Puntate precedenti:
1. Haramlik vs.Corriere: caccia alla “Talpa”
2. Intrigo blog (I): le sinergie più sorprendenti del mondo
3. Intrigo blog (II): il caso di Miguel “Gossip” Martinez
4. Intrigo blog (III): intermezzo riassuntivo
5. Intrigo blog (IV): del “ci sono” o “ci fanno”
6. Intrigo blog (V): qui ci vuole una puntualizzazione
Riannodiamo e terminiamo il racconto di quei giorni dello scandalone, che è l’unico modo per arrivare al dunque.
Al centro della mia attenzione ci sono quindi, in quel momento: 1) Il censurabile comportamento di Magdi Allam. 2) La necessità di soffocare uno scandalo bieco e strumentale. 3) Qualche umano sentimento di preoccupazione per delle persone, anche.
E poi ho da un lato Dacia Valent che è l’unica persona di mia conoscenza che desiderasse uno scandalo come quello che è esploso e che, nel contempo, aveva gli strumenti per farlo scoppiare. E che invece – tra una balla e l’altra – insinua che sia io, la mandante occulta dell’invio della email ad Allam.
Dall’altro ho Miguel Martinez che, in pubblico, dà man forte alla Valent facendo credere di essere a conoscenza di cose turpi da me commesse – e che mi sono del tutto ignote – e dipingendomi come una disturbata a caccia di soldi, e in privato mi spiega che in Italia “siamo in guerra” anche se non c’è Guantanamo e che il mio blog avrebbe rappresentato un pericolo per la bandiera e la patria (nonché per il buon umore di sua moglie a novembre del 2005).
Ma, tra una teorizzazione e l’altra, mi comunica anche che sarebbe stato l’amico della Valent a inviare per fax la mia email al Corriere.
Quando arriva addiruttura a parlarmi delle sue conversazioni con la Valent sull’opportunità o meno di far pervenire a costui anche gli header della mia email, io ho solo la forza di boccheggiare: “Ma ti rendi conto che avresti dovuto avvisare per tempo almeno Piccardo, se non volevi avvisare me?”
E’ l’ultima frase che gli scrivo.
Poi, non gli rispondo più.
Perché a quel punto, giuro, mi spavento.
Non è che io sia un tipo pauroso, credo.
Fino a quel momento, i miei sentimenti erano stati di sbigottimento, incazzatura, cose così.
Lo scambio di email con Martinez, invece, riesce a farmi questo effetto assolutamente inedito: mi sento alle prese con gente che ragiona in termini che mi risultano del tutto sconosciuti e totalmente imprevedibili, e che non ha nessuno dei comportamenti che mi sembrerebbe normale avere in una situazione del genere.
Come essere finiti sul set di Shining.
Ed era una sensazione che provavo con lui, non certo con la Valent.
Perché la Valent mi appariva fuori di zucca, sostanzialmente, ma lui no.
L’effetto era molto più inquietante.
Era davvero incongruente, quello che mi ritrovavo ad affrontare.
Cerco di spiegare perché.
C’è una mobilitazione spontanea in rete contro il comportamento di Magdi Allam, in quel momento, come non ne avevo mai viste prima. Questa mobilitazione non era dovuta – con buona pace delle ossessioni di ‘sta gente sulla sottoscritta – al fatto che io fossi più o meno amata. Era dovuta al fatto che era stato possibile vedere, in rete, la diretta di una scorrettezza mediatica di notevole portata e risonanza.
Non succede spesso.
Ora: non c’è alcun bisogno di amarla, una blogger, per capire che certe scorrettezze riguardano tutti. E’ però necessario crederle, quando dice che lei non c’entra nulla con la pubblicazione di un’email del genere.
Qua succede, invece, che proprio chi dovrebbe essere “avversario storico” di Magdi Allam si mette a gettare ombre sulla mia trasparenza in proposito, in un momento tanto delicato, e dicendomi pure in privato che, in realtà, sa benissimo che l’email è stata mandata da altri.
Come se colpire me, per Martinez, fosse persino più importante che prendersela con Magdi Allam e, anzi, meritasse pure il siluramento di una mobilitazione contro di lui.
Ché poi sarebbe pure “dalla parte di Piccardo”, Miguel. Lo scrive, lo dice, afferma di difenderlo.
Come fa, contemporaneamente, a sostenere una Valent che era su Libero a cavalcare la vicenda, e dopo avere discettato con lei sul dare o non dare in giro gli header della mia email?
Non lo capisco.
Ma devo capirlo per forza, sennò mi viene un accidenti.
In quel momento mi sento come una che, per un anno di fila, ha vissuto in una specie di teatro popolato di maschere. Cambiavano le situazioni, le modalità e i personaggi, ma il risultato era sempre quello: una specie di finzione universale, e il grottesco malinteso per cui le maschere danno per scontato che io lo sappia già, che di teatro si tratta.
Ed io, invece, non ne ho idea.
Ragionano tutti come se ci fosse sempre stato una specie di accordo implicito di accettazione di convenzioni comuni. Solo che, per quanto mi riguarda, c’è un errore: mi manca, questa premessa implicita, e mi manca del tutto.
Questa storia è sempre stata grottesca, dal giorno in cui è nata.
E lo è stata perché ha sempre rivestito di parole molto grandi delle realtà molto piccole.
Solo che il grottesco fa ridere da un lato ma dall’altro cattura, assorbe, è qualcosa che vorresti decodificare. Svelare.
Per il tuo stesso equilibrio, per il tuo stesso desiderio di logica.
Solo che non c’è verso: è un continuo oscillare dal piccolo al grande, una sorta di improbabile zuppa in cui ti scappa da ridere mentre vanno in frantumi cose che, tuttavia, tu consideri preziose.
Dice Miguel Martinez di avere capito, a novembre del 2005, che io ero una donna estremamente pericolosa perché mi ero lamentata sul mio blog, due mesi dopo il rientro in Italia, perché ero stata apostrofata come “sudafricana bianca”.
In un mondo normale, tu magari sei antipatica, per questo.
O ipersensibile, villana, chennesò.
Nel mondo di cui parlo, invece, diventi “estremamente pericolosa”.
E te lo dice uno che ha più di 50 anni, che io sappia. Non 13.
Solo che non c’è niente da ridere: va in onda Shining.
E’ vero: sono una donna estremamente pericolosa.
In una cosca mafiosa non durerei due giorni.
In una setta, mi sacrificherebbero al demonio di turno nel giro di un quarto d’ora.
Non so manco cosa sia, l’omertà: adesso ho imparato che, chessò, se non esistessero gli omertosi non ci sarebbero manco gli spioni, ma è un dato culturale come un altro.
Trovo più interessante, in fondo, la ricetta della Vichisoisse.
Settarismo e business: l’operazione “IADL”
Ci sono situazioni da cui non c’è verso di uscire incolumi.
Io ho ringraziato il cielo per tutto quello che mi era capitato a Gennaio, a un certo punto, perché almeno mi risparmiavo l’assurdo imbarazzo di ciò che poi ho visto capitare in rete.
Nel senso che, quando ho letto in un paio di blog che la Mezzaluna d’Oro della IADL veniva annunciata dalla seguente frase:
Siamo lieti di informarla che i 2.000 grandi elettori appartenenti alle diverse associazioni e comunità musulmane in Italia l’hanno eletta etc. etc….
mi sono detta: “Ma ti prego…” e, più che ridere, ho riflettuto sulle insidie della vita.
In che situazione del cavolo mi sarei trovata, se non avessi già litigato con ‘sta gente?
Che avrei fatto, come ne uscivo?
Poi dice che una è “estremamente pericolosa”.
Ma per forza.
Questa gente ha degli interessi comuni, altrimenti questo delirio non si spiega.
Per quanto riguarda Dacia, il suo interesse è pompare la visibilità della IADL, direi.
Non è facile da capire cosa cavolo sia la IADL, esattamente
Nel senso che non se ne sa niente, non si sa nemmeno da chi sia composta.
Dacia firma comunicati con nomi farlocchi e prende iniziative più o meno situazioniste, come la taglia di 10.000 euro a chi tirerà una torta in faccia a un leghista.
Però esistono le persone premiate dalla IADL, e capita persino che siano nomi di un certo rilievo.
Quindi, la IADL appare in giro come l’organizzazione che ha premiato il Sindaco di Firenze, il giudice Imposimato, il tale onorevole o la tale istituzione, e magari pure Kilombo.
Tutti costoro si trasformano nella dimostrazione vivente dell’esistenza della IADL, e ne diventano pure soci onorari. Questi stessi nomi, diffusi grazie a un’instancabile attività di comunicati stampa, spingono i giornali a parlare del premio stesso.
Se tu, quindi, vuoi sapere chi è la IADL, scopri sostanzialmente che è l’organizzazione che ha premiato Tizio e Caio.
Sono referenze di cui ci si fida, direi.
Per un’organizzazione che dichiara un impegno politico a favore del quale possono essere rivolte donazioni o finanziamenti, è un bel fiore all’occhiello.
Credo che questi giochini siano anche diffusi, in questo creativo paese nostro.
Quello che mi colpisce è che vengano portati avanti in assoluto spregio all’altrui intelligenza.
Ma è che il clima di questo paese è talmente imbevuto di teatro, di finzioni implicitamente accettate per vere, che l’intelligenza si trasforma in qualcosa di assolutamente speculativo e la realtà, semplicemente, non si vede più.
Ma chi diavolo può pensare, santo cielo, che in Italia esistano 2000 grandi elettori musulmani “delle diverse organizzazioni o comunità islamiche“ che vanno in giro a premiare Kilombo, o Imposimato???
Già è tanto se ci sono 2000 musulmani in rete che sanno cosa sia un blog e che abbiano sentito parlare del giudice ultra-ottantenne.
Figuriamoci se si mettono a seguire “il metablog delle sinistre” per premiarlo a nome della IADL.
E il bello è che, invece di porsi questo problema, la sinistra dei blog si scanna e si spacca perché divisa sull’opportunità di chiedere all’ente premiatore di “prendere le distanze dall’antisemitismo“.
Io credo che solo in Italia, possano succedere queste cose.
E a modo suo è persino divertente, la cosa.
Situazionista, di sicuro.
Solo che è anche tragica, e non poco.
Perché questo è un paese del cavolo e non mi pare un caso.
Martinez premiatore occulto della IADL?
Domanda: tu, Miguel, lo sai che è impossibile che questi 2000 “grandi elettori musulmani” possano esistere?
O ci credi pure tu?
A me Dacia disse che li decidevate tu e lei al telefono, i premi della IADL.
E’ vero o mi mentiva? O magari ho capito male io?
Ma che gusto si prova, a sparare balle di questa portata, e per giunta inutili?
Il gusto di vedere la gente che ci casca, suppongo.
E, in effetti, è buffo.
Con buona pace, per quanto riguarda noi della blogopalla, di tutti i discorsi sulle capacità critiche dei blog e compagnia bella.
E quindi una vorrebbe ridere, da una parte.
Perché è buffo davvero, grottesco davvero.
Poi no, però.
Perché ti mancava solo quello, dopo avere visto trasformato in microscopica idiozia l’islam e tante altre cose che ti avevano emozionato, e per un mucchio di tempo.
Pure la blogosfera, ci voleva.
Duemila grandi elettori musulmani.
Vabbe’.
E questi che sono capaci di cercare di farti la pelle due anni dopo, se ci ridi sopra o dici: “Ma siete matti?”
Perché diventi “estremamente pericolosa”, appunto.
La IADL e i contratti telefonici
Ché poi fossero interessi grandi, dico io…
Almeno avrebbe una sua connotazione eroica, la cosa.
Qui stiamo parlando di stronzate, davvero.
Di cosa viva Dacia Valent, credo che sia il problema.
Ogni tanto trova dei soldi, che io sappia, o dei ‘business‘.
A volte, generosamente, ‘sti ‘business’ li condivide, come quando si mise a regalare telefonini a un po’ di gente, diversi mesi fa, con tanto di linea telefonica gratis e di numeri uguali che finivano in 00, 01, 02, 03 etc.
Io, ‘sto telefonino non lo volli (credo di essere stata l’unica a rifiutarlo tra quelli a cui venne offerto, tra l’altro), e tantomeno mi parve opportuno mettermi a telefonare gratis e senza sapere chi avrebbe pagato la mia bolletta.
Ero stupita dall’offerta, non capivo e non capivo nemmeno come mai gli altri la accettassero. Doveva esserci qualche spiegazione che nessuno mi raccontava.
A spizzichi e bocconi, nei mesi successivi, ricostruii che Dacia (o la IADL, boh) aveva fatto un accordo con una compagnia telefonica che, in cambio della promessa di chissà quale cifra di abbonamenti – raccolti nella comunità islamica, direi – aveva accettato di fornire questi telefonini e queste linee gratis, appunto.
