Io ho un’amica che continua a dimenticarsi dell’esistenza del proprio amante.
“Fatti un nodo al fazzoletto”, le ha detto qualcuno, ma i fazzoletti da annodare non esistono più e, comunque, la mia amica ha l’impressione di stare sperimentando una nuova forma d’amore – l’amore smemorato – e suppone che, per passare a forme d’amore più convenzionali, ci sia sempre tempo.
La mia amica, una volta, si è dimenticata di lui per quasi due mesi.
Non è che lo abbia ignorato: si è solo dimenticata che lui esisteva, che c’è. Era persa in altri pensieri.
Poi un giorno si è ricordata: “Ma io ho un amante, è vero!”. Quella sera ha dormito da lei, l’amante, e lei lo ha abbracciato per tutta la notte come si abbraccia un grande orso di peluche, volendogli molto bene.
La mattina, quando lui si è alzato, lei ha fatto finta di dormire per non dovergli preparare il caffè, sentendosi – come sempre – un po’ in colpa. Non c’era in lei la volontà di essere scortese. E’ solo che è pigrissima, la mia amica, e di mattina non ne parliamo. “Poi lui è un uomo autonomo”, ha pensato, “e qui attorno è pieno di bar”. E si è riaddormentata, così ha smesso di fare finta di dormire.
Se questa distrazione – chiamiamola così – della mia amica fosse un semplice sintomo di disinteresse, la cosa non meriterebbe particolari riflessioni.
La perplessità della mia amica è dovuta al fatto che a lei piace, quest’uomo, e le piace molto stare con lui. Di più: non le piacciono altri uomini, trova sempre che lui sia meglio. Più bello, più intelligente, più spiritoso, miglior amante. Le piace il suo odore, ne ascolta il giudizio e le opinioni, gli è estremamente grata per la sua generosità tra le lenzuola: come a tutte le donne, anche alla mia amica piacciono molto, gli uomini a cui le donne piacciono moltissimo.
E poi se lo scorda.
In modo imbarazzante, a volte.
Lui le ha chiesto sempre molto poco: quel poco, lei non glielo ha mai dato.
Dal caffè alla mattina passando per un piatto di pasta, un’attenzione, un gesto di altruismo qualsiasi, di quelli che riservi anche all’ultimo dei colleghi sul lavoro, anche agli sconosciuti.
Le ha chiesto un regalo stupidissimo, lui, recentemente. Lei se ne è dimenticata, non glielo ha comprato.
Non è cattiva, la mia amica. Si sente mortificata e imbarazzata, piuttosto. Vorrebbe avere più memoria.
Prima di addormentarglisi tra le braccia, una volta, gli ha chiesto: “Ma non ti dà fastidio, il mio egoismo?” Lui le ha risposto, sereno: “No. Si vede, che ne sei naturalmente portata.”
Perché è un uomo intelligente, lui. Lo capisce, che non c’è nulla di personale.
“E’ perché tu prendi tutto alla lettera”, ho spiegato alla mia amica. “Se uno ti dice di innamorarti, tu ti innamori. Se uno esordisce dicendoti che non bisogna innamorarsi, tu obbedisci e disattivi i sentimenti. E andrebbe anche bene, se non fosse che sei sempre così estrema.”
Perché va bene non innamorarsi, ma qui è proprio questione di buona creanza. Quello stupido regalo doveva proprio prenderglielo, santo cielo.
Ché poi, gessù, ma cosa vuol dire “innamorarsi”?
Che sciocca mania, questa di volere preordinare gli scenari all’inizio delle relazioni: “Innamorati!”, “Non ti innamorare!”. Crei degli imprinting che poi si rivelano ingombri inutili, una catena di reazioni un po’ disumane.
Perché si è sempre un po’ innamorati, credo, delle persone con cui si dorme. E’ la vicinanza fisica in sé, a richiedere un minimo sindacale di amore, ché sennò possono persino venirti nausee inopportune, reazioni di fastidio scortesi quanto istintive.
E’ imprescindibile attivare una sospensione dell’indifferenza emotiva, di fronte all’intimità dell’altro, onde evitare catastrofi.
