Bene: questo geniale provvedimento – fino ad ora lo avevo rimosso dai pensieri per non rovinarmi il rientro ma, insomma, c’è e si nota – è destinato a peggiorarmi di moltissimo l’esistenza, e sono furiosa oltre che dispiaciuta. “Ma non si può protestare?” ho chiesto, quando un po’ di gente sconsolata mi ha dato la notizia. “E chi protesta, ormai?“.
Per arrivare a casa mia bisogna attraversare una serie di vicoli dimensione-budello percorribili solo a piedi e francamente inquietanti, se non c’è nessuno in giro. Tutte le volte che mi è stato chiesto: “Ma non hai paura a vivere lì?” ho sempre risposto che non c’era nulla di cui avere paura: “Ma va’: è pieno di locali e di gente, sono tranquillissima“. Adesso, l’altra sera, ho sperimentato il rientro dopo l’ordinanza del sindaco: un deserto, appunto. Io e i topi, e io che mi sbrigo ad aprire il portone il più in fretta possibile con la certezza – ma la certezza, proprio – che mi succederà qualcosa, prima o poi, in mezzo a ‘sto deserto. Non è statisticamente pensabile che una donna sola possa attraversare una serie di budelli bui, ogni volta che rincasa, e uscirne incolume. E pensa che è stato possibile grazie alle “norme sicurezza”, un provvedimento simile.
Il mio palazzo è ricoperto di impalcature, lo stanno ristrutturando. Nel budello in salita che lo costeggia, le impalcature formano una specie di nicchia dietro cui si infilano i tizi che commerciano in bustine, quelli che devono fare pipì e, in generale, chi si vuole nascondere. Mi è capito di trovarci qualche faccia da galera, lì dietro, imboccando la salita. Ma 20 metri più sopra c’era il locale che ho sotto il portone, e i ragazzi che ci lavorano dentro erano lì a guardarle in cagnesco, le facce da galera, ed io passavo tranquilla e poi glielo dicevo: “Cavoli, meno male che ci siete voi qui sotto, ché sennò mi spaventavo sul serio, guarda.” Be’, adesso il locale è chiuso, quando rientro da una cena o dai cavoli miei. Fantastico. E, appunto, manco un taxi posso prendere. Non ci passano le macchine. A piedi, devo farmela, e per un bel pezzo.
Non so cosa hanno creduto di fare, con questo provvedimento che pare pensato da gente che, le strade del centro storico di sera, le ha viste solo dalla finestra. Eppure bastava passeggiare, a una certa ora, nelle zone dove ci sono i locali e, subito dopo, in quelle dove non ci sono: nelle prime non lo sentivi, il brividino che ti ispirano le seconde. Non ci hanno pensato, i “residenti che vogliono dormire?” Ma dai.
Benone, chiudono i locali. Questo vuol dire che, in strada, rimarranno solo quelli che non ci vanno, nei locali, ma non per questo vanno a dormire. Proprio quelli che nessuno vorrebbe incontrare in un vicolo, appunto. Oppure, come in Spagna, i ragazzotti che si fanno i botellones in strada e poi, belli sbronzi, si ritrovano padroni della strada e senza ostacoli. Geniale.
Io non lo so, che voglia di farsi ordinare come vivere gli è presa, alla gente. Come si fa a non capire che un ambiente come quello del centro storico con i suoi locali aperti è un contenitore, per i ragazzi, e non uno spazio fuori controllo? Ma da quando i posti morti sono più sicuri di quelli vivi?
Dice: è che i residenti vogliono dormire. Dico: a parte che io conosco solo residenti incazzatissimi per questa novità, ma mi spieghi che pretesa è andare a vivere in piazza Erbe e poi protestare se c’è casino? Ma se prendi casa vicino a un aeroporto fai fermare gli aerei? Se abiti lungo le rotaie del tram chiedi che i tram si fermino la notte? Sì, ok, c’è casino. E’ la vita: in tutti i posti del mondo ci sono vie e piazze dove c’è casino. Uno lo sa e, se gli risulta impossibile viverci, si organizza diversamente. Eccheccavoli. No: più si è stronzi, rompiscatole, tristi, infelici, biechi e invidiosi dell’altrui allegria, e più si incarna il cittadino medio. Quello a cui i sindaci vogliono piacere, evidentemente. Be’: pure ‘sto cittadino medio rincaserà di notte, prima o poi: spero che la becchi lui, la gang di ubriachi da strada o certi tizi orridi che girano, in mezzo al vicolo deserto. Mi pare molto più giusto che li facciano quelli che hanno voluto fare chiudere i locali, certi incontri, piuttosto che li faccia io.