Gli abbonamenti non arrivarono mai, ovviamente: la compagnia protestò, poi staccò le linee, poi le riattaccò, infine le staccò definitivamente. Intanto, un po’ di persone avevano telefonato gratis per mesi e mesi.
Ecco: io ero molto felice di averlo rifiutato, a suo tempo, il mio telefonino.
Martinez ne rimase stupito quando glielo dissi: “Ma che problema c’è, scusa? Io so solo che era un telefono gratis, e tanto mi basta.”
Beato lui.
Forse è per questo, che io ho i problemi economici ricordati su Kelebek: mi ponevo il problema.
Però, guarda: se allora lo avessi accettato, quel telefonino, ora sarei ricattabile, per esempio.
Chissà quanta gente lo è.
D’altra parte, fare ‘business’ a nome di un’organizzazione – tramite cui promettere a vuoto migliaia di abbonamenti a linee di cellulari, per esempio – è più facile che farli come singole persone.
Ma sono belle anche per tanti altri motivi, le organizzazioni: servono a ottenere visibilità, status, un ruolo. Se uno è un po’ settario, anche un caldo senso di appartenenza.
Questa mia vicenda sarebbe stata un modo per tenerla parecchio sui giornali, la IADL.
Ci credo, che la mia testardaggine nel non volere uno scandalo ispirasse una certa voglia di strozzarmi, qua e là.
“Famo la setta nella blogosfera”
Un cancro tra i blog, siete.
Ed io ho fatto la mia parte nello sponsorizzarvi: non si può avere idea di quanto sia pentita.
In fin dei conti, credo di avere fondamentalmente desiderato di salvare gli argomenti di cui mi piaceva parlare, in tutta questa storia.
Li ho visti sprofondare tutti, uno dietro l’altro.
Siete persone a cui è impossibile persino pensare di potere dire le stesse cose sia in pubblico che in privato.
Tutto un nascondersi, tutto un cambiare linguaggio a secondo del mezzo, dell’interlocutore.
E’ da quando “conosco” Martinez, che mi sento dire: “Perché non l’hai detto in privato?”
Persino per avere criticato un’intervista, mi sentii dire che avrei dovuto “contattare l’intervistatrice in privato”.
Ma voi siete pazzi, santo cielo.
Io non ho mai voluto entrare in una setta, fare parte di un club, sposare un gruppuscolo di allucinati opportunisti: io ho un blog.
E basta.
Credo di essermi messa nei guai quando ero ancora in Egitto, tutto sommato.
La volta in cui ero lì a litigare con Battistini del Corriere (corsi e ricorsi…) a proposito di Miguel, e arrivò un commento molto personale, molto pesante, molto sopra le righe e molto anonimo, contro Battistini.
Ed io mi accorsi che era di Miguel.
Feci finta di non accorgermene: gli scrissi dicendogli: “Sai, ho censurato un commento che ti difendeva a spada tratta ma era troppo anonimo per quello che diceva…” e sperai che lui recepisse il messaggio.
Suppongo che lo recepì anche troppo: mi rispose impeccabilmente, ma dovetti cominciare a sembrargli un pelicchio pericolosa fin da allora.
C’è gente preoccupata: mi dicono in molti che, a partire da adesso, dovrò stare molto attenta a “questi sono dei veri professionisti della parola e della mistificazione“, e ovviamente è già spuntata gente che promette (e a nome della “Lega Antidiffamazione Islamica”, a proposito di cose grottesche) le solite campagne internet da feccia.
Massì: “Battitene un belin in sci scoggi“, mi diceva un saggio commentatore l’altro giorno.
Appunto.
Mi preoccupava la scuola, certo.
Poi però ho pensato che la posso usare persino in modo positivo, questa cosa: un modulo sui pericoli di internet non glielo toglie nessuno, ai miei Peppi.
E ‘fanculo.
La Brigata Pseudoislamica dei Compagni Antimperialisti non ha dato una grande prova di sé, devo dire.
Al di là del comportamento da feccia tra i commenti del Compagno Martinez (e poi osano pure dire che io avrei scritto il nome dell’ex, nei miei post, quando da Miguel si disquisisce sull’incredibile, moglie compresa, e qui non mi pare che sia mai avvenuto) c’è da dire che il loro comunicato congiunto, con cui rispondono alla mia richiesta di rilasciare una liberatoria a Magdi Allam affinché si senta libero di smascherare la “talpa”, non è stato il loro post meglio riuscito.
Perde pezzi, quel post.
Ha perso la vignetta, visto che a nessuno di loro era venuto in mente di chiedere il permesso a Biani, prima di mettersi a rimaneggiare i suoi disegni per i loro cavoli.
Ha perso il punto in cui fingevano di confondere la parola “ricorrente” con “giornalista” per insinuare che io avessi avuto comunicazioni con Allam.
Tra un po’ gli rimane giusto la richiesta di francobolli, direi.
Oh, no: gli rimane anche la richiesta di una mia ricevuta di versamenti alla Caritas, ovviamente.
Perché hanno un’intelligenza versatile, loro: sono perfettamente capaci di capire un discorso e, un mese dopo, fingere di capirne uno tutto diverso.
L’Haramlik, Piccardo e la Caritas
Io non credo che questo blog abbia fama di essere particolarmente cattolico.
Credevo fosse filoislamico.
E quindi credevo che le personcine intelligenti lo avessero capito perfettamente, il mio discorso pro-Caritas.
Perché, insomma: uno degli argomenti forti con cui l’islam si difende dai suoi detrattori è il malinteso sul “rispetto verso le donne”, giusto?
Ed è un discorso in cui credo, tra l’altro: sono riuscita a litigarci persino oggi con una collega, quindi figurati con che testardaggine ci credo.
Solo che poi la prassi è un po’ diversa, al di là delle splendide (lo dico senza ironia) dichiarazioni di principio.
E quindi, nel momento in cui apprendo cha a Torino, per esempio, c’è una situazione in cui un po’ di immigrate musulmane si ritroverebbero sui marciapiedi, dopo il divorzio, se non ci fosse la Caritas ad aiutarle, il mio istinto non è quello di correre ad essere grata alla Caritas.
Il mio istinto è quello di chiedermi come mai la comunità islamica nazionale deleghi alla Caritas una simile incombenza.
E me lo chiedo talmente tanto da dire a qualche leader islamico nazionale che, guarda, ci sono dei soldi che dovresti dare a me, giusto?
Ecco: non me li dare.
Dalli alla Caritas, piuttosto.
Perché così riflettete.
Perché così ve lo chiedete, come mai la Caritas le aiuti, queste donne della comunità, e voi no.
Mi pareva che il punto fosse questo.
Non mi pareva che il punto fosse una mia improvvisa fregola di beneficenza cattolicheggiante.
E mi pareva che fosse proprio questo, il motivo per cui era così difficile trovare un accordo su questo punto con il mio ex: per il significato simbolico della cosa, con tutta l’assunzione di responsabilità che questo simbolismo comportava.
E invece no: la Valent, il Martinez e compagnia erano molto compresi nella beneficenza alla Caritas in sé, scopro adesso.
Ero io che dovevo versare dei soldi alle suorine, apprendo.
Non era un leader nazionale islamico a doverlo fare, e per giunta con soldi a cui io rinunciavo.
No: il punto era che le suorine avessero ‘sti soldi, non importa da chi.
Be’: io ho tolto un problema all’ex, invece, quando gli ho detto: “Ok, lasciamo perdere”.
E, a quel punto, ho deciso di guadagnarmelo sul serio, il paradiso: mica dando due lire alle suore, però. Denunciando Magdi Allam. Affrontando ‘sta feccia di compagni.
Ognuno si guadagna il paradiso come vuole.
E, per inciso, alle Bahamas ci vado un altro giorno.
Con i quattrini di qualche nuovo ex marito, spero: noi “tardone sfatte” combiniamo pur sempre un sacco di casini, a questi livelli, che vuoi che ti dica: più di quanti ne combinino le morigerate signorine che si sono esibite – e senza manco l’alzata d’orgoglio di farsi vedere in foto – nel famoso blog di compagni del Compagno Martinez.
Se penso alle questioni che volevo sollevare, e poi guardo i compagni di strada che mi ero scelta, non so davvero se ridere o piangere.
Come dicevo, qui non si sfugge dal grottesco.
Però, insomma, mi è successo e me lo vivo.
Semplicemente.
E quindi, concludendo:
1. La RCS Quotidiani dichiara che Magdi Allam ha ricevuto la mia email da uno dei suoi destinatari, di cui ho reso pubblici i nomi.
Torno a chiedere a queste persone di sollevare pubblicamente Allam da ogni eventuale obbligo di riservatezza nei loro confronti, a salvaguardia del loro stesso buon nome e per evitare che sospetti infamanti ricadano su chi, tra questi destinatari, è innocente.
2. Chiedo a Dacia Valent e company di autorizzarmi a mettere a disposizione il file audio da noi registrato il 4 dicembre scorso, dal quale emergono in modo chiaro e netto le mie posizioni anti-scandalo sulla nota vicenda e, incidentalmente, anche la rottura in diretta telefonica tra la Valent e l’UCOII che, successivamente, condurrà quest’ultima alla “caccia al poligamo dell’Ucoii” che tanti problemi ha dato a tutti noi.
3. Chiedo a Miguel Martinez di autorizzarmi a pubblicare le email che ci siamo scambiati nel periodo in cui lui affermava su internet che “lui sapeva come era andata la vicenda”, che “le cose non erano come sembravano” e che io avevo “disagi psicologici e necessità di denaro”.
4. Chiedo a tutta ‘sta gente di documentarla, l’esistenza dei “2000 grandi elettori musulmani”, ché altrimenti rischiano di dovermi dare ragione e di tenersi tanta balla a mo’ di simbolo di una più generica mancanza di trasparenza (la chiamiamo così?) che, per la sottoscritta, non fa altro che rappresentare un problema da oltre un anno della sua vita.
5. Infine: scusate, ragazzi, ma sui blog si usano i link, se posso ricordarvelo.
Avete scritto un comunicato congiunto che si riferisce a me.
Vi dispiace linkarlo almeno a questo post, giusto perché i vostri lettori possano capire di cosa diavolo parlate?
Alla fine, io posso solo dirmi: “Tu pensa in che ambiente sono finita, per avere scritto un po’ di post carini dall’Egitto…”
Evvabbe’.
E pensa che lo rifarei persino.
Togliendo l’ambiente in questione, ovviamente.
Tenendomi solo il piacere di raccontare quello che vedevo allora.
Infine: tu, Dacia, mi hai pubblicamente minacciato di venire a Genova a fare chissà che sfaceli.
Pensaci bene.
Perché querelarti, come sai, è inutile e non porta a nulla.
Ma se mi capitasse di vedermi sfiorare anche solo mezzo capello, guarda, io giuro su Dio che qualcuno di voi ce lo mando, in galera.
Mi è stata segnalata questa mattina l’ultima fatica letteraria della signora Lia di Haramlik, che ho letto questa mattina.
Sono sconvolta dall’odio che traspare in ogni rigo di quello scritto. Si legge una donna molto ferita e decisa a far crollare il mondo di tutti quelli che l’hanno conosciuta per quella che è.
In questo scritto, la signora Lia di Haramlik, facendo un esercizio di inversione temporale che oggi è possibile rilevare ma domani sarà difficile da spiegare, ha gettato le basi per poter dire in futuro che qualsiasi cosa si dirà o farà per difendersi da questa marea di fango nauseabondo, sarà stata detta perché lei, e solo lei, ha osato infrangere il patto di silenzio omertoso sulla IADL, associazione di cui non aveva mai avuto occasione di parlare se non in termini lusinghieri.
Ma questa è la prima volta che la signora parla della nostra associazione in questi termini e lo fa perché funzionale alla sua presentazione come eroina e vittima delle circostanze.
Le insinuazioni da portinaia sulle attività della nostra piccola organizzazione, che contraddicono quello che lei ha scritto sulla nostra Portavoce (come farebbe una barbona alcolizzata che vive in metropolitana a regalare cellulari al management dell’organizzazione è un mistero buffo), sono quanto di più volgare io abbia mai letto.
La nostra organizzazione ha deciso, una volta che ha ricevuto le prime fatture del conto telefonico, dall’ammontare inaccettabile di chiudere i contratti. Che ha fatto riaprire di fronte alla promessa di controllare le spese. Una volta accertato che la promessa non era mantenuta, sono stati annullati i numeri delle persone inadempienti. Il mio numero (che finisce in 03) è tuttora attivo.
La signora Lia di Haramlik non ha mai ricevuto in “dono” uno dei cellulari né tanto meno gliene è stato proposto uno, considerato che nulla aveva a che spartire, se non come donna bisognosa di sostegno all’epoca, con la IADL. A meno che non le fosse stato proposto da uno dei destinatari. E Allah ne sa di più.
