Allora, adesso sono in Messico. Penisola dello Yucatan, per la precisione, ché a Natale scorso ero rimasta con la voglia di esplorarla meglio. In questo preciso istante sono a Isla Mujeres e, in un impeto di fricchettonismo di ritorno, sono finita al Poc-na Hostel dove spendo 9 euro a notte compresa la colazione e compreso Bob Marley dagli altoparlanti e i ragazzetti che intrecciano i braccialetti e tutte ‘ste cose qua. D’altra parte, gli alberghetti low cost normali erano tristissimi ed io starò in giro per il Centroamerica per i prossimi due mesi, per cui più risparmio e più sono contenta, purché si risparmi con una certa allegria. Un caro amico mi diceva, l’altro giorno: “Ma ci hai 50 anni, la vuoi smettere?” Ma come si fa a smetterla, dico io. Si sta così bene.

Il 20 arriva una mia amichetta e per un mese andrò in giro con lei. L’idea è di andare in Chiapas, poi Guatemala, Honduras, Nicaragua, poi di nuovo su fino al Belize (ma tutto questo si può fare anche al contrario, partendo dal Belize) e infine aeroporto di Cancùn per lei. Io rimango in zona ancora un mesetto, dopo la sua partenza, per poi tornare a Cuba a metà settembre.

Sono un po’ in viaggio, insomma. Con 3 magliette e due pantaloni, un bagaglio di nemmeno 10 kg di cui sono fierissima, un umore svaporato e leggero che non mi permette di scrivere per più di tre righe e, boh, la contentezza di essere qua e di essere ancora viva, come al solito.  E poi non è vero che qua si ascolta solo Bob Marley: in questo preciso istante sto scoprendo gli Attaque 77, gruppo punk argentino, e un attimo prima c’era un bolero ispanoargentino e, che vuoi che ti dica, a me ‘ste cose piacciono tanto. E poi queste birre col sale e la limetta. E le arachidi cosparse di paprika. Le amache appese alle palme da cocco, e la preoccupazione che mi caschi un cocco in testa. Il mar dei Caraibi, che non è bello come il mare egiziano ma si difende comunque benone. Certi cuccioli di chihuahua che mi corrono tra le gambe mentre scrivo. Una rete internet che va come una scheggia, altro che Cuba. Certi spettacoli di ingiustizia sociale che altro che Cuba pure loro, ma al contrario. Un’altra birra con il sale e la limetta.

Chissà se ci riesco, a tornare a scrivere. Faccio tanta fatica, c’è tanta di quella roba che  ormai non posso più scrivere, mi sento così lontana.