Avvilita, sono. Per la vita e per l’allegria che si perde attorno a casa mia e, soprattutto, per la tranquillità notturna che questo provvedimento mi ha fatto perdere.
Quando mi succederà qualcosa – ed è sicuro, che qualcosa mi succederà: il contrario è impensabile, e vorrei fotografare la mia strada per farlo capire – considererò il sindaco Marta Vincenzi personalmente responsabile, lei e la sua bella pensata. E vorrei tanto – davvero lo vorrei – che l’avvilimento di tutti coloro con cui ne ho parlato arrivasse chiaro e forte a chi magari è lì che si bea, ché non c’è come reprimere per fare credere agli idioti che si sta governando.
P.S.: io poi vorrei capire che discorso è mai, questo. Fare vivere il centro storico di giorno? Ma perché, scusa? Cos’è, morto? A me pare vivo e vegeto, di che diamine parlano? A meno che, davvero, qui non si vagheggi di fantomatiche “iniziative” (dai, magari farci mettere un grembiulino dalla sindaco che poi provvederà a presentarci l’un l’altro, che ne dite?) che dovrebbero calare dall’alto per fare incontrare di giorno ciò che in stantio sinistrese viene così enumerato:
”Il centro storico deve essere un quartiere vivo, dove si trovino giovani famiglie, anziani, studenti e operatori commerciali, artigiani ed artisti. Non può diventare un quartiere di tendenza per studenti fuori sede e giovani gaudenti. Deserto di giorno e caotico la notte”.
Guarda: la gente, di giorno, lavora. Forse quelli che stilano ‘sti proclami non lo fanno, ma gli altri sì. Io, di giorno, vado a scuola. Non posso andare a “trovarmi con i giovani, gli anziani e gli artisti” a piazza Sarzano. Di giorno, in strada, ci sono gli anziani, appunto. E le 3 casalinghe rimaste al mondo che vanno a fare la spesa. Qualcuno li avvisi, questi qua, che non è colpa dei locali se di giorno c’è meno folla che di sera. E’ che è normale. Si lavora, e non in strada.
Ma roba da matti, guarda.
P.P.S.: Comunque, e diciamocelo, è anche colpa di chi non lo voleva, questo provvedimento. Perché in primavera erano apparsi dei cartelli che annunciavano un incontro della Vincenzi con i famigerati “residenti”, ed io avevo letto, avevo storto il naso ed ero passata oltre. Come una cretina. E invece non è così che si fa. Bisognava andarci, all’incontro, e dire ‘ste cose là, non qua a disastro compiuto. Mea culpa. E’ che una si fida del buon senso altrui, e invece no. Non si deve. Bisogna difenderlo con più energia, ‘sto povero buon senso orfano e mazziato.
P.P.P.S.: metto qui in vista il commento di Linus con il suo sacrosanto suggerimento:
perchè non metti nel testo un linkino alla email del comune di Genova,
(di quelli che aprono direttamente il browser) così il lettore, comodo comodo, scrive una lettera di protesta?
Anche standard, tipo:
Le misure di “sicurezza” che impongono la chiusura dei locali del centro hanno il paradossale effetto di rendere la città meno sicura, come fa notare – bene argomentando – una cittadina di Genova. Ci uniamo alla sua protesta, e chiediamo che la città torni ad essere viva e sicura, di giorno e di notte.
Bisogna iniziare a difendersi, direi.