Le insinuazioni sul nostro padrone di casa, Miguel Martinez, quando Lia di Haramlik gli attribuisce apoditticamente un commento anonimo non si capisce in base a cosa, risalente a due anni fa, si commentano da sole.
Tirare inoltre in ballo la famiglia di MM, per intorbidare ancor di più le acque e rendere sempre meno comprensibili i termini di questa spiacevole questione, è un atto inqualificabile.
Lia può essere simpatica a molti. Noi l’abbiamo conosciuta, purtroppo, ed ha impegnato le nostre risorse per quasi 10 mesi ininterrottamente, tanta è stata la simpatia provata per la sua situazione. L’associazione sulla quale lei oggi si accanisce le è stata vicina, le ha trovato casa a Genova, le ha fatto installare utenze, ha seguito passo a passo le sue vicende sostenendola con ogni grammo della nostra poca forza.
La sua vendetta è triste da un lato e terribile dall’altro. Triste perché questo scrivere descrive una donna furiosamente sola, senza alcun sostegno reale che non siano i commenti che fa passare sul suo blog, che lei considera la parte migliore di se. Terribile perché colpisce persone che hanno deciso di dedicare il loro tempo lavorativo ad un’intrapresa difficile per quanto esaltante.
Ad esempio, la nostra organizzazione aderisce al circuito del Banco Alimentare, a quello della AGEA, riceve donazioni non solo dalla Coop, ma anche dalla SMA e direttamente dalle società produttrici di beni di largo consumo, e grazie a questi distribuisce pacchi spesa a 140 famiglie e case famiglia. Siamo soddisfatti di avere il sostegno di queste grandi centri alimentari, che ci consentono di essere d’aiuto ai bisognosi.
La nostra decisione di premiare persone che si sono spese a favore della Ummah e delle comunità straniere è presa da un gruppo ampio che lo propone per tempo al circuito delle reti antirazziste, associazioni delle comunità straniere, e delle moschee (grandi e piccole), tramite un bollettino che viene spedito con i dettagli per poter votare.
In questa occasione abbiamo ricevuto 2.168 voti e per brevità abbiamo parlato di 2000 grandi elettori.
Ma nella sua foga di gettare fango sui suoi “arcinemici” Lia di Haramlik non si fa scrupolo di coprire di fango il nostro lavoro e il nostro impegno. E colpisce Dacia Valent, sapendo benissimo che tanto impermeabile è agli attacchi personali quanto invece soffre per il male che viene fatto a quella che definisce la “sua gente”: la sua comunità di amici, i collaboratori, la sua famiglia.
Io sono una delle responsabili del blog della IADL, so che è molto carente, ma occupandomi a tempo pieno dello stabilimento della rete di sostegno solidale in Toscana (e ne abbiamo davvero molto bisogno) avevo intenzione di affiggere questo comunicato in quel sito.
Mi hanno però detto che non è il caso di dare altri spazi a questa signora per il suo show di basso livello. Spero solo che abbia finito, perché è penoso vedere una donna abbassarsi a questo livello per motivi futili, è vero, ma anche molto imbarazzanti.
Vi ringrazio dell’attenzione e spero che riusciate a cogliere il disagio e l’umiliazione che provo nello scrivere queste righe. Auguro a tutti una buona giornata.
Hasnaa Malik, Iadl Toscana – 334.68080-03
Bene, wow, chiuso. La faccenda dei 2000 grandi elettori: scusami un po’ di campanilismo elvetico, ma di questi imbroglietti all’italiana noi ce ne facciamo quotidianamente sonore risate, soprattutto quando li vediamo uscire dallo schermo televisivo e si manifestano più da vicino, in prossimità del confine (tipo Mega Incontro a Cernobbio,e alora arriva la telefonata : Lei Dott.ssa è genilmente invitata domenica mattina a parteciare…) : ecco, noi questa cosa qua la chiamiamo l’Italia di Canale5, patetica e stupidotta. L’Italia di chi se la racconta fingendo -male- di crederci. Preferiamo l’altra Italia, quella dell’intelligenza, della cultura, dell’affidabilità, delle persone oneste e testarde e geniali come ‘sta blogger Lia. che passerà pure dei gran guai, però alla fine lo capisci che anche questi accadono (come direbbe Marquez) per scriverne.
Leggo con interesse i tuoi post per conoscere e capire come siano andati i fatti .
Mi spiace solo che i tuoi ” avversari ” nei loro blog si guardino bene dall affrontare realmente la questione ..
Nessuno dei 3 si è degnato di dire chi sia la ” talpa ” , di portare prove riguardo alle loro tesi etc ..
Un silenzio strano ed imbarazzante ( imbarazzato direi ! )
;) ..eggià Lia.. a l’è dut un grant balon! un pallone che rimbalza sul sagrato della chiesa e da chiesa a chiesa. eccerto che sei “pericolosa”, ti vedono in mano un ago! e dalla parte della cruna. è l’ago di tutti quelli che sanno viaggiare in se stessi e quindi rischiano di allargare le crepe delle maschere che hanno intorno, di sgonfiarle appunto. viviamo in un feroce campanilismo Lia, e nella sua accezione peggiore, perché è un campanilismo incapace di dialogo e che si tramuta da sè in ghetto. ..”shining”? anche. ma non tanto il male che dilaga dal buio alla luce – ché questo è sempre stato – quanto il bisogno di porsi a “faro” [sarà un caso che ormai i fari veri sian tutti automatizzati? ^___*], unico celebrante di verità. e negandondosene le sue stesse contraddizioni. Tu però questo non lo fai, anzi! e proprio questo non ti viene perdonato.
Lia, per quel che vale credo che il tuo pentimento per aver supportato la Iadl sia sincero, come credo sia sincero lo sbigottimento alla vista del blogger di sinistra intento a lucidarsi quella patacca di bronzo spacciata dalla Valent. Però Lia, la tua autocritica, per quanto sicuramente sincera, è incompleta, e lo è perchè dovrebbe essere compresa in una più ampia. Vedi, i blogger boccaloni e di sinistra “membri onorari” della Iadl rappresentano la “base” di quella certa sinistra, che pare andare di moda oggi, neocomunista e filoislamica. Kilombo ormai, a parte qualche rara e gradevole eccezione, e la vicenda del premio della Iadl lo dimostra, è l’organo ufficiale internettiano di quella sinistra, sinistra che poi, ad un livello più alto, è la sinistra degli incontri tra Chavez ed Amadinejad o fra Diliberto a Nasrallah. Immagino che ciò che dico possa apparire fuori luogo o esagerato, ma non lo è, e riguarda anche te e il tuo blog. Non è stato solo Martinez a fare politica in questi anni, Lia, sei stata anche tu: l’iniziativa “Gli immigrati non possono votare: adotta il voto di un immigrato! Vota Diliberto!”, che tu hai ampiamente sponsorizzato, cos’è? E’ un’iniziativa politica a supporto proprio di quella sinistra di cui il blogger di Kilombo che lucida la sua bella “Mezzaluna d’Oro”, orgoglioso di essere stato scelto da “2000 grandi elettori”, non è che una delle varie manifestazioni.
Fino a poco tempo fa su questo blog campeggiava il bannerino per il “Convegno di Chianciano”, o no? Quella non era un’iniziativa politica? Lo era, e di quale area politica e ideologica era figlia?
Se la tua vicenda personale servisse anche da spunto per una riflessione su questa questione, che è concreta, concretissima, perchè si tratta di discutere della sinistra che vogliamo, non sarebbe poi male.
Buon giorno, qui il servizio rilevazione blogghica, addì 6 luglio ore 11.15.
Dal Miguel siamo a 625 commenti.
I picchetti (così a San Siro, quello dei cavalli non del calcio, si chiamano i bookmakers) danno quota 1.000 entro domani sera.
# Lia: a giudicare dalle ultime parole dovresti aver finito. Io ho salvato e stampato il tutto e ora, con 11 (undici) ore di treno fra oggi e domenica, mi leggo il tutto. Mi sa, a occhio, che non cambierà molto da quanto già espresso a suo tempo. Buon fine settimana. Bisous
Senti, Tizia: venirmi a dire che io avrei trovato casa grazie alla IADL è da applauso: c’è Marzia che non ci può credere… :)
Comunque: io non so chi tu sia.
Ma questa storia dei duemila grandi elettori musulmani mi fa morire, davvero.
Se in Italia ci sono duemila musulmani collegati ad internet è pure assai. Figuriamoci “grandi elettori”…
E a spasso per i blog, poi.
Ma grandi in che senso, se posso chiedere?
Per la stazza?
Guarda: io, della Mezzaluna non sapevo praticamente niente fino a novembre scorso, quando Dacia mi fa, al telefono: “Ah! Ho deciso di darti la Mezzaluna d’Oro come donna dell’anno!”
E io: “Ah sì? E me lo dai per come sono brava a traslocare o per come sono brava a divorziare?”
E lei: “E che ne so. E’ stata un’idea di Miguel.”
E io: “Di Miguel??? Ma se gli sto sulle balle, scusa. Fammi il piacere, chiedigli perché mai gli è venuta una simile idea.”
E poi, visto che c’ero: “Ma come funziona ‘sto premio, me lo spieghi?”
E lei: “Come vuoi che funzioni? Li decido io. La IADL sono io e stop. Poi Miguel mi dà dei suggerimenti.”
Ah, ecco.
Se uno a cui sei antipatica ti vuole premiare, c’è qualcosa che non va.
Glielo chiesi inutilmente un po’ di volte, a Dacia, di spiegarmi il perché di questa cosa, poi fui lieta di potere rimandare il problema di qualche mese.
Io, le cose che mi sembrano complicate da capire, le rimuovo volentieri. Un po’ come col basilico di Genova, per dire.
Poi mi vedo sbucare ‘sti 2000 grandi elettori, dicevo.
E l’altro giorno, per curiosità, sono andata a vedere chi risultava vincitore del premio nella lista che Dacia mi mandò a novembre. O, detto in altri termini, chi stavano premiando, a novembre, ‘ste 2000 bizzarre creature che tendo ad immaginare altissime e collegate a monitor grandissimi, in uno scenario che assocerei un po’ a quello del festival di Sanremo.
A novembre, dunque, il giornalista dell’anno era D’Avanzo. Per essere riuscito a fare arrabbiare 2000 persone (per giunta enormi) e a fare dirottare il premio su Gatti, deve avere combinato qualcosa. Muoio dalla voglia di sapere cosa.
Lo stesso dicasi per gli scrittori, visto lo scippo compiuto da Paolo Barnard ai danni di Gilad Atzmon. Questi 2000 elettori sono volubili, oltre che grossi.
Come abbia fatto An-Nisa a perdere il suo premio come blogger dell’anno, invece, temo di saperlo: togliendo il link a Dacia Valent.
La cosa strana è che lo tolse perché Dacia si era messa a postare foto di vagine. Come questo abbia potuto far sì che duemila musulmani le togliessero la Mezzaluna d’Oro, è cosa veramente misteriosa.
Va bene che l’islam italiano è strano, ma mica pensavo fino a ‘sto punto.
Il libro di Michelle Nouri non era manco contemplato, a novembre. Credo che i 2000 marcantoni ne siano rimasti folgorati dopo avere letto un’intervista della stessa sul supplemento de Il Giornale. Intervista a chi? A Dacia Valent.
http://www.michellenouri.com/blog.aspx?l=IT&p=20061214002049
Nemmeno era contemplato il Comitato Promotore dell’Osservatorio Islam e Genere, anche perché allora non esisteva.
Quel povero Comitato non riuscì nemmeno a stilare un documento programmatico, ricordo. Anche perché Dacia voleva che lo scrivessi io, ché lei non aveva tempo, ed io avevo da lavorare e, comunque, a dicembre cominciavo a vedere galoppare il delirio e mi mancava solo di mettermi a stilare documenti per un comitato inequivocabilmente virtuale.
Che duemila obesi musulmani abbiano deciso di premiare Dacia Valent, comunque, mi fa piacere.
Solidarietà tra cicciottelli.
Nemmeno l’Unicoop Tirreno, tra altri, era contemplata a novembre.
Chissà chi è, poi: sarà lo sponsor?
Gli sponsor sono importanti, per i premi.
Ci sono premi che esistono proprio affinché ci siano sponsor, del resto.
Il caso eclatante, comunque, è proprio Kilombo, l’aggregatore blog delle sinistre.
Perché questi duemila giganti buoni lo hanno ritenuto meritevole del premio scegliendolo tra una rosa di quattro candidati, di cui gli altri tre erano Il Manifesto, Infopal e Rai3. E scusate se è poco.
