tribunale

Il tribunale di Milano, stamattina, oltre a Fabrizio Corona ci aveva da processare pure Magdi Allam, ché è un anno e rotti che lo tengo a processo ed è un anno e rotti che passa da un rinvio all’altro, il Nostro. Ed è che l’autorità che gli emette i decreti di citazione a giudizio mi appare un tanto distratta e, fino ad oggi, era riuscita a sbagliare:

1. il nome del mio difensore (nel primo rinvio a giudizio di Allam, il nome del mio avvocato, scritto a stampa, era stato cancellato con un tratto di penna e sostituito sempre a penna dal nome dell’avvocato che ebbi la malaugurata idea di assumere in prima battuta e che licenziai poco dopo, salvo vederlo ricomparire come un fastasma nel decreto, appunto, e per poco non impugno dell’aglio per scacciarlo);

2. il rito (il reato di cui è accusato Allam richiedeva l’udienza preliminare: per arrivarci, abbiamo dovuto inseguire erronee citazioni dirette che venivano restituite al pm e noi dietro, di rinvio in rinvio, tra i sorrisoni degli avvocati del Corriere);

3. il giudice (si sono sbagliati e ci hanno mandati in riva all’Adda non so quante volte, e invece il nostro posto era a Milano).

Oggi gli hanno sbagliato il nuovo decreto di citazione, invece: pare che glielo abbiano mandato senza specificare l’articolo del codice corrispondente al suo reato. E quindi, l’avvocata del Corriere: “Signor Giudice, se non ci viene specificato il reato come si tutelano i diritti della difesa?” E il pm: “Ma abbiamo mandato una copia dell’articolo per cui la signora lo ha denunciato, saprà pure che è accusato di quello!” E il mio avvocato: “Ché poi, insomma, nelle citazioni precedenti c’era, e in questa era scritta la data del reato e tutto: saprà pure cosa ha mandato in stampa quel giorno, no?”

No.

La citazione va rifatta, ci si rivede a Febbraio.

E il sorriso soddisfatto degli avvocati del Corriere mi ha fatto pensare che non gli basta essere grossi e forzuti, a quelli là. Pure fortunelli, sono. Questo pensavo, mentre poco più in là c’era Fabrizio Corona con un enorme orecchino formato vongola di brillanti che mostrava il cipiglio ai fotografi e ce lo avevamo pure io e il mio avvocato, il cipiglio, e con più ragione di quello là.

Che è comunque meno fortunato di Magdi Allam, e ciò me lo rende anche un po’ meno antipatico. Un po’, non troppo.