Linus
Ciao,commentare un sistema politico non è facile,ma molto facile,niente va come dovrebbe e basta.Ci stanno manovrando da sempre.Chiedo a questo punto aiuto,visto che me ne vorrei andare in un posto economicamente vivibile,almeno quello!non sò,ma da quando sono andata come tanti turisti in Egitto,mi sono sentita attratta e con qualcosa di più che mi chiama.Certo vivere in vacanza e vivere le realtà avvolte crude del paese è un altra cosa.Mi dico dove posso e che posso fare là,visto che non sò le lingue,ed ho solo lavorato nel sociale come OSA,ma so che da questa italia devo andare.Ma dove del Egitto,dove un posto a portata mia,dove esistono centri medici efficenti e situazioni al femminile diciamo normali?non come accedere a queste informazioni visto che se ne parlo mi prendono x matta,o magari mi dicono vai in vacanza e basta.Non conosco chi può darmi vere informazioni.Mi stò permettendo tanto,lo so nel chiedere tutto questo,ma visto il blog non ho resistito,perchè per me a 41 anni è arrivato il momento di provare a cambiare.Ci vuole molto coraggio,ma se non vado ora sento che non ho più tempo x poterlo fare.Aspetto notizie,e se avessi un eimel x poter dialogare sarebbe il massimo.Ho bisogno di andarmene,sò che anche là il paese è corrotto,non cerco un isola che non esiste,ma un modo per andare avanti in un luogo che sento chiamarmi.Non sono riuscita a trovare il modo x i commenti sul Egitto e ripeto,ho pensato a questo canale,accettate le mie richieste vi prego.
“…gggiovani famiglie, anziani, studenti…”
brrrrrrrr. Per come vengono presentati, a me fanno più paura questi che non gli orridi individui di cui parli tu.
benvenuta a Padova! [ah, no, parlavi di un’altra città. strano, sembrava quasi uguale-]
Ma in compenso manderanno soldati con i mitra a pattugliare! Che bel atmosfera di tranquillità, di pace notturna poi!
(scusa, ma non ho resistito… le mie condoglianze)
perchè non metti nel testo un linkino alla email del comune di Genova,
redazione@comune.genova.it
(di quelli che aprono direttamente il browser) così il lettore, comodo comodo, scrive una lettera di protesta?
Anche standard, tipo:
Le misure di “sicurezza” che impongono la chiusura dei locali del centro hanno il paradossale effetto di rendere la città meno sicura, come fa notare – bene argomentando – una cittadina di Genova. Ci uniamo alla sua protesta, e chiediamo che la città torni ad essere viva e sicura, di giorno e di notte.
Bisogna iniziare a difendersi, direi.
Linus
Fatto. Ho anche mandato la mia email.
(Che strano, so’ davvero “cittadina di Genova”… :)) )
ciao,
vorrei far notare inoltre che gli studenti fuori sede, a Genova come a Bologna (dove io ho studiato e dove Cofferati sta facendo molto di peggio) sono quelli che pagano gli affitti ai residenti e che uscendo la sera (e spendendo) fanno “girare l’economia” della città… non fanno solo casino.
Per il resto, spero che questa gente si renda conto delle idiozie che fa e che le cose comincino a girare per il verso giusto.
Elisa
Sono molto triste di quest’idea.
Triste, soprattutto, perché questa giunta sta affossando la mia città. E io li ho votati. Li ho votati perché l’alternativa era (almeno sulla carta) anche peggiore.
Eppure questa gente sta mostrando il peggio di sé: raccomandazioni, incarichi dati agli amici, tangenti, pessima gestione.
È chiaro che alle prossime amministrative anche Genova, da sempre roccaforte della sinistra, cadrà. E cadrà solo per demeriti di chi oggi siede in comune, provincia e regione.
Diciamo anche che ho la sensazione che dietro ci sia una lobby di commercianti genovesi che non vedono di buon occhio l’apertura fino a tarda notte di molti negozi etnici…
Ma non si può fare qualcosa, mi domando?
Una raccolta di firme, chennesò.