Se consideriamo, inoltre, che a novembre la vittoria andava a Infopal, la domanda sorge spontanea: cosa avrà mai fatto da novembre a marzo, Kilombo, per convogliare duemila musulmani dall’ “Agenzia di stampa per la Palestina” a sé?
Oltre ad ospitare i post di Dacia Valent, intendo dire.
Qualcosa di sicuramente eccezionale, direi, anche perché a Kilombo erano aggregati pure membri di Sinistra per Israele del “calibro” di Ipazia.
E va bene che, come dicevo, l’islam italiano è una cosa stranissima, ma portare migliaia di persone appartenenti “alle diverse associazioni e comunità musulmane in Italia” a fare traslocare i propri voti dall’Agenzia di stampa per la Palestina all’aggregatore che ospita Ipazia e Rosalux richiede, credetemi, una capacità di prestazione veramente eccezionale.
A cui fa eco l’altrettanto eccezionale candore narcisistico delle due che, invece di chiedersi perché diamine tutti questi fantomatici barbuti le vogliano premiare, se ne escono con un portentoso: “Grazie, ma prima prendete le distanze dall’antisemitismo!”
Poi una si chiede come nascano le barzellette di Moni Ovadia.
E con relativo mega-dibattito, non vorrei dire, nonché sofferta spaccatura del meta-blog delle sinistre.
Situazionismo puro.
Il mistero fondamentale, in tutto questo, è comunque il seguente: ma Zeinab Verderio – almeno lei – esiste?
O è come Lil Pettinari?
Nel senso: qualcuno l’ha vista, l’ha toccata? E, se sì, siamo certi che fosse lei e non una badante marocchina reclutata sul momento?
Il situazionismo ha comunque un suo perché, diciamocelo.
L’importante è saperlo.
Lia: secondo me questa storia non si chiuderà mai, però devo dire che è bello e liberatorio – credo specialmente per te – poter scrivere/leggere queste righe in libertà.
Dopo mesi passati a non poter parlare (e meno male che non l’hai fatto!!) e a usare il blog quasi per figura, ti sei potuta riappropriare dei tuoi spazi.
Un bacio grande.
Lia cara, io direi che hai altre cose molto più importanti da fare che dare retta a queste persone.
La vita è breve (e questo vale per tutti noi esseri umani) e forse è meglio che tu ci dia un taglio a questa storia che, da questo momento in poi, ti farebbe solo perdere tempo prezioso. Tanto i tuoi ex finti amici fanno orecchio da mercante e di certo non tornerebbero mai indietro.
Ciò che c’era da dire l’hai detto.
Gli altri non hanno risposto (e chi sa pensare ne trae le debite conseguenze)… questa signora della IADL Toscana, che vabbeh può anche avere la sua importanza; magari se sono così attivi potrei anche vedere se mio cugino, che abita a Firenze, può passare alla loro sede per vedere se è in grado di aiutarli … la signora afferma che la IADL esiste, però non ha certo risposto ai tuoi quesiti…per carità mica deve rispondere di cose che non le spettano.
Per favore Lia, metti un punto, chiudi e goditi la vita alla faccia di chi ti vuole male.
Rimango in attesa dei tuoi prossimi post goderecci.
Io torno or ora da una scorpacciata di commenti da kelebek, dove la povera Marzia è stata insultata … sono francamente sconvolta. Credimi Lia, non vedo il senso di questo accanimento da parte di persone estranee alla faccenda … c’è una cattiveria gratuita, un’aggressività che mi sconvolge … Ora, che la discussione possa appassionare è indubbio, ma arrivare a certi commenti e certe offese a me lascia basita. Davvero ho l’impressione che si sia perso il senso della misura …
;) ..io più che basita sono affascinata, come sempre.. da certa povertà intellettiva umana e dal suo fanatismo senza fondo. e da quella “sindrome di dio” da cui si lasciano prendere, convinti che basti la loro “voce illuminata” a suggerire sentenze. davvero dimostrano grande stima per l’intelligenza di chi legge. in quanto a Hasnaa Malik.. beh, chi spara che l’altro è solo per giustificare se stesso.. si definisce da sè. oppure proprio non ce la fa.. e se poi chiude col numero di telefono.. ispira l’idea che stia cercando solo “salami da monta”.[non è da intendersi in senso sessuale bensì mentale].
Gentile Lia di Haramlik Le propongo di chiudere in poesia.
Canzone dei rischi che si corrono (Giovanni Raboni)
Un’ossessione? Certo che lo è.
Come potrebbe non ossessionarci
la suprema pornografia
dell’astuzia fatta oggetto di culto,
della prepotenza fatta valore,
della spudoratezza fatta icona?
Andiamo a dormire pensandoci,
ci svegliamo con questo fiele in bocca
e c’è chi ha il coraggio di chiederci
d’essere più pacati e costruttivi,
d’avere più distacco, più ironia…
Sia detto, amici, una volta per tutte:
a correre rischi non è soltanto
la credibilità di ognuno.
qui è in gioco c’è la storia che ci resta,
il poco che ci manca da qui alla morte.
Rarely (or Frequently) Asked Questions
Lia scusa, ti posso chiedere come mai sei tornata dall’Egitto? Se puoi rispondere o linkarmi una risposta già data prima_
Te lo chiedo perché ho appena letto il tuo bel post sul perché eri andata là – e perché anch’io vivo fuori e sto programmando di tornare_
Grazie_
tutto questo ignobile circo di nani e ballerine ha potuto prosperare perchè in questo momento (diciamo da dopo l’11 settembre) l’islam in italia “tira”, quindi se uno ha fantasia, estro e un minimo di faccia tosta si può inventare una professione, può campare e diventare famoso sfruttando questo marchio che ormai è più trendy della nike. così ci sono quelli che di professione fanno gli “anti-islamici” (allam, santanchè, borghezio, fallaci -r.i.p.- ecc) e quelli che di professione fanno gli “islamici ufficiali” (piccardo, l’ucoii..) e quelli che fanno gli “islamici creativi” (la iadl, vari scrittori che si inventano rappresentanti dell’islam moderato..) e infine i “filo-islamici”, quelli della brigata antimperialista che hanno i poster dell’intifada alle pareti e scrivono slogan tipo “1, 100, 1.000 nassiria” ma in privato considerano l’islam una mentalità da beduini trogloditi. Tutti questi personaggi sono come piante parassite che succhiano dalla linfa dell’ospite (l’islam) per mantenersi in vita e per rendersi interessanti; non ci fosse l’islam da manipolare, esaltare, combattere, denigrare, sarebbero tutti disoccupati e molto, molto annoiati. questo non accade in altri ambienti religiosi che non godono dell’attenzione dei media: perchè fra i buddisti, gli induisti, gli avventisti, i cristiani ortodossi non ci sono queste beghe? non ci sono personaggi-trash tipo adel smith, dacia valent, l’imam di carmagnola, magdi allam e chi più ne ha più ne metta? perchè un buddista tanto nessuno lo invita in tv, michele santoro non farà mai una puntata sul nirvana e soprattutto la brigata antimperialista non farà un’alleanza strategica col dalai lama per sconfiggere bush. come dire, in certi ambienti religiosi si parla di -guarda un po’- religione; testi sacri; purificazione interiore; nell’islam italiano invece vanno in scena le pagliacciate, il livello di introspezione è pari a zero e non c’è un minimo di senso del pudore e del rispetto per la sacralità argomento trattato. sembra del tutto normale che un’associazione contro la diffamazione dei musulmani pubblichi sul suo sito oscenità di ogni genere, mentre magdi allam spiega agli italiani che i musulmani sono tutti brutti, sporchi e cattivi. tutti questi personaggi usano l’islam per farsi pubblicità gratuita, per amplificare il loro smisurato narcisismo, per far parlare di sè, sempre e solo di sè. secondo me tu lia se vuoi veramente distaccarti dal resto del coro devi andare avanti per la tua strada; continuare la tua ricerca personale, il tuo sforzo (jihad); se dai spazio a queste beghe personali, finisci per dare importanza a chi sguazza nel torbido, gli fai solo da ulteriore cassa di risonanza. Cosa ne guadagna l’islam, che tu dici essere una delle cose che nella vita ti emoziona di più, da tutto questo degradante insultarsi a vicenda e demolire l’immagine dell’avversario? anche se sei nel giusto, soprattutto se lo sei, non scendere al loro pietoso livello, ciò non ti fa bene e non ti avvicina a Dio.
“quando tu vedi quelli che sguazzano nelle discussioni a proposito dei Nostri Segni, allontanati da loro sino a quando non cominciano un’altra discussione. E se Satana ti fa dimenticare, allora quando te ne rammenti non rimanere fra gli iniqui”. (6, 68)
“Dì: male e bene non sono simili, anche se l’abbondanza del male seduce. Temete Dio, dunque, o genti intelligenti, infine avrete riuscita” (5,100)
Ok, pubblicata la mia risposta sotto quel post: http://verbavalent.com/index.php?q=node/61#comment-3164
Mo’ la metto pure qua e amen.
Io devo a Dacia Valent qualche risposta, e da molto tempo.
Me la sono presa comoda, lo so.
Per tutti i motivi che ho già spiegato e, anche, perché a un simile invito a un wrestling nella monnezza si risponde coi fatti, o si lascia perdere.
Aspettavo che il Corriere dichiarasse alle autorità come aveva avuto la mia email. Ho aspettato sei mesi come avrei potuto aspettare due anni. Fa niente: sono un tipo paziente.
Rispondere alle bugie è, di per sé, squalificante. Non è proprio il tipo di cose a cui vedo un senso.
Con la Valent, inoltre, la sfida dialettica non è a livello di logica, ma di capacità di indecenza. Ed io su questo perdo, non c’è proprio dubbio: Dacia ha una capacità di indecenza infinitamente superiore alla mia.
Prima o poi dovevo pur risponderle, tuttavia.
Quello che lei scrisse all’epoca del fattaccio è troppo infamante, e su un tema troppo delicato, perché possa rimanere a oltranza in rete senza una mia risposta.
Questo non vuol dire che, d’ora in poi, io prenda l’abitudine di stare a ribatterle: il fatto che stavolta ci abbia messo sei mesi, a farlo, dà l’esatta misura dei sentimenti di urgenza che mi ispira.
Questo post, inoltre, sarà sul piano estetico (nel senso ampio del termine) ciò che riuscirà ad essere, considerato il tema in cui si cimenta.
Non mi aspetto che interessi chi passa di qua e non mi sento manco di consigliarlo.
Lo scrivo affinché vada a completare l’archivio, sostanzialmente.
La Valent assume un atteggiamento ondivago, dopo l’uscita dell’articolo di Allam.
Prima scrive il comunicato della IADL di cui ho già parlato qui, che cavalca l’articolo facendo intendere che lo fa col mio consenso.
Poi scrive un lungo post sul suo blog in cui, con modalità che mi appaiono abbastanza viscide, si dichiara tutto sommato contenta del fatto che Allam abbia fatto ciò che ha fatto perché – così dice – “almeno adesso se ne parlerà”. Dei diritti delle donne nell’islam e via dicendo. Secondo lei.
Capirai, che bel modo di parlarne…
Quando la mando al diavolo sul mio blog, reagisce anche abbastanza sportivamente.
Fa una battutina, e morta lì.
E’ col mio post in cui dichiaro Piccardo “monogamo”, che passa all’attacco.
Intanto, sta anche crescendo una mobilitazione anti-Allam in rete, per il gesto gravissimo commesso dal Corriere di pubblicare una mia missiva privata.
E’ evidente che, nemmeno messa di fronte al fatto compiuto, ho intenzione di collaborare allo scandalo che si è voluto montare passandomi sulla testa.
Non solo mi rifiuterò di prestarmi alla gogna di Piccardo in giro per i media nazionali, ma farò persino del mio meglio per impedire che questa dilaghi.
Mi spiace: vi si sgonfia in mano, lo scandalo-poligamia.
E – per quanto Dacia non sia veramente in grado di capirlo – questo avviene solo perché non c’è nessuno scandalo-poligamia.
Potevano forse essercene altri, non dico di no.
Questo, però, non c’era.
E, a casa mia, il fine non giustifica i mezzi.
In fondo è questo, il punto su cui proprio non ci capiamo.
E quindi decide di lanciare un’atomica di fango, la signora.
Questa: http://www.verbavalent.com/index.php?q=node/61
Di fatto, la prima cosa che fa è proprio cercare di smentirmi sulla monogamia di Piccardo, tirando in ballo un mio vecchissimo post pubblicato su Grazia-blog in cui parlo di condomini sentimentali.
La cosa è assolutamente puerile, davvero.
L’ho scritto anche nel post in cui lo dichiaravo monogamo, che c’è comunque stato un momento in cui la situazione del Nostro era affollata.
Ma dico io, benedetta ragazza: essere un po’ più donna di mondo, alla tua età, ti costa tanta fatica?
