C’è un attimo di afasia, come abitualmente succede quando blog e vita reale si mischiano.
Dice: “Be’, ti sei messa a starnazzare ‘Aiuto!!!’ sul blog, cosa ti aspettavi?”
Dico: “No, certo, ma una fa sempre fatica a raccontare cose che hanno per protagonisti persone che leggono qua”.
Dice: “Evvabbe’”.
Poi passa, tanto.
Nelle mie intenzioni, queste sarebbero le mie due ultime ore senza casa. Sono fermamente intenzionata a prendere quella che andrò a vedere alle 2, per quanto non l’abbia ancora vista. Mi sono rotta. Capolinea. Stop. La prendo, comunque sia. E poi da fuori pare carina.
Mi ero un po’ innamorata di una casona improbabile, a dire il vero. Una cosa in un palazzone storico con un atrio che i miei anfitrioni genovesi e assai bene abituati avevano pacificamente snobbato ma che a me – sono una provinciale, vengo da Milano – era parso assolutamente solenne, un po’ come avere la casa in un Arcivescovato.
E poi l’ingresso alla genovese che ormai so cos’è (è uno stanzone all’entrata da cui partono le altre stanze, in pratica) e poi i pavimenti alla genovese (una cosa tutta a quadrettini che mi dicono essere di graniglia e che sarebbero stati scintillanti con solo un po’ di cera, mi dicevano) e poi una fila di stanze grandi ciascuna quanto una mia casa di Milano tutta intera e, soprattutto, dei finestroni immensi grandi fino a terra da cui entrava, mi è parso lì per lì, tutta la luce del mondo.
Mi ero un po’ invaghita, insomma.
Poi no, però. Troppi lavori da farci dentro, troppe cose.
E c’è quest’altra casa che è proprio di fronte, che mi hanno giurato che è linda e pinta ed io la prendo, ne sono certa.
Alle due.
Due e cinque, facciamo.
E poi tornerò alla normalità, suppongo.
Chissà.
Questo blog la soffre, la mancanza di casa.
Del resto si chiama “casa delle donne”, questo blog, e quando la donna in questione è senza casa ne risente.
Mica è strano.
Dammi un contratto di affitto da firmare e andrà tutto meglio, vedrai.
Va sempre così.
stavo per mandarti un messaggio proprio adesso, per vedere se avevi visto o no la casa.
incrocio tutti bit del mio blog.
baci
pedrita
Cavoli…anche io amo le case con i finestroni e tanta luce!Però effettivamente una casa così è molto impegnativa…poi figurati a farci le pulizie…no no quando prenderò casa io sarà un monolocale con due soprammobili, così farò in fretta a pulirla, e tutti i soldi risparmiati li userò per viaggiare :) (spero che presto potrò andare anche in Egitto!).Almeno, questo è il mio sogno, poi vedremo.
Scusa Lia per il post da casalinga ;) , spero di poterti fare commenti più interessanti più avanti.
Intanto…spero che la casa ti piaccia e che tu riesca a sistemarti!
A presto!
Bene@
Sapevo che avevi poco tempo.
Io in questi giorni avrò notizie su sistemazioni a Recco e paesini limitrofi.
Ho chiesto almeno dei bilocali con bagno.
Io ti scriverò ugualmente,poi se avrai tempo e modo di decidere ancora….
Magari guadagna qualche giorno di tempo…vedi tu.
E’ un rischio,magari non ti trovo nulla…magari sì.
Che casino.
Ciao
Lia,io sono sicuro che hai la mia mail.
Usala che proviamo ad essere più precisi.
Ciao.
Perchè io non ho le mail di nessuno?
A volte sono scelte del piffero!
Storie di me
Incrociare le dita ed aspettare
Sono quasi le due.
Io inizio ad incrociare le dita.
Alle due e cinque spero sia servito. Spero che la casa sia la più perfetta immaginabile, e che le finestre siano luminose e l\’atrio esaltante.
E che la firma sia stata messa.
Allora è tua?
P.S. Old, ce l’hai le mail, solo non sai dove le metti?
Non ti preoccupare, Old: è bellissima, quella che ho visto, e l’ho presa di corsa.
Devo incrociare le dita fino a domani, quando mi daranno conferma, ma direi che è fatta, a meno di botte di sfiga cosmica.
Mi piace assai, proprio.
