L’altro giorno è venuta la Pierina Broccoli a lasciare un commento sotto un vecchio post.
Ero ancora altrove coi pensieri e non ho trovato nulla da aggiungere alla notizia.
Però la cosa c’è.
E c’è anche il miracolo del ricambio generazionale, ché mentre qui si è sempre più stanche e più stufe del mondo, sapere che c’è chi ancora ci sta male, per le cose che succedono, ti fa venire persino più voglia di starci. Al mondo.
E poi c’è che ha senso, imparare cose da chi ti è stata alunna.
Qualche anno fa anche un giornalista italiano, inviato di Radio Radicale nel Caucaso, venne ammazzato come la Politkovskaja, per le stesse ragioni. Putin davvero è odioso, non capisco come un governo che adotti questi metodi (ricordiamo anche il caso Yushenko) possa sedere come membro permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, col diritto di veto poi, peraltro insieme alla Cina.
Ma non l’avevano persa, la guerra fredda?
No, no la Broccoli non è passata inosservata.
Caro jcm ai russi le colpe dei russi, ma sarà anche il modo in cui s’è chiusa la guerra fredda, l’appoggio incondizionato dato a un ubriacone impresentabile come Eltsin, il fondomonetarismo forzoso con cui si è cercato di riformare questi paesi, la scelta burocraticista di allargare l’Europa come risposta a tutti i problemi, che ci hanno portato alla situazione attuale.
Se il disagio dell’est raggiungerà il punto critico esplodendo ci sarà da ridere, altro che pericolo islamico.
Persa la guerra fredda?
Hanno cambiato il loro sistema, visto come stavano (per la loro corruzione interna), e sono passati (tutti) dall’altra parte della barricata, mantenendo intatti tutti i loro diritti internazionali.
La Cina? In questo momento è il paese più “liberista” (nel senso berlusconiano) che c’è.
In questa confusione totale, mi ci sono confuso anch’io.
NON SO PIU’ CHI E’ IL NEMICO.
Quindi preferisco riderci su, piangendo dentro.
Per cui restano in piedi il sistema Occidentale, con le sue “libertà” apparenti e la sua NATO, i nuovi alleati occidentali (Russia e Cina con le loro “sfere d’influenza”); contro questo schieramento abbiamo: i mondi Islamici, e gli stati africani (con tutte le loro contraddizioni).
Ecco, ti pareva che si potesse commentare l’omicidio di una giornalista in Russia senza che qualcuno tirasse fuori la manfrina delle “libertà apparenti” (apparenti?!) in occidente, o che qualcun’altro dicesse che in qualche modo è colpa nostra.
Adesso mi aspetto un commento sulla “decadenza dei valori occidentali” e un laureando in filosofia iscritto alla figc che leghi la questione alla Corazzata Potemkin.
Oddio, ti è scappata la morosa con un laureando in filosofia? A parte lui, non conosci nessuno che abbia fatto la terza media?
Chiedigli di darti delle ripetizioni, che forse è meglio.
Nella Russia si può soltanto credere.
“Nella Russia si può soltanto credere.”
Insomma qua l’infedele so’ sempre io.
Denuncio formalmente il clima di tensione. Voglio la scorta come la Santanchè!
Scherzi a parte, non dico che non si debba credere nella Russia, solo non capisco a cosa possa servire attribuirci sistematicamente la colpa di ogni altrui disgrazia, la censura e la repressione del dissenso nei paesi dell’ex Unione Sovietica sono una nostra responsabilità? Non credo proprio. Poi se ammazzano i giornalisti in Russia, in Georgia, perchè dovremmo mettere in discussione le “nostre” libertà? Non siamo noi il problema, semmai dovremmo chiederci come comportarci nei confronti di certi governi, a me il clima da Grosse Koalition alle Nazioni Unite non convince molto.
Come sintetizza mirumir “Io sono sempre stata dalla parte dell’orso. Diciamo che a un certo punto lui mi è svenuto tra le braccia.”
jcm la tua obiezione ci sta, come ci sta la mia.
In realtà non ce la si aveva con te, ma dato che sei il decimillesimo da cui sento ripetere con poche variazioni una tesi molto comune (vedi il link a Grillo, vedi chiunque), rispondo a te. Non credo che puntare il dito contro le autocrazie di Russia e Cina, e le connivenze che i nostri governi intratterrebbero per convenienza economica, renda giustizia a quello che sta accadendo in questi paesi e alle tegole che eventualmente potrebbero cascarci in testa in futuro.
Mi pare che la stessa Politkovskaja abbia spiegato l’ascesa di Putin e il suo percorso politico, come una reazione di forza, che rischia di far precipitare la nazione invece di recuperarla, al caos che l’aveva preceduto. Una nazione è come un organismo, prima di tutto cerca di sopravvivere: messa alle strette lo può fare disperatamente, non necessariamente con grazia o addirittura mettendosi contro i propri stessi cittadini.
In Russia è in atto una lotta di potere molto vasta e senza esclusione di colpi, che coinvolge soggetti molto diversi e scuote lo stato dalle fondamenta. Gli assassini di personaggi pubblici fanno parte di questo scenario, non riguardano solo i giornalisti, né solamente sono indirizzati verso personalità filogovernative. Se pensiamo alla stagione degli omicidi eccellenti in Sicilia, con mandanti e interessi incrociati e contrastanti, possiamo avvicinarci a comprendere la complessità di quello che avviene lì.
E daltronde i colleghi della giornalista sono i primi a non potersi dire sicuri sui veri mandanti dell’esecuzione.
Non credo che il punto sia rovesciarsi addosso le responsabilità, ma cercare di capire meglio quello che sta succedendo. Il nostro interesse per la Russia è nullo, abbiamo sempre avuto una scusa per non occuparcene ed un paese che fondamentalmente non capiamo, pagando sempre le conseguenze di questa incapacità.
I riflettori si accendono a lampo per eventi ben circoscritti come ora, in cui tutti si ripete una versione schematica dello stato delle cose, e poi l’attenzione scema dopo breve.
Difficile dire se si poteva fare davvero diversamente, ma il progressivo isolamento che la Russia ha subito a seguito del distaccamento dei paesi satelliti e la loro parallela integrazione in aree di influenza diverse, il crollo delle condizioni di vita, il decadimento del sistema industriale e la fine dello status di potenza, abbiano creato i presupposti di cose molto spiacevoli che abbiamo visto e che forse vedremo. Tra cui sicuramente il riemergere del nazionalismo, anche in forma virulenta.
C’è da dire che la questione non riguarda solo la Russia, ma i paesi dell’est in genere, anche alcuni ormai entrati a pieno titolo nella comunità europea, per dire. Sarebbe da andare a vedere come stanno in Romania. Ma tanto non lo sappiamo.
Un link, da leggere con le avvertenze di cui ai commenti:
http://mirumir.blogspot.com/2006/10/la-morte-di-anna-politkovskaja-e-i.html