Qualche marito lo hai avuto pure tu, e non mi pare che ti siano stati sempre fedeli. Li hai denunciati per poligamia?
Suppongo di no, anche perché erano cristiani. Da quello che ho capito, le tue crociate per l’impenetrabilità del nucleo familiare le riservi solo ai musulmani.
E’ strano, leggere il tuo post.
E’ un mix di sofferenza vera e di opportunismo bieco.
La sofferenza: “Lia riscuote solidarietà e a me nessuno mi ama“. Con quella carica di odio infinita: da quanto tempo mi odiavi così, Dacia?
Dall’inizio?
Io credo di sì.
L’ho sempre sottovalutata, questa cosa, perché proprio non riuscivo a prenderla sul serio, ma tu eri ossessionata da quest’idea per cui io ti sembravo amata e tu no. Eri ossessionata da un mucchio di cose che mi riguardavano. Rimanevo stupitissima, io, ma non mi veniva in mente di preoccuparmi.
Eri convinta, persino, che avere la password di Macchianera fosse un potere. Il Neri ne sarebbe deliziato, credo.
Io mi rotolavo dal ridere, ché manco mi sfiorava l’idea che tu potessi parlare sul serio. E tuttavia era così. Parlavi sul serio.
Me ne sono dovuta fare una ragione.
L’opportunismo ha fatto sì che tu scrivessi quel post proprio nel momento in cui le cose si stavano mettendo maluccio, per i cacciatori di scandali. Intorbidire la acque, distrarre l’attenzione da ciò che di veramente grave era successo era per te, credo, l’unica cosa utile da fare a quel punto.
Ma la benzina emotiva, la carica di odio capace di portarti al punto giusto, te l’ha data la solidarietà che si stava manifestando in rete.
Perché tu, Dacia, hai il livello etico di una bambina di 3 anni: se la rete mi manifesta solidarietà su una questione specifica, non ti viene manco in mente che ciò possa accadere perché la gente percepisce quella questione come un principio condiviso.
No: per te vuol dire solo che “Lia, la amano”. Che “Me, non mi amano.”
Il livello etico, e non solo etico, di una bambina di 3 anni.
Ma una sofferenza vera, in fondo.
Che mi ispira poca solidarietà tuttavia: mi preoccupa molto di più il fatto di essere cascata nella tana di una iena, per quanto sofferente.
Lacrime e opportunismo: l’opportunismo stra-calcolato di mettere le mani avanti sulla tua Shahada mai avvenuta, tirandola in ballo a sproposito (dai: non c’entrava niente, con quello che stavi scrivendo in quel post) perché sapevi che era un segretino che ti eri lasciata scappare con me e temevi che la tirassi in ballo io.
Non l’avrei fatto, in realtà, perché non penso che sia la Shahada a fare una musulmana.
Però tu riesci a mentire anche a questo proposito, nel tuo blog, quindi tanto vale che io racconti la mia versione della cosa.
E’ il momento in cui sei totalmente all’attacco dell’imam di Segrate e, imprecandogli contro, dici, più o meno: “Gliela faccio vedere io, a questi cazzo di musulmani!”
E a quel punto – non per la prima volta – te lo chiedo: “Dacia: dimmelo, una buona volta. Ma tu sei musulmana o no?”
E tu: “No.”
E io: “In che senso, no???”
E tu: “Ma se non ho manco fatto la Shahada! Avrei dovuto farla, ma mi avevano preparato una platea di 300 neuropsichiatri!! E come glielo dicevo, io, ai giornalisti, che mi ero convertita all’islam davanti a 300 neuropsichiatri??”
Evvabbe’.
Una si rassegna a non stupirsi più di nulla, nell’islam di questo paese.
Adesso, sul tuo blog, lasci intendere di averla fatta in seguito.
A me dicesti di no.
Io ti trovo surreale, che vuoi che ti dica.
Poi si arriva al vero punto del tuo post: dove tu, nero su bianco, difendi l’operato di Magdi Allam partendo all’attacco della mia credibilità.
Bella mossa.
Intelligente, anche perché mi conosci. Lo sai, che a certi livelli non rispondo. Te l’ho sempre detto io stessa, insistendo pure per spiegartelo.
Un sacco di armi da usarmi contro, ti ho dato.
E così prendi e scrivi un sacco di balle.
Ma tante, proprio. Balle di sana pianta, intervallate da qualche verità distorta al punto tale da essere irriconoscibile.
Un’esibizione di pelo sullo stomaco – tu sì che ce l’hai, non c’è dubbio – che, sportivamente, non posso non considerare eccezionale.
Andiamole a vedere, una per una.
1. Scrivi che io volevo passare la vicenda a Magdi Allam e che, eroicamente, mi hai convinto a desistere.
Questa, più che una balla, è una pura e semplice sciocchezza.
Fammi capire: se io ti avessi detto: “Io lo ammazzo, quel fedifrago!” tu avresti fatto un post per dire che io avevo pianificato l’omicidio del mio ex e che questi era vivo solo grazie al tuo intervento?
La coincidenza dell’arrivo di Allam a Genova proprio il 13 ottobre mi sembrò bizzarra e scherzammo non poco su segni divini e coincidenze astrali. Non credevo di dovere parlare davanti a un avvocato: credevo di ciacolare con un’amica.
E, certo, ero decisamente curiosa di sapere quanto avrebbe pagato, un Magdi Allam, per quel certificato. E infatti lo domandai a quello che tu chiami X, il quale mi rispose: “Boh, forse riusciresti a guadagnarci anche 50.000 euro.”
“Perbaccolina!”, dissi io.
Be’, Dacia: dovresti avere una bella capacità di persuasione, se la tua ricostruzione dei fatti fosse corretta. Se davvero tu mi avessi convinto a non fare una cosa che io avevo deciso di fare, nonostante la cifrona sparata da X.
Più realisticamente, dici sciocchezze. Bisogna stare attenti, quando si parla con te.
La realtà dei fatti è che tu mi hai implorato per mesi, di darti quel certificato. E io non te lo davo proprio perché non volevo rischiare di vederlo finire da un Allam.
2. Scrivi che io ti avevo imposto la password dell’account del mio ex e, con ammirevole faccia di tolla, dici pure che è la password ancora attuale di un account in cui non sei mai entrata.
Io credo che basti avere un’idea anche approssimativa del tuo profilo psicologico per esprimersi in un ricco “Bum!“, di fronte a quest’ultima affermazione che, per inciso, rivela un tuo lato trombonesco che mi era ignoto.
Il resto, ahimé, mi tocca raccontarlo per filo e per segno.
Un bel giorno (credo fosse settembre ma non ne sono certa) mi telefoni tutta eccitata e mi dici quanto segue: “Sorpresa! Il tuo ex è venuto a trovarmi in ufficio e ha guardato la sua posta dal mio computer. Solo che poi non ha chiuso il browser. E, curiosandoci dentro, ho pure trovato una sua chat in cui si parla di te. Te la mando!”
Ed io, che non è che sia proprio scaltrissima, rispondo: “Yawn. Non c’è bisogno. Ce l’ho, la sua password.”
La avevo, certo. Così come lui aveva la mia.
Solo che io ho una casella sola e lui ne ha diverse: quella di cui parli, ovvero la Gmail, è quella che usava nelle sue corrispondenze con me e per girarci la sua newsletter. Poco più.
Non a caso, quando ci lasciammo, io cambiai la mia password e lui non lo fece.
La cosa finì lì fino a quando, una sera, io mi ritrovai effettivamente malata a letto e, effettivamente, non potevo scendere all’internet cafè. Solo che era la vigilia del giorno in cui, dopo un mese di liti e trattative, io gli avevo detto che, se si ostinava a rifiutare la mediazione del suo presidente, avrei portato la questione sul blog.
Aspettavo una sua email: a secondo di cosa mi avrebbe risposto, io avrei messo a punto il mio post oppure no. Dovevo quindi proprio scendere e andare a vedere se mi aveva scritto o no. Malata o non malata, ché non mi andava di non mantenere la parola.
E tu: “Ma non uscire, dai! Dammi la tua password che controllo io!”
E io: “Ma la finisci, con questa tua passione per le password? Non si danno! Sei una matta!”
Perché tu, in effetti, hai la mania delle password.
Sganci le tue a chiunque, con la speranza di essere contraccambiata.
E lo sai benissimo: io ho sempre avuto la password del tuo blog – e me la dovevi pure ripetere, ché me la scordavo ogni volta – e tu non hai mai avuto la password del mio. Perché a me non piace darle, e a te sì.
E mi fai: “Ok: se non mi vuoi dare la tua, dammi quella di lui, che controllo dalla sua posta inviata. Tanto la conosco già, quella casella!”
Effettivamente.
La conoscevi già, quella casella. Noiosissima, peraltro. Molto più della mia.
E quindi mi lascia vincere dalla pigrizia e dal fatto che ero “malatina”, come dici tu, e dissi: “Ok, dai. Controlla un po’.” E te la sganciai.
Mi dispiace tanto. L’ho pagata più che abbondantemente, comunque: del resto, le scorrettezze si pagano.
Dopo qualche giorno, io entrai in quella casella e cancellai in modo smaccato, spudorato, manifesto, delle email che gli avevo inviato.
Così se lo fece finalmente tornare in mente, il Nostro, che io avevo ancora la sua cavolo di password, e la cambiò.
E tu smadonnasti come una cosacca, Dacia.
Altro che i toni da matrona “muy digna” che pretendi di darti mentre commetti l’infinita bassezza di parlare di questa cosa sul blog.
Malissimo, ci rimanesti.
E sai benissimo che questo successe ai primi di novembre, come massimo.
Vederti fingere, a gennaio, che quella password potesse ancora essere attuale, è stato da vomito.
Non hai limiti.
Spaventosa, ti trovo.
Mi dovetti scusare con l’ex, poi. Ovviamente.
Mi disse che aveva ricevuto un mucchio di telefonate di gente che, dopo avere letto il tuo post, lo avvisava: “Corri, cambia la password!”
E lui, allibito: “Ma sono mesi, che non è più quella.”
Avrei voluto morire, certo. Ne sarai felice, suppongo.
Non mi autoassolvo: sono stata sciocca e scorretta e mi sono doverosamente scusata. Per fortuna gli avevo cancellato quelle email, cosa che mi ha permesso di salvare un barlume di faccia.
Ma ho comunque passato uno dei momenti più imbarazzanti della mia vita.
Pazienza: a volte si parla troppo.
Ma tu, Dacia: ti imbarazzi mai, tu?
No, vero?
3. Oh. La poligamia di Abu Shwaima. Su cui, scrivi, io sarei stata la tua fonte. E l’ex la mia.
Io, per fortuna, non ho parlato troppo solo con te. Ho chiacchierato anche con altri.
Mi colpì, questa storia di due mogli sotto uno stesso tetto, quando il tuo amico Camiletti ce la raccontò, e la raccontai a mia volta ad altri. Citando serenamente la fonte.
Chi ha parlato con noi in quei mesi, lo sa, che menti sapendo di mentire.
E quindi, spiacente: qui non c’è nessun “ragazzone” che “dovrebbe parlare di meno a letto”.
Ci sei tu che dovresti farti impiantare il chip dell’etica nel cervello, piuttosto.
Ne sei sprovvista a livelli che non mi sembrano normali.
Sembra incredibile, ma non fai altro che obbligarmi a difenderlo, questo mio ex.
Che non mi è nemmeno simpatico.
Che trovo indifendibile da mille punti di vista.
Ma se tu dici balle – di poligamia, di imam di Segrate – è evidente che mi tocca smentirti.
Che altro potrei fare?
Sei la versione femminile di Magdi Allam, santo cielo: mi fai lo stesso effetto. Non c’è nulla di meglio che attaccare le persone dicendo balle, per far sì che gli altri sospendano il proprio giudizio critico e corrano a difenderle.
E poi, santo cielo: se vuoi spalare fango su di lui, scrivendo cose di tasse e simili che io mai mi sognerei di scrivere su un blog, non puoi farlo con una tecnica un filino più onesta?
Più da donna?
C’è proprio bisogno di scriverle fingendo che lo fai per rimproverare me che te le avrei dette?
Sei stralunante: ti metti a dipingermi come un’indiscreta in privato mettendo a disposizione del vasto mondo ogni presunta indiscrezione di cui mi accusi.
Ma non ti vergogni mai?
O te l’ho già chiesto?
Abu Shwaima, dicevamo.
L’ho già scritto qua ma lo ripeto: io ti pregai in tutti i modi di non andare a tirare in ballo il Tribunale dei Minori su dei bambini che manco conoscevi.
Non si fa.
Metti in moto dei meccanismi che possono anche impazzire: non sono cose da fare a cuor leggero, giusto perché uno ti sta antipatico.