:)))
ma non hai un fratello che ti possa aiutare, magari corrompendolo? Va bene che non facciamo mai niente per sorelle ed eventuali nipoti, ma magari, qualche volta possiamo essere utili…
Per curiosita’ quanto chiedono i giapponesi per una casa ? e i milanesi ?
Abitavo vicino a parigi, vivevo in 18mq per l’equivalente di 568euro.
Mi sono spostato tra firenze e prato e vivevo in 35mq pagando 542 euro, ma a parigi, mi facevano le pulizie una volta alla settimana, luce acqua tv telefono (in entrata) e riscaldamento erano compresi nel prezzo. Insomma ancora mi manca l’appartamento francese con la sua moquelle verde pastello per terra e gli schiamazzi dei ragazzini della scuola vicina.
Evvai!
Guardavo i commenti proprio nella speranza di updates positivi…
Ma non festeggiamo, no, per il momento: ci hai fatto già abbastanza soffrì!!!
;)
Che notizia da festeggiare questa!!!! Brava Lia. Brava.
ovviamente intendevo i genovesi e non i giapponesi ^_^ scusa ma ho il giappone che mi gira per la testa in questi giorni
Brava Barbara. Qualche altra info qui:
http://peacepalestine.blogspot.com/2006/08/refugees-in-palestine-and-refugees-in.html
e qui
http://www.forumpalestina.org/news/2006/Settembre06/04-09-06Iniziative_Sanabel.htm
(certo che un incontro con Giulietto Chiesa e Lucio Manisco, insieme, sembra più una penitenza che altro)
l’ho sognato oppure ieri c’era un post dove dicevi di avere finalmente la casa… bella… veramente ok per te e che dovevano solo darti la risposta i serata? Se l’ho sognato vuole dire che ti ho troppo nella mente e nel cuore mia cara Lia.
Dal 4 settembre il gruppo artistico popolare palestinese Sanabel ha installato, nei giardinetti prospicenti il ministero degli affari esteri, una tenda permanente per informare l’opinione pubblica della loro situazione e per manifestare il diritto di denunciare i crimini dello stato israeliano nei confronti loro e della popolazione palestinese. Parlavo con loro questa mattina del fatto che stanno aspettando una risposta sulla possibilità di un intervento della Farnesina. Nel frattempo si stanno impegnando in conferenze, mangiate di stile palestinese condivise con chi accorre a far loro compagnia e spettacoli. La stampa ha parlato poco di loro e forse non tutti sanno che i 9 ragazzi erano venuti in Italia per partecipare ad iniziative di educazione alla pace e scambi culturali finalizzate a far conoscere la cultura palestinese e ad offrire un’ennesima occasione per ricordare il dramma del popolo palestinese e per riflettere sulla necessità di risolvere il problema della pace in Medio Oriente. Il 24 luglio avrebbero dovuto fare ritorno a Gaza ma le autorità israeliane, a seguito della rioccupazione della Striscia di Gaza, hanno chiuso l’unico varco di accesso, cioè la frontiera di Rafah che da allora viene aperta e chiusa dall’esercito di tel aviv a proprio piacimento. Oltre al desiderio di ritornare alle loro famiglie ci sono una serie di problemi pratici come le iscrizioni universitarie che chiuderanno e quindi perderanno l’anno accademico, c’è il loro sostentamento qui, e soprattutto il diritto elementare, violato per l’ennesima volta, di ritornare alla loro terra. Quello che per tutti è normalità è un dramma per 10.000 palestinesi che attualmente sono ammassate in quel lembo di terra di nessuno, alle porte della frontiera di Rafah, in attesa di una sua riapertura.
Auguri!!
Per tutto.. la tua nuova casa, il tuo nuovo posto di lavoro, il tuo nuovo stato d’animo italico, con quella leggera arietta marittima d’allegria, tanto diversa dalla pesante coltre nera milanese dell’anno scorso.. :-)
Per quel che conta, sono davvero felice per te.
by Pina
PS – ma quando lo scrivi, un tuo libro?
Ma ora Lia cambierai nome anche al Blog?
In bocca al lupo per tutto.
Grazie Tonino!
Sono passata questa mattina a fare qualche foto alla postazione dei ragazzi palestinesi. Mi hanno riferito che non c’è assolutamente nessuna novità da parte della Farnesina. Ed erano un po tristi perchè pare che io sia l’unica persona che si sia fermata a chiedere della loro causa.