An-nisa chiude, pare, e si spegne un’altra lucetta dell’epoca in cui pareva che si potesse scoprire e dire qualcosa che avesse un senso, tra gli ‘innamorati di islam’.
Ricopio una parte del suo post, senza commenti.
An-nisa si ferma qui.
Per sempre, oppure solo per un po’.
Ormai di siti e blog dedicati alle donne musulmane e soprattutto al codice comportamentale femminile islamico ne trovate a iosa in giro per il web e questo non può che rallegrarmi. Quello che invece mi intristisce, mi spaventa e mi annoia è che, per il momento, il mondo islamico italiano – e non solo italiano – non ritiene possibile che possa concepirsi un blog femminile in cui le donne musulmane raccontino le problematiche profonde del vivere su un filo teso, avanzando con passo traballante in bilico tra due baratri ugualmente profondi e pericolosi.
E’ invece conveniente che vi si parli sempre e soltanto di quanto è bello, forte, facile e plateale essere musulmane di frontiera, l’avanguardia dello spirito, l’apoteosi.
Vi si deve raccontare di quant’è stato difficlle combattere il kufr, di come si era prigioniere e di come ci si è liberate dal giogo dell’occidentalismo ad oltranza, inshallah qualcuno vi spiegherà cos’è la sakinah. Altrove vi si parlerà delle mogli del profeta – saas – e di tutte le donne dell’islam che hanno combattuto e combattono per affermare i propri islamici diritti, per il femminismo, per diventare qualcuno, per non essere picchiate dai mariti, per non avere una co-moglie o per averla, per la propria terra, per i propri figli, per il jihad, per il diritto di mettere l’aceto nell’insalata.
Noi, però, aspettiamo un blog che sappia raccontare le storie di donne musulmane in carne ed ossa, di donne “normali” che ridono, piangono, s’innamorano, rimangono deluse e qualche volta accettano e qualche volta si ribellano, che vanno al di là del codice e delle etichette.
Qui abbiamo solo scherzato: una prova squilibrata e senza contenuti, un calderone a metà strada tra un diario e dieci manifesti che illustrano modi – non tutti islamicamente certificati e menomale – di essere, oggi, donne musulmane in Italia.
Spero sia stato interessante e, qualche volta, anche un po’ divertente.
Posso commentare solo che mi dispiace, ecco. E che la capisco, cosa che mi dispiace ancora di più.
un giorno durante un mio soggiorno in un Paese Arabomi sono chiesta, porca miseria ma i terroristi dove sono? qui trovo solo gente “imbastardita” a sbattersi per pagare le bollette della luce, cercare di far studiare i figli e arrivare alla fine del mese…Bah, pensavo di trovarmi in mezzo ad un carnevale continuo, con gente che si veste con abiti lunghi, ma mette anche i jeans, insomma, incredibile, i musulmani sono come noi, normali, incazzosi, religiosi, non religiosi, ricchi, poveri, middle class, con figli, senza figli, ahò, vuoi vedere che gli unici musulmani (e musulmane oppresse per veli e quant’altro) me le sono lasciate tutte in libreria in Italia? E si che me li sono letti tutti e qualcno pure comprati…e mentre a casa di amici (eh, si, perchè quando viaggio NON VADO NEI VILLAGGI TURISTICI ma a casa di gente “normale”, come me, come te…) sgranavamo un cesto di fave pensavo che in fondo magari a fare un giro nelle LORO librerie avrei trovato libri di donne OPPRESSE nella nostra civilissima europa…
Peccato averlo scoperto solo ora che chiude… però molto bello.
mi piace molto l’immagine qui sopra, ma non riesco a leggere: cosa c’è scritto?
grazie,
v.
ed o che fin qui me la sono pure persa… peccato. Un saluto, Lia cara. Era da tanto che non passavo qui…. ma mi piaci sempre un mucchio. Vorrà dire che da qui si continuerà comunque a parlare di islam e di donne, e di tanto altro ancora, no? E magari ci verrà a trovare anche An-nisa… bah…. che poi perchè ha dovuto chiudere? Si potranno sapere i particolari?…. besos a todos
qarmida