Tu non sapevi niente di lui, delle sue storie e dei bambini, se non ciò che ti aveva riferito il tuo amico.
Volevi colpirlo? Mi sta benissimo. Trovo che sia un personaggio di rara spiacevolezza, peraltro.
Ma trova un altro modo per farlo.
Lascia stare i bambini.
Ti dissi: “Ma chiama le Iene, piuttosto! O Striscia, che ne so!”
Io non ho manco la televisione, Dacia. Che me ne fregava a me?
Cercavo di convincerti a non fare la pazza, punto e basta.
Chiamasti il Comune di Pioltello perché io, da insegnante, insistevo a dirti che non mi pareva plausibile che dei bambini soffrissero i disagi su cui tu romanzavi – con una buona dose di fantasie erotiche tue, peraltro – senza che le loro maestre o i servizi locali se ne fossero mai accorti.
E rimasi sbalordita – ma letteralmente sbalordita – nel sentirti dire al sindaco di Pioltello che tu, come IADL, avevi raccolto la segnalazione di una mediatrice culturale con cui la figlia maggiore si era – dicevi – sfogata per la situazione.
Tu hai gli zerbini sullo stomaco, Dacia.
Altro che pelo.
E sei capace di dire bugie gravissime anche se non servono a niente.
Anche se ne potresti fare tranquillamente a meno.
Spero solo che non ci si sia trovata anche quella ragazza, in qualche situazione folle.
Non potevo smentirti, in quella delirante telefonata a tre.
Non avrei risolto niente, ottenendo solo di farti imbufalire e di renderti, quindi, ancora più incontrollabile.
Cercai di mediare tra voi due.
Di avere una funzione ragionevole.
E incrociai le dita.
Invano.
Ma non sapevo più come sganciarmi da te, a quel punto.
Ero in un guaio.
Eri un guaio.
E giù con le soffiate a Libero, e io che non ti rispondo al telefono per giorni e poi ti rispondo di nuovo, giusto per trovarti più fuori di zucca che mai.
E tu e l’amico tuo: “Dacci il certificato. Il certificato. Mollalo, daccelo.”
Ipotizzi che io non lo avessi, nel tuo post.
Certo che ce l’ho.
E’ qua, guarda: http://www.ilcircolo.net/lia/001119.php
Perché ognuno ha il senso dello spirito che preferisce, ed io trovai assolutamente delizioso presentarmi al Comune di Genova con quel coso super-islamico affinché me ne facessero una copia autenticata, e vedermela rilasciare “ET“, ovvero “esente da tasse”, perché “a uso divorzio“.
Ci ho riso per giorni, ché avevo il divorzio islamico autenticato dal Comune.
E’ esattamente il genere di cosa che diverte me – tu ti diverti con altri spargimenti di sangue, lo so – e non resistetti all’idea di postarlo, quel timbretto del Comune.
L’originale ce l’ha Marzia.
Gliel’ho regalato, come souvenir di un’avventura insolita.
4. Persino adesso, mentre rileggo la roba che hai scritto con sei mesi di distanza, mi cadono le braccia e mi viene voglia di smettere di replicarti.
Mi sto imponendo di farlo, ma non sai quanto sia svilente.
No, non lo sai.
Che ne sai, tu? Sono sensazioni che non provi, ne sono certa.
Quando le tue balle sfociano nel nonsense, ottieni il cocktail che più mi fa venire voglia di spegnere tutto.
Perché si può essere in mala fede, ma logici.
Oppure illogici, ma in buona fede.
La mala fede illogica, abbi pazienza, mi lascia esausta.
Ma prova a ragionare, benedetta donna: mi spieghi che cavolo vuol dire la frase: “Nella settimana dal 6 al 13 di gennaio, hai fatto girovagare telefonicamente per redazioni Y per trovare un giornale che pubblicasse il nome di H.“, come se fosse chissà quale impresa difficile?????
(E lo abbiamo visto, il disinteresse dei giornali…)
Mettiti d’accordo con te stessa: o teorizzi che mi convincevi a non venderla, questa storia, oppure teorizzi che fosse una roba tanto difficile da piazzare da richiedere l’intervento di un tizio ammannicato, per trovare ascolto.
Non puoi teorizzare le due cose contemporaneamente, nello stesso post.
Non ha senso.
A leggere i virgolettati che mi attribuisci, sembro una che si esprime con un linguaggio concettualmente miserrimo.
Mi disturbano anche solo esteticamente, quei virgolettati.
Ma davvero posso mai sembrare una che parla in quel modo?
Mi auguro che il file audio che conto di mettere a disposizione, sul blog, ristabilisca una decenza anche solo lessicale.
Soprattutto, a leggerti sembro una che non sa manco attraversare una strada, se non ci sei tu.
Viene da chiedersi come abbia potuto sopravvivere in Egitto, senza di te.
Come abbia potuto sopravvivere in generale, senza di te.
Addirittura, hai la stolidità di affermare che io avrei detto al tuo amico: “Senti, chiama il mio primo grande amore (ndr: ma quanti ne ho..!), che scrive ogni tanto sulla pagina della cultura dell’Unità, e convincilo a scrivere il nome di H.”
Ma che senso ha, scusa?
Una che avrebbe un simile rapporto con un giornalista avrebbe bisogno di farlo convincere da uno sconosciuto, per fargli fare lo scoop della stagione???????
Ma che si risponde, a un delirio del genere?
Niente, che vuoi rispondere?
Appunto.
La verità è che la fregola da scoop è tutta, tutta tua.
Tu ti sei incazzata come una iena quando, il 4 dicembre (sì, è stato un dicembre intenso) ho risposto picche al Tg3 Punto Donna che voleva mandarmi una troupe a Genova a intervistarmi.
E poi scrivi che andavo a pietire gente che convincesse i giornali a pubblicarmi?
Mi pregasti di accettare quell’intervista: “Ma ti fai inquadrare solo le mani che pigiano sulla tastiera, fallo per l’Osservatorio delle Donne!!”
Roba da matti, proprio.
Tu confondi la politica col circo, Dacia.
Questa è cialtronaggine.
Non ha altri nomi.
Infine.
C’è una frasetta, che galleggia nella melma del tuo post, che recita: “Pensa, aveva anche soprasseduto sui messaggini strani ai fratelli con i quali ti aveva messo in contatto (se ne sono lamentati, sai, non è che sei una “safe girl”, visti i precedenti…)”
Eh, già: mi è arrivata mesi fa, la tua minaccia per interposta persona: pare che tu abbia giurato di farmi passare anche per una che adescava via sms i musulmani di Roma.
Che vuoi che ti dica: ti trovo ridicola.
Vuoi trovare qualcuno che ti confermi una cosa simile?
Trovalo nullatenente, o in grado di fabbricare buone prove.
E a proposito, Dacia: tu mi hai pregato in tutti i modi di denunciarti.
Secondo me ti saresti accontentata anche solo di un link, ma una mia denuncia ti attizzava proprio.
L’ho detto: ti attizzava perché sai che non rischi niente, da brava vigliacca.
E l’hai menata e stra-menata con la mia vita sessuale – ma non ti senti una poveretta, mentre lo fai? – col mio aspetto fisico e via dicendo.
Io – che scoperta! – sono assolutamente certa che tu sia molto più casta, più morigerata sessualmente e più virtuosa di me.
Sono disposta ad ammetterlo senza problemi: c’è un abisso a tuo favore, tra i tuoi livelli di castità e i miei.
Dovresti essere giusta, però, e ricordarti che a te capitano molte meno tentazioni che a me.
Per te, essere caste, è più facile.
E le uniche virtù che hanno merito, Dacia, sono quelle che una si impone: non quelle che ci vengono imposte dalla circostanze.
Che tu abbia una vita sentimentale meno intensa della mia – mi dispiace – non è un tuo merito: è un’ovvietà su cui, se fossi in te, soprassiederei.
Non mi pare di dovere aggiungere altro, ma basta chiedere.
Salaam: io sono stata zitta fino a quando non ho avuto una sentenza da rendere pubblica: fino a quando, quindi, non ho avuto la possibilità di passare dalle chiacchiere ai fatti.
E non per caso, ma per tutte le cose che dici.
Detto questo, rimane il fatto che, d’altra parte, difendersi è un dovere.
Mi rimane pochissimo da fare ancora, a meno che gli eventi non mi obblighino ad altre inizative.
Devo finalmente rispondere al post di gennaio della Valent, per esempio.
Non per altro, ma per l’archivio.
E siccome non ho voglia di dedicarle un post, credo che metterò la risposta come commento a quel suo post e – per evitare che la stravolga – nei commenti a questo.
L’ho scritta una settimana fa: vedo se ci sono punti da aggiornare e, sennò, posto ed amen.
Vi chiedo davvero un altro granello di pazienza e basta: vorrei lasciare in sospeso il meno possibile.
;)) dedica, per chi la vuol capire: http://www.youtube.com/watch?v=EMXu5fUPc0Y
Uhm: ho integrato giusto un paio di frasi, rileggendo.
Ma sono dettagli minimi.
Sto ancora pensando al commento di Salaam.
Ragazze: c’è un mucchio di gente in buona fede che si avvicina alle tematiche islamiche e, per come è messa internet – anche per mia responsabilità di sponsorizzatrice, purtroppo – incappa dritta dritta in questa gente.
A me sembra un dovere dirle, ‘ste cose.
Davvero.
Jcm: affronterò il discorso che proponi, ma c’è una questione previa.
Ed è che questa non è una “sinistra”, ma una banda del buco.
Qui il problema non è la politica in sé, ma l’occupare spazi per trarne vantaggi: ci ho messo tempo, ma l’ho capito persino io.
Leonardo: http://www.ilcircolo.net/lia/000810.php
Lia ho appena letto il link che hai mandato a Leonardo e il commento di ronda:
“Le posso solo dire che se dovesse scegliere di tornare in Italia ci sarà un duro lavoro ad attenderla. Potrebbe vivere questo rientro sciagurato un po’ come una missione, perchè c’è davvero bisogno di gente come lei. Ne hanno bisogno gli italiani quanto gli stranieri…”
Lia contatta subito questa tal ronda che e’ una profetessa seria ed affidabile, altro che oroscopi e cartomanti!
Un saluto e su col morale
dopo aver attentamente soppesato e confrontato….quoto Lia delle 19:19.
saluti
Rubimasco
Il silezio di Martinez e della Valent sta diventando imbarazzante ( per loro , ovvio )
Staranno escogitando qualcosa.
Cercando alleanze a sostegno di balle, in nome di vecchi favori o di qualche segretuccio condiviso. O di semplice strumentalizzazione di qualche buona fede.
Come se non avessi imparato a conoscerli.
Comunque sul sito di Martinez stanno passando commenti che non sono altri che insulti , osceni perdipiu’.
Uno spettacolo vergognoso
Mi chiedo se il proprietario del sito possa / debba permettere questo schifo
;) ..eh carlo, gli tocca! se non vuole che qualche amico gli faccia un occhio nero. fisicamente. – scherzo naturalmente, l’importante è che non cassi quelli contrari all’orgia bullistica ché, anche se si affrettano a farli scivolare. la responsabilità resta di chi scrive, non sua. e, riferendosi a una persona ormai resa identificabile – e proprio col loro entusiasta concorso a quanto pare – è una responsabilità quel ninin più corposa di quel che potrebbe apparire. quindi è bene che li lasci a futura memoria. nevvero, Lia? ^__^
Dunque: mi è appena stata esplicitamente NEGATA l’autorizzazione a mettere a disposizione il file audio di quest’intervista: http://www.ilcircolo.net/lia/001136.php
nonché alcune comunicazioni scritte a proposito della (o delle ) talpa/e.
File audio che smentirebbe senza problemi tutte le balle raccontate dalla Valent sulle mie presunte smanie scandalistiche, tra le altre cose.
Poi vedo che si continua a fare il nome di Camiletti, nei commenti di Kelebek, e che la Valent va dicendo in giro che quell’email l’avrei mandata io.
Ora, chiariamoci: quello che io so è che l’articolo di Allam è uscito due giorni dopo la mia rottura con la Valent e con Camiletti, i quali sono cari amici. Rottura dovuta alla mia ostinazione nel non assecondarli.
Poi so che, per quanto mi riguarda, quella email l’avrebbe dovuta avere lei ma non lui.
Poi so che Martinez mi ha esplicitamente fatto il nome di costui.
D’altra parte, mi pare che Allam parli di “destinatari”, e Camiletti non è mai stato uno dei destinatari della MIA email.
Gli potrebbe solo essere stata inoltrata da qualcuno, ma è una voce che a me è stata riportata, il fatto che lui l’avesse, e su cui non ho nessuna prova.
Infine, so che nel post di gennaio in cui attaccava me, la Valent difendeva Camiletti.