A meno che.
A meno che, appunto, una non attivi meccanismi di egoismo talmente sublimi da non essere nemmeno offensivi: “Scusami: ho dimenticato che ci sei, ma non c’è nulla di personale.”
“Lo so. Lo vedo, che ti viene del tutto naturale.”
Così diventa uno che ha delle funzioni, l’uomo che ti chiede di non innamorarti: è quello che ti offre l’aperitivo o la cena, che ti rallegra di sera e ti scalda di notte, con cui fai due chiacchiere e ridi e magari te lo sbaciucchi tutto, ché alla mia amica gli uomini piacciono assai ed è capacissima di sbaciucchiarseli in quanto genere, più che in quanto individui.
Un uomo così ha delle funzioni, dicevo, ma non dei bisogni.
Nel senso che, anche se li avesse, tu non li vedresti.
Quindi non ha fame, non ha sete, non ha sentimenti da tenere presente, non ha aspettative né capacità di rimanere deluso.
Di conseguenza – e per quanto ti piaccia – te lo ricordi in base ai tuoi, di bisogni, e sennò te lo scordi.
Regalo compreso.
Mi sa che è così che funziona, e l’ho spiegato alla mia amica.
A lei è parso che il ragionamento filasse.
Rimane il fatto che è incapace di non essere estrema, ‘sta donna.
E voglio vedere adesso come fa, senza regalo.
Sono d’accordo con mirella: certi “atti mancati” della memoria secondo me nascono da una specie di comportamento adattivo rispetto a un modello di condotta “sentimentalmente disimpegnata” che fino a qualche decennio fa era appannaggio dei soli maschi. Certo, questa evoluzione relazionale garantisce eccellenti soddisfazioni erotiche e affettive ma non chiamiamolo amore. Diglielo alla tua amica…
Un caro saluto
Chiedi bene alla tua amica se per caso il suo amante si chiama Bruno, perché forse è proprio lui! che è anche l’amante di una MIA amica, e ne sappiamo qualcosa, di uomini che danno tutto in una notte e poi fino alla prossima volta (fra tante tante notti) sembra che sia tu ad essere l’egoista che non lo pensa proprio. Tutte balle, meravigliose utilissime balle. Dopo i 30, dopo i 40 e andando avanti, anche il cuore comincia a capire qualche ragione della testa.
E’ che è così raro innamorarsi, Mire’.
Quante volte capita, in una vita?
Tre?
Quattro?
trovo assai irritante il commento di mirella: e allora ogni volta che ci si caccia in questi discorsi alla fine dobbiamo sempre dimostrare che lui è in qualche misura stronzo, e per un qualche modus ponens, che sono stronzi tutti gli uomini, bella filosofia (peraltro in questo caso quanto mai campata in aria).
Invece condivido la tua analisi (almeno ovviamente rispetto a “come” ci hai raccontato “cosa”), ed anzi ti dirò che riconosco in essa tracce di diverse situazioni e questioni che conosco o ho conosciuto, ma qui mi fermo sennò scrivo un libro, invece di un commento :-)
il mio suggerimento è di suggerirle di chiedersi (ma seriamente) perchè si rifiuta di volergli bene, che è palese che gliene vuole: l’amare un genere – ottima definizione – è una cosa che può riuscire ma se poi invece di mettere in fila gli incontri come perline su un filo concentri le tue attenzioni su un individuo particolare che ti piace peraltro intellettualmente, io personalmente non ho dubbi che si tratti di amore. Grande amore o meno, poi, non mi interessa, per gli stessi motivi esposti da te.
saluti ;-)
Ora neanche l'”usa e getta” vi basta più. Vi mettete a fare le smemorate e manco vi accorgete dei rifiuti che intanto si ammucchiano. é evidente che scopare non basta, ogni tanto va passato anche il moccio.
Ci sono scrittori splendidi che narrano di sè in terza persona…..
Tu sei una scrittrice incredibile,egoista di sicuro……vado avanti?
