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Non è un segreto che, da quando sono incappata nel fenomeno degli Svoltatori via Islam, seguo con interesse ciò che accade nei mondicelli che, a mio parere, rappresentano una straitalianità alla Alberto Sordi trasferita su argomenti che, in paesi diversi dal nostro, sarebbero seri quando non drammatici. Non qui, ahimé.

Torno da scuola, quindi, e do uno sguardo al solito Kelebek dove c’è Miguel Martinez che, tutto contento, segnala che un suo articolo è uscito in una raccolta di saggi dell’Editoriale Jouvence, e pubblica l’indice del saggio – L’Iran e il tempo: una società complessa – dove spicca il nome di Pino Arlacchi che, apprendiamo, cura la presentazione e la chiusura del volume.

Tutto normale, se non fosse che arriva un altro autore tra quelli presenti nel volume, tale Alessando Cancian, poeta (ricercatore a Siena) (ci rinuncio, non capisco cosa faccia questo signore), il quale ti spiega tra i commenti che la presenza di Pino Arlacchi nel volume è dovuta al fatto che:

L’Editore voleva un nome “di prestigio” (anche lui ha le sue esigenze) e siccome l’iranistica non ha mai reso famoso nessuno, bisognava trovare un nome noto che avesse qualcosa a che fare con l’Iran [sic!].

E, siccome la scortesia è spesso garrula, chiosa:

E poi devo dire che mi piaceva accostare Arlacchi e Miguel: altro materiale che complica la sua misteriosa biografia. Sarà divertente vedere come i suoi detrattori collegheranno le informazioni :-)

Bah. Come vuole che le colleghino, signor Cancian? Osservando che un certo opportunismo gossiparo (il “nome di prestigio“, gessù) di Miguel Martinez è condiviso, pare, dalle sue frequentazioni.

A margine: ci rendiamo conto che, per un poeta per un ricercatore, le parole possano assumere significati che non sono necessariamente quelli letterali. E tuttavia è la prima volta che ne vediamo uno che usa il termine “misterioso” come sinonimo di “losco“. Suppongo che Cancian sia il nuovo capostipite della corrente eufemistica della poesia ricerca contemporanea.

(Nota: io ho corretto perché il buon Cancian mi ha fatto cortesemente notare che non è poeta, però diciamo che sarebbe stato meglio se lo fosse stato. Da un ricercatore, una si aspetta un maggiore rigore nell’uso dei termini.)