Quindi, ripeto: io non so con certezza chi abbia mandato la email. Però so con che toni ci siamo lasciate io e l’urlante Valent, due giorni prima dell’articolo di Allam.
Racconto quello che io so, quindi.
Cara Lia, è da molto tempo che ti leggo, qualche volta con diletto altre meno, senza mai commentare.
Lo faccio adesso per esprimerti la mia solidarietà e simpatia per quanto sta avvenendo sullo spazio commenti di Kelebek.
Sono intervenuto per domandare se la Dacia fosse questa tipa qui http://www.flickr.com/photos/fiordiblog/13051912/in/set-317513/ e ho aggiunto che in tal caso capivo benissimo la chiusa del tuo commento a risposta del suo vergognoso post di qualche mese fa, nonché il suo livore per la tua vita sessuale attiva e, spero, allegra.
La mia domanda è stata cancellata e i commenti chiusi e qui ci vorrebbe la faccina attonita che non so come si fa.
Possibile che una donna apparentemente così granitica su tante cose crolli sui chili di troppo?
Passerà anche questa, tranquilla, passa tutto.
Non vogliono che si postino prove ?
Gran brutta cosa direi .
Fossi in te dedicherei un post al diniego di costoro , fatti come questo chiariscono bene chi ha torto e chi ha ragione
Un altro argomento da sviluppare potrebbe essere il rapporto ( interrotto a quanto pare ) tra l’ Ucooi e l’ Iadl che dimostrerebbe che non sei la sola a non voler avere piu’ nulla a che fare con determinate persone /organizzazioni e supporter
E’ uno strano silenzio, in effetti.
Ma comunque la cosa più inquietante è il tono generale dei commenti. Io non faccio parte di questa kilombiana cricca, non conosco i commentatori e non frequento i loro blog o i blog che frequentano, ma da questi pochi giorni mi sembra evidente siano persone che hanno un modo di gestire le relazioni con l’esterno pericolosamente deviato. A un certo punto ho “dovuto” chiedere a un amico completamente estraneo alla vicenda di dare un’occhiata a quei commenti e farmi confermare che si tratta di persone seriamente disturbate – iniziavo a pensare di essere impazzita… Già non ho la testa completamente a posto, ma trovarmi immersa in un’arena di pazzi sbraitanti è stata un’esperienza fortemente destabilizzante. Non sono ironica, dico sul serio.
Ogni tanto capita di trovarsi, in discussioni sul web, a litigare con persone stolide, ma spesso si tratta di ragazzini intorno ai vent’anni, ignoranti (giustamente, forse) in tutti i sensi del termine. Ma qui si parla di trentenni e quarantenni, che esibiscono le loro lauree come un vanto e non come quello che sono, cioè un’aggravante.
Lia, la tua risposta al famoso post di Dacia è, punto per punto, quello che immaginavo e che speravo/aspettavo che dicessi. Non solo ti sei difesa, ma difendendoti hai attratto contro gli scogli la nave dei folli, che spero venga rispedita al largo il prima possibile.
Che angoscia.
E che possono dire, d’altra parte?
Quello che possono fare è ciò che fanno: essere minacciosi, cercare di intimidire, fare confusione, spargere i miei dati in giro e via dicendo.
Magari esercitando, come nel caso di Martinez, la censura descritta da Ross: il link alla foto della Valent lo toglie di corsa, il Nostro.
I miei dati, però li lascia. :)
Un ometto, trovo.
E spero che tutto ciò sia servito a mettere in guardia altri, francamente.
Grazie della risposta – anche per me sarà una questione prevalentemente economica_
No, scusatemi ma io devo salvare qui questo commento: http://www.splinder.com/myblog/comment/list/12913801#cid-35088473
Lo trovo imperdibile: credo che sia una delle migliori chicche-trash mai lette su internet.
Abbiate pazienza, ma non può andare perso.
15:43, 08 luglio, 2007
Facciamo un piccolo punto sul sesso, che ho pure tentato – all’epoca – di spiegare a Lia, naturalmente incompresa.
Vale per me (e quelle come me, naturalmente), sono scelte personali che non coinvolgono il collettivo.
Io credo nella la sacralità del corpo delle donne, credo che il nostro vivere, il nostro godere, il nostro partorire a volte, le nostre mestruazioni, siano misteri che vanno “festeggiati”.
L’entrare nel nostro corpo non è, non può essere una scorciatoia semantica o una cosa da opporre di fronte a rifiuto della responsabilità de partner.
Accogliere un uomo dentro di se presuppone, per me, la conoscenza dell’uomo, che non si esaurisce in una cosa da 5 giorni, tipo controllargli le dimensioni del pacco, verificare l’umidità vaginale e farsi esibire l’estratto conto bancario.
Conoscere un uomo vuol dire averci litigato, sapere ci è, come si rapporterà con la propria gente, essere pronta a proteggerlo no matter what.
E per questo fare ci vogliono ovaia.
Non si tratta di allargare le gambe e prendersi un uccello, si tratta di rispettarsi e di sentire quello che si giusto non solo per se stesse ma per le persone che ci circondano.
Le gambe si allargano quando piace a no, è vero, ma quando l’allargarle non ci degrada e non ci rende una vergogna per il resto delle sorelle.
Io sono felice di dire che gli uomini che ho accolto dentro il mio corpo li conto sulle dita di una mano. Per sempre.
Forse una donna meno strutturata di me, dal punto di vista della pruderie, potrebbe averne accolti mille e sentirsi tranquilla. Ma io sono cresciuta credendo che il corpo fosse importante e fondamentale nella mia vita. Il corpo è l’albergo dell’anima, è il luogo dove i nostri pensieri riposano e si esercitano.
Dicevo, forse un’altra donna potrebbe sentirsi tranquilla a condividersi con uno incontrato il giorno stesso e a sposarcisi dopo 5 giorni. Io no. Mi dispiace, è un mio limite che mo avere perché me lo ha raccontato Madre con l sua voce calma.
Diciamocelo, sapevo come sarebbe finita. Magari non esattamente, ma dalla Lia si conosce sapevo che la questione girava tra cazzi e soldi e quindi sapevo che dovevo aspettarmi di tutto, o fatto i miracoli per mantenere tutto entro certi binari. Ma credevo che fosse una questione che si poteva riferire al punto di vista dell’affollamento delle sue mucose vaginali, ero convinta di quello che scriveva, del fatto che avesse in qualche strana maniera a cuore la comunità.
Evidentemente mi sbagliavo, ma la vita sono una lunga sequela di sbagli su cui, se si è fortunati si ride di gola e se invece non lo si è si piange disperatamente.
Non giudico chi scopa molto, mi fanno pena le persone che scopano per evitare di parlare, quelle che scopano per evitare di approfondire, quelle che il sesso lo vivono come succedaneo, ma giusto perché ci abbiamo le tette e la figa.
Io le ho le tette, ho anche la figa. Ma è sempre e solo dell’uomo giusto. E, soprattutto, dei miei uomini ricordo i loro codici fiscali. Tutti.
E questo, francamente, mi piace.
Dacia Valent
p.s.: anche io fornirò la mia foto appena la Marilena Allegretti finirà il lavoro, care Erika e Barbara (ciao bella bionda!), sia mai che riesca a cambiare l’attuale morsetto con uno che mi si voglia sposare anche se sono la Dacia Valent.
;) ..certo Lia, i tuoi dati li lascia, l’amico, veri o inventati essi siano. è un comportamento che noi due abbiamo già visto nel tempo passato, in altri loculi virtuali, non è vero? e non ne eri tu l’oggetto, quella volta. neppure eri il carnefice eh, intendiamoci! eri solo una passante, come lo sono io, forse eri solo quell’attimo più “privilegiata” per qualche “preesistenza” o mescolanza materiale. bene, in quest’ultimo paio di giorni ho ricambiato i tuoi tentativi [inascoltati all’epoca dalla boria vagante in quel loculo] di correttezza – per altro piacevolmente ironica – di allora quando ti capitava di “buttar l’occhio”. -**- ché di questo si tratta, infine.. buttar l’occhio. e su questo spesso si gioca.. o si spera. o si estrae. ;) -**- è un viaggio strano il virtuale, un viaggio di occhi diversi, “mentali”. -**- quello che forse non hai visto e di conseguenza forse non sai è che in “quel” loculo ti amano – e non sto scherzando – ti amano tanto da aver avuto la bella idea, e proprio quando è scoppiato il tuo caso, da comportarsi virtualmente esattamente come Dacia e i suoi accoliti han fatto con te. con una miscredente di passaggio naturalmente. ^____^ -**- e neanche volessero “testare” una possibile reazione, magari diversa dalla tua.. “ometti”, come hai definito tu, certo, sarà così.. io non riesco a dirlo, ci vedo qualcos’altro, qualcosa che mi da una tristezza infinita per quelli di loro – non tutti – che si prendono sul serio nella loro proiezione di nick e che probabilmente correrebbero a nascondersi come pavoni senza coda se ricevessero lo stesso trattamento che dispensano, per quanto virtuale, incatenati come sono nella forma solida delle loro stesse parole. -**- ..perché te lo racconto..? perché so che sai cogliere l’ironia. ;))
Mi pare assolutamente volgare questo commento della Valent, e tutto questo citare fighe e cazzi “freudianamente” molto interessante, altro che Anna O… Comunque si vede che non ha grandi argomenti e cerca di sviare il discorso attaccandoti su questioni per i quali nutre un interesse preoccupante e probabilmente un’invidia nascosta che la rendono piú feroce e scarsetta nella prassi. Vabbé, con commenti come questo non fa altro che darti la ragione.
Ma la Valent come ha fatto a ingrassare così?
Coi buoni sconto della Coop di Roma?
http://www.legacoop.coop/index.php?action=vis_pag&cod=2431
Che dire Lia,
la “casuale” chiusura dei commenti ha impedito ogni replica a questa profonda (e penetrante) lettera di Dacia, quindi mi risparmio anche qui dal commentarla punto per punto anche se ci sarebbero tante cose da dire, giusto per ridere sai.
Spero solo che non l’abbia scritta per guadagnarsi la solidarieta’ delle donne che come lei contano i loro compagni sulle dita di una mano, visto che anche quelle si contano sulle dita di una mano.
La sacralita’ del corpo…mmm…mettiamo e ammettiamo che certe cose siano “peccatucci” della carne, visto il pulpito da cui viene la predica, uno non puo’ far altro che constatare che esiste un certo equilibrio in natura: laddove certe donne espiano i peccati della carne con l’astinenza dai peccati dell’anima, altre espiano quelli dell’anima (leggi: etica) con l’astinenza dai peccati della carne, e si che con cotanta carne “albergo dell’anima” ce ne dev’essere tanta li’ anche di anima, e tutta da espiare, pensa che fatica.
Arrivata a “o fatto miracoli” senz’acca mi sono arresa e non ce l’ho più fatta a continuare mannaggia. Comunque Lia sarebbe stato bello il gran finale con la poesia di Raboni…..
Non avrei scritto altri commenti se Lia non avesse postato quel commento di Dacia Valent, che io chiamerei “Tra cazzi e soldi”, per intenderci_
Io negli ultimi mesi commento spesso sul blog di Miguel, che considero uno dei migliori e più interessanti della blogosfera italiana, firmandomi L.M, per rapidità_ Ma di tutta questa vicenda me ne è fregato molto meno di zero – anche perché non conosco nessuno dei protagonisti_
Ho dato qualche scorsa veloce – ogni tanto – soprattutto per capirci qualcosa, e per curiosità gossippara da Bild-Zeitung_
E devo dire che avevo notato anch’io il suo delirio e selvaggio effetto boomerang_
In generale non considero la Valent un personaggio della blogosfera nostrale fra i più ridicoli, o da circo, anzi tutt’altro_ Però mi è sempre sembrato che avesse una personalità un po’ tendente al neurodelirio – ma nel delirio ci sono sempre scintille e semi di espressione artistica – molto bello il suo ultimo post “Il viaggio”_ Direi che come creatività e spunti lei e Lia sono abbastanza equivalenti, su territori completamente diversi – come paragonare Antonioni a Sautet, o Constable a Tiepolo_ E devo riconoscere che la Valent a volte ha immagini e linguaggio laceranti e chiari come comete_
Ma altre volte trovo le sua posizione, le finestre da cui osserva il mondo, come affacciate sul reticolato di confine fra rabbia violenta e patologia mentale, con la realtà ormai lontana, laggiù, verso l’orizzonte_ Ovviamente questo è solo un giudizio senza molta concretezza, basato solo sui suoi scritti_
E questo commento “Tra cazzi e soldi” mi è sembrato assolutamente indicativo – uno schifo_
Vorrei chiarire che dico tutto questo senza l’intenzione di prendere nessuna parte, o difendere, accusare qualcuno, perché non ho nemmeno il più minimo elemento – e anche un disinteresse immane e assoluto_
Del resto, se quell’informazione avesse valso davvero 50.000 euro, può averla passata chiunque, anche mia nonna – pax secum_
mi chiedo perche’ l’ Ucoii non pensa a costruire una propria struttura per difendere i musulmani dai continui attacchi di certa stampa, certi politici etc…
Ho letto che Picardo ha rotto i legqami con la Iadl ma un ” qualcosa ” che difenda gli islamici mi sembra necessario , naturalmente un qualcosa di molto serio e trasparente
Non so se paeerai questo commento, perchè ho visto che la stragrande maggioranza (quasi tutti) i commenti qui presenti, sono a tuo favore, o Lia, il che contrasta in modo palese, per esempio, con la condotta di Martinez che ha messo a disposizione il suo spazio, cancellando i commenti insultanti in modo bipartisan.