Complimenti per gli argomenti “vecchio Circolo” che sono i miei preferiti. Sei tornata ad essere il mio esempio letterario.
Solo letterario…occhio.
Terrò presente quel “minimo sindacabile d’amore”.
Ciao
Ti ha fatto proprio bene l’Egitto! O è il progetto iberico che ti carica? Era un bel pezzo che non ti trovavo così in forma: chapeau!!
Sull’amore (o dell’amore) sono rimasto fermo a Stendhal…nessuno come lui.
Vorrei parlarci anch’io con la tua amica smemorata…Dice di essere capace di dimenticarsene per due mesi ma poi “non le piacciono altri uomini,trova sempre che lui sia meglio”.Eppure mi pare che “sempre”sia una condizione temporale che non lascia facilmente spazio alla dimenticanza…Tra tanti interrogativi poi succede che la tua amica,con naturale sicurezza,sembra sapere bene come e perchè quest’uomo le piace molto.Forse la tua amica dovrebbe semplicemente lasciarsi un pò andare…perchè ad essere estremi,finisce che ci si gode tutto a metà.Certo,questo vorrebbe dire anche esporsi…e se questa tua amica magari ha tribolato un bel pò per questioni sentimentali,sarebbe anche comprensibile che ora preferisca starsene tranquilla e crogiolarsi nella sua pigrizia affettiva…Sulla questione poi di quanto senso abbia un rapporto nato sotto contratto con tanto di clausola “se bisogna o meno innamorarsi” non credo valga la pena soffermarsi molto…e anche la tua amica sembra averlo capito.Quello che mi piacerebbe chiederle a questo punto è se,dopo la necessità di porsi tutte queste domande nel tentativo di chiarirsi le idee e col risultato di confondersele ancora di più…ebbene,vorrei domandarle con leggerezza:”Ma non puoi inventarti un altro regalo?Di sicuro lui apprezzerà e tu soddisferai il tuo bisogno di farlo per lui…”.Un abbraccio Lia,buona vita!
nel ’77 si parlava di “amicizia prioritaria”. L’altra tipa, li’, intorno alla stessa epoca parlava di “scopata senza cerniera”. poi vennero gli Anni di Piombo, gli Anni di Merda e gli Anni attuali che non sapremmo proprio dire di cosa siano fatti. Ma certi fossili resistono alle ère.
magnifico. La consapevolezza della propria vita piena non ti fa sentire dipendente dagli affetti. Vorrei, ma non sono capace
Pura sopravvivenza, mie care. In attesa di…meglio:-)
;) ..è un luogo comune che l’amica non sia un’amica.. e altrettanti luoghi comuni che ci vogliono “oggetti d’uso” [o “riposo del guerriero, fate voi] giustificano il “far sesso” femminile solo attraverso un sentimento “speciale”. in fondo basta inventarselo..
poi, per carità.. ma questo succede indipendentemente dal sesso, quando si è “presi” da un’attrazione o da un’infatuazione è normale che non si veda nessun altro in “quel senso”. ;)
che brutta storia, che brutta donna la tua amica.
Ma guarda! E’ l’esatto contrario di quell’aprogliocchietipenso che tante volte mi ha tormentato. E non era neanche innamoramento, ma proprio solo il cervello che all’infinito ti riproponeva “se mi vedesse mentre sono così brava a smontare la bici, oppure a innaffiare i fiori”; oppure “telefona non telefona”. Salvo poi dopo un paio di mesi accorgersi che era una persona perfino un po’ ripgnante. Mah! Eppure proprio ieri mi prefiguravo come sarebbe se ci si scordasse di un rapporto sentimentale così come io mi scordo per settimane di telefonare al fiscalista.
La tua amica ci riesce! Ha più di cinquant’anni?
Un’altra domanda: ma è un amante nel senso che c’è un marito, o una moglie, e quindi un tradimento, o nel senso che stanno insieme solo occasionalmente perché così va a lei? O a lui?
No, perché la storia è molto interessante, e bisogna capirne di più, altro che insulti! Qui c’è una mutazione antropologica. (Benché a pensarci bene Odette de Crecy, forse…)
Adlimina, santo cielo: esiste un ABC dell’insulto, anche su internet, per cui sarebbe buona norma non scendere più di tanto su toni e livelli personali.
