Prima o poi, ogni blogger scopre il magico mondo dei referrer“, scrive Giulia.
Vero, anche se è altrettanto vero che una si reprime ed evita di farci post, normalmente, ché sennò non si finirebbe più.

Io mi sono sempre repressa, mi pare di ricordare. Una li guarda, scuote il capo e morta lì.
Senonché, da un po’ di tempo, ne ho uno che mi perseguita, e che davvero non mi spiego.
Questo:

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Ecco: 113 persone che negli ultimi tre mesi si sono preoccupate di “trovare casa a Lia a Genova” (14 negli ultimi giorni) mi riempiono di meraviglia.
E se è un’unica persona che tutti i giorni, più volte al giorno, mi arriva nel blog con questa chiave, allora mi preoccupo persino di più. Ma che senso ha, dimmi?
Poi dice che una ha la sensazione di stare in un mondo strano…

Comunque: grazie, ma la casa ce l’ho.
Tempo fa qualcuno millantò su internet di avermela trovata, ed io – sbalordita – sospirai che avrei addirittura pubblicato sul blog il nome dell’immobiliaria che, grazie a Pier, ha provveduto a mettermi ‘sto tetto sulla testa.
Così, come tentativo di misura anti-delirio.
Poi mi passò di mente, a dire il vero, ché vabbe’ che i blogger sono autoreferenziali, come è noto, ma a tutto c’è un limite.

Però adesso pensavo che, magari, visto questo accanimento nei referrer, c’è qualcuno che davvero lo vuole sapere, come fanno a trovare casa a Genova le persone che si chiamano Lia.
Evvabbe’, ve lo dico, fanno così: chiedono aiuto a Pier, lui telefona al signor Spagnoletti di questa agenzia immobiliare e – voilà – la casa è trovata.
Anche molto carina, sì.

L’agenzia è in centro storico e la consiglio pure, a questo punto.
Assolutamente aggratis e “por amor al arte”, come dicono in Spagna.
A suo tempo mi apparve come un miracoloso miraggio nel deserto ferragostano di Genova in cui mi aggiravo homeless.
Prima o poi, un “grazie di esistere”, glielo dovevo.