Ho visto che si è formata un’associazione che si chiama “Nati nei vicoli” in difesa delle prostitute che rischiano di essere sfrattate dai loro “bassi” di proprietà, in nome di non so quale principio di “sicurezza!” (nella città di De Andrè, gessù). E credo che Genova sia l’unica città d’Italia dove i residenti si schierano in difesa del diritto delle prostitute a rimanere dove sono, a casa loro. Perché, giustamente, fanno notare che la loro presenza tiene lontani ladri e spacciatori, oltre a non fare male a nessuno. E, aggiungo, a garantire tranquillità anche a loro e ai loro clienti, che sennò in quale statale periferica dovrebbero andare a finire?
Insomma: se dei residenti si sono mobilitati per difendere loro, con lettere al Secolo etc., magari un’ordinanza così, che tocca davvero tutti, potrebbe raccogliere un po’ di protesta seria, ad organizzarla.
Ieri sera me lo dicevano: “Se avessimo voluto essere governati dalla Lega, avremmo votato per la Lega, appunto.” E tutti quelli che sento concordano con Federico: dopo la Vincenzi, della sinistra genovese rimarranno giusto le ceneri.
Troppo spesso sembra che i nostri governanti , che (forse troppo spesso lo dimentichiamo)sono anche nostri dipendenti licenziabili come chiunque altro, non abbiano la più pallida idea dei problemi della gente comune!
Ciao
Carissima Fulvia,
Innanzitutto grazie per la tua visita su zero10 reloaded. Giusto per chiarire il mio punto di vista, dicendo far vivere il centro storico di giorno intendevo la necessità di riqualificare il quartiere in maniera seria, organica. Poi la politica non è il mio mestiere, quindi stà all’amministrazione decidere, credo però che decisioni posticce come quella del divieto di circolare con alcolici e soprattutto la chiusura dei bassi lascino il tempo che trovano, siano scelte squattrinate di facciata. In centro storico i problemi ci sono eccome anche di giorno, e se vogliamo parlare di sicurezza certe zone sono terra di nessuno. Hai ragione il centro storico è vivo, ma è anche vero che chi ci abita vorrebbe rimanerci, ma non è certo contento di essere trascurato sia di giorno che di notte, o che le iniziative per riqualificare un’area come la Maddalena sia la probabile installazione di un centro di recupero per tossicodipendenze, nient’altro
saluti e a presto.
M. Marchesi
nooo il pacchetto sicurezza con la chiusura dei locali presto noooo!
ma qualcuno di questi minchioni (scusa il francesismo) che pensa queste genialate, li legge gli studi sui risultati di queste alzate d’ingegno?
no perchè quando mai se chiudi i locali alle 2 poi alle 2 la gente va davvero a dormire?
e sopratutto: ma perchè dovrebbe esserci qualcuno che decide quando devo andare a dormire?
come se, per fare un esempio, in certe piccole cittadine di provincia, dove non ci sono i locali, i ragazzi non si trovassero a casa a bere e a stronarsi di canne (magari canne, spesso di coca).
la finta tranquillità, quella imposta, produce noia. e la noia produce eccessi compensativi.
e dimmi tu quando mai gli eccessi sono stati una buona soluzione.
ma poi scusa: questi dicono che il centro deve diventare vivo. io l’ho trovato vivissimo la sera quando ci ho girato.
e se si devono trovare ggggiovani, vecchi e famiglie (madonna quanto odio queste finte categorie che esistono solo nella testa dei politici!), allora me lo devi lasciare aperto 24 ore su 24, così ognuno lo frequenta nella fascia oraria più consona a lui/lei.
Senti Lia, più che dirti di armarti di spray al peperoncino e di fare un corso di auto difesa (non sto scherzando) non so che aggiungere.
Se non ti protegge chi dovrebbe (la sinaco & co) ti devi proteggere tu.
Un bacione
Lia vieni a parlarne da me (esatto, hai capito bene..) e invitiamo qualche sindaco o assessore e Linus con la sua bellissima idea e ne facciamo un bel dibattito? Guarda che non sarebbe male…
I vicoli oscuri e deserti fanno comodo solo ai tipacci per i propri comodi.
Se un luogo è frequentato, lo spacciatore, il male intenzionato e i maniaci lo evitano.
Per quanto riguarda il “cittadino preso a modello”, suggerirei al tuo sindaco di cambiare modello, in quanto il “tristo malpensante” non incarna il cittadino medio.