O, se proprio non se ne può fare a meno, compensare la scortesia con un minimo di arguzia.
Il problema delle donne come la tua amica è che sono abituate ai coglionazzi che se le rigirano quando e come vogliono, poi quando trovano uno carino simpatico onesto e soprattutto che se le prende a cuore non possono fare a meno di approfittarsene per ricaricare le batterie in attesa del prossimo coglionazzo.
E il problema degli uomini come l’amante della tua amica è che sono dei coglionazzi che prendono le cose così a cuore e sono così comprensivi che finiscono per prendersi un po’ del meglio ma anche tutto il peggio di quelle che hanno vicino, le stesse che poi fanno le geishe col primo stronzo che gli capita a tiro.
Tu mi dirai, e vabbé ma lui non le dà il suo cuore, ma lo stronzetto che la tratta a pesci in faccia cosa le dà?
Ogni persona ha il dovere di vivere la propria vita con consapevolezza e anche di vivere con sincerità il rapporto con se stessi. La tua amica lo fa, mi pare. Poi non è una novità che nella vita si ride e si piange. Spero che la tua amica avrà l’opportunità e l’occasione di fare al proprio amante un regalo spontaneo :)
Passo per caso nel tuo blog. Stupore! Mi piace il tuo modo di scrivere e la tua capacità analitica, unita all’ironia. Sei speciale! E vorrei sapere come va a finire questa storia, anche se qualche idea credo di averla…
Certo che suscitano irritazione, le signore, quando disobbediscono rispetto ai sentimenti che ci si aspetta da loro.
Per una che, come la sottoscritta, ha vissuto una vita intera convinta che il femminismo fosse un vecchio accessorio delle sorelle maggiori, la scoperta (e ormai è un po’, che la faccio) non è da poco.
Ed è pure allarmante: io non ho assolutamente nulla contro il maschilismo (figurarsi, una che adora i paesi arabi…) però so per certo che esso richiede, per funzionare in modo soddisfacente, un universo maschile che lo sappia sostenere.
E non mi pare di osservare un panorama promettente, in questo senso.
Quanto alla mia amica: mannò che non è cattiva. Io credo piuttosto che sia vittima di una paralisi affettiva post-traumatica difficilmente risolvibile fino al 2017.
Ci sono malattie peggiori, e anche più socialmente moleste.
L’amante, ovviamente, non prova urgenti desideri di essere passionalmente amato, ché sennò si troverebbe amantesse più amorevoli, dico io.
La gente ha la propria vita, nessuno escluso. Forse “tradimento” è una parola grossa, Fzzz, ma gli adulti sensati non vanno normalmente a caccia di terremoti. E fanno bene.
Ci sono momenti della vita in cui di spazio per tragedie non ce n’è, semplicemente.
Si ha altro a cui pensare.
Il punto sta sta nel non rinunciare all’allegria, mentre si rinuncia alle tragedie.
Suppongo che la mia amica stia studiando il funzionamento di questo meccanismo, che è interessante di per sé.
“L’amore ha tante possibilità”, diceva una mia saggissima prof. In una vita normalmente piena, si finisce con lo sperimentarne parecchie.
Prudenza vuole che le si osservi sospendendo il giudizio, quando qualcuno ci precede nella sperimentazione: i giudizi sono creature dispettose e amano ritorcersi, prima o poi, contro chi li spreca in giro a cuor leggero.
insulto, toni e livelli personali, scortesia?
ha la febbre, per caso?
Anch’io sono molto egoista. E soffro molto di questo egoismo, mi sento in colpa; cerco di fare delle cose altruiste ma mi rendo conto che sono solo messe in scena, sono meri gesti e non atti.
Ed essendo egoista sono anche capace di chiedere molto, ma sono anche capace di non chiedere nulla, e poi all’improvviso dare tutto ma solo quando e per quanto va a me, poi mi distraggo. Non riesco a trattenere per molto tempo ne’ un rancore ne’ una gratitudine, perche’ sono egoista, penso a me e quindi mi vengono in mente altre cose e quelle li’ me le dimentico.