Mi sembra deleterio il fatto di aver tirato fuori questa storia della lettera ad allam dopo mesi di distanza. Deleterio aver gettato discredito su persone che si dedicano alla causa antimperialistica, con motivazioni peraltro molto personali.
Non è che Lia di Harmlik è il centro dell’universo. La prova vivente che Allam è scorretto e che martinez, Dacia e sherif siano corrotti o vogliano “coprire qualcuno”.
Se le volevi davvero, le liberatorie le chiedevi privatamente.
Piangere perchè “Non han messo il link” o perchè “han posto delle condizioni” è patetico e contraddittorio. Nessuno infatti contribuisce a caricare la catapulta con cui tu intendi ricoprirlo di escrementi. Io non l’avrei fatto e secondo me la tendenza di “far favori” a chi sputtana pubblicamente per chiedere qualcosa è proprio di gente come teresa di calcutta (pochi quindi).
Il loro silenzio in merito è sacrosanto e dignitoso, rispetto alle cose che hai raccontato tu, che , tra fatti che rimandavano ad altri fatti, non necessariamente comprensibili per chi non ha seguito interamente la storia, e che quindi risultano essere funzionali solo alla tua libertà di insulto.
Chè quella è la funzione comunicativa di quest’ultimo post.
Meschino è anche il tentativo di screditare Dacia con la storia dei telefonini. Ho avuto un marito che lavorava in telecom e si occupava proprio di queste “convenzioni aziendali”. Non sono niente di speciale e non screditano proprio nessuno.
Meschino anche il tuo tirar fuori la moglie di martinez in quel tono insinuante: non c’entra niente con questa storia, non ha avuto nessun ruolo e il fatto di averla menzionata tradisce una voglia di vendetta attraverso il pettegolezzo e il discredito che non ti fa affatto onore.
Se alla fine l’alone con cui tu vuoi far uscire da questa storia queste persone come “psicopatici” e “sleali”, sappi che questo stesso alone è caduto addosso a te, che manifestandoti negli gli sproloqui deliranti con insulti pesantissimi , magari non volgari, detti piu o meno tra le righe, hai detto di te stessa molto di piu di qualunque cosa avessero potuto dire loro.
Non hai fatto un bel servizio nemmeno a te stessa, senza portare a casa nulla, dando adito ad un impulso di vendetta personale che non trova grosse giustificazioni se non nel tuo egocentrico istinto di rivalsa, che osservato con oggettività, a me sembra un sentimento da poco.
Questo è quello che mi è sembrato e auspico che tu ti debba fare lunghe vacanze e godertele, cercando una serenità che, nella foga di questi post fangosi, mi pare sia stata da te un po’perduta.
Cloro
Martinez ha riaperto i commenti con questa eloquente introduzione :
“Visto l’eccezionale successo di pubblico ottenuto – non certo per merito mio – dall’esilarante tema delle vicende sentimentali di Lia di Haramlik e relative ricadute globali, si riaprono qui i commenti in merito.”
….
Cloro: io cancello solo i commenti deliranti. Se uno espone in modo logico le sue argomentazioni, non lo cancello.
Comunque:
1. Martinez ha gestito i commenti in modo a dir poco ambiguo. Altro che bipartisan.
2. Tirare fuori questa storia era doveroso, nel momento in cui avevo dei dati precisi e ufficiali.
Sei mesi fa, questa gente ha sguazzato nel fango di ogni possibile illazione: non ho replicato perché volevo, appunto, dati concreti. Lo dissi allora, e ho mantenuto ciò che dissi. Credo che lo dovevo anche a un po’ di gente.
Non avevo nulla da chiedere “privatamente” a persone che considero coinvolte in questa storia molto più di quanto non vogliano dire. Né loro hanno mai chiesto qualcosa privatamente a me, prima di andare a delirare sul mio conto nei loro blog. Ho segnalato i loro post di gennaio scorso: direi che non è gente che meritasse grandi attenzioni da parte mia.
3. Non piango affatto: rido, caso mai. Del loro avere brigato con la vignetta di Biani senza uno straccio di permesso prima e di spiegazione poi, del loro rispondere a richieste concrete con dei cippalippa da adolescente, della vigliaccheria di rispondere senza affrontare apertamente il post a cui stanno rispondendo. Rilevo dei comportamenti, punto e basta.
4. La IADL è un’azienda? E’ un’ipotesi sensata. Io direi che è qualcosa a scopo di lucro ma che, a differenza di un’azienda, non brilla per trasparenza su conti e soci.
Ma ne riparliamo, tanto.
5. Sulla moglie di Martinez non ho “insinuato” niente. Ho scritto che MARTINEZ mi disse che la mia vecchia lite con sua moglie (anzi: la sua con me) aveva un ruolo importante nel suo comportamento di gennaio. E mi sono limitata a postare i link dell’episodio – pubblico e in rete – a cui si riferiva.
Se a te pare meschino questo, non so che dirti. Ti ricordo che la Valent ha sparso il mio nome e cognome per mezza internet, anche sul blog di Martinez. La moglie di Martinez fa il mio stesso mestiere. Sono certa che a Martinez non piacerebbe, che io usassi i metodi meschini della Valent.
Forse bisogna ridare un significato alla parola “meschinità”, non trovi?
6. Di aloni, questa gente me ne aveva tirati addosso un bel po’ a suo tempo.
Sapendo benissimo di essere in malafede.
Quello che io sto dicendo è che, appunto, erano in malafede.
Credo di essere nel mio pieno diritto di farlo, e credo anche di rendere un pubblico servizio facendolo.
Be’, Carlo: una volta chiesi a qualcono che tipo fosse Martinez, dal vivo. Mi venne detto che era un tipo con qualcosa di fortemente femminile. E, in effetti, sbagliavo a definirlo un ometto.
E’ una signorina, il nostro Martinez.
Dai. Ma io so leggere eh? tu scrivi:
Alla mia prima richiesta di spiegazioni (“Hai intenzione di colpirmi da qualche parte pure tu?”) Martinez risponde ricordandomi (eh, sì…) una lite che io ebbi con sua moglie più di un anno prima.
La lite, peraltro assolutamente puerile, è questa: http://www.ilcircolo.net/lia/000925.php a cui seguì questo: http://paniscus.splinder.com/1131846125#6275936 e questo: http://paniscus.splinder.com/1132526931#6351357
E mi ricorda che, a un certo punto di quella sciocchissima lite, io gli avevo detto che “mettevo i miei sentimenti anche al di sopra dell’amicizia”, rivelandomi di avere basato i suoi rapporti con me, da quel momento in poi, sulla base di questa mia affermazione.
Cioè. L’hai messa dentro una tua interpretazione dei fatti. Hai insinuato che lei c’entrasse nella faccenda.
NON SOLO: hai pubblicato i link dove litigavi con lei, mettendo al corrente gli astanti dello “spettacolo da ballatotio” che vi aveva visto protagoniste.
Il tutto in un contesto deciso da TE unilateralemente. E potrei contestare tutte le cose che opponi,se avessi volgia di dilungarmi, solo copiaincollando estratti dei tuoi post.
RELAX…and vacation.
Cloro: né l’ho messa dentro una “mia interpretazione dei fatti”, né ho insinuato che lei c’entrasse nella faccenda- Corriere.
Ho semplicemente spiegato il punto di vista di Martinez e la sua dinamica mentale, che credo arrivi dritta dalla sua formazione in una setta.
E ho pubblicato i link della pubblica discussione a cui si riferiva Martinez, e in cui non mi pare di avere partecipato a “spettacolo da ballatotio”.
Guarda: se sei disposta a discutere sulla base di un minimo sindacale di onestà intellettuale, io ci sto pure.
L’importante è che ci sia quel minimo.
Cloro, sono passata dal tuo blog ed ho trovato una ragazza bella, che scrive cose interessanti e assolutamente apprezzabile in tutto quello che ho trovato sul tuo blog.
Penso però che tu non abbia letto tutti i post di Lia…o che non li abbia letti bene….o non voglio pensare niente altro, perchè veramente il tuo blog mi piace assai e non posso accettare altre versioni per questa tua ostinazione nel discutere,come discuti, gli interventi di Lia.
Lia, l’unica cosa che concordo, con la Cloro che leggo qui, è: RELAX…and vacation. E lascia che chi è volgare anneghi nella sua volgarità e chi mente si tormenti nelle sue menzogne. Basta non meritano tutta l’importanza che stai loro regalando; dicevano gli antichi: è inutile dare le perle ai porci.
“cloro”, ti ho letto con attenzione e permettimi di rilevare che nella tua filippica dimentichi qualcosa d’importante.. a mio vedere naturalmente. dimentichi appunto che Lia – che fino a quel dato momento era un nick che si raccontava finché vuoi ma ben attenta a non coinvolgere persone – ora è una persona sbattuta in prima pagina nonché abbastanza travisata. e quindi spogliata a forza del suo raccontare e raccontarsi con levità. e la colpa di questa violenza – che grazie alla stampa è ora affar di tutti – non va addebitata solo alla leggerezza di Allam bensì – e anche forse qualcosa in più – a chi ha concorso con lui, ingolosendolo con una corrispondenza privata. quindi ora è inutile che si pretenda che Lia sia una novella Madre Teresa. e tu – che par ne sappia quanto me ovvero quasi nulla – non hai alcun diritto di giudicarla o tentare di sminuirla con richiami al “buon senso” di uno spettatore distratto. prima leggiti l’intero copione senza fartelo riassumere da qualcuno e pensa – e sinceramente – con te stessa a quale sarebbe stata la TUA reazione al suo esatto posto. quella vera, spontanea.. ché potresti anche accorgerti che imbracceresti un fucile, vero. oppure potresti correre a nasconderti.. quello che in fondo consigli. sempre che quello che consigli sia scritto in buona fede. io ho letto parecchie porcherie ieri in quel posto e non mi pare proprio di aver visto una “cancellazione bipartisan”.. a parte forse qualcuno di quei post “sodali bipartisan”.. ad alternanza. che poi cancellare non serve a nulla ché la memoria resta a chi ce l’ha. ma può darsi che sia stato fatto stanotte.. non vado certo a rileggere per scoprirlo, mi ricordo. anche perché han fatto di tutto per riferirlo a una persona precisa. persona, non nick che scrive in un blog.
personalmente l’unico post della valent che ho avuto occasione di leggere e’ quello del 8 marzo 2007 e mi e’ bastato per farmi un idea della signora.
Metto qui una risposta a un commento di Paolo B al mio blog. Paolo B dice di averlo postato anche qui, su Haramlik, e quindi mi sembra corretto anche verso di lui portare qui la mia risposta, da pubblicare ovviamente solo se pubblichi il commento di Paolo B a cui rispondo.
A me va benissimo che tu scriva qui, e mi sembri anche il più lucido sostenitore di Lia, quindi preferirei che tu restassi.
Io ti invito a chiedere scusa per un’affermazione molto precisa.
Tu non hai scritto, “sospetto che uno di questi tre potrebbe essere l’agente di Magdi Allam”. Sarebbe stata una tua opinione personale, fattualmente errata ma lecita.
Tu invece lo hai presentato come fatto, ed è un “fatto” falso, nel senso che non è stato nessuno dei tre, cosa di cui è perfettamente cosciente anche Lia. Ed è questo falso di fondo che surriscalda l’atmosfera di questi commenti.
L’unica prova che porti di un’affermazione gravissima (e, ripeto, falsa) è che nessuno dei tre abbia esplicitamente negato di esserlo.
Ora, ti potrei chiedere di negare esplicitamente e pubblicamente: sei stato tu a organizzare l’attentato alle Torri Gemelle?
Altrimenti, al prossimo post, affermerei come fatto che tu ne sia stata la vera mente.
Non lo faccio; e ti invito a non utilizzare una simile tecnica qui.
Tutto qui: non ti invito a chiedere scusa delle tue opinioni, ma solo di averle presentate come fatto certo.
E’ più chiaro così?
Miguel Martinez