La maggioranza della popolazione il giorno lavora (uomini, donne e studenti), e la sera cercano uno svago con gli amici. Restano i pensionati e i casalinghi (femmine e maschi), ma non penso che per loro l’apertura dei locali oltre le 2 costituiscono un problema, anzi (le strade piene di gente, aumentano la loro sensazione di sicurezza).
Quindi ciò che resta è solo un decreto a totale favore della delinquenza organizzata e non.
La inviterei qui a Tehran la tua sindaca; magari le vengono in mente altre idee geniali da riproporre dalle vostre parti……
Ciao Lia,
ho mandato anche io l’e-mail, spero che la posta del Comune sia intasata presto!!!Che tristezza però, e pensare che sono una giunta di sinistra….*sigh* pensavo che almeno i pochi rimasti stessero cercando di comportarsi bene… :(
Mir: quando vuoi, figurati! Io davvero non ci voglio vivere, in un centro storico “normalizzato”. Piuttosto mi metto a raccogliere firme porta a porta, guarda…
Lo so, mi attirerò tutte le vostre ire, ma lo devo dire.
Io vivo nel centro storico e ci vivo bene, ci vivo di giorno, mi piace, è un posto giusto per vivere.
Ritengo che ci si possa vivere bene anche di notte, anche senza casino. C’è l’età per il casino e l’età per la tranquillità. Ho due figlie, anni 1 e 3. Cosa dovrei fare, andarmene perchè di notte ci deve essere casino a tutti i costi? Secondo voi è giusto?
Poi basta con ‘sto discorso che se non ci sono locali ci sono delinquenti. Ci possono essere quartieri senza locali e senza delinquenti, non ci avete mai pensato? Quest’assioma di cui tanto si parla a me non convince, non convince davvero.
Come quell’altro tanto abusato: adesso che gli appartamenti hanno quadruplicato valore… ma io ci vivo e voglio vivere cosa mi cambia se la mia casa vale 10 o 100… oppure come prima me ne devo andare?
Bah. Io ti ringrazio per l’urbanità, ma il tuo discorso non mi fila da nessun versante.
Perdonami se ho un modo di esprimermi secco, in realtà non lo sono. Fa’ la tara a ciò che ti dico, quindi, e non prendertela perché non è personale, il mio dissenso.
Tu dici che c’è un’età per il casino e una per la tranquillità: certo, ma non puoi imporre a un quartiere i tuoi tempi di singolo. Io, l’ho sempre pensato, non sarei mai venuta a vivere in centro storico con mia figlia piccola. Perché non l’avrei voluta fare crescere in mezzo ai vicoli, senza potere giocare in strada – dove, tra topi e piccioni? – senza aria che circola, senza verde etc. Io me ne sarei andata, certo che sì. A Sturla, o dove vuoi, ma non qui. Non con dei bimbi. Perché non è, proprio geograficamente, un posto da bimbi, e non c’è giunta che tenga. Puoi anche abbattere i palazzi, oltre che chiudere i locali, ma rimane un posto dove, potendo, uno non ci tiene bimbi piccoli.
Poi non dubito che ne siano cresciuti a milioni, di bimbi, nei vicoli, ma non in quest’epoca e non se ti puoi permettere – e ormai, con i prezzi delle case quadruplicati, si può – di farli crescere davanti a un pezzetto di mare, che ne dici?
Tu cambi di età, ma non è detto che debba farlo il centro storico: continua ad esserci gente che ha l’età per viverlo così com’è, e se a te è passata sei tu ad essere fuori posto, non è il centro. Certo che dovresti andartene, se non ti piace più. Quello che non puoi pretendere, è di cambiare tutto un luogo perché sei cambiato tu. Perché devo subirlo io, il tuo cambiamento? E quando i tuoi figli avranno 15 anni cosa vorrai, le discoteche nei vicoli? Non sei il centro del mondo, abbi pazienza…
Quelli che hanno l’età che tu hai superato, dove devono andare? Nelle discoteche toscane? Ma perché, perché tu devi essere comodo a oltranza? L’ho detto nel post: un luogo come i vicoli è un CONTENITORE per i ragazzi di Genova. Si sta a piedi. Si sta tutti assieme. Si conoscono a vicenda, si familiarizza con gli Erasmus, ci si incontra senza dovere finire chissà dove, si beve tra locali che comunque ti tengono d’occhio, si vive a dimensione umana. Lo farebbero comunque, i ragazzi. Perché dovete spedirli chissà dove, e in macchina, e in mezzo al niente? Perché tu hai smesso di essere ragazzo? No, non mi torna.