Mi sono impegnata tantissimo a non essere egoista, poi un po’ per volta ho deciso che era meglio essere come mi veniva, e ho visto che la gente che mi voleva bene come amica non se n’e’ andata, che loro sanno che ci sono solo quando ne ho voglia ma forse a loro quei momenti bastano per tante volte in cui non ci sono.
Pero’ con l’amore e’ molto piu’ difficile. Ci vuole un grande cuore, e una grande intelligenza, e una grande indipendenza per amare una persona egoista.
Io per esempio non ci riuscirei mai.
Benvengano le persone che hanno il coraggio di indagarsi,di mettersi in discussione.Coloro che invece non hanno dubbi,che vanno avanti sempre sicuri di ciò che è giusto o sbagliato,bello o brutto,mettendosi sul trespolo e puntando il dito contro…beh,a queste persone dedico la frase di una bella canzone:”….si sà che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio,si sà che la gente dà buoni consigli non potendo dare il cattivo esempio…”.
Per quanto riguarda poi il commento:”…io non ho assolutamente nulla contro il maschilismo[…]però so per certo che esso richiede,per funzionare in modo soddisfacente,un universo maschile che lo sappia sostenere….”,semplicemente sublime!Hehehe…;)
“Il punto sta sta nel non rinunciare all’allegria, mentre si rinuncia alle tragedie.”
Ecco, proprio così.
Il verso citato è più sottile ancora: “se non può PIU dare cattivo esempio” :-)))
Senti un po’ Lia..è da un po’ che non ti trovi più in un guaio ( un qualsiasi grosso guaio): come mai?? Dobbiamo preoccuparcene? ;))
Per chi si scandalizza di un rapporto e di chi (specie se donna) ha l’onestà di tradurlo,nero su bianco,per quello che è.
Semplicemente scomoda la realtà di chi non si nasconde dietro un dito… a volte suscita critiche in chi preferisce i fronzoli amorosi e le etichette romantiche infischiandosene se poi non è, e non può essere sempre,esattamente così. Ma io sono arrabbiata e delusa,per questo non posso parlare…Sono delusa dalla logica patetica e fin troppo comune, di chi non ha il coraggio di interrogarsi e non sà far altro che leggere il mondo,le persone e i sentimenti riducendo il tutto a dei “codici a barre”…Queste sono le persone che mi spaventano e quelle che mi feriscono.Queste sono anche le stesse persone che una settimana prima ti parlano di quell’amore certo,capace di superare ostacoli e poi,una settimana dopo,ti dicono che no,non è così.E’ la logica del “bianco/nero”, dell'”amore/non amore”.Peccato che io non sia una persona che preferisce le balle,neanche se sono colorate e profumano di rose…a queste di gran lunga preferisco una, anche se scomoda, realtà.
mia cara, anche io ho un’amica che ama un uomo terribilmente egoista, che dà poco o niente di sé, più spesso niente, che c’è se c’è altrimenti non c’è, che pretende che lei non abbia né aspettative né sentimenti né desideri né bisogni, neanche fisici, neanche se sta male e ha la febbre a 40, mai insomma. Che accetti tutto.
Il punto è che lui se ne approfitta molto perché sa che lei lo ama. E che lei chiude un occhio, e pure due, e sta zitta, e ha tarpato le ali al desiderio e anche alle minime, legittime e giuste richieste.
E’ un gioco di forza.
Non so che succederebbe se lei se ne fregasse, forse lui si consolerebbe al volo con la prima che passa. Come ha sempre fatto se qualcosa non era perfettamente di suo gradimento.
Ma prima o poi la mi amica se ne andrà, per sempre. E non si volterà mai neanche indietro. Ne sono certa.
Succede così quando ci si scontra con una persona egoista. Egoismo e amore sono due termini incompatibili, è come dire profittto e diritti umani.
e vero tutti gli uomini sono solo approfittatori e stronzi…….lo posso assicurare