che paiono confondersi. In realtà non c’è alcuna confusione tra la destra e un certo tipo di sinistra nei confronti di paesi come l’Egitto o il Sudafrica. I primi sono solo più onesti e si sentono ancora colonizzatori, i secondi vorrebbero tanto non esserlo, ma è più forte di loro, non ce la fanno proprio e basta una sigaretta per smascherarli.
Ti voglio bene
Enrica
è ppoprio vero che l’occidente non ha niente di nuovo da dire
si parla di sigarette successivamente ci si scanna
i toni sono accesi
le sigarette si accendono e infiammano non i polmoni ma le anime
esagerazione, direi
fumo mentre lavoro, e con me altri
e adoro l’abbacchio al forno
fumo e non uso pistole
sparano e non fumano
malati prima d’ammalarsi
lia, chiudi il blog o posta solo spot
ciao Lia allora …vediamo… io sono un ex fumatore (felice di esserlo) tollerante con i fumatori (le ultime due mie compagne fumavano come ciminiere…continuano a farlo anche senza di me..) felice di poter andare per locali e non uscire puzzolente di fumo come un salmone, felice di poter mangiare sentendo gli odori del cibo e non del fumo.. capisco anche le tue “perplessità” ma… questa estate sono stato in francia, lì ancora si fuma nei ristoranti, ma sarà perchè sono morigerati o semplicemente educati nessuno si fumanva più di una sigaretta durante la cena… forse è anche (e come spesso accade in tialia) una questione di educazione?? credo l’esperienza del fumo sia come circolare in moto sulle strade di francia , come provare ad attraversare le striscie in olanda, come fare la fila in gran bretagna…?
perdonami il “pippone” tremendo ma ti assicuro che anche essere non fumatore ha le sue controindicazioni…
un bacio (alla menta)
CLaudio
“Una deve essere consapevole dei propri limiti: io, al momento, non sono in grado di interagire con ciò che mi circonda se non a piccolissime dosi”.
E meno male!!!!!!!!!!
Piena solidarietà Lia.
Io “normalmente” fumo circa 25/35 sigarette al giorno.
Mi sento un “perseguitato politico” oltre che essere un “eccelso contribuente di uno Stato insulso”.
Quello che mi da fastidio sono i “buoni consigli” di gente che non ha mai fumato!
in un teatro, mi pare a londra, hanno sospeso la messa in scena di una commedia dove un attore sul palco FUMAVA !!!!! perche’ una spettatrice si e’ messa a protestare………..
Dobbiamo tornare alle BARRICATE!!!!!!!
Lia carissima,io fumavo, poi ho smesso, e da quel momento i miei polmoni non ne vogliono più sapere, di quel veleno, e per convincermi reagiscono proprio male: fame d’aria (basta provarla per non riderne) ogni volta che sto per un tempo non abbastanza breve con fumatori, pensa, persino all’esterno. Se il fumo passivo mi desse “soltanto” una violentissima emicrania, io l’accetterei anche di buon grado, nel nome della Santa Tolleranza e pur di non disturbare la libertà di un nicotinodipendente. Ma siccome la senzsazione degli alveoli strizzati è molto ma molto peggio di un mal di testa, io chiedo gentilmente che non si fumi dove sono io. Proprio così, lo chiedo. La terza o quarta volta il fumatore gentile comincerà ad irritarsi, comincerà a dire ma insomma le solite fissazioni degli intolleranti ex fumatori. Non me ne importa neanche un po’: ritengo il diritto di non fumare un valore legittimo da difendere. Da sola non ce la facevo tanto, a difendere quel diritto, con una legge..beh…sapessi che bello poter di nuovo esserci anch’io, quando gli amici vanno a mangiare fuori! E poi provate ad immaginare che bellezza per chi sta vicino, se io fossi presa da una dipendenza che mi fa masticare ogni quarto d’ora una cicca alla cipolla. Io quasi sarei tentata di inventarla, così, tanto per fare la guerra delle puzze ad armi pari. (pari mica tanto perchè magari la cipolla passiva fa pure bene)
Ma ero venuta qui solo per segnalarti un bel blog: talib.splinder.com. ciao Lia!
Mio dio, Mirella: se davvero può succedere una cosa simile a chi smette, io non smetterò mai di fumare. E’ ufficiale.
Avessi polmoni così sensibili, non avrei mai potuto nemmeno sognare di stare al Cairo e, certamente, non potrei mai più metterci piede.
La sola idea mi terrorizza.
La conosco, Talib. Ed ha, effettivamente, un gran bel blog. :)
Ciao :)
Oh toh. Guarda che cosa si dice qui: http://lafinestrasulporcile.blogsome.com/2005/11/15/e-niente-arrosto/#comments
Se uno fuma in un locale il gestore non è obbligato a chiamare la Polizia. Se ho ben capito.