A te non convince l’assioma per cui la mancanza di locali stimola la delinquenza. Dipende dalla delinquenza, ci hai pensato? I vicoli sono sempre stati luoghi di spaccio. Se stasera esci e ti guardi attorno, vedrai che la gente inquietante non è in mezzo ai locali aperti. E’ dove c’è buio. Se parli con qualcuno che è stato rapinato o pestato, ti dirà che gli è successo dove non ce ne erano, di locali con gente davanti. Gli ultimi pestaggi di cui mi hanno parlato sono sopra vico Vegetti e dietro la Maddalena. Dove non c’è niente, appunto. E io, ripeto, sono felice di rincasare e salutare l’oste sotto casa, che vuoi da me. Ed è che io l’ho già cresciuta, mia figlia, ed ho piacere ad andare all’ultimo spettacolo di un cinema, a cena da un’amica, a cazzeggiare con un uomo. Non voglio essere ridotta a Cenerentola e, ripeto, qui non si arriva in taxi. Mentre tu dormi con le tue figlie, io voglio rincasare tranquilla. Mettiti i doppi vetri, fa’ quello che vuoi ma lasciami in pace.
Non ci sei solo tu.
Siete una minoranza, rispetto alle migliaia di persone che lo vogliono così com’è, il centro, e vi fate obbedire solo perché incarnate un concetto “morale” di ordine che capisco nella città in generale, ma non capisco nell’unico quartiere che ha senso finché ci si ritrova la città tutta, e non i 4 tizi a cui sono piaciuti i locali in passato ma ora hanno figli e quindi la cittadinanza tutta si deve adattare.
Io, per fare crescere mia figlia, mi sono rotta i coglioni in una zona residenziale verde per 15 anni. Ed ero lì per fare crescere lei, non per piacere mio.
Di sicuro, non ho mai chiesto di snaturare i luoghi in cui vivevo prima all’unico scopo di imporre i cavolacci miei. Me ne sono andata, certo. In luoghi più consoni alle mie nuove esigenze. Ti pare così strano?
Se uno cambia, si cerca luoghi consoni a ciò che è. Non chiede che gli si ridisegni la città su misura, giusto perché ritiene che la sua nuova età, il suo nuovo carnet di valori, debbano essere mainstream.
Un centro storico modellato sulle tue esigenze, abbi pazienza, a me non interessa. Se lo sapevo, non mi sobbarcavo l’affitto che pago per viverci. Però, tra me e te, quello che è fuori posto sei tu.
E, se vinci tu, spero che te lo ritrovi sotto casa, “l’assioma che non ti convince”. Ti darebbe un senso delle proporzioni tra te e il mondo più realistico di quello che sembri avere al momento, abbi pazienza.
Beccatelo tu, il delinquente notturno nel vicolo deserto. Io voglio i miei locali, la gente che saluto, il rumore che mi mette allegria e che mi fa sentire viva in un posto vivo.
Non ho voglia di vegliare il sonno della tua famigliola, per strano che ti possa sembrare. Preferisco la città intera.
Guarda: ti dedico un post che parla di tutt’altro, di politica in senso vero. Ma, cosa vuoi, mi ha fatto pensare a te.
Perché senza l’andazzo di pretese apparentemente garbate ma di fatto violentissime, come le tue, non ci sarebbe nemmeno questa roba qua:
http://mazzetta.splinder.com/post/18168663/Terroristi+spettacolari
Si chiama “cittadino benpensante”, la malattia.
Il paradigma del micro-interesse proprio e, soprattutto, del non capire cosa si perde mentre si incassa il contentino del divieto contro qualcun altro.
