Tra le 7mila tonnellate di spazzatura abbandonate in strada, la diossina, l’impennata delle percentuali di tumore nella popolazione e persino l’abbattimento degli animali da latte, ci mancava un monumento a Vincenzo Muccioli, a Napoli, e il sindaco Rosa Russo Jervolino ha provveduto. Domando: “Ma dov’è?” “Sotto casa tua”, mi rispondono. E’ a Posillipo, nella piazzetta da dove parte via Boccaccio, di fronte allo Chalet delle Maschere.
E il figlio di Muccioli si è pure offeso e non è intervenuto alla cerimonia, giuro: voleva che gli dedicassimo come minimo una strada, a suo padre. Non gli bastava il busto. Nella città di Roberto Maranzano, per giunta: del ragazzo ammazzato di botte a San Patrignano e abbandonato, cadavere, in una discarica napoletana. Oggi basterebbe abbandonarlo in una strada qualsiasi: la discarica è ormai ovunque, a Napoli. Non c’è più bisogno di andarsele a cercare apposta, quando si devono buttare i corpi dei tossicodipendenti refrattari alle cure a base di catene e pestaggi.
Io mi chiedo che malattia abbia, questo paese. Come sia possibile abbandonarsi così, senza pudore né vergogna, all’eterno culto dell’Uomo della Provvidenza, all’eterno disprezzo della legalità, della razionalità, del senso critico, all’eterna passione per un concetto bavoso della bontà chiamato a sostituire, sempre, diritti e servizi.
E questo siamo: la terza città d’Italia sprofondata nello schifo, con Napolitano che dice che l’UE esagera a preoccuparsi; e il monumento al Carismatico Violento, e il Don Gelmini (sì, lo so, mi ripeto, ma è che non me ne faccio una ragione) riparato in Costa Rica nel bel mezzo di un’inchiesta, a riposare in mezzo ai ragazzetti di là mentre qui è indagato per abusi sessuali ai danni dei ricoverati nella Comunità Incontro, e i tipi alla Giuliano Ferrara, ascoltato compuntamente al congresso Pd, e uno come Mastella che incassa solidarietà da Prodi a Bertinotti e non si finisce mai di contare cialtroni, qui, e ci manca di eleggere Don Raffaè come prossimo presidente del Consiglio, e francamente non so cosa aspettiamo.
In lontananza – ma molto, proprio molto in lontananza – qualche smarrito professore di università che, sbalordito, si chiede: “Ma scusate: ma la 194 la dobbiamo difendere noi fisici, in questo paese??” Mentre viene linciato dalla canea.
E chi volete che lo faccia, scusate? Questa classe politica? Gli intellettuali? Ma dai.
Mi chiedo che malattia abbia, questo paese, e non riesco a darmi una risposta. Deve essere qualcosa che ha a che fare con l’Illuminismo. Il quale, evidentemente, stufo di essere continuamente tirato in ballo a sproposito, durante i guerreschi anni appena trascorsi (ma ve lo ricordate quando qui erano tutti illuministi, in preparazione alla guerra in Iraq?), deve avere abbandonato l’Italia nottetempo, lasciandola al proprio destino. Per manifesta e inguaribile stupidità, certo.
Nota: sull’uomo raffigurato nel busto scoperto a Napoli dal sindaco Jervolino, una piccola presentazione tratta da Wikipedia e già segnalata qui:
“Muccioli fu accusato di utilizzare un metodo coercitivo per trattenere gli ospiti all’interno della Comunità durante le crisi di astinenza e fu oggetto di procedimenti giudiziari al fine di verificare se tali coercizioni configurassero indebite restrizioni della libertà personale dei soggetti interessati. Durante i processi emersero pubblicamente dettagli sull’uso di catene ed altri analoghi metodi di contenzione. Nel 1993 la rivelazione di un’ ex ospite, Franco Grizzardi, diede nuova linfa alle polemiche: questi sosteneva che un ragazzo napoletano, Roberto Maranzano, dato per disperso dal 1989 dopo essersi allontanato in circostanze mai chiarite dalla Comunità, in realtà era stato ucciso dagli eccessi di un pestaggio subito nella porcilaia della struttura. Grazie alla collaborazione di questo pentito il cadavere di Maranzano fu rinvenuto in una discarica presso Napoli. L’autopsia rivelò che quanto denunciato era vero e che vi erano segni di percosse. Inoltre una cassetta registrata dall’autista di Muccioli, Walter Delogu, smascherava il fatto che Muccioli era sin dal primo momento a conoscenza del delitto, anzi cercava in quel dialogo di convincerlo a fare sparire il Grizzardi, diventato pericoloso in quanto continuava a ricattare minacciando di denunciare i fatti. Nella registrazione agli atti del processo ed ascoltata in aula il 2 novembre 1995 Muccioli, riferendosi ad uno dei testimoni dell’omicidio asserì che bisognerebbe fargli un’overdose. Queste denunce spinsero molti altri ospiti a denunciare percosse, violenze, addirittura violazioni della legge elettorale in favore di politici “amici”.
