“I tre minuti di silenzio, in classe con te dieci anni fa, non me li scordo.

Io volevo gridare. Proprio non capivo perché dovevo stare zitta proprio per quei tre minuti, io che di parole ne dicevo sì e no una trentina al giorno, fossero stati zitti quelli che parlavano sempre!

Però c’eri in classe tu e ce li stavi facendo fare, è un po’ come quando una persona che stimi ha come libro preferito un libro che a te fa schifo. Ti chiedi se devi continuare a stimare la persona o farti piacere il libro. Evidentemente c’era qualcosa che non acchiappavo, alla fine stetti zitta per rispetto di M. e di V., ma poi per anni mi son domandata se non doveva invece sembrarmi davvero giusto tacere per quei tre minuti, visto che per te sembrava avesse senso.

Boh, mi sa che ci ho impiegato sì e no 10 anni per capire che era andata semplicemente che quello era il primo giorno di scuola e alle 12.00 tu avevi lezione in classe nostra.”

(Questa va senza commenti. Volevo solo averla qua, oggi.)