Perché io continuo a non spiegarmi perché, con due bimbe piccole, uno non le faccia contro le sporcizie dei residenti e della giunta, le proprie battaglie. Ché, come diceva la mia amica, “almeno, i locali obbligano la giunta a fare pulire i vicoli, il sabato e la domenica mattina”.
Vi avessi visto battagliare con le stesse energie per la raccolta differenziata, dico io. Scommettiamo che i locali la farebbero subito mentre i residenti benpensanti si rompono le balle, a farla?
“La manina. Così. Per volersi bene.” » Haramlik
[…] piombo nel locale (per fortuna non era ancora l’una e la Vincenzi non mi aveva ancora condannato a rincasare) e mi lascio andare, felice di farmi accogliere dal suo divertito sguardo amico: “Gessù, […]
x ki ha detto ke oltre alla vincenzi nn c’era alternativa valida…. enrico musso è uno stimato professore universitario. colto e moderato. giovane e con minore esperienza politika della marta(cosa positiva ai gg nostri!!)poi si sa la sx è sempre stata a sfavore dei commerciati… tt ladri evasori!andiamo a vedere i tassi di interesse bancari,,,,cmq sono costretto a kiudere prima rinunciando a buona parte di inkassi(ke in estate fano comodo per un piccolo lokale che d’inverno lavora poco..)almeno cn quelli ci pagavamo parte delle spese invernali!grazie marta!puo darsi ke qst inverno nn potro tenere la ragazza ke lavora con me..spero ke i genovesi si sveglino…. smettetela con la sx a genova! sta diventando(lo è) dittatura!!andrete tt a bere nei circoli arci vedrete!!
Lia, mi dispiace ma non riesco neanche a leggerlo tutto il tou commento, sei una delle tante persone che odia un centro storico che non conosce, lo si capisce dalle prime righe.
Eppure ti assicuro che è il miglior posto per vivere, anche con un bambino piccolo. E’ il miglior posto per crescere. Nel mio palazzo ci sono 10 bambini dai 0 ai 11 anni, dove c’è scritto che dobbiamo andare tutti a vivere da un’altra parte?
Snaturare il centro storico perchè ci viviamo???
Rileggi bene quello che hai scritto, prova a vivere davvero il centro storico, di giorno, nella sua interezza, con i rapporti umani, con le strade piene di gente, anche bambini, anche le mie figlie…
Io “odio” un centro storico “che manco conosco”???
Ma che dice, questo???
Guarda che io ci vivo, qua, come te lo devo dire??
Anche di giorno, certo.
Ma permetti che voglia stare coi miei amici anziché in contemplazione della famiglia tua?
Gessù.
Il baratto’tranquillità’ e ‘sicurezza’ in cambio di qualcosa: per esempio l’impossibilità di dormire è fuorviante e pericoloso.
Sicurezza e diritto a dormire non dovrebbero essere messi in conflitto, ma coesistere.
Chi reclama il diritto al divertimento e all’apertura dei locali a qualunque ora lo fa perchè non è direttamente disturbato da tali attività: perchè è a un piano alto, o perchè è giusto una curva più in là, e quindi ne gode i benefici senza patirne i malefici.
Vale anche il contrario: chi vive in zone rumorose a causa di un esercizio notturno, ma non ha problemi a rincasare non sente il problema ‘paura’ sulla propria pelle.
Ma le due cose VANNO SEPARATE.
In casa propria, di notte (e per notte direi almeno dalle 23 alle 6) si HA DIRITTO di dormire (oltre che la necessità per chi la mattina lavora, magari anche il sabato)in tutti i quartieri (anche il nostro).
Senza che qualche furbone venga fuori con un ‘ma sapevi che è così’ ‘perchè non cambi casa’.
Perchè c’è chi semplicemente non può cambiare casa, o chi non vuole (specie chi magari ci vive da una vita).
Il ragionamento è infatti facilmente rovesciabile: hai paura a rientrare di notte? Perchè non cambi casa? Lo sapevi che il centro storico è pericoloso.
Sono atteggiamenti egoisti e meschini.