Vennero pure allo scoperto alcuni strani suicidi, come quelli di Natalia Berla e Gabriele De Paola, avvenuti nella primavera dell’89 e quello di Fioralba Petrucci, risalente al guigno 1992. Tutte e tre le persone si sono suicidate mentre si trovavano in clausura punitiva all’interno della comunità, gettandosi dalle finestre delle stanze in cui erano chiuse. Per il caso Maranzano, Muccioli fu poi condannato ad un anno e 8 mesi (con sospensione condizionale) per favoreggiamento, mentre gli esecutori materiali incorsero in condanne dai 6 ai 10 anni.Nel maggio 2000, la corte di cassazione condanna per omicidio volontario Alfio Russo,ritenuto il principale responsabile della morte di Maranzano,a dieci anni di reclusione,ottenuti grazie al patteggiamento. Paradossalmente a tutti vennero concessi gli arresti domiciliari nella Comunità.”
Effettivamente uno non sa più cosa dire.
Non vedo l’ora d’arrivare alla pensione.
Lo schifo nasce dalla totale assenza di un minimo di senso di responsabilità e di moralità.
Chiunque mira a “fare soldi” con ogni mezzo. Non è importante come li hai fatti, ma è importante averli.
Malgrado il paese sia in caduta libera, la maggioranza degli italiani, preferisce il “furbo” all’onesto, perchè è convinta che il furbo può risolvere i nostri problemi, senza alterare le cattive abitudini di molti di noi.La maggioranza e vede nell’onesto, un “incapace pericoloso”. Pericoloso perchè potrebbe costringere, questa maggioranza, a rinunciare alle proprie cattive abitudini, che considera un “diritto acquisito”.
Da noi vengono quelli dell’Agenzia del Territorio, che io ed altri colleghi chiamiamo “I Gabellieri del Re”, perchè la loro mentalità è quella di 300/400 anni fa. Il loro scopo è scovare, evasioni vere o presunte, incastrare il cittadino, per poi rapinarlo legalmente (Robin Hood non è italiano purtroppo!).
Se vivessimo in un paese civile, paese nel quale il cittadino paga le tasse, ma può controllare di persona le spese, la gestione degl’appalti e le loro concessioni, potrei anche comprendere. In Italia,GLI ORGANI DI GARANZIA SULLA TRASPARENZA DEGL’ATTI DELL’AMMINISTRAZIONE, SONO UN MISCUGLIO DI MAGGIORANZA ED OPPOSIZIONE, e il cittadino, NON VIENE VOLUTAMENTE INFORMATO degl’appalti dati, non E’ A CONOSCENZA di quelli concessi, dell’inizio dei lavori, della loro conclusione e del costo. Ma soprattutto non conosce il numero e la consistenza, degl’APPALTI APPROVATI, CONCESSI, PAGATI e MAI ESEGUITI.
Per cui l’evasione delle tasse, è quasi un dovere civico, oltre che morale.
…ma con tutto questo casino perdono tempo pure con le cerimonie?!?…
Non preoccupatevi. La verità è che siamo su una candid camera. Prendete la sentenza su Cuffaro. E’ stato accusato di favoreggiamento nei confronti di esponenti di spicco della mafia. Ma è stato assolto dall’accusa di favoreggiamento di stampo mafioso. E’ stato condannato a 5 anni, ma l’Udc, Casini in testa, esulta per la sua innocenza. E’ stato interdetto dai pubblici uffici, ma non smetterà di fare il governatore della sicilia. E’ chiaro che è uno scherzo no?
Viviamo in uno stato dove non esiste legalità, moralità, etica. Questi ometti e donnette prepotenti fanno quello che vogliono, non c’è vergogna. Io sono sempre più allibita e noi sappiamo solo una minima parte di quello che succede. Basta andare in qualsiasi azienda pubblica, ovvero pagata con le tasse per respirare una atmosfera di prepotenza e illegalità.
A proposito del problema dei rifiuti a Napoli, ti consiglio di leggere questo articolo trovato in rete, è molto interessante. Parla della storia della discarica di Contrada Pisani e del suo scempio…
A presto!
http://www.settimopotere.com/index.php?option=com_content&task=view&id=116&Itemid=33
Roberto Maranzano non era comunque napoletano ma siciliano e per l’esattezza palermitano
ma anche se la sua città non era Napoli quel monumento proprio se lo potevano evitare