Personalmente il locale che mi IMPEDISCE di dormire (tutti i fine settimana fino oltre alle 6) è chiuso per pausa.
Vi assicuro che ho vissuto assai meglio così.
In compenso (il discorso di vitalizzare la zona…) spesso di giorno nei dintorni è un mortorio e la sensazione di paura è assai maggiore perchè al posto di normali negozi ci sono solo saracinesche abbassate dei locali che aprono solo la sera.
Da quando sono venuto ad abitarci quotidianamente mi impegno anche per la sicurezza, la pulizia, l’integrazione.
E’ una fatica.
Ma dire che per tutti questi problemi anzichè affrontarli occorre andare a vivere altrove è razzismo e/o classismo.
Io non baratto proprio niente. Il centro storico è, per conformazione FISICA (con i suoi budelli, angoli ciechi, micro-vicoli etc), un luogo destinato ad essere pericoloso se la città non se ne impossessa rendendolo luogo di incontro, divertimento etc.
Mi risulta che lo sia sempre stato, in effetti, e che abbia relativamente smesso di esserlo grazie – indovina? – ai locali.
Esattamente come provarono a fare nel centro vecchio di Napoli anni fa, del resto, e senza riuscirci. Voi ci siete riusciti e volete buttare a mare un successo. Bah.
Vi ostinate a desiderare che sia un quartiere come un altro, ma non lo è. Perché non chiedete pure di piallare i vicoli con una bella ruspa, visto che ci siamo? Così come sono, non passano le carrozzelle degli invalidi e non passano i passeggini…
Poi, in TUTTE le città del mondo ci sono posti che hanno le controindicazioni che indichi o altre. A me sembra una violenza assurda e insensata che un gruppetto di persone, anziché fare cose logiche (chiedersi perché ha preso casa, chessò, in piazza Erbe, mettersi i doppi vetri, insonorizzare o fare il cavolo che vuole) pretenda di cambiare la piazza e la città che ne usufruisce.
La Spagna cosa avrebbe dovuto fare, seguendo lo stesso discorso? Trasformarsi in Norvegia? Io non vi capisco e, comunque, vi informo del fatto che MI volete stravolgere il luogo in cui IO abito. E ci abito tanto quanto voi.
Il mortorio di giorno, poi, io non l’ho mai visto. Indicare le strade, grazie, e spiegare cosa c’entrano i locali col fatto che, chessò, in vico Vegetti non ci sono negozi. Perché io vi trovo troppo illogici per essere veri, giuro.
Provo a spiegare meglio il mio punto di vista.
La notte è fatta per dormire, dormire è un DIRITTO in casa propria.
Il diritto sacrosanto a divertirsi non può prevalere sul diritto a dormire in casa propria, DI NOTTE.
Il discorso ‘perchè hanno preso casa in piazza erbe?’ è inaccettabile e violento.
Conosco troppe persone che sono state costrette ad abbandonare la casa e il quartiere in cui sono nate. E persone che si allontanano il fine settimana (andando dai parenti) E’ giusto?
Se queste persone si devono adeguare alla novità (eppure c’erano già) perchè non Lei?
E’ meglio di loro?
Un quartiere si rende vivo se si crea un tessuto sociale. Cosa impossibile se si allontanano i residenti e si respingono di fatto alcune categorie sociali.
E’ ovvio che la soluzione non è chiudere i locali.
Ma non può nemmeno essere di lasciarne proliferare una concentrazione abnorme e senza regole come è stato fatto.
Personalmente frequentavo anni fa piazza delle erbe, quando era ancora considerato ‘pericoloso’.
C’erano solo due bar e una normale concentrazione di persone molto ben accette dai residenti, si stava bene.
Ma il fenomeno è stato lasciato a se stesso.
E ormai troppi non vengono a divertirsi ma con l’idea che si può fare quello che si vuole.
Che razza di risanamento è?
Con due morti accoltellati e un ferito grave nel giro di due anni in piena movida?
Hanno rapinato un amico poco tempo fa, davanti a un bar di sera: chiuso perchè non rispettava gli orari e preferiva aprire la sera tardi, quando c’è più giro…